23/06/2021
💣Curarsi con il cibo è possibile, basta solo trovare un professionista che sappia dosare correttamente i nutrienti e creare una dieta "su misura" per il paziente.
Prevenire infarti ed ictus, migliorare lo stato generale di salute e la forma fisica, curare tantissime patologie. Tutto questo è possibile con la nutrizione funzionale!
💥💥Sull'inserto salute dell'Unione Sarda di oggi la mia intervista riguardante l'alimentazione funzionale!💥💥
È celebre il passo, nel corpo Ippocratico, che riporterebbe queste parole: «Fà che il cibo sia la tua medicina e che la medicina sia il tuo cibo». Venticinque secoli dopo la Grecia di Ippocrate, quanto può dirsi attuale un concetto simile? Lo abbiamo chiesto al dottor Pietro Senette, nutrizionista e ricercatore, impegnato da svariati anni nello studio del ruolo della nutrizione nell' insorgenza delle malattie più diffuse nei paesi occidentali. «È necessario sgomberare i dubbi su cosa significhi seguire un'alimentazione sana» , sottolinea Senette: «È tempo infatti di sovvertire l'idea che esista una dieta uguale per tutti ed iniziare a pensare alla dieta come un'arma, la più potente, da direzionare in maniera mirata verso il determinato paziente che si ha di fronte. Ippocrate sosteneva che sia "più importante sapere che tipo di persona abbia una malattia che sapere che tipo di malattia abbia una persona", ed è una sintesi perfetta di quello che dovrebbe essere il giusto approccio del medico, anche dal punto di vista nutrizionale, verso il paziente.
L'indagine, anche solo a anamnestica dello stile di vita di un determinato soggetto porta alla luce indizi fondamentali circa le carenze nutrizionali che hanno portato allo sviluppo di una ben determinata patologia, ponendo dunque le premesse per la sua cura»
🩺Cibo e patologie
Quali malattie potrebbero allora trarre maggior beneficio da una dieta mirata? «La lista è veramente lunga; numerose ricerche scientifiche internazionali dimostrano ormai chiaramente che una corretta alimentazione previene, ed è parte centrale della cura, in numerose patologie quali ad esempio infarti, ictus, ipertensione, osteoporosi, malattie neurodegenerative, diabete, obesità, reflusso gastroesofageo, gastrite, colite, rettocolite, sindrome di Mènière. Vi sono comunque delle correzioni nelle abitudini alimentari», prosegui nutrizionista, «che possono costituire il primo passo per la prevenzione di alcune malattie. Mangiamo infatti troppi zuccheri e troppi cereali raffinati (dolci, bibite, zucchero, pane e grissini, cracker) che hanno invaso le nostre tavole e destabilizzato i valori glicemici medi. Questo a sua volta comporta delle impennate nella produzione di insulina che provocano numerose alterazioni metaboliche ».
🎯La via da seguire
Esiste un modo per arginare questi disturbi? «La soluzione», asserisce Senette, «è ridurre il consumo di zuccheri e sostituire i cereali raffinati con le versioni integrali, fornire all'organismo un maggiore apporto di acidi grassi polinsaturi e di acidi grassi monoinsaturi come quelli contenuti nell’ eccellente olio extravergine d'oliva sardo e garantire un apporto adeguato di alimenti alcalinizzanti, in primis frutta e verdura».
☢️Troppa carne, sardi più esposti all’osteoporosi
Le patologie legate all'alimentazione travalicano ogni confine di popoli o culture. Viene dunque da chiedersi quale sia lo scenario che si viene a delineare in Sardegna, e se le caratteristiche peculiari presenti nella nostra regione abbiano un effetto o meno sui parametri di valutazione. Tuttavia, come sostiene il dietologo nutrizionista Pietro Senette, «La globalizzazione ha ormai investito in pieno anche la nostra isola e lo stile di vita, ossia la diaita (da cui deriva il termine dieta ), come l'avrebbero chiamata gli antichi Greci, ci restituisce una realtà con un incidenza di patologie di questo genere equiparabile al resto d'Italia, arrivando addirittura in alcuni casi alla detenzione di tristi primati come quello relativo all’osteoporosi ». Quali sono dunque le ragioni che portano ad essere così deficitarie le abitudini alimentari praticate in questa rilevante porzione di mondo? «La tipica dieta occidentale », spiega Senette, «fornisce, tra le altre cose, un'eccessiva quantità di acidi grassi polinsaturi Omega-6, che risultano essere infiammatori e dannosi. Un evidenza riconducibile al consumo elevato di olio di girasole (presente in moltissimi prodotti industriali ) e all'abbondanza di alimenti ricchi di acido arachidonico, come formaggi e carni, immancabili, per tradizione, anche sulle tavole degli italiani. La quantità eccessiva di cibo industriale, e/o di origine animale assimilato, comporta un'accentuazione della tendenza all'acidosi (un disturbo che si può arginare mettendo in attività i sistemi tampone del corpo), causa numero uno, appunto, dell'osteoporosi ».
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