03/10/2022
Il terzo Niyama, noto come Tapah (Austerità), ci invita ad accendere il fuoco interiore per bruciare le impurità che impediscono alla nostra parte spirituale di evolvere.
Capita spesso che, quando dobbiamo fare qualcosa, anche se sappiamo che quel qualcosa poi ci farà stare bene, all’inizio dobbiamo sforzarci. Molte volte, addirittura, lasciamo perdere con mille scuse dopo averci appena provato. Questo capita, per esempio, quando rimandiamo la pratica delle asana, la meditazione o altre attività anche non necessariamente collegate allo yoga, che sappiamo ci farebbero migliorare la salute o le situazioni della nostra vita. È in questi momenti che dovremmo vincere la pigrizia o le giustificazioni e lo sforzo iniziale man mano si trasformerebbe in altro.
Con la pratica di Tapah, infatti, scopriremo la nostra “volontà”, una forza che tutti abbiamo, che nasce e si rafforza con ogni sforzo e che serve a cambiare le cose che non vanno o a crearci una realtà migliore e sempre più elevata dal punto di vista spirituale. Lo sforzo impiegato per vincere le nostre pigrizie e paure ci permetterà di risvegliare e di far crescere la nostra forza interiore, il nostro fuoco sacro capace di bruciare tutto ciò che impedisce la nostra realizzazione.
Sarà importante quindi prefissarsi dei propri obiettivi e che essi siano realistici la prima fiamma che accenderà questo fuoco. Per esempio è preferibile fare 30 minuti di asana o 5 di meditazione piuttosto che non farne affatto o, ancora peggio, partire volendo fare un’ora ogni giorno e finire per non fare nulla.
La forza di volontà di uno spirito puro è capace di muovere un intero mondo, il mondo interiore. Basta iniziare, pian piano, senza fretta né aspettative, e un giorno ci troveremo ad essere avvolti dal nostro fuoco in un processo alchemico ed evolutivo… questo è il mio augurio per tutti noi.
Namastè 🙏🏻