17/04/2022
Pensare di avere problemi di memoria predice l’Alzheimer? Purtroppo, le terapie utilizzate per trattare l’Alzheimer spesso iniziano troppo tardi, incidendo di conseguenza negativamente sulla prognosi del paziente.
Uno studio condotto da un gruppo di ricerca tedesco del centro per le malattie neurodegenerative, ha preso in esame 450 anziani (età media di 70 anni) scoprendo che coloro che percepivano di avere problemi di memoria, ma le cui prestazioni mentali erano nella norma, mostravano deficit cognitivi misurabili concomitanti ad anomalie nel liquido spinale.
Quando secondo la nostra percezione soffriamo di problemi di memoria, ma le prestazioni mentali sono ancora all’interno dello score normale, si parla allora di “declino cognitivo soggettivo” (SCD). Le persone con SCD hanno un rischio maggiore di sviluppare demenza a lungo termine. Tuttavia, si sa poco sui meccanismi alla base dei problemi soggettivi di memoria, inoltre gli studi a riguardo in letteratura sono pochi, e questo non ci permette di valutare con affidabilità statistica i risultati.
Per quel che riguarda le alterazioni del liquido cerebrospinale, sono state riscontrare nei soggetti con declino cognitivo lieve, livelli più alti di proteine quali peptidi beta-amiloidi e proteine tau, ossia i due biomarcatori associati all’Alzheimer.
È importante considerare che queste persone avevano visitato una clinica della memoria a causa delle loro lamentele inerenti alla propria performance cognitiva. Pertanto, questi risultati non possono essere generalizzati, perché molte persone anziane soffrono di disturbi temporanei della memoria soggettiva senza avere il morbo di Alzheimer.
Tuttavia i risultati attuali sostengono l’ipotesi che il declino cognitivo soggettivo, potrebbe essere un fattore predittivo della malattia di Alzheimer.