14/11/2025
Ludopazza - Davide Marchetti
Il monologo, scritto da Davide Marchetti con Sabrina Marchetti e Regia di Maurizio Marchetti, racconta con disarmante onestà la storia di Sandra, un’infermiera intrappolata nella spirale della ludopatia.
Narrata da una giovane donna la cui esistenza, invece di aprirsi al mondo, si richiude su sé stessa, Ludopazza racconta una discesa interiore che tutto travolge: famiglia, amore, amicizia, lavoro. Ogni cosa viene risucchiata in un vortice che corrode e distrugge, fino a trasformarsi in un fango di menzogne e autoinganni in cui la protagonista rimane prigioniera, intrappolata dalla propria stessa volontà di nascondersi.
La rabbia e l’euforia iniziali cedono il passo a confessioni sempre più intime, oscure, spogliate di ogni pudore. Ma l’imbarazzo ormai non ha più spazio nella sua mente: è stato cancellato da un impulso di autoannientamento, dal bisogno di punirsi e dissolversi, per rinascere nella macchina, nella slot.
Non c’è via d’uscita. Non c’è redenzione. Solo la necessità disperata di raccontarsi.
☑Perché lo consigliamo:
Sandra diventa voce di tanti, di un’umanità nascosta dietro agli sgabelli delle sale slot, fatta di solitudini che si sfiorano nel silenzio. È un mondo sporco, opprimente e tristemente reale, dove la dipendenza trasforma l’identità.
INTERVISTA ALL'ATTRICE - SABRINA MARCHETTI
🟢Come mai hai deciso di fare uno spettacolo sulla ludopatia?
“Mi sono ritrovata, poco dopo aver finito la scuola di teatro, questo testo sottomano. Dopo averlo letto la prima volta tutto di un fiato ho pensato immediatamente fosse da fare. Era fortissimo, trattava in maniera spietata e diretta un tema molto attuale e molto poco discusso.”
🟢Come descriveresti il tuo spettacolo? “Il racconto di un tormento, lo sfogo di un represso, l’ira di un calmo…che si traduce con la scelta inconsapevole della condanna della propria vita alla sofferenza e alla menzogna.”
🟢Cosa rende la ludopatia così subdola o difficile da riconoscere, sia per chi ne soffre sia per gli sta intorno? “a differenza di tutte le altre dipendenze non si vede e paradossalmente non solo per chi ti sta accanto ma anche per chi la vive.”