22/07/2023
"Il disturbo - lo dice la parola - disturba; è lí per disturbare. Un'interferenza di cui non ci si libera, e che si fa fatica a tenere a bada. Il disturbo non sei tu ma é dentro di te, pertanto risulta difficile fare troppi distinzioni, dove cominci tu e dove finisce lui, anche capire quando è arrivato , o se è sempre stato presente, acquattato, in attesa di uscire allo scoperto. È come se fossi posseduta, in pratica. (...)"
Più continuo con i miei anni di pratica clinica e più mi convinco che all'università non dovrebbero farci studiare i manuali diagnostici con un insieme di sintomi. O almeno, non solo quelli. L'arte, la letteratura, il cinema, sono pieni di esempi utili. Di spaccati di vita vissuta sulla sofferenza cronica delle persone. Perché, la prossima volta che varca il tuo studio una persona che ti dice: "dottoressa, ma io sono sempre statə così", merita tutta l'umanità di cui sei capace perché si sta imbattendo insieme a te attraverso il percorso di scoperta della cronicità. Il più lungo e il più tortuoso. Merita solo questo, tutta l'umanità di cui sei capace.