Dottoressa Paola Pinto Psicologo Milano

Dottoressa Paola Pinto Psicologo Milano Questa pagina parla di me. Della mia passione e del mio lavoro con bambini, adolescenti e genitori

Della mia passione e del mio lavoro con bambini, adolescenti e genitori Di recente, sono salita a bordo del team UnoBravo

"Il disturbo - lo dice la parola - disturba; è lí per disturbare. Un'interferenza di cui non ci si libera, e che si fa f...
22/07/2023

"Il disturbo - lo dice la parola - disturba; è lí per disturbare. Un'interferenza di cui non ci si libera, e che si fa fatica a tenere a bada. Il disturbo non sei tu ma é dentro di te, pertanto risulta difficile fare troppi distinzioni, dove cominci tu e dove finisce lui, anche capire quando è arrivato , o se è sempre stato presente, acquattato, in attesa di uscire allo scoperto. È come se fossi posseduta, in pratica. (...)"

Più continuo con i miei anni di pratica clinica e più mi convinco che all'università non dovrebbero farci studiare i manuali diagnostici con un insieme di sintomi. O almeno, non solo quelli. L'arte, la letteratura, il cinema, sono pieni di esempi utili. Di spaccati di vita vissuta sulla sofferenza cronica delle persone. Perché, la prossima volta che varca il tuo studio una persona che ti dice: "dottoressa, ma io sono sempre statə così", merita tutta l'umanità di cui sei capace perché si sta imbattendo insieme a te attraverso il percorso di scoperta della cronicità. Il più lungo e il più tortuoso. Merita solo questo, tutta l'umanità di cui sei capace.

The doctor Is in!Anche oggi, col consenso di un* pazientə setting naturale pronto per la seduta. La tecnologia aiuta e s...
26/05/2022

The doctor Is in!
Anche oggi, col consenso di un* pazientə setting naturale pronto per la seduta. La tecnologia aiuta e stimola nuove esperienze.
Prossima volta sempre on line ma in due contesti naturali differenti.
La tecnologia a supporto della terapia
Si ritorna sempre nei luoghi in cui si è stati bene... Formiche giganti a parte ;) 🤣





Manca poco, davvero poco alla fine della scuola. Emozioni contrastanti si affollano nella mia mente, facendomi sfiorare ...
19/05/2022

Manca poco, davvero poco alla fine della scuola. Emozioni contrastanti si affollano nella mia mente, facendomi sfiorare l'intera gamma emotiva umana esistente.
Alcuni, i più, insegnanti o alunni che siano, contano i giorni alla fine. Io no, mai. Perché il conteggio si porta dietro una consapevolezza precaria che solo un altro insegnante con contratto a termine come te può capire.
Ci sono le sensazioni sgradevoli del non sapere dove sarai, se ci sarai, il prossimo anno.
C'è la sensazione piacevole delle sveglie alle sei del mattino che vanno cordialmente a farsi benedire.
Certo ho un altro lavoro, come questa pagina testimonia, e non avrò giornate completamente vuote... Però, mi mancherà pulire mocciolo, sgridare bonariamente, i "maeeeestraaaaa" urlati tre alla volta all'unisono.
Mi mancherà insegnare. Studiare per capire come carpire al meglio la loro attenzione. Mancherà ballare e giocare con loro. La ola in giardino, la scossa e l'onda, l'orologio con il corpo e la corsa da elefante, cobra, gatto, topo e i due liocorni (che non so se è come corrano, ma va be'). Mi mancherà insegnargli che si dice omotransfobia e non strasfobia. Mancheranno gli occhietti curiosi indagatori che riflettono parola per parola. Quelli astuti e geniali che si accorgono prima della maestra che la soluzione al problema da lei inventato non esiste perché c'è un dato incerto. Mi mancherà disegnare.
Più di ogni cosa, mi mancherà incoraggiare, credere in loro mentre sento il mio cuore allargarsi per fare spazio ai loro posti. Ai più timidi e riservati, ai più loquaci, ai maestra guardami, parlami, ascoltami sto facendo bene? Ci sei? Ce la fai? Sei connessa?
Luoghi comuni e simili.
Ma, è difficile spiegare a parole di cosa sia fatto l'immenso privilegio di sfiorare la vita di un soggetto in età evolutiva, saggiarne le potenziali tappe non armoniche e aiutare la sua rete di salvataggio a fare forza per farlo giungere e seguire la sponda sana del suo fiume.
Chiunque mi conosce lo sa, sono una terapeuta che vorrebbe vedere nel suo studio pochissimi o alcun bambino, mentre gli adulti per lui significativi in quello stesso studio si rimboccano le mani per non fargli varcare quella soglia e farlo vivere e crescere più sereno.

Questo è il senso della scuola per me.
E tu, se incontri in metro alle sette del mattino un'insegnante sul tuo cammino, cedile il posto. Potrebbe essere il suo unico e ultimo momento rilassante della giornata. Anche se ha la testa nei compiti da correggere e nella lezione che ha appena deciso di stravolgere








La guerra e le dicotomie Nero e giallo.Giallo e blu.Rosso.Buoni e cattivi.Pace e guerra.Giusto e sbagliato.Viviamo in un...
18/05/2022

La guerra e le dicotomie
Nero e giallo.
Giallo e blu.
Rosso.
Buoni e cattivi.
Pace e guerra.
Giusto e sbagliato.
Viviamo in un mondo pericolosamente dicotomico.
Le dicotomie, nella vita di ogni giorno, creano grandissime difficoltà.
Un bimbo per crescere, ha bisogno di sapere che esistono le sbavature, le sfumature, le imperfezioni.
A scuola, spesso si abbattono e si disperano quando sbagliano. "Maestra strappiamo la pagina?"
"Anche no!"
Valorizziamo l'errore. Grazie agli errori cresciamo, grazie agli errori impariamo che esiste l'altro da noi.
Grazie ai confini morbidi, capiamo che possiamo tracciare il nostro sentiero e cancellarlo se la strada tracciata non somiglia più a ciò che volevamo essere...




Buondì! Oggi mi chiedo sogante quanto sarebbe bello in questo momento vivere in SpagnaOggi potrei, restarne a casa incol...
17/05/2022

Buondì! Oggi mi chiedo sogante quanto sarebbe bello in questo momento vivere in Spagna
Oggi potrei, restarne a casa incollata al divano tra rimedi naturali e farmacologici, cercando di tollerare e limitare i dolori. Ci penso mentre sono qui, sulla banchina, in attesa di uno dei quattro mezzi che mi porterà a lavoro.
Mentre ci penso, penso anche che non rientro tra quale 10-15% stimato che soffre di una sindrome clinica ben più grave, che troppo spesso non viene presa in considerazione. Bollata come semplice dolore psichico, l'endometriosi di rado occupa il giusto peso che merita nonostante l'incidenza nella popolazione mondiale aumenti.
E spesso noi clinici procediamo a vista, supportando donne proiettate dal dolore cronico fisico e mentale senza poter restituire la speranza di passare attraverso tutto quel dolore.
Tutte le nazioni dovrebbero imparare dall'Africa, dall'oriente e dalla Spagna.


**taparola









La ministra Montero: «Sarà un permesso senza limiti di giorni». Ma salta la riduzione dell’Iva sui prodotti di igiene femminile. Mentre si riconosce la gestazione surrogata come un tipo di violenza contro le donne

Iperlavoro.Ovvero, quando cerchi di fermarti e proprio senti che non puoi.Non è tanto il mio selfie che mi interessa mos...
16/05/2022

Iperlavoro.
Ovvero, quando cerchi di fermarti e proprio senti che non puoi.
Non è tanto il mio selfie che mi interessa mostrarvi, quanto la profondità delle mie occhiaie.
Giornate come quelle le vivo quasi tutti i giorni durante la mia settimana lavorativa, al punto tale che il riposo tra un impegno e l'altro, appare come un miraggio.
Fare i lavori che si amano a volte è una condanna, perché finisci col dire di sì a tutto, a qualunque nuovo impegno, a qualunque fatica imprevista perché si sa, qualcuno ha detto: "fai il lavoro che amo e non lavorerai nemmeno un giorno".
E invece, ti ritrovi a fine giornata con un cerchio alla testa che non svanisce, mangiando la prima cosa poco salutare che capita e andando a letto troppo tardi con la cena sullo stomaco.
Chiunque come me si occupi poi di professioni legate all'educazione e alla cura sa bene come creare e difendere spazi intimi funzionali al riposo sia davvero come scoprire il Santo Graal.
La scuola che sta per concludersi, le sedute che si diradano ma sono più intense...è dura dire di no.
È anche necessario.
Per avere la mente sgombra, per gestire nel migliore dei modi i propri impegni, per garantire a pazienti ed alunni quell'ascolto rispettoso e non giudicante, pieno e completo, tipico del mio modo di lavorare (nel mio caso).
Anche professioni differenti implicano riposo e concentrazione. Ve lo immaginate un o una autista dell'autobus assonnata che in orario di lavoro salta le fermate?
Gli esempi potrebbero essere diversi.
Ma allora cosa si fa per correre ai ripari?
Ci si ferma, si respira lentamente e a fondo e si reimpara a creare spazi solo per sé.
Sonnecchiare il pomeriggio della domenica sul divano, passeggiare al parco al tramonto, curare le piante. Stare fermi, giocare coi propri figli.... E anche qui, la lista potrebbe essere lunga.
Impariamo ad andare controcorrente e a ridurre il lavoro al giusto necessario che lasci fuori lo spazio utile per ricaricarsi.
Quando il nostro smartphone è scarico, lo mettiamo nella presa e lo lasciamo fermo a ricaricarsi. Ecco, troviamo un modo anche per noi.
E voi? Quali ricariche salutari utilizzate?
Raccontatemelo nei commenti ;)
Buongiorno così!





Mi piace, dalla seconda ondata pandemica, coltivare orchidee. Le accolgo in casa, le coltivo, le curo, tutte hanno un no...
14/05/2022

Mi piace, dalla seconda ondata pandemica, coltivare orchidee. Le accolgo in casa, le coltivo, le curo, tutte hanno un nome, ci parlo e trascorro il mio tempo tra libri e consigli on line e le ammiro, entrando in una dimensione contemplativa e meditativa profonda.
La prima che ho curato, l'ho uccisa... troppo amore, troppa cura, troppa acqua... troppo e la piccola meravigliosa Dea, non ha retto!
Ne ho salvato una foglia, l'ho verniciata e incorniciata, messa in una quadretto accanto alle altre, a monito, per ricordarmi cosa non fare.
Da allora, ne ho ammazzate altre due. Qualunque coltivatore che si rispetti afferma che fa parte del gioco, della vita. Nella nostra, come in quella delle orchidee, la morte e la malattia esistono.
Le curo, le coccolo, ci parlo, canto, gli dò il benvenuto, saluto i nuovi fiori che si schiudono al mondo, uso la giusta dose di concime, controllo il livello di umidità, alterno concime a nitrato di calcio, vaporizzo con attenzione. Le osservo per essere certa che non ci siano tracce di ospiti indesiderati, di muffa, di marciume. Ne ho alcune nella mia postazione di lavoro, accanto alla finestra, perché mi piace osservarle anche tra una seduta e l'altra, perché rendono l'ambiente più armonico e vivace coi loro colori.
Mi dispero, perché non rifioriscono. Mi rattristo perché muoiono.
Rifletto, ogni volta che le curo, che devo svasarle, creare una zattera, rinvasarle, tagliare le parti morte e causticare le ferite con le cesoie roventi, su come il modo di curarle sia una perfetta sintesi della genitorialità.
Sono così ipervigile in certi momenti che rasento sicuramente uno stile genitoriale ansiogeno.
Poi arrivano i momenti di iperlavoro, giornate infinite in cui alterno riunioni di scuola, lezioni frontali a pazienti, corsi di formazione, eventi on line o in presenza... e le orchidee finiscono nella loro isola felice senza il minimo sguardo, la minima cura, la minima attenzione... Ed ecco che avviene la magia e il parallelo con la genitorialità continua: più sono convinta di fare male, di essere una orchimamma di m***a (passatemi il termine) e più loro crescono rigogliose, mi regalano radici nuove, foglie verdi e sode, inizi di steli e keiki... boccioli, fiori quasi mai. Ecco che il dubbio mi assale, seguo la mia community on line e vedo foglie, fiori e piante che creano estasi e mi chiedo: oh, dove sto sbagliando?
Sono fermamente consapevole del fatto che, come i figli senza foglie e clorofilla, le piante non si evolvano per fare felice me, ma per seguire quella che Carl Rogers definisce "tendenza attualizzante". Dai a un'orchidea o a un qualunque essere umano, una condizione minima e ridotta per evolversi e lui/lei lo farà, al meglio delle sue possibilità, come i germogli sulle patate nella penombra della dispensa.
Perché vi racconto tutto questo?
Perché la cura è la base essenziale del vivere bene;
perché il contatto con la natura e ancor di più con la coltivazione è una delle più grandi fonti di benessere che esistano (anche senza dilapidare i propri risparmi per comprare costose orchidee!);
perché probabilmente avete dei figli e vi fate le stesse identiche domande;
perché forse li state crescendo come siete stati cresciuti voi, sulla base delle vostre idee e delle vostre aspettative
Ecco, lasciateli liberi sulla propria mensola, dategli luce, il giusto nutrimento, il giusto grado di calore e umidità... la possibilità profonda di avere fiducia in se stessi e nel mondo che si stanno creando intorno, vedrete che andranno lontano, sbocceranno, fioriranno e non dimenticheranno mai le proprie radici.
Volete consigli su come uccidere la vostra prima orchidea? Beh, siete nel posto giusto, datevi una pacca sulla spalla e ditevi che sbagliando si impara.
Consigli per i figli dite? Sì, sarebbe quello il mio campo senza hobby, che dirvi: per fortuna i figli umani sono più resistenti delle piante 😉
Buon weekend così! Ci rivediamo col buongiorno del lunedì e se serve scrivetemi nei commenti o anche nei messaggi.
Buon vita!




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Quei giorni in cui l'agenda è un vero tetris... Velocità mille e non ne becchi neanche una. Non è un mistero, sono una p...
13/05/2022

Quei giorni in cui l'agenda è un vero tetris... Velocità mille e non ne becchi neanche una. Non è un mistero, sono una psicoterapeuta e una gioiosa insegnante. Impegni su impegni. Impegni che avevi scordato, impegni spostati, impegni che avevi rimosso perché ritenuti odiosi.
E capita, ah se capita! La sera apri l'agenda per crearti un veloce piano mentale della giornata successiva ed eccolo lì, che fiero e baldanzoso, un appuntamento padroneggia uno slot in cui invece sei a scuola. Panico! L'unica è chiedere uno spostamento, subito, adesso. Per fortuna è presto e puoi scrivere subito.
Perché vi racconto i piccoli fallimenti quotidiani? Una terapeuta è umana, può mantenere un assetto decisamente zen in seduta ed essere disordinata e pasticciona con gli slot dell'agenda. Dicevamo, (mi perdo anche nei miei voli pindarici) Perché vi racconto tutto questo? Perché è l'umanità che cura. La relazione prima di tutto, ma anche le sbavature, le cose che non ti aspetti, l'imperfezione che sta "dietro lo spigolo tondo" come diceva (credo, perché come tutti gli umani invento le parole delle canzoni) una canzone di Fabi, Silvestri e Gazzè.
E voi? Pasticci impasticciabili ne combinate mai?
Qual è l'ultimo che ricordate?
Restate umani e siate gentili con le vostre imperfezioni.
Buona giornata così!






https://youtu.be/TnLIhH4ecTY

Sentirsi a casa. Sentirsi accolti, apprezzati, riconosciuti e amati.Piccoli segni, piccole tracce che ti conducono verso...
12/05/2022

Sentirsi a casa. Sentirsi accolti, apprezzati, riconosciuti e amati.
Piccoli segni, piccole tracce che ti conducono verso sensazioni familiari.
Questo ha fatto oggi il piccolo fiore di ginestra sul cancello della scuola per me.
Una ginestra, a Milano. Un piccolo grande fenomeno probabilmente dovuto al cambio climatico.
Una piccola gioia. Una traccia che lega il mio presente al mio passato.
E per voi? Quali elementi vi riportano a luoghi o a momenti felici anche in una quotidianità affettata e desolante?
Eh sì, perché a volte sentirsi a casa è solo una stato del cuore e della mente...
Buona serata così!



Buongiorno così!Con un'immagine che per me racchiude ogni cosa...E voi? A cosa pensate quando sentite il bisogno di una ...
11/05/2022

Buongiorno così!
Con un'immagine che per me racchiude ogni cosa...
E voi? A cosa pensate quando sentite il bisogno di una ricarica istantanea? Me lo scrivete nei commenti?






Buongiorno così, fermandosi ad osservare la bellezza... Anche quando è solo in vendita.Qualcuno ha detto: "fa della tua ...
10/05/2022

Buongiorno così, fermandosi ad osservare la bellezza... Anche quando è solo in vendita.
Qualcuno ha detto: "fa della tua vita un capolavoro".
Io oggi ti dico: non arrenderti! Ti hanno tirato una br**ta mano? Resisti! È solo una partita, alla prossimo - conscio di quest'esperienza - andrà meglio ;)
Del resto, impariamo dagli errori e senza un manuale di riferimento ;)



Indirizzo

Via Vittor Pisani, 13
Milan
20124

Orario di apertura

Lunedì 19:00 - 21:30
Martedì 19:00 - 21:30
Mercoledì 18:30 - 21:30
Giovedì 18:30 - 21:00
Venerdì 18:30 - 21:30

Telefono

+393338705641

Sito Web

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Our Story

Sono psicologa, psicoterapeuta, educatrice, insegnante e dottore di ricerca in scienze dell’educazione. Posso affermare con piacere che la scuola è il mio habitat naturale!

Credo fermamente che la scuola possa ancora oggi incarnare quell’idea di comunità che può aiutarci a costruire un futuro migliore per i nostri bambini e ragazzi.

Mi piace lavorare per e con i miei pazienti e utenti usando tutta la creatività che il percorso condiviso mette a disposizione.

La mia utenza, dati i miei interessi e le mie competenze, è piuttosto eterogenea e variegata. Mi piace, oltre alla mia competenza e presenza completa, mettere tutta la creatività di cui sono capace, per far sì che ogni nuovo incontro con la persona, crei un valore aggiunto sempre nuovo. Mi piace uscire arricchita da ogni singolo contatto con l’essere umano.