27/10/2025
LA MENTE CHE CAMBIA
Quante volte abbiamo sentito dire — o detto — “sono fatto così”?
È una frase che suona come una resa: come se la nostra personalità fosse un destino fisso, scolpito nella pietra.
Eppure, la psicologia contemporanea ci mostra una realtà ben diversa.
Negli ultimi vent’anni, una vasta mole di ricerche ha messo in discussione l’idea che i tratti della personalità siano stabili e immutabili.
Già le analisi longitudinali di Caspi e Roberts (2001) avevano mostrato che la personalità evolve nel tempo, influenzata da esperienze relazionali, contesti ambientali e percorsi di sviluppo personale.
Successivamente, una revisione pubblicata su Psychological Bulletin (Roberts et al., 2017) ha analizzato decine di studi e programmi terapeutici a lungo termine, dimostrando che i tratti della personalità possono cambiare in modo significativo e duraturo.
Non si tratta di trasformazioni superficiali: percorsi psicoterapeutici mirati, pratiche di consapevolezza e allenamento alla regolazione emotiva possono incidere profondamente su aspetti come la coscienziosità e la stabilità emotiva, come confermato anche da una successiva meta-analisi di Roberts, Walton e Viechtbauer (2006).
Alla base di questo processo c’è la neuroplasticità, la capacità del cervello di modificare le proprie connessioni e di apprendere dall’esperienza.
Le neuroscienze, da Lazar et al. (2005) a Tang et al. (2015), mostrano come le pratiche di mindfulness e consapevolezza possano aumentare lo spessore corticale e rafforzare le reti neuronali legate alla regolazione emotiva, all’attenzione e all’empatia.
Anche la ricerca di Kolb e Gibb (2014) ha confermato che il cervello adulto rimane plastico per tutta la vita, rispondendo agli stimoli relazionali e ambientali con nuove connessioni e strategie adattive.
Ogni volta che viviamo un’emozione e la comprendiamo in modo nuovo, il cervello attiva circuiti dopaminergici e prefrontali che rinforzano modalità più mature e integrative.
Come ricorda Allan Schore (2012), la relazione terapeutica sicura può favorire la riorganizzazione dei sistemi limbici e corticali, offrendo al cervello l’esperienza correttiva di una nuova forma di connessione.
In sintesi: non siamo condannati a ripetere gli stessi schemi.
Il nostro cervello è un sistema vivo, plastico, in continua evoluzione.
Abbandonare il “sono fatto così” non significa rinnegare chi siamo, ma aprirsi alla possibilità di diventare chi scegliamo di essere: più consapevoli, flessibili e autentici.
⸻
Fonti scientifiche
• Caspi, A., & Roberts, B.W. (2001). Personality development across the life course: The argument for change and continuity. Psychological Inquiry.
• Roberts, B.W. et al. (2017). A systematic review of personality trait change through intervention. Psychological Bulletin.
• Roberts, B.W., Walton, K.E., & Viechtbauer, W. (2006). Patterns of mean-level change in personality traits across the life course: A meta-analysis of longitudinal studies. Psychological Bulletin.
• Sauer-Zavala, S. et al. (2022). Therapeutic interventions and personality change: A review of mechanisms and outcomes. Clinical Psychology Review.
• Lazar, S.W. et al. (2005). Meditation experience is associated with increased cortical thickness. NeuroReport.
• Tang, Y.-Y. et al. (2015). The neuroscience of mindfulness meditation. Nature Reviews Neuroscience.
• Kolb, B. & Gibb, R. (2014). Plasticity in the developing and adult brain: From genes to neurotherapy. Annual Review of Psychology.
• Schore, A.N. (2012). The Science of the Art of Psychotherapy. W.W. Norton.
• Doidge, N. (2007). The Brain That Changes Itself: Stories of Personal Triumph from the Frontiers of Brain Science. Viking Penguin.