05/12/2025
Nel nostro laboratorio succede una cosa curiosa:
ogni mattina, quando la porta si apre, il mondo si restringe.
Diventa un microcosmo fatto di rumori sottili, gesti misurati, attenzione che si muove come una lente.
C’è una forbice che fa il primo taglio, sempre con quell’esitazione millimetrica di chi sa che non c’è un secondo tentativo.
C’è il calore che ammorbidisce il materiale, quasi fosse un invito a collaborare.
E poi ci sono le mani: ferme, esperte, abituate a capire quando spingere e quando lasciare andare.
Qui dentro gli oggetti non nascono per caso.
Ogni curva, ogni piega, ogni cucitura ha una storia: quella della persona che la indosserà.
È un lavoro che richiede tecnica, sì.
Ma richiede anche ascolto, pazienza e quel tipo di cura silenziosa che non si vede in foto.
Alla fine, quando il dispositivo prende forma, succede sempre
la stessa piccola magia:
qualcosa di rigido si trasforma in qualcosa che accompagna, sostiene, migliora.
È così che lavoriamo.
In questo minuscolo, prezioso microcosmo artigiano.