Rebirthing Transpersonale - Giovanna Visini

Rebirthing Transpersonale - Giovanna Visini http://www.rebirthing-milano.it Pagina curata dalla Dott.ssa Giovanna Visini. Perché abbiamo difficoltà a respirare pienamente e agevolmente?

Il Rebirthing Transpersonale, attraverso un metodo semplice e naturale che utilizza la respirazione, risolve molti disturbi psicosomatici e permette di attivare un processo di rinnovamento interiore e di autoguarigione. Per saperne di più su di me e sul Rebirthing Transpersonale: www.rebirthing.milano.it
Il Rebirthing ad Approccio Transpersonale, metodo e scuola sviluppati in Italia da Filippo Falzoni Gallerani, trova il suo fondamento teorico, come dice il nome stesso, nella Psicologia Transpersonale e in particolare nel grande sviluppo che essa ha avuto grazie alle opere di Ken Wilber. A questo studioso americano si deve non solo il miglioramento della comprensione dei livelli evolutivi della coscienza umana, ma anche l’elaborazione di un modello “integrale” che coniuga il sapere scientifico e psicologico moderno con la saggezza delle grandi tradizioni spirituali dell’Occidente e dell’Oriente. Questa pagina si propone di far conoscere i benefici di questo metodo e della respirazione profonda per il benessere del corpo e della mente. Non solo la saggezza millenaria delle tradizioni orientali, ma anche la scienza occidentale riconosce che una buona e corretta respirazione agisce direttamente sulla salute del nostro organismo psicofisico. La risposta è che impariamo precocemente a bloccare la respirazione per sentire meno. Una respirazione profonda infatti ci mette in contatto con noi stessi e con le sensazioni che temiano di provare, come la tristezza, la collera, la paura. Tratteniamo il respiro, ci irrigidiamo, comprimiamo il torace, creiamo tensioni e blocchi per contenere le emozioni. Parallelamente la repressione di una qualsiasi sensazione o emozione risulta in una limitazione della respirazione. Questo meccanismo contribuisce e spesso genera molti disturbi psicosomatici come ansia, stress, astenia, insonnia, attacchi di panico, depressione
La respirazione praticata nel Rebirthing Transpersonale scioglie la nostra corazza di tensioni fisiche e di blocchi emotivi dolorosi e permette di lasciar andare la memoria delle esperienze che l'hanno generata. Con la respirazione superiamo le identificazioni che ci limitano e che sono frutto dei condizionamenti passati, allarghiamo i nostri confini troppo stretti. Noi viviamo quasi sempre solo nei pensieri, nella mente, nella memoria, e ci perdiamo il presente, la vita reale. La respirazione ci educa a stare nel presente, qui e ora. E' essenziale per il nostro benessere psicofisico, per la salute emotiva, per una maggiore consapevolezza riconciliare mente e corpo. Questo percorso libera l'energia vitale trattenuta e repressa e permette di tornare a respirare bene e pienamente, a sentire pienamente, a vivere pienamente. Inoltre, come scrive F. Falzoni: "Il Rebirthing ad Approccio Transpersonale conduce alla dimensione transpersonale dell'essere. Più che pensieri positivi porta al risveglio oltre il pensiero, allo sviluppo della presenza mentale e della consapevolezza di sé." In questa pagina vengono proposte anche molti spunti di riflessione e citazioni relative a: psicologia, crescita personale, psicosomatica, spiritualità orientale e occidentale, consapevolezza (mindfulness), neuroscienze, neurobiologia, filosofia, meditazione.

Nel mio lavoro di psicoterapeuta, ho scoperto il potere e di riunire i principi psicologici e spirituali nel processo di...
02/12/2025

Nel mio lavoro di psicoterapeuta, ho scoperto il potere e di riunire i principi psicologici e spirituali nel processo di cura e di crescita.

Il lavoro psicologico si concentra di più su ciò che nella nostra vita non è andato nel verso giusto, su come siamo stati feriti nelle nostre relazioni con gli altri, sui nostri disagi e problemi quotidiani, e su e come affrontare la cosa. Il lavoro spirituale si concentra di più sul fatto che, al di là degli eventi più o meno dolorosi della nostra vita, abbiamo infinite risorse nel profondo della nostra natura che possiamo coltivare per vivere in modo più pieno e consapevole. Se il lavoro psicologico assottiglia le nuvole, il lavoro spirituale si rivolge al sole.
Considero, dunque, fondamentale integrare la conoscenza e gli insegnamenti della psicologia e dei cammini spirituali in un approccio psicospirituale.

John Welwood, psicoterapeuta transpersonale, Autore del libro: "L'incontro delle Vie. Un'esplorazione della psicologia orientale-occidentale"

L'importanza dell'abbraccioEssere abbracciati significa ricevere, su un piano psicologico, tutto ciò di cui abbiamo biso...
30/11/2025

L'importanza dell'abbraccio

Essere abbracciati significa ricevere, su un piano psicologico, tutto ciò di cui abbiamo bisogno per vivere: amore, nutrimento, calore, protezione. L'abbraccio è essenziale per la sopravvivenza di ognuno di noi. Le persone che non ricevono mai abbracci o che ben pochi ne hanno ricevuti durante l infanzia, sono inconfondibili, è possibile riconoscerle fra mille per via di quella dura corazza che hanno dovuto costruire intorno alla loro anima.
Non ve**re mai stretti tra le braccia di qualcuno che amiamo, ci proietta in una dimensione di solitudine atroce, dove l’unica soluzione possibile sembra essere quella di rafforzare il nostro carattere oltre i limiti umani per riuscire a farcela anche da soli.
Ma si tratta di un pensiero ingenuo perché, in quanto esseri umani, abbiamo bisogno di qualcuno per poter andare avanti, sul quale appoggiarci, al quale chiedere aiuto. La corazza dunque, avvolgendo la nostra anima, non può che peggiorare le cose, perché ostacola ogni tipo di contatto o la partecipazione emotiva con le persone che ci circondano.
Aldo Carotenuto

"La seconda nascita che dall'esterno appare come morte..."Una lettera di C. G. Jung del 1 febbraio 1945 alla psichiatra ...
28/11/2025

"La seconda nascita che dall'esterno appare come morte..."

Una lettera di C. G. Jung del 1 febbraio 1945 alla psichiatra e psicoanalista americana Kristine Mann. Informato della malattia di K. Mann, Jung esprime nella lettera profonde riflessioni sul vivere e sul morire, raccontando la sua straordinaria esperienza di
pre-morte avvenuta all'inizio del 1944 in seguito a un infarto.

My dear Dr Mann,
(...) Lei sa che l'angelo della morte ha prostrato anche me ed è mancato poco che mi cancellasse dalla sua lavagna. Da allora sono ridotto praticamente allo stato di invalido e mi sto riprendendo solo molto lentamente dalle frecce che mi hanno colpito da ogni parte. Per fortuna la mia testa non ne ha sofferto e così sono riuscito a dimenticare me stesso nel lavoro scientifico. Tutto sommato la malattia è stata per me un'esperienza molto significativa: mi ha offerto l'occasione preziosa di gettare un'occhiata dietro il velo. L'unica difficoltà sta nel liberarsi del corpo, nello spogliarsi e svuotarsi del mondo e della volontà dell'Io. Quando si riesce a rinunciare alla forsennata volontà di vivere e succede come di cadere in una vaga nebbia, inizia allora la vera vita con tutto quello che si era pensato e non si era mai raggiunto. E' un'esperienza di ineffabile grandezza. Ero libero, completamente libero, e integro come prima non mi ero mai sentito. Ero lontano dalla terra 1500 chilometri e la vedevo come un'enorme sfera avvolta in una splendida luce azzurrina. Mi trovavo sospeso in un punto preciso sopra l'estremità meridionale dell'India che brillava di una luce azzurro-argentea e Ceylon pareva un opale scintillante nel profondo mare azzurro. Ero nell'universo su un'enorme blocco di pietra in cui era costruito un tempio. Ne scorgevo l'ingresso illuminato da mille piccole fiammelle, alimentate da olio di cocco, e sapevo di dover entrare nel tempio, dove avrei raggiunto la conoscenza totale. Ma proprio in quel momento appariva un messaggero del mio mondo (che fino ad allora costituiva un angolino del tutto insignificante dell'universo) e diceva che non potevo abbandonarlo e proprio allora la visione svanì. Da quel momento dormii per tre settimane di seguito (di giorno), ma ogni notte mi svegliavo nell'universo, rivivendo tutta la mia visione. Non ero io a essere congiunto a qualcuno, ma era la congiunzione stessa, era il "hieròs gámos", l'agnello mistico. Era una festa, una festa silente e invisibile, pervasa da un sentimento incomparabile, ineffabile di eterna beatitudine; mai avrei pensato che un sentimento del genere potesse far parte dell'esperienza umana. Osservata dall'esterno, e finché se ne rimane fuori, la morte appare crudele. Ma appena vi si è dentro, si prova un sentimento così intenso di compiutezza, di pace, di soddisfazione che non si vorrebbe più tornare indietro. In effetti, per tutto il mese che seguì la prima visione, soffrii di cupe depressioni, perché sentivo che mi stavo ristabilendo. Era come morire. Non volevo vivere e tornare a questa vita frammentaria, limitata, angusta, quasi meccanica, dove si è soggetti alle leggi di gravità e di attrazione e si è prigionieri di un sistema tridimensionale, dove si viene sballottati insieme ad altri corpi nella turbolenta corrente del tempo.
(...) Qualsiasi cosa si faccia, se avviene con onestà di intenti, diventa alla fine un ponte verso la propria compiutezza, un ottimo traghetto che ci trasporta nell'oscurità della seconda nascita, che vista dall'esterno appare come morte. (...)
Abbia pazienza e lo prenda come un compito nuovo e difficile, questa volta l'ultimo. I greet you. C. G. Jung

C. G. Jung, "Esperienza e Mistero, 100 Lettere", a cura di Aniela Jaffé, Bollati Boringhieri, pag. 60-61

Io ordinario e Io Superiore nella PsicosintesiQuante volte ciascuno di noi, ogni giorno usa questa breve parola; la usia...
28/11/2025

Io ordinario e Io Superiore nella Psicosintesi

Quante volte ciascuno di noi, ogni giorno usa questa breve parola; la usiamo senza esitare, senza riflettere, come se il suo significato fosse ben noto. Ognuno sa che questa parola è il nominativo singolare del pronome di prima persona: su ciò non vi è dubbio. Ma se con l’aggiunta di un piccolo articolo, di una “L” apostrofata cambiamo il pronome in sostantivo, se, in altre parole, consideriamo l’Io non più come "parte del discorso" ma come simbolo di una realtà, le cose cambiano molto! La nostra sicurezza per una nozione ovvia ed elementare si muta in una forte perplessità, nel senso confuso di un grande mistero. (...)
Mentre l’Io fenomenico cosciente si identifica via via con i vari contenuti della coscienza, vi è qualcosa in noi che non si identifica, che non cambia col cambiare degli stati d’animo, che resta sempre eguale, fisso, inattaccabile. Questo è il nostro vero Io, il Centro della nostra individualità, la sostanza stessa del nostro essere. Senza l’ammissione di questo Io superiore non è possibile spiegare in modo soddisfacente il perdurare del senso della coscienza, dell’identità personale attraverso il mutare degli stati d’animo, attraverso le interruzioni della coscienza ordinaria che si producono durante il sonno, gli svenimenti, l’ipnosi, la narcosi. Il fatto che ordinariamente non abbiamo coscienza dell’Io superiore non deve sorprendere: normalmente la nostra coscienza è occupata dal continuo fluire dei vari stati d’animo; il nostro Io empirico si identifica via via con essi. Come sarebbe possibile avere allo stesso tempo coscienza dell’Io superiore? Non si può – salvo condizioni speciali – sentire ad un tempo il transitorio e il permanente, il mutevole e il fisso, l’apparente e il reale.
Ma se si riesce ad arrestare per qualche istante la corrente mentale, a tenere il campo della coscienza libero dagli stati d’animo che di solito lo occupano, si può giungere ad avere una certa coscienza dell’Io superiore. È una esperienza non facile, che richiede particolari condizioni. Continuamente sensazioni interne ed esterne invadono il campo della coscienza, continuamente sorgono in noi sentimenti, emozioni, pensieri, ed è arduo respingerli, distogliere da essi l’attenzione e rivolgerla e tenerla fissa sull’Io.

Roberto Assagioli, Psicosintesi per l’armonia della vita

E' la mancanza di rapporti giusti che produce conflitti, infelicità, ostilità; per quanto piccolo possa essere il nostro...
28/11/2025

E' la mancanza di rapporti giusti che produce conflitti, infelicità, ostilità; per quanto piccolo possa essere il nostro mondo, se riusciamo a trasformare i rapporti all'interno di quel mondo ristretto, il risultato sarà come un'onda che si ripercuote all'infinito verso l'esterno.
Credo sia importante capire questo punto, ossia che il mondo è fatto dei nostri rapporti, per quanto limitati; e se riusciamo a produrre una trasformazione su quel piano, una trasformazione non superficiale, ma radicale, allora avremo dato avvio a una trasformazione attiva del mondo.

Jiddu Krishnamurti

Il vero amoreIl vero amore contiene l'elemento della gentilezza amorevole, che è la capacità di offrire felicità. Per re...
25/11/2025

Il vero amore

Il vero amore contiene l'elemento della gentilezza amorevole, che è la capacità di offrire felicità. Per rendere felice una persona bisogna esserci. Si dovrebbe imparare a guardarla, a parlarle. Rendere un'altra persona felice è un'arte che si impara.
Il secondo elemento che compone il vero amore è la compassione, la capacità di togliere il dolore, di trasformarlo nella persona che amiamo. Anche in questo caso bisogna praticare il guardare in profondità per riuscire a vedere che tipo di sofferenza ha in sè quella persona. Spesso avviene che l'altra persona, compresa e sostenuta, sarà in grado di affrontare più facilmente le difficoltà della sua vita, perchè sentirà che siete dalla sua parte.
Il terzo elemento è la gioia. Il vero amore vi deve portare gioia e felicità, non sofferenza giorno dopo giorno.
Il quarto e ultimo elemento è la libertà. Se amando sentite di perdere la vostra libertà, di non avere più spazio per muovervi, quello non è vero amore.

Thich Nhat Hanh

Educazione emotivaSiccome l’educazione emotiva ci porta a quell’empatia che è la capacità di leggere le emozioni degli a...
25/11/2025

Educazione emotiva

Siccome l’educazione emotiva ci porta a quell’empatia che è la capacità di leggere le emozioni degli altri, e siccome senza percezione delle esigenze e della sofferenza altrui non può esserci cura degli altri, la radice dell’altruismo sta nell’empatia che si raggiunge con l’educazione emotiva. Prendersi cura delle emozioni dei bambini, degli adolescenti, dei giovani è fondamentale per costruire la forza interiore, la fiducia in se stessi e quegli atteggiamenti morali dei quali i nostri tempi hanno grande bisogno e che sono la consapevolezza e la compassione.

Umberto Galimberti

Quando non esistono fatti, ma solo "contesti" e interpretazioni, io ho la mia verità, tu hai la tua verità, manca il ris...
23/11/2025

Quando non esistono fatti, ma solo "contesti" e interpretazioni, io ho la mia verità, tu hai la tua verità, manca il riscontro con la realtà.
E manca l'analisi accurata dei problemi, il confronto, il dialogo. Nessuno è tenuto più nemmeno ai vincoli della logica. Si può smentire oggi quello che si è affermato ieri, e si può sostenere nel corso dello stesso giorno un’opinione e l’opinione contraria, e le conseguenze che logicamente ne discendono, basta fare audience e dire quello che fa piacere alla gente. Allora prevalgano le tendenze a pensare soltanto ai propri bisogni, ciò che è "dovuto" a me... io, io, io: individualismo e narcisismo e nichilismo. Poi ci sono le condizioni economiche difficili, le disuguaglianze, il potere finanziario concentrato, la tecnologia invasiva, ecc. In questo quadro le risposte ai problemi enormi non sono evolutive, ma regressive ( le prime sono più difficili, richiedono tempo e una classe dirigente nel mondo che sia all'altezza), emergono le spinte verso un ritorno all'indietro, non al "moderno", ma al pre-moderno, allo stadio etnocentrico con il suo seguito di razzismo, patriarcato, misoginia, nazionalismo, dominio mega-tribale, odio, rancore, ricerca del capro espiatorio, violenza, guerra ecc. Estrema Destra, fascismo liquido...o si può chiamarlo come si vuole. E queste spinte sono sempre anche dentro di noi, è necessario riconoscerle alla luce di un livello di coscienza "superiore", dare risposte e governarle.
E infine, quando non ci sono guide vincolanti per il comportamento degli individui, gli individui rispondono soltanto ai propri bisogni e desideri di auto-promozione – in breve narcisismo. E’ per questo che l’élite postmoderna più influente ha finito per abbracciare, implicitamente o esplicitamente, quella coppia dell’inferno postmoderno: nichilismo e narcisismo.

Ken Wilber, filosofo e psicologo, definito "l'Einstein della coscienza", è il creatore della Visione Integrale e fondatore dell'Integral Institute a cui hanno aderito molti studiosi - psicologi, filosofi, economisti, sociologi, scienziati, medici - che lavorano per introdurre i principi della visione integrale nelle rispettive discipline e nella società in generale.
vari scritti di K. Wilber sul mio sito: www.rebirthing-milano.it

E' importante cercare di essere totalmente attenti e consapevoli in ogni momento della giornata - sia quando si lavora c...
21/11/2025

E' importante cercare di essere totalmente attenti e consapevoli in ogni momento della giornata - sia quando si lavora che quando si cucina, si lavano i piatti o si va in bagno - e fare attenzione ai piccoli richiami che ci aiutano a far tornare al "qui e ora" la mente sempre distratta. Ogni volta che suona un clacson, un campanello o il telefono ricordiamoci del nostro respiro, sorridiamo (anche se si è tristi, perché il sorriso influisce sul nostro stato d'animo), e diciamo in silenzio una breve poesia:
"Ascolta, ascolta...
Questo suono meraviglioso
mi riporta
alla mia vera casa."

Thich Nhat Hanh

Ancora oggi dobbiamo essere estremamente prudenti per non proiettare troppo spudoratamente la nostra ombra; ancora oggi ...
21/11/2025

Ancora oggi dobbiamo essere estremamente prudenti per non proiettare troppo spudoratamente la nostra ombra; ancora oggi siamo sommersi dalle illusioni proiettate.
Un individuo abbastanza coraggioso per ritirare tutte queste proiezioni è un individuo cosciente della propria ombra.
Un individuo siffatto si è accollato nuovi problemi e nuovi conflitti. Egli è diventato per se stesso un serio problema, poiché egli non è più in grado di dire che gli altri fanno questo o quello, che essi sono in errore e che essi devono ve**re combattuti. Egli vive nella casa dell’accoglienza del sé, del raccoglimento interiore. Un tale uomo sa che qualunque cosa vada a rovescio nel mondo va a rovescio anche in lui stesso, e che col solo imparare a tener testa alla propria ombra egli ha fatto qualcosa di positivo per il mondo.
È riuscito a rispondere a una parte infinitesimale dei giganteschi problemi insoluti dei nostri giorni. La difficoltà di questi problemi sta in gran parte nel veleno delle mutue proiezioni.
Come è possibile che qualcuno veda chiaro quando non vede nemmeno se stesso, né quelle tenebre che egli stesso proietta inconsciamente in ogni sua azione?

C. G. Jung, Psicologia e Religione, Vo11, Storia e psicologia d'un simbolo naturale, pag. 89

Respiro ed emozioniQuando ci prende un’emozione forte come la paura o la rabbia, dovremmo portare l’attenzione giù all’a...
18/11/2025

Respiro ed emozioni

Quando ci prende un’emozione forte come la paura o la rabbia, dovremmo portare l’attenzione giù all’addome: in momenti come quelli restare a livello dell’intelletto è pericoloso. Le emozioni forti sono come una tempesta, non è saggio rimanere all’aperto durante una tempesta; eppure la nostra reazione abituale è restare “nella testa” e lasciare che i sentimenti ci travolgano. Dovremmo invece radicarci nel respiro, concentrandoci sul movimento della pancia che si espande e si contrae, portare l’attenzione al centro di noi stessi.

Thich Nhat Hanh

Come mai per così tante persone è difficile respirare in modo pieno e libero?La risposta è che la respirazione fa emerge...
18/11/2025

Come mai per così tante persone è difficile respirare in modo pieno e libero?
La risposta è che la respirazione fa emergere le emozioni e le persone hanno paura di sentire. Hanno paura di sentire la loro tristezza, la loro rabbia, la loro paura. Da bambini trattenevano il respiro per bloccare il pianto, portavano indietro le spalle e irrigidivano il petto per contenere la rabbia, contraevano la gola per non urlare. Il risultato per ognuna di queste operazioni è quello di limitare e ridurre il respiro. Per converso, la soppressione di una qualsiasi emozione porta a un’inibizione del respiro. Da adulti inibiscono la respirazione per mantenere la repressione di queste emozioni, così l’incapacità di respirare normalmente diventa l’ostacolo principale al recupero della salute emotiva. Dato che non si può eliminare tale repressione finché non viene ristabilita la respirazione, è importante capire il meccanismo che blocca il respiro. Parlerò di due disturbi tipici. Nel primo la respirazione è più o meno limitata al torace, con l’esclusione dell’addome. Nel secondo la respirazione è soprattutto diaframmatica, con scarso coinvolgimento del torace. Il primo tipo di respiro è tipico della personalità schizoide, il secondo di quella nevrotica. L’individuo schizoide manifesta un rifiuto inconscio a respirare perché è fissato allo stadio uterino, quando i suoi bisogni di ossigeno venivano soddisfatti senza sforzo da parte sua. Per vincere il blocco schizoide dell’inspirazione è necessario sciogliere il suo terrore e mobilizzare la sua aggressività. Deve sentire che nella vita ha diritto a chiedere, a succhiare, nel senso più primitivo del termine. Nell’individuo nevrotico, nel quale l’aggressività non è bloccata come nello schizoide, il torace è immobile mentre il diaframma e la parte superiore dell’addome sono relativamente liberi. La difficoltà del nevrotico è nell’espirazione, è un processo passivo, si tratta di lasciar andare: la piena espirazione è un cedere, un arrendersi al corpo. Lasciar andare l’aria viene vissuto come un lasciare il controllo, cosa di cui il soggetto nevrotico ha paura.

Alexander Lowen, La Voce del Corpo

Indirizzo

Via Giovanni Battista Moroni 22
Milan
20146

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