06/10/2025
Condivido questa riflessione, che poi non รจ che un ulteriore rimando allโeccesso โdel pienoโ.
Ascoltare il silenzio รจ scoprirvi dentro che cโรจ spazio per noi. Lo spazio โliberoโ รจ qualcosa di arricchente comunque, รจ il luogo in cui la noia si trasforma in creativitร .
Grazie L'Altramontagna per questa riflessione
โMa anche a voi dร fastidio la musica?โ
โEh sรฌโ.
โMa ci hanno detto che di solito piace. Perรฒ non siete i primi a domandarmi di chiudere la radio o di abbassarlaโ.
โA noi dร un poโ fastidio, perchรฉ facciamo fatica a parlare. Non siamo saliti in malga per trovare lโatmosfera di un bar sul litorale di Jesoloโ.
Lo scorso agosto mi รจ capitato di assistere a questa conversazione. Un signore, quasi certamente un turista, aveva appunto chiesto alla proprietaria di una malga di abbassare il volume della radio. Lei sembrava rammaricata in modo sincero, ma non tanto a causa dellโinsoddisfazione del cliente, bensรฌ per lโincrinatura di una certezza: a qualcuno il sottofondo musicale puรฒ non piacere.
Lโepisodio della malga รจ tornato a sollecitare il mio interesse leggendo, su Repubblica, un articolo intitolato Vi prego, spegnete la musica di sottofondo. Era a firma di Nicola Piovani, pianista, compositore e Oscar nel 1999 per le musiche del film La vita รจ bella.
Piovani sviluppa una riflessione sulla โmusica passivaโ, ossia quella musica che ascoltiamo contro la nostra volontร : tra gli scaffali dei supermercati, seduti al bar, al ristorante, nella sala dโattesa di qualche ferrovia.
โSono tornato โ racconta Piovani โ in un hotel della scogliera amalfitana dove, anni fa, dalle finestre la sera entrava in camera il suono delle onde marine sulla battigia. Oggi in quella stessa stanza si sente la musica di una vicina discoteca, soprattutto le frequenze basseโ.
โLโhorror vacui detta legge. Il silenzio sta diventando sempre piรน raro e preziosoโ, prosegue lโarticolo, evidenziando quella che si sta trasformando in una consuetudine: coprire il silenzio o, meglio, i suoni che caratterizzano un contesto.
Lโassenza di rumori artificiali non รจ un vuoto da riempire, ma un pieno da provare a scoprire: non solo perchรฉ arricchisce le relazioni (con le persone e con il territorio), ma anche perchรฉ favorisce pensieri e considerazioni.
La โmusica passivaโ รจ, invece, una sorta sedativo esperienziale. Impoverisce il nostro vissuto, isolandoci, anestetizzando gli impulsi che ci pongono in dialogo con il contesto e la paura di rimanere con se stessi.
Prenderne coscienza รจ prezioso non solo in malga, ma anche in cittร e lungo i litorali.
L'editoriale di โ Pietro Lacasella per L'Altramontagna