13/11/2025
Giovedì 13 Novembre 2025
Quando le foglie ti insegnano a lasciare andare
「奥山に 紅葉踏み分け 鳴く鹿の
声きく時ぞ 秋はかなしき」
Okuyama ni / momiji fumiwake / naku shika no /
koe kiku toki zo / aki wa kanashiki
“Nelle montagne più interne, mentre avanzo tra le foglie d’acero,
e odo il richiamo del cervo…
è allora che l’autunno è al suo più triste.”
Ti è mai successo di sentire che l’autunno non è fuori dalla finestra, ma dentro di te?
In questo antico waka attribuito a Sarumaru Dayū, un poeta dell’epoca Heian, l’autunno non è solo un paesaggio: è un nodo in gola. Nelle montagne remote, le foglie di acero vengono calpestate passo dopo passo, mentre il verso di un cervo risuona nel silenzio. È la consapevolezza che qualcosa sta finendo — una stagione, un amore, un capitolo della propria vita.
In Giappone, questo sentire ha un nome: mono no aware 物の哀れ — la dolce malinconia di ciò che passa. Le foglie che cadono non “rovinano” l’albero: compiono il loro compito e si lasciano andare con grazia. Nella nostra vita occidentale, spesso cerchiamo di trattenere tutto: relazioni esaurite, abitudini stanche, ruoli che non ci assomigliano più.
E se, oggi, provassi a guardare le “foglie” che stai ancora tenendo stretta, e ad ascoltare il loro invito a cadere?
Non è una perdita: è spazio che si libera per qualcosa di nuovo.
E tu, qual è la foglia che stai lasciando andare in questo autunno?
💡 Tre spunti da portare con te oggi:
1. Nomina una “foglia” da lasciare andare.
Pensa a un pensiero, un senso di colpa o un dovere vuoto che non ti nutre più. Scrivilo su un foglio e, se puoi, strappalo o ripiegalo con intenzione: è il tuo piccolo momijigari interiore.
2. Cammina come se stessi attraversando un bosco.
Anche in città: mentre vai al lavoro o a fare la spesa, immagina di “calpestare” foglie invisibili. Ad ogni passo, lascia cadere una preoccupazione superflua. Il corpo capisce prima della mente.
3. Concediti un minuto di ascolto puro.
Spegni musica e notifiche per 60 secondi. Ascolta soltanto: il frigorifero, il traffico, un uc***lo, il tuo respiro. È il tuo “richiamo del cervo”: un suono semplice che ti ricorda che sei vivo, qui, adesso.
🌾 Haiku del giorno
落ち葉踏み
胸のざわめき
静かになる
Ochiba fumi
mune no zawameki
shizuka ni naru
“Calpestando le foglie cadute
il fruscio nel petto
diventa quiete.”
🎋 BONUS – Momijigari 紅葉狩り: la “caccia” alle foglie d’autunno
In Giappone, l’autunno non è solo una stagione: è un appuntamento culturale.
La tradizione del momijigari — letteralmente “caccia alle foglie rosse” — nasce già nelle antiche raccolte poetiche come il Man’yōshū e viene celebrata nelle opere della corte Heian, come il Genji Monogatari, dove i nobili si radunavano per contemplare gli aceri in fiamme sulle colline.
Oggi, il momijigari è ancora vivo: in autunno i telegiornali giapponesi mostrano la “mappa del foliage”, seguendo il fronte del rosso (kōyō front) che scende da nord a sud del Paese. Le famiglie programmano viaggi, pranzi al sacco, passeggiate nei templi proprio come noi facciamo con i mercatini di Natale o le gite tra i vigneti.
Nel Giappone antico il bosco era un santuario; in quello moderno diventa un luogo dove scattare foto, ma anche dove, per un attimo, ci si ricorda che tutto cambia — e che proprio questa fragilità è la sua bellezza.
Forse oggi, anche senza aceri giapponesi, puoi ritagliare un tuo piccolo momijigari: una tazza calda alla finestra, una foglia raccolta per strada, un pensiero che saluti con rispetto e lasci andare.
Che questo giovedì ti porti il coraggio silenzioso delle foglie: sapere quando tenere, sapere quando lasciare, senza rumore, con dolcezza. 🍂