16/11/2025
OGNI VOLTA CHE PER LAVORO O PIACERE - A DIRE IL VERO QUASI SEMPRE LA PRIMA - PASSO DALLA FRANCIA E MI TROVO AD INTERLOQUIRE CON UNA PERSONA DI RAZZA FRANCESE SI VERIFICA UN FENOMENO PER CUI, PROPRIO MENTRE MI STA PARLANDO, NON RIESCO A NON PENSARE CHE HA LA FESSA DEL C**O COMPLETAMENTE INCROSTATA DI M***A. VEDO LA SUA BOCCA MUOVERSI, MA LE PAROLE NON RAGGIUNGONO LA PERCEZIONE COSCIENTE: NELLA MIA MENTE ALLE LABBRA CHE SCHIOCCANO NEL PRONUNZIARE QUALCHE BUFFO LEMMA GALLICANO SI SOSTITUISCE L'IMMAGINE DELLE CHIAPPE CHE, RIVESTITE DA UNA TENACE PATINA DI ESCREMENTI, STROFINANO L'UNA CONTRO L'ALTRA RILASCIANDO UN FINE PARTICOLATO COPROGENICO CHE SATURA IL PERINEO E IMPREGNA PELI, GENITALI, INDUMENTI INTIMI. E LA CONTINUA FRIZIONE SCATOLOGICA IRRITA INEVITABILMENTE LA CUTE: ALLORA NOTO CHE LA RANOCCHIA SI SISTEMA SULLA SEDIA O ADDIRITTURA RAGGIUNGE IL POSTERIORE CON LA MANO E PROVA A DIVARICARE LE NATICHE NELLA SPERANZA DI OTTENERE UN FUGACE SOLLIEVO. LO IMMAGINO ASSISO AL TERMINE DELL'EVACUAZIONE, MENTRE CON LE DITA (LE STESSE DITA CON CUI ACCAREZZA I FIGLI O CON CUI VOTA "LA REPUBLIQUE EN MARCHE") CERCA DI MONDARSI DALLA SOZZURA CHE HA APPENA VERNICIATO I SUOI GLUTEI. È IMPOSSIBILE: AD OGNI SESSIONE DEFECATORIA UN NUOVO STRATO SI AGGIUNGE AI RESIDUI PRECEDENTI COME IN GROTTESCA TORTA NUZIALE. TERMINATA LA CONVERSAZIONE IL LOMBRICO D'OLTRALPE MI TENDE LA MANO: FACCIO FINTA DI NON VEDERLA, E DIGRIGNANDO UN "AU REVOIR" MI DILEGUO NELL'ATMOSFERA CASEARIA CON LA MIA FESSA DEL C**O ANCORA FIERAMENTE IMMACOLATA.
