Naturopatia Milano

Naturopatia Milano Il Dott. Walter Panetta si occupa di Naturopatia, Kinesiologia applicata e Biorisonanza.

MEDICINA, FILOSOFIA E L’ARTE DEL RAGIONAMENTO CLINICON.B. : La comprensione profonda e la messa in pratica dei contenuti...
03/07/2025

MEDICINA, FILOSOFIA E L’ARTE DEL RAGIONAMENTO CLINICO

N.B. : La comprensione profonda e la messa in pratica dei contenuti di questo post può salvare la vita a voi o ai vostri cari!

Viviamo nell’epoca della tecnologia idolatrata. In medicina questo si traduce in una fede cieca nelle apparecchiature diagnostiche: risonanze, TAC, ecografie, esami del sangue sofisticatissimi, screening genetici… Eppure, la diagnosi sbagliata è sempre dietro l’angolo. Perché?

Perché un’immagine non è mai la verità. È solo una rappresentazione parziale, un'ombra nel senso platonico, che deve essere letta, compresa, interpretata. E chi la interpreta non è la macchina, ma il medico. O, per essere più precisi, la sua capacità di ragionamento, di discernimento, di cogliere i nessi tra quadro clinico, storia del paziente, contesto personale, sintomi sfuggenti.

Una risonanza può mostrare un’ernia discale. Ma quante persone camminano felici con una risonanza "catastrofica", mentre altre hanno dolori lancinanti con esami pressoché normali?
Un esame del sangue può mostrare un valore fuori norma. Ma quel valore è una malattia? O è solo una compensazione, una reazione dell’organismo a qualcosa di più profondo?

Oppure: una PET può segnalare un “focale ipermetabolismo” e il paziente viene terrorizzato dalla parola tumore, mentre si tratta di un focolaio infiammatorio temporaneo legato magari a un dente devitalizzato malamente.
E allora cosa si fa? Biopsie inutili, operazioni preventive, stress emotivo devastante… tutto per un’immagine mal interpretata.

In altre parole: senza filosofia, senza logica, senza reale discernimento, anche la scienza più sofisticata diventa superstizione.

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Il secondo grande problema – ancora più trascurato – è che la medicina moderna non ama più il ragionamento differenziale.
Una volta che un caso “sembra” rientrare nel quadro più frequente, ci si ferma. Nessuno più si chiede: e se fosse tra quel 5% che somiglia, ma non è?

Oggi si ragiona per statistiche, non per persone. L’eccezione viene trattata come un errore anziché come un’occasione per affinare la diagnosi.
Ma l’intelligenza clinica non è l’applicazione cieca del protocollo più comune, bensì la capacità di porsi domande, di notare le discrepanze, di rimettere tutto in discussione quando qualcosa non torna.
E questo succede sempre meno.

Il problema più grave: la diagnosi standardizzata come dogma

C’è però un livello più profondo e più inquietante: non si sbagliano solo le diagnosi. Si sbaglia il modo stesso di diagnosticarle.

La medicina ufficiale ha creato griglie di lettura prefabbricate, in cui una certa serie di segni e sintomi devono portare a una diagnosi specifica, quasi fosse un’equazione.
Ma la realtà è ben più fluida. Una flogosi cronica viene scambiata per una patologia degenerativa grave. Un’anomalia di laboratorio viene “promossa” a malattia sistemica. E da lì parte il protocollo, spesso devastante.

Non è solo superficialità. In molti casi, queste “diagnosi comode” sono alimentate da interessi enormi: economici, assicurativi, gestionali.
Una diagnosi grave giustifica più visite, più farmaci, più prestazioni specialistiche.
È triste dirlo, ma curare bene un paziente costa meno del mantenerlo malato a lungo sotto protocollo.

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Chi pensa che tutto questo derivi solo da superficialità o pigrizia intellettuale non ha ancora compreso la radice più profonda del problema.
Il vero killer del pensiero clinico è il sistema stesso.
Il medico ospedaliero non ha tempo di pensare. È schiacciato da turni, reparti affollati, protocolli imposti dall’alto, numeri da raggiungere, richiami sulla produttività. L’ospedale è diventato un’azienda e il paziente un “caso da chiudere”.

In questo tritacarne non c’è spazio per:

fermarsi e chiedersi se la diagnosi è davvero corretta;

ordinare un esame in più per escludere un’ipotesi minore;

esplorare vie alternative meno aggressive.

Ogni deviazione dal protocollo è vista come una perdita di tempo e denaro. E così si chiude la mente prima ancora di aprirla.
In pratica questo tritacarne si alimenta da sé: non solo nessuno saprà mai delle diagnosi sbagliate anche dal punto di vista della medicina convenzionale, e tantomeno di come un problema poteva essere facilmente risolto, senza farlo divenire grave, ma anzi, proprio il peggioramento progressivo del paziente finisce per giustificare retroattivamente le scelte iniziali, rafforzando il sistema che ha generato l’errore, e impedendo ogni riflessione critica.
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Una medicina senza pensiero è pericolosa

La medicina, se vuole restare umana, deve tornare a essere un’arte del giudizio, non un algoritmo di esecuzione.
Non basta sapere cosa c’è scritto nel referto, occorre chiedersi cosa significa per quella persona, in quel corpo, in quella storia.

Una malattia è spesso un’espressione di squilibrio, non un nemico esterno da abbattere a colpi di farmaco.
Un sintomo è un linguaggio, non un errore da zittire.
Un paziente è un individuo, non un contenitore di linee guida.

Alla fine, il punto è semplice: senza discernimento, anche gli apparecchi più avanzati finiscono per essere strumenti ciechi.
Ecco perché – con ironia, ma anche con consapevolezza – dico sempre che le mie attitudini, la mia preparazione filosofica e la mia esperienza clinica, unite a uno strumento potente come ChatGPT valgono più di un Primario, e, dopo una breve pausa aggiungo, anche più di un Primario che usa ChatGPT!!!

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Il lato oscuro dei defibrillatori sottocutanei: tra salvezza e rischioNegli ultimi anni si assiste a un boom nell’impian...
05/05/2025

Il lato oscuro dei defibrillatori sottocutanei: tra salvezza e rischio

Negli ultimi anni si assiste a un boom nell’impianto dei defibrillatori sottocutanei (S-ICD), dispositivi pensati per prevenire la morte cardiaca improvvisa in soggetti considerati a rischio. Ma questa espansione massiva non riguarda solo casi clinici estremi: il trend ha coinvolto anche pazienti con rischio ipotetico o borderline, trasformando il S-ICD in un vero e proprio business globale.

Ma siamo davvero sicuri che questo dispositivo sia sempre utile e sicuro? La realtà, come spesso accade in medicina industrializzata, è più ambigua.

Cosa sono gli S-ICD e perché vengono impiantati Il defibrillatore sottocutaneo è un'evoluzione degli ICD tradizionali: non ha fili dentro il cuore ma rileva il battito tramite sensori esterni e, se necessario, rilascia uno shock elettrico per ripristinare il ritmo. Il principio è valido e in alcuni casi salva vite. Tuttavia, l’applicazione è sempre più estesa a soggetti sani o con alterazioni minime, spinta da linee guida sempre più permissive e da logiche di mercato.

Un dispositivo che può salvare, ma anche danneggiare Nonostante i proclami ottimistici, esistono casi documentati in cui il S-ICD ha provocato:

Shock inappropriati, che in alcuni pazienti hanno generato panico, dolore, disturbi post-traumatici e persino peggioramento della salute cardiaca.

Mancata risposta a reali aritmie, per errori di rilevamento o malfunzionamenti del software.

Complicanze chirurgiche come infezioni, emorragie o, nei casi più gravi, migrazione del device con perdita di efficacia o danni tissutali.

Morte, in rari casi, per shock su ritmi errati, aritmie provocate dallo stesso impulso elettrico o ritardi nel trattamento.

Il caso emblematico: shock inappropriato da posizione corporea Un uomo di 58 anni ha ricevuto uno shock mentre era semplicemente sdraiato sul fianco sinistro. Il dispositivo ha interpretato le onde elettriche del cuore come un'aritmia ventricolare grave a causa dell’alterazione del tracciato, scatenando uno shock inutile e traumatico. Questo dimostra che persino la posizione del corpo può mandare in tilt il sistema.

Altri casi clinici significativi:

Shock causati da aria sottocutanea residua dopo l’intervento

Shock da onde T mal rilevate (T-wave oversensing)

Migrazione del dispositivo con alterazione del segnale

Posizionamenti errati del cavo sottocutaneo con dolore cronico

Malfunzionamento in pazienti con malattie polmonari

Un’industria travestita da prevenzione Ogni dispositivo può costare oltre 20.000 euro, a cui si aggiungono i costi di impianto, controlli e follow-up. Le cliniche ottengono prestigio e rimborso per ogni impianto. In molti casi, più che una necessità clinica, l’impianto diventa una procedura incentivata economicamente.

Un’accoppiata pericolosa: linee guida permissive e infiammazione sistemica post-vaccino È legittimo domandarsi se l'incremento di infiammazione sistemica e di eventi cardiovascolari subclinici — come pericarditi e miocarditi, spesso associate alla vaccinazione Covid — non stia contribuendo a un'espansione silenziosa ma massiccia delle indicazioni all’impianto. Con linee guida sempre più larghe e possibili conflitti d’interesse, il rischio è che si allarghi artificialmente il bacino dei "beneficiari", quando invece bisognerebbe puntare anche su un lavoro di pulizia e riequilibrio dalle conseguenze post-vaccinali.

Conclusione Il defibrillatore sottocutaneo è una tecnologia salvavita, ma non è innocua. Va impiantato con estrema prudenza, solo quando il rischio di morte improvvisa è realmente alto e documentato. La sua diffusione incontrollata rappresenta un altro esempio di come la medicina possa trasformarsi in industria, con rischi sottostimati e benefici sopravvalutati.

Nel nome della prevenzione, stiamo creando nuovi malati? O peggio: potenziali vittime di una tecnologia mal gestita?

Serve un dibattito serio, indipendente, libero da conflitti di interesse. E serve ora.

CHIRURGIA E ANESTESIA:IGNORARE IL SISTEMA NERVOSO PERIFERICO PUÒ COSTARCI CAROOgni intervento chirurgico rappresenta uno...
04/12/2024

CHIRURGIA E ANESTESIA:
IGNORARE IL SISTEMA NERVOSO PERIFERICO PUÒ COSTARCI CARO

Ogni intervento chirurgico rappresenta uno stress significativo per il corpo, ma ciò che spesso si sottovaluta è l'effetto che il trauma tissutale ha sul sistema nervoso periferico. In Italia, l’anestesia locale viene raramente combinata con quella centrale, lasciando i nervi periferici "attivi" durante l’operazione, anche se il paziente non percepisce dolore grazie alla sedazione centrale. Questo approccio potrebbe sembrare sufficiente nell'immediato, ma può predisporre a complicanze che incidono sulla qualità della vita e sui tempi di recupero.

Il Trauma Invisibile: Quando il Sistema Nervoso Periferico Resta Attivo

Anche se il dolore non è percepito, i nervi periferici registrano il trauma chirurgico. Questa stimolazione può:

Attivare il sistema nervoso simpatico, causando vasocostrizione, infiammazione e alterazioni della microcircolazione.

Innescare una sensibilizzazione centrale, che amplifica la percezione del dolore a lungo termine.

Portare a complicanze croniche come algoneurodistrofia, neuropatie o dolore post-operatorio persistente.

Le Conseguenze della Mancata Anestesia Locale

Quando i nervi periferici non vengono "protetti", i rischi aumentano:

1. Dolore cronico e sensibilizzazione centrale: Molti pazienti sviluppano dolore sproporzionato rispetto al trauma chirurgico iniziale.

2. Ritardo nella guarigione: L’infiammazione prolungata interferisce con la rigenerazione dei tessuti.

3. Rigidità articolare e difficoltà di riabilitazione: Il dolore non controllato limita i movimenti, portando a contratture e perdita di funzionalità.

4. Compromissione immunitaria: Lo stress chirurgico non bloccato può alterare le difese immunitarie, aumentando il rischio di infezioni.

5. Tromboembolia: La vasocostrizione prolungata, combinata con l’immobilità post-operatoria, favorisce la formazione di coaguli.

Un Approccio Più Olistico: Perché l'Anestesia Locale è Cruciale

L'anestesia locale, quando combinata con quella centrale, può ridurre drasticamente lo stress sul sistema nervoso periferico:

"Silenzia" i nervi periferici, prevenendo la sensibilizzazione e l'attivazione del sistema simpatico.

Migliora la microcircolazione, favorendo una guarigione più rapida.

Riduce l'infiammazione locale e il dolore post-operatorio.

Perché Non Viene Applicata?

Nonostante i benefici documentati, in Italia l'anestesia locale viene spesso esclusa per ragioni logistiche, economiche e culturali:

Protocollo standardizzato: La formazione medica tende a privilegiare la sicurezza immediata, trascurando l'impatto a lungo termine.

Limiti di risorse: Aggiungere anestesia locale richiede più tempo, personale e organizzazione.

Mancanza di sensibilizzazione: Le complicanze croniche come il dolore persistente vengono sottovalutate o riconosciute troppo tardi.

Una Chirurgia più Attenta: Il Paziente al Centro

Ripensare l’approccio anestetico non è solo una questione tecnica, ma una responsabilità verso i pazienti. Adottare una strategia che includa l'anestesia locale significa:

Ridurre il dolore cronico e le complicanze post-operatorie.

Favorire tempi di recupero più brevi e una migliore qualità della vita.

Evitare interventi correttivi o percorsi riabilitativi prolungati.

Conclusione

La chirurgia non dovrebbe limitarsi a risolvere il problema immediato, ma prevenire complicanze che possono compromettere il benessere a lungo termine. Ignorare il sistema nervoso periferico durante un intervento significa stressare inutilmente il corpo, con un costo altissimo per i pazienti. È tempo di adottare un approccio più olistico, che protegga davvero il paziente, dentro e fuori dalla sala operatoria.

STRESS CRONICO E ANSIALa Naturopatia, la Biorisonanza e la Kinesiologia Applicata offrono un approccio naturale e integr...
27/08/2024

STRESS CRONICO E ANSIA

La Naturopatia, la Biorisonanza e la Kinesiologia Applicata offrono un approccio naturale e integrato per affrontare lo stress cronico e i disturbi dell'ansia, favorendo il ripristino dell'equilibrio del sistema nervoso.

Lo stress cronico può portare a un circolo vizioso in cui la carenza di nutrienti essenziali come magnesio, vitamine e minerali aggrava la condizione, esaurendo ulteriormente le riserve dell'organismo. Una corretta integrazione di questi nutrienti è fondamentale per aumentare la resistenza allo stress e ridurre la deplezione di sostanze vitali.

Tuttavia, quando lo stress persiste per lunghi periodi, può alterare in modo permanente l'equilibrio neurologico, rendendo difficile il ritorno alla normalità anche una volta eliminate le cause scatenanti. Qui entrano in gioco la Biorisonanza e la Kinesiologia Applicata, tecniche che aiutano a ripristinare le condizioni originarie dell'organismo, bilanciando il sistema nervoso simpatico e parasimpatico.

In pratica a volte si tratta di compiere un'operazione simile a quella di riattaccare la corrente dopo che questa è stata disinserita dal salvavita. In questo caso, infatti, anche se la tensione si è normalizzata, le cose non si risistemano da sole e occorre compiere fisicamente l'operazione di riaprire il circuito. Qualcosa di simile capita anche al nostro organismo, ed è per questo che è necessario l'intervento di un operatore esterno.

Anche la stimolazione del nervo vago tramite dispositivi specifici gioca un ruolo chiave nel ripristinare l'equilibrio interno, favorendo un rilassamento profondo e una migliore risposta allo stress.

L'approccio sinergico di queste discipline naturali si differenzia quindi nettamente dai trattamenti farmacologici invasivi, che spesso si limitano ad attutire i sintomi, senza agire sulle cause sottostanti. Il nostro metodo lavora invece per riequilibrare l'intero organismo, offrendo un sollievo duraturo e naturale.

LEAKY GUT SYNDROME o PERMEABILITÀ INTESTINALELa permeabilità intestinale è una condizione in cui la mucosa intestinale, ...
20/08/2024

LEAKY GUT SYNDROME o PERMEABILITÀ INTESTINALE

La permeabilità intestinale è una condizione in cui la mucosa intestinale, che normalmente funge da barriera selettiva tra l'intestino e il resto dell'organismo, diventa iperpermeabile. Questo significa che sostanze che dovrebbero essere trattenute all'interno dell'intestino, come tossine, antigeni non digeriti, parassiti e altre sostanze irritanti, possono attraversare questa barriera e penetrare nel flusso sanguigno. Una volta nel sangue, queste molecole estranee possono innescare risposte infiammatorie sistemiche. Questo processo contribuisce allo sviluppo di una vasta gamma di malattie infiammatorie croniche, tra cui l'artrite.

Per inquadrare bene questo problema, è importante ricordare che l'ultimo strato della parete intestinale è costituito da un solo strato di cellule, con uno spessore di soli 40 micron. Ciò evidenzia la sua fragilità e spiega come possano facilmente formarsi aree a macchia, simili alla pelle di leopardo, in cui questo strato manca, permettendo il passaggio di sostanze che, una volta nel sangue, si accumulano in aree critiche come le articolazioni, causando dolore e infiammazione sistemica.

Le cause della **Leaky Gut Syndrome** possono essere molteplici. Tra queste, oltre all'infiammazione cronica, si annoverano le infezioni parassitarie, l'assunzione di sostanze irritanti come alcuni farmaci, additivi alimentari, alcol e lo stress. Anche la presenza di un microbiota intestinale squilibrato, con una prevalenza di batteri patogeni rispetto a quelli benefici, può contribuire alla compromissione della barriera intestinale. Un microbiota equilibrato, infatti, gioca un ruolo cruciale nel mantenimento della salute generale e della funzionalità intestinale.

In ambito naturopatico, esistono diverse strategie per affrontare la **Leaky Gut Syndrome**, da quelle chelanti che operano sulla rimozione delle tossine e degli immuno complessi, a quelle che intervengono sul pH intestinale, in modo da correggere il microbiota prima ancora del reimpianto di una flora batterica che favorisca la riparazione della barriera intestinale, abbassando l'infiammazione e arginando i patogeni che svolgono un ruolo erosivo. Vi sono poi sostanze che favoriscono il ricambio cellulare intestinale e la riparazione della barriera, come la Glutammina.

La **Biorisonanza**, in particolare, è una tecnica che può sostenere e accelerare il processo di riequilibrio dell'organismo, migliorando la funzionalità intestinale e riducendo l'infiammazione. Un'altra risorsa terapeutica emergente, che sta dimostrando risultati promettenti, è il riequilibrio del sistema nervoso autonomo, con particolare attenzione al bilanciamento tra il sistema simpatico e parasimpatico. Questo può essere ottenuto mediante l'applicazione di leggeri impulsi elettrici al nervo vago, un nervo cranico che svolge un ruolo chiave nel controllo della peristalsi e nella regolazione della valvola ileocecale.

La valvola ileocecale, che separa l'intestino tenue dal colon, ha una funzione fondamentale nella prevenzione della contaminazione batterica retrograda. Quando questa valvola non funziona correttamente, può permettere il reflusso del contenuto fecale dal colon all'intestino tenue, aggravando la permeabilità intestinale. Ciò può favorire la formazione di complessi immunitari che esacerbano le intolleranze alimentari e contribuiscono alla comparsa di dolori articolari e muscolari.

La **Kinesiologia Applicata** può intervenire efficacemente sulla valvola ileocecale, contribuendo a ripristinare la sua funzionalità e portando a un immediato sollievo dei sintomi articolari e muscolari associati.

Infine, la dieta gioca un ruolo cruciale nel sostenere il processo di guarigione dalla **Leaky Gut Syndrome**. È fondamentale evitare cibi che possono irritare ulteriormente la mucosa intestinale o alimentare l'infiammazione, come il glutine, i latticini, lo zucchero raffinato e gli additivi chimici. È consigliabile privilegiare una dieta ricca di alimenti anti-infiammatori e nutrienti per l'intestino, come frutta e verdura fresche, fibre solubili, grassi sani (come quelli presenti nell'olio di oliva e nell'avocado), e proteine di alta qualità. L'introduzione di probiotici e prebiotici può aiutare a ristabilire un microbiota intestinale equilibrato, contribuendo ulteriormente alla guarigione della mucosa intestinale.

In conclusione, la gestione della **Leaky Gut Syndrome** richiede un approccio integrato, che includa interventi sulla dieta, trattamenti naturopatici, tecniche di riequilibrio del sistema nervoso autonomo e la correzione delle disfunzioni della valvola ileocecale. Solo attraverso una strategia olistica sarà possibile ottenere un miglioramento significativo dei sintomi e prevenire l'evoluzione verso malattie infiammatorie croniche.

OSSA FORTI A OGNI ETÀL'osteoporosi è una malattia degenerativa che colpisce la salute delle ossa, causata da una combina...
19/08/2024

OSSA FORTI A OGNI ETÀ

L'osteoporosi è una malattia degenerativa che colpisce la salute delle ossa, causata da una combinazione di fattori come l'invecchiamento, squilibri ormonali, vita sedentaria e cattiva alimentazione. Quest'ultima non solo può portare a malnutrizione, e cioè alla mancanza di sostanze fondamentali per la salute dell'osso, ma anche a un eccesso di acidità nel corpo, il quale sottrae ulteriori minerali dalle ossa, utilizzandoli come sistema tampone per neutralizzare l'acidità.

Anche l'utilizzo prolungato di corticosteroidi e la presenza di patologie infiammatorie come il diabete possono creare o ulteriormente aggravare la condizione. Nei casi più gravi o quando l'osteoporosi colpisce persone molto giovani, è essenziale considerare anche l'aspetto emozionale: la fragilità ossea può infatti riflettere una profonda autosvalutazione.

Le cure convenzionali, purtroppo, interferiscono con il naturale metabolismo dell'osso, bloccando il ricambio cellulare. Questo porta a effetti collaterali come la vetrificazione dell'osso e la perdita di elasticità, compromettendo, come si è detto, uno dei principali sistemi tampone dell'organismo.

Fortunatamente, l'osteoporosi può essere risolta efficacemente lavorando in profondità sul nutrimento delle ossa, attraverso l'integrazione di nutrienti fondamentali come le vitamine D3 e K2, e macronutrienti essenziali come calcio, magnesio e zinco, senza dimenticare il ruolo cruciale degli oligoelementi e di alcuni fitoterapici. È inoltre essenziale ricorrere a forme altamente assimilabili e non a sali inorganici che appesantiscono i reni senza penetrare profondamente nell'osso, quali quelle ordinariamente utilizzate.

L'esercizio fisico è anch'esso molto importante, perché la sollecitazione dell'osso che provoca un effetto piezoelettrico promuove la crescita di cellule lungo proprio le linee di sollecitazione. Ed è per questo che anche la pedana basculante può.essere molto utile, in quanto simula in poco tempo le sollecitazioni di migliaia di passi. Anche le tecniche giapponesi di sottoporre le ossa a percussioni per mezzo di pugni o colpendo strutture di legno si fonda sullo stesso meccanismo piezoelettrico.

Infine, come sempre, la Biorisonanza gioca anche in questo caso un ruolo fondamentale per favorire gli scambi ionici e il metabolismo cellulare, mentre la Kinesiologia Applicata può aiutare grandemente a risolvere i problemi di autosvalutazione.

Presso il nostro centro, trattiamo da tempo questa problematica con risultati rapidi e duraturi, restituendo forza e vitalità alle vostre ossa!

#[NaturopatiaMilano

MITOCONDRIOPATIEOggi sempre più persone soffrono di sintomi inspiegabili come stanchezza cronica, debolezza muscolare, e...
18/08/2024

MITOCONDRIOPATIE

Oggi sempre più persone soffrono di sintomi inspiegabili come stanchezza cronica, debolezza muscolare, e problemi neurologici che, nonostante numerosi esami medici, non trovano una soluzione nell'ambito della medicina convenzionale. Alla base di molti di questi disturbi potrebbe esserci una disfunzione mitocondriale, nota come mitocondriopatia, un problema complesso che riguarda le "centrali energetiche" delle nostre cellule, i mitocondri.

Le mitocondriopatie rappresentano un campo ancora in gran parte inesplorato dalla medicina convenzionale, che spesso non riesce a fornire risposte o trattamenti efficaci per chi ne è affetto. Tuttavia, la Naturopatia offre un approccio alternativo, mirato e integrato, che può aiutare a gestire e migliorare i sintomi legati a queste condizioni.

Attraverso l'uso di integratori specifici, come il Coenzima Q10 e la L-carnitina, combinati con piante medicinali selezionate, è possibile supportare la funzione mitocondriale e migliorare il benessere generale. Questi rimedi naturali lavorano in sinergia per ottimizzare la produzione di energia a livello cellulare, riducendo la sensazione di affaticamento e favorendo il recupero della vitalità.

Ma c'è di più: l'efficacia di questi trattamenti può essere potenziata attraverso la Biorisonanza, una tecnica innovativa che opera direttamente sui mitocondri e sul nostro materiale genetico, DNA ed RNA, mediante l'uso di frequenze specifiche. La Biorisonanza è in grado di ristabilire l'equilibrio energetico delle cellule, esaltando i benefici degli integratori e delle piante medicinali, e contribuendo a un recupero più profondo e duraturo.

Se stai cercando soluzioni alternative per affrontare la fatica cronica e altri disagi legati alla disfunzione mitocondriale, il nostro Studio di Naturopatia può offrirti un percorso personalizzato e integrato, volto a migliorare il tuo benessere in modo naturale e olistico. Contattaci per scoprire come possiamo aiutarti a ritrovare energia e vitalità.

Indirizzo

Via Cuneo 4 Milano, Via Solferino 49 Castelnuovo Scrivia (AL)
Milan
20149

Orario di apertura

Lunedì 10:00 - 19:30
Martedì 10:00 - 19:30
Mercoledì 10:00 - 19:30
Giovedì 10:00 - 19:30

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