Psicoanalista per Bambini e Adulti (English speaking Adult & Child Therapist). Membro IARPP (Internat. Assoc.
Psicoanalista per Bambini e Adulti (English speaking Adult & Child Therapist)
Formato a Columbia University Medical Center NYC, e Child Unit-UMass Boston alessandro.cavelzani@gmail.com Formato a Columbia University Medical Center NYC con Prof Beatrice Beebe, e Child Unit-University Massachusetts Boston con Prof Ed Tronick. for Relational Psychoanalysis and Psychotherapy)
Membro SIPRE (Societa Psicoanalisi della Relazione)
10/07/2024
Ho creato una nuova pagina Instagram
cavelzani_psicoanalisi
dove troverete video e post, soprattutto per genitori.
Da tempo non uso più invece facebook, quindi chi è interessato può seguirmi su Instagram!
Un caro saluto!
Alessandro
22/10/2022
16/04/2022
Nel precedente post sulla “Regolazione Interattiva e il Senso del Sé” ho spiegato che le ricerche scientifiche indicano che il modo di rispondere a ciò che il bambino esprime modifica non solo il suo comportamento ma soprattutto co-costruisce la rappresentazione che il bambino ha di se stesso e dell’Altro (chi sono io per te, chi sei tu per me). A tal riguardo, in questo post consideriamo la “Proiezione inconscia” e le conseguenze negative sullo sviluppo dell’identità: succede spesso cioè, che si attribuiscano, senza rendersene conto, al bambino caratteristiche negative psicologiche che in realtà appartengono all’adulto. Ad esempio, quando non si riesce a calmarlo, a gestire i suoi “capricci” e comportamenti, l’insegnante a scuola o il genitore si sentono frustrati, impotenti, e di conseguenza possono tendere involontariamente ad additare il bambino come negativo o problematico. E se viene ripetuto ogni giorno causa rappresentazione di sé distorta, depressa. La maggior parte degli scambi comunicativi-emotivi avviene infatti a livello non-verbale e fuori dalla consapevolezza, per cui succede che l’adulto vuol dire una cosa ma il suo tono della voce, il volume, lo sguardo, i movimenti del corpo comunicano invece disinteresse, svalutazione, disapprovazione, mortificazione.
Lo psicoanalista infantile supporta le famiglie facendo innanzitutto prevenzione, non solo per curare quando il disagio è consolidato.
Cavelzani, et al. 2018. Micro-traumatic Experiences and Psychotherapeutic Treatment, Journal of Integrative Medicine, vol7,n1.
16/04/2022
Le ricerche scientifiche sullo sviluppo psicologico [Stern, 1995; Seligman, 2017; Beebe & Lachmann, 2002; Tronick, 2007] evidenziano che il bambino regola i propri comportamenti, emozioni, bisogni ed intenzioni, non solo attraverso l’auto-regolazione, ma anche tramite la “Regolazione Interattiva”: l’Altro cioè, in base a come interpreta (o fraintende) e di come risponde a ciò che il bambino esprime, ne influenza da un lato il comportamento (inibendolo, permettendolo, o disorganizzandolo se fornisce indicazioni ambigue o contraddittorie), e dall’altro lato co-costruisce al contempo la rappresentazione che il bambino ha di se stesso e dell’Altro (chi sono io per te, chi sei tu per me).Il punto critico da prestare attenzione è che la maggior parte degli scambi comunicativi-emotivi avviene a livello non-verbale e fuori dalla consapevolezza, per cui capita spesso voler dire una cosa ma il tono della voce, il volume, lo sguardo, i movimenti del corpo comunicano invece disinteresse, svalutazione, disapprovazione, mortificazione.
E queste modalità di risposta vengono ripetute ogni giorno diventando abitudini relazionali, e talvolta si possono creare circoli viziosi che si consolidano nel tempo costruendo giorno dopo giorno disturbi comportamentali e di personalità.
Per questo è bene prevenire e impostare fin da piccoli modalità relazionali sintoniche ed efficaci tra Genitori e Bambini.
La tecnica dell’osservazione videoregistrata dell’interazione di gioco, permette di migliorare sintonizzazione e sviluppare attaccamento sicuro.
L’elaborazione psicoanalitica permette poi al Genitore di accorgersi e modificare stili di legame disfunzionali.
16/04/2022
Le ricerche scientifiche [Tronick, 2007; Beebe, 2002] evidenziano che il Sé del Bambino, la sua personalità, l’autostima e la capacità di relazionarsi bene con se stesso e con gli altri, sono il risultato della qualità delle complesse esperienze relazionali che giorno dopo giorno il Bambino vive. In quanto figura primaria, non solo la Mamma ma anche il Papà ha un ruolo fondamentale nel co-costruire e aiutare il Bambino a sviluppare un Sé sano.
Il breve corso individuale per Papà, tenuto da Alessandro Cavelzani (Psicoanalista) e dall’Ostetrica Daniela Pergola, serve a:
aumentare la capacità del Genitore di sintonizzarsi, riconoscere, decodificare e rispondere meglio ai bisogni del Bambino che per la maggior parte esprime in modo non-verbale, per poterlo aiutare a costruire un Sé sano;
diventare più consapevoli di come tendiamo a rispondere, a stimolare, a calmare (o no) il Bambino;
gestire i “capricci” e “farsi ascoltare” migliorando la capacità di riparare;
prevenire o trattare tempestivamente depressione post-parto e modalità relazionali disfunzionali
Come si svolge in 5 incontri:
1) Osservazione gioco Papà e Bambino per conoscere come comunica col Padre (con Dr Cavelzani);
2) Rivediamo insieme il video dell’incontro di gioco per comprendere e migliorare (con Dr Cavelzani);.
3) incontro tenuto dall’Ostetrica Pergola con consigli sulla gestione del Bimbo.
Quarto e Quinto incontro per far pratica potenziando la capacità di sintonizzarsi, comunicare meglio, decodificare i bisogni del Bambino.
Dr Cavelzani ha imparato direttamente da Prof Tronick all’University of Massachusetts a Boston e da Prof Beebe alla Columbia Medical School a New York questa tecnica dell’osservazione videoregistrata.
16/04/2022
In questo post presento alcune sintetiche riflessioni sui numerosi scritti che Freud ha prodotto tra il 1915 e il 1933 proprio sul tema della guerra [Considerazioni attuali sulla guerra e sulla morte (1915), O.S.F., 8, Boringhieri; Introduzione al libro “Psicoanalisi delle nevrosi di guerra” (1919), O.S.F., 9; Psicologia delle masse e analisi dell’Io (1922), 0.S.F., 9; Il disagio della civiltà (1930), O.S.F., 10; Perche la guerra? (Carteggio con Einstein), O.S.F., 11 (1933).
Innanzitutto Freud illustra le nevrosi di guerra, cioè gli effetti traumatici psicologici dell’esposizione diretta (per i soldati), e indiretta (per i civili), alla guerra. Un tema ancora attuale con molte persone, adulti e bambini, che manifestano angoscia, disturbi del sonno, dell’alimentazione, attacchi panico, depressione per il presente/futuro.
Inoltre, poiché guerre e lotte vanno avanti da quando esiste l’uomo, Freud ci fa ragionare sulla natura umana che è condizionata dalla pulsione di morte, che se non mentalizzata e gestita, passa drammaticamente il limite della razionalità. Il dualismo Eros e Thanatos apre però alla dimensione Etica e riparativa che permette di lenire il pessimismo della civiltà. Perciò ho indicato che è fondamentale che come Genitori insegniamo innanzitutto ai bambini a riconoscere e gestire le emozioni e gli istinti, restando in una competizione piacevole e giocosa, non violenta. E noi adulti elaboriamo psicoanaliticamente le personali rabbie, impulsi ed angosce.
15/02/2022
“Studia! Stai sempre a giocare ai videogames e non combini niente!” …. “Mi tratti sempre come un bambino, lasciami stare che sono grande ora!”
Spesso i Genitori notano nei figli atteggiamenti contraddittori, ambivalenti, e di rifiuto-opposizione-resistenza che disorientano e creano inevitabilmente tensioni famigliari che si protraggono per mesi e anni: da un lato pretendono di essere lasciati soli e liberi di fare quello che vogliono, ma dall’altro lato possono tendere a non prendersi ancora le responsabilità tipiche del mondo dei “grandi” (ad esempio, molti trascorrono ogni giorno diverse ore in videogiochi e semplici chiacchierate, trascurando scuola, sport e attività ricreative strutturate). Perché??
Come in un viaggio in aereo o in nave, gli adolescenti si stanno allontanando dal mondo della fanciullezza il cui punto di coerenza era la conformità e la dipendenza dai Genitori, dai loro modi di fare, valori, cibi, regole, stili relazionali. E stanno andando verso l’età adulta in cui il nuovo punto di coerenza sarà l’auto-nomia (darsi le proprie regole). Ma occorrono anni per maturare davvero e acquisire metodo, auto-disciplina, competenze e soprattutto consapevolezza e padronanza di sé. Ricordiamo infatti che “Adolescere” in latino significa “crescere”. Vogliono, per natura, diventare grandi come i propri Genitori, ma hanno bisogno, ogni giorno, di qualcuno che li aiuti a costruire ciò che vogliono diventare e desiderano essere. Per questo occorre che la comunicazione sia empatica rispetto ai comportamenti contraddittori, supportiva anziché mal-giudicante, e costruttiva rispetto agli obiettivi dell’autonomia.
07/02/2022
Quando si cerca di togliere il ciuccio si innescano di solito forti proteste da parte dei bambini, nonostante spieghiamo loro i danni che può causare ai denti, e tali proteste creano tensioni famigliari e circoli viziosi che a volte di prolungano per mesi o perfino anni.
Occorre innanzitutto non sottovalutare che, nonostante sia già un sostituto infelice del seno materno, il ciuccio svolge una funzione calmante (in inglese si chiama infatti “pacifier”, o “soother”). Inoltre, rappresenta un “oggetto transizionale”, cioè un compagno immaginario che offre al bambino conforto, senso di protezione e stabilità.
Di conseguenza, ritengo che il vero obiettivo non sia quello di “togliere il ciuccio” ma di aiutare il bambino a trovare invece un altro modo, più evoluto, di calmarsi “salendo un gradino nella scala della sua autonomia”.
Come sciogliere quindi le proteste e toglierlo in modo efficace?
Ci sono 2 approcci:
(1) IMPROVVISAMENTE (pucciandolo nel peperoncino o nell’aceto, o raccontando la favola che l’ha preso la fatina), il bambino ovviamente si rassegnerà ma si rischia di aumentare le sue angosce e di spostare le sue tensioni su un’altra cosa (può capitare che inizi a rifiutare il cibo, o farsi la p**ì addosso, o “capricci” in altre situazioni).
(2) GRADUALMENTE, cercando di realizzare il vero obiettivo di aiutare il bambino a fare un passo in più nell’indipendenza e nell’autonomia, scoprendo e creando nuove positive abitudini di auto-calmarsi, ad esempio lettura di libri insieme, un peluche, una musica rilassante. E' importante che il bambino si senta coinvolto ed attivo in questo passaggio, quindi meglio spiegare la verità, utilizzando anche il metodo della scatoletta come oggetto transizionale.
Da notare infine che molti bambini quando attraversano un momento particolarmente impegnativo emotivamente (per cambiamenti belli o negativi a scuola, a casa, nella vita esterna) possono esprimere le tensioni non in modo diretto, ma attraverso la protesta a togliere il ciuccio che rappresenta un suo bisogno particolare di calmarsi.
In questo senso lo psicoanalista dei bambini non aiuta solo nei casi in cui c’è bisogno di psicoterapia, ma anche per dare consigli e sostegno alle famiglie nel migliorare la gestione di questo complesso passaggio.
02/02/2022
In due miei post precedenti [“La Fase dello Specchio nella costruzione del senso di Io (Lacan)” e “La funzione di Specchio della Madre nello sviluppo dell’Io (Winnicott)”] ho commentato le teorie di Lacan e di Winnicott sulla costruzione del senso del Sè. In questo post evidenzio la complessità della matrice relazionale nella costruzione del senso del Sè, cioè accanto alle figure “primarie” della Madre (e del Padre!) ci sono altre figure con le quali il Bambino trascorre molte ore ogni giorno (a volte tutto il giorno) come le insegnanti al nido, all’asilo e a scuola, ma anche la babysitter e i nonni, tutte persone che con il proprio modo di comportarsi e interagire concorrono a costruire la rappresentazione che il Bambino ha di sé. In particolare, le figure “secondarie” stimolano speranze e angosce nel Bambino che devono poi essere decodificate ed elaborate insieme ai Genitori che sono le figure primarie di riferimento. Di conseguenza, i Genitori hanno una doppia sfida: non solo diventare consapevoli di come stimolano e rispondono ai bisogni espressi dal loro figlio, ma anche decodificare quali speranze e angosce ha vissuto durante il giorno e sta ora cercando di comunicare a loro. Per questo motivo è fondamentale nel poco e prezioso tempo con il proprio Bambino, porsi in ascolto anche tramite il gioco e il disegno.
22/01/2022
Ovviamente la DAD (Didattica A Distanza Online) è molto meglio che niente (vi ricorderete il primo lockdown avvenuto improvvisamente con tutte le scuole chiuse da marzo a settembre con conseguenze traumatiche per bambini e famiglie), tuttavia i Genitori che oggi sono costretti a rinunciare al lavoro per assistere i figli in DAD lamentano forte stress e frustrazione che purtroppo riversano sui minori.
Dall’altro lato, molti Genitori non possono affatto rinunciare al lavoro o fare “smart-work” (a proposito, smettiamola di usare la parola “smart” perché non è cosi figo per tutti), di conseguenza sono costretti a lasciare i figli da soli davanti al computer: non solo i bambini dell’asilo ma anche quelli della scuola elementare hanno ancora molto bisogno della presenza e del supporto del Genitore (senza però diventare intrusivo e creare dipendenza passivizzante, come ho spiegato nel precedente post). I ragazzini invece della scuola media possono seguire maggiormente le lezioni online essendo più sviluppati a livello cognitivo, tuttavia sono più facilmente preda delle distrazioni da “godimento” (vedi altro mio precedente post sul “godimento”), dunque serve presenza.
Manteniamo comunque fiducia che con la primavera la situazione pandemia dovrebbe ridursi e quindi maggiore scuola in presenza. Nel frattempo cerchiamo di dare la priorità ai bambini/ragazzi.
22/01/2022
Dal punto di vista psicoanalitico, assistere il bambino/ragazzo nei compiti e nella DAD (Didattica Online) alla scuola elementare e media, significa innanzitutto evitare 2 modalità relazionali disfunzionali opposte che tendono ad attivarsi in maniera involontaria e inconsapevole:
1) DIPENDENZA PASSIVIZZANTE: soprattutto quando si percepisce il bambino in difficoltà, si può tendere a sostituirsi a lui. Si ricrea a livello inconscio lo stile relazionale tipico dei primi mesi del bimbo che non ha ancora acquisito autonomia nella conduzione di numerosi differenti bisogni. Dunque la paura inconscia di lasciarlo solo nei compiti o nella DAD e la paura che si perda via, può portare il genitore senza rendersene conto ad interagire in modo invasivo, controllante, a volte rimproverante, o a fare le cose al posto suo.
2) INDIPENDENZA PRECOCE: vuoi perchè troppo impegnati col lavoro per dargli retta, o vuoi perché si pensa che sia già grande e può arrangiarsi da solo, questa modalità relazionale rischia di rivelarsi in altro modo disfunzionale perché il bambino/ragazzino non ha ancora maturato completamente gli strumenti cognitivi ed emotivi per organizzare da solo il tempo e il carico di studi in modo davvero autonomo e indipendente.
E’ quindi il tempo di insegnare ai bambini/ragazzini un “metodo” di gestione del tempo pomeridiano e dei compiti, cosi gradualmente potranno fare da soli (“insegnami a fare da solo, senza lasciarmi solo”, per citare la Montessori).
23/12/2021
Il Natale può stimolare nervosismo, angoscia e umore depressivo. Particolarmente con la pandemia che ha causato la perdita di famigliari cari, gravi problemi economici, e profonda paura e incertezza sul futuro. Ma il Natale può essere stressante anche per la banale corsa ai regali, stravolgendo un piacere in un doverismo infelice. Per altre persone il Natale è invece profonda solitudine, o il miraggio di una famiglia felice.
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Da 15 anni Alessandro Cavelzani lavora in inglese e italiano come Psicologo Clinico, Psicoanalista e Psicoterapeuta per Adulti e Bambini. Si è formato alla Columbia University Medical School (New York) con Beatrice Beebe, e al Child Unit-University Massachusetts (Boston) con Ed Tronick, sul comportamento nonverbale del bimbo a partire dal 4 mese di vita, sulla sintonizzazione genitore-bambino e sulla depressione post parto.
Collabora all’Ospedale dei Bambini Buzzi-Centro Timmi contro il maltrattamento infantile, e all’Ospedale Macedonio Melloni-Centro contro la depressione post parto.
Precedentemente si formò alla Societa di Psicoanalisi della Relazione a Milano, specializzandosi dapprima in Psicoterapia Psicoanalitica dell’Adulto, ed in seguito anche in Psicoterapia Psicoanalitica del Bambino attraverso il Master di Post-Specializzazione. Conseguì anche un PhD. Dottorato di Ricerca in Psicologia della Comunicazione, alla IULM Università a Milano. E’ Membro IARPP International Ass. for Relational Psychoanalysis. E membro SIPRE Societa di Psicoanalisi della Relazione.
Da 10 anni è Visiting Professor in diverse Università all'estero:
al NIP National Institute for Psychotherapies, New York, alla Donau University (Austria), alla Grenoble Business School (France), alla HTW University (Switzerland). Precedentemente, in Cina alla Beihang University (Beijing), alla Liverpool University (UK), e al Cesar Ritz Colleges (Switzerland).