Centro Yoga Maya

Centro Yoga Maya Centro Yoga per corsi collettivi, lezioni di Hatha Yoga individuali, seminari di approfondimento

Una storia Zen ad ogni ritrovo meditativoPrimo incontro, prima storiella Zen"La pace in una tazza di tè" Nella tradizion...
17/11/2025

Una storia Zen ad ogni ritrovo meditativo

Primo incontro, prima storiella Zen
"La pace in una tazza di tè"

Nella tradizione buddhista Zen si narra di un docente universitario brillante, famoso e avido di conoscenza che si reca da un vecchio maestro Zen per ricevere gli insegnamenti.
Il maestro gli offre il tè e ad un cenno di assenso del docente, lo versa nella tazza fino a farlo traboccare.
Il professore esprime cortesemente il suo sbigottimento.
Ma il maestro continua a versare il tè e spiega: “una mente già piena non può accogliere niente di nuovo. Al pari di questa tazza tu sei pieno di opinioni e preconcetti”.

- Morale: il maestro insegna al suo discepolo che se vuole aprirsi al nuovo, se vuole la felicità, deve cominciare svuotando la tazza.

Come il professore del racconto siamo abituati ad accostarci alla vita “riempiendoci” fino all'orlo.

La storiella ha anche un altro grande pregio; con parole intense e in rapidi ed eleganti tratti, è capace di portare il lettore in contatto con la profondità del pensiero Zen e della sua attitudine per la ricerca della verità sgravata dal peso di spiegazioni accademiche, dogmatiche: il valore dello “svuotamento” - del “fare spazio”

Grazie, Silvia

Per info: 338 3884 617 - www.centroyogamaya.it - https://www.centroyogamaya.it/meditazione-corsi

Gli incontri di "Meditazione guidata e posizione seduta" hanno il fine di sperimentare alcune tecniche per coltivare la PRESENZA MENTALE. L'obiettivo è quello di diventare più svegli a ciò che accade durante la pratica, di imparare a conoscere la natura delle emozioni, delle sensazioni e dei pens...

Calendario incontri di "meditazione di consapevolezza" - VIPASSANA - NOVEMBRE 2025Tre sessioni alla domenica on-line dal...
31/10/2025

Calendario incontri di "meditazione di consapevolezza" - VIPASSANA

- NOVEMBRE 2025
Tre sessioni alla domenica on-line dalle ore 9.30 alle 11.00
DATE: domeniche 16-23-30

- GENNAIO 2026
Tre sessioni alla domenica in presenza e on-line dalle ore 9.30 alle 11.00
DATE: domeniche 11-18-25
.. meditazione non è sedersi a occhi chiusi. Vuol dire liberare la mente dalla nostra ossessione di sperimentare, acquisire, conoscere, imparare qualcosa permettendo così al silenzio di manifestarsi...

Parole di Vimala Thakar tratte dal suo libro "Il mistero del silenzio"

La piattaforma utilizzata per i collegamenti on-line è TELEGRAM.
Il link per il collegamento, verrà dato all'iscrizione per chi partecipa per la prima volta.

Per info: 338 3884 617 - www.centroyogamaya.it - https://www.centroyogamaya.it/meditazione-corsi

Gli incontri di "Meditazione guidata e posizione seduta" hanno il fine di sperimentare alcune tecniche per coltivare la PRESENZA MENTALE. L'obiettivo è quello di diventare più svegli a ciò che accade durante la pratica, di imparare a conoscere la natura delle emozioni, delle sensazioni e dei pens...

25/10/2025

Tracce di sentimento

Nella luce del delicato rapporto fra allievo e insegnante , un tema si ripresenta continuamente: essere autentici.

In una disciplina come quella dello yoga, dove non c'è nulla di facile, dove non c'è linearità, dove le tante contraddizioni sono affascinanti, dove lo sforzo premia; solo chi sa vedere l'insieme resta, gli altri fuggono.

Questa non è una visione pessimistica, al contrario, nelle contraddizioni c'è qualcosa che si crea, che si fa; è un ottimismo orientato verso “il fare, l'agire” per trovare altro, a prescindere dalle circostanze.

Certamente, non esiste un “fare” che non richieda impegno, p***everanza, ardore; può includere la possibilità di sbagliare e anche l'incapacità di intuire il senso di quello che si sta facendo.
Fare, agire, osare, avere fiducia nel metodo... è stato il motto continuamente ripetuto da uno dei miei insegnati, Patrick Tomatis, a volte usato durante la pratica sul tappetino come sottofondo, per osservare fino a che punto e in che misura l'azione coraggiosa in circolo nelle vene durante asana, è capace di far uscir fuori dalle sorgenti profonde, nuova energia per altri temerari sforzi o lo sfinimento che diventa liberatore.

Altre volte invece, come nella meditazione, il motto era “fare, osare e non aspettarsi niente in cambio, perché non si va da nessuna parte”

Lo studente che segue la disciplina yoga osa fermarsi e dire: “non farò una scelta, mi rifiuto di fare scelte basate sui ricordi del passato”.
Ma ognuno ha le sue strade preferite, e questo è fantastico.

Grazie, Silvia

13/10/2025

Ancora grazie Davide per i tuoi nuovi commenti.
Grazie anche a Stefania per le riflessioni articolate e poliedriche.

Provo ad aggiustare il tiro con nuovi ragionamenti privi di intenzioni apologetiche.

Nella pratica dello yoga, intendendo non solo lo hata yoga che è una minima parte del fenomeno storico chiamato YOGA, c'è qualcosa che va conquistato.
Mi riferisco in particolare alla “fiducia” disincantata del metodo, sentimento senza il quale l'intera struttura fisica e mentale, si sgretola.

C'è la convinzione, non sempre dimostrabile, che il regno della mente e il regno di ciò che è palpabile e concreto, comunichino continuamente.
In modo esemplare questa comunicazione avviene se c'è l'attenzione.

L'attenzione trasmette a ciò che stiamo vivendo il suo significato.

“Sentire e conoscere le cose come sono”, non come vorremmo che fossero, questo è il filo conduttore che sostiene l'amplissimo ambito di pensieri, di esperienze fisiche e meditative, di testi e relativi commenti , di insegnamenti che sono a noi giunti per poterli applicare nella vita quotidiana.

Chi è ben introdotto nello yoga classico, conoscerà sicuramente la radice sanscrita “dhi” da cui i termini DHARANA (concentrazione) – DHYANA (meditazione – contemplazione).

Che cos'è “dhi”?
Pensiero intenso, ispirazione, meditazione, preghiera???... si, è tutto questo; ora un po' più l'uno, ora l'altra, ma è tutto questo.

Sempre per chi è seriamente interessato alla pratica, sia quella posturale che quella meditativa, nel momento in cui egli sente le tensioni, ha vinto!
Egli sta celebrando un “rito” di accettazione che ha il suo apogeo nell'offerta si sé ad altro.

Questo è il residuo.
La tensione non mi impedisce di fare la postura, non mi impedisce di meditare; la postura e la meditazione esistono per scoprire ciò che è nascosto nello stesso corpo, intendendo con ciò i suoi meandri, le sue parti interne e il funzionamento della mente compreso.

Non si gioca a nascondino!

Ma può succedere che non si capisca, che si facciano degli errori; la schermatura che nasconde il “sentire le cose come sono” non è intenzionale e il nostro offuscamento non è sempre deliberato, ma in ogni caso lo schermo nasconde!

In questi casi, il residuo e il sovrappiù sono velati.
Come il velo nasconde il corpo a difesa del pudore, lo schermo elimina in parte dalla mente gli stati interiori.

Quando il velo si alza, il residuo e il sovrappiù diventano le chiavi di accesso alla coscienza.

Senza coscienza non si possono avere le emozioni e poi i sentimenti; senza coscienza non si ha nemmeno il senso di colpa.

Grazie, Silvia

04/10/2025

Grazie Davide per i tuoi commenti.

Poco a poco! Un passo alla volta perché il corsetto mentale non si scioglie in un attimo.

Il residuo non è qualcosa di tremendo, punitivo o distruttivo.
Il residuo è il ricordo, la perdurante presenza.
Qualsiasi ordine si stabilisca, in qualsiasi ambito e di qualsiasi genere, quell'ordine lascerà fuori di sé qualcosa e dovrà lasciarlo se vorrà essere un ordine.
Quel qualcosa che è fuori dell'ordine è il residuo , ma anche il sovrappiù.
Residuo è ciò che viene escluso, sovrappiù è quella parte esclusa che noi mettiamo a disposizione ad altro.

Il senso dell'ordine sta innanzitutto, non già nella configurazione dell'ordine stesso, ma in ciò che quell'ordine stabilisce di fare con quella parte che all'ordine non appartiene.

Consumarla? Buttarla fra i rifiuti? E' quella la parte buona e odiosa.
A seconda di ciò che si decide di fare con essa, acquista senso l'ordine stabilito.

In riferimento a un tipo di studente dello yoga di oggi in rapporto ai concetti residuo e sovrappiù, può accadere che il praticante X, mentre è impegnato seriamente in una sessione di hatha yoga, comprenda in modo sbagliato gli esercizi proposti dall'insegnante; egli ha così “sostituito” la giusta azione per configurare la postura con un'altra sbagliata.
Questo processo che si chiama appunto, “di sostituzione” è più ricorrente di quanto si pensi e accade perché il praticante è distratto o pigro o indifferente oppure più semplicemente perché il “fare” quella posa lo costringe a confrontarsi con i propri limiti, innescando risposte del tipo “farcela a tutti i costi o fuggire”.

La presenza anziché essere traboccante di sensibilità è gelida e sonnolente.
In questo esempio dov'è il residuo e dov'è il sovrappiù?

Grazie, Silvia

29/09/2025

Codice morale

Le parole che animano questo codice morale aprono in noi esseri umani, una via di accesso al mondo interiore con le sue ricchezze infinite e tutti i poteri che in esso sonnecchiano.
Esse sono un invito a riflettere per meglio comprendere ciò che è giusto o sbagliato.
Le ritroviamo nell'insegnamento chiamato lo “Yoga della Conoscenza” ovvero JANANA YOGA.

Le parole del codice, che chiamerei “regole morali”, possono sembrare severe, ingombranti, e per qualcuno sono una schiavitù.

Ma valutando con attenzione, le regole sono presenti ovunque nella nostra vita; nel giocare a dama, nell'apprendimento di una lingua, per ben organizzare la vita sociale, regole e obblighi per gestire una eredità e altro.

Qui sta il punto: esercitarsi per diventare abili nel seguire le regole e farlo con semplicità fra gli alti e bassi della vita.

Di nuovo “le regole”; è utile seguirle.
Quando una persona ha una intenzione autentica per seguirle, diventa capace di mobilitarsi in vari settori e discipline per affrontare le minacce alla salute umana, al pianeta dove molteplici elementi interagiscono per mantenere l'omeostasi, cioè la capacità di autoregolazione.

Un'utopia, forse!

Il primo passo per poter seguire le regole, che è anche quello che facciamo durante la pratica dello hatha yoga, è quello di fare “ordine”.
E' un ordine concreto, non concettuale e astratto.
C'è sempre un residuo presente nell'esistenza umana che rimane fuori dal percepibile; il residuo, appunto.
E' quel qualcosa di stantio dell'esistenza, di opaco.
Qualsiasi ordine comporta l'eliminazione di una parte del materiale originario dell'esistenza. Quella parte è il residuo, è ciò che è diventato banale e insignificante.

Che cosa farne?
Lo possiamo trattare come il primo nemico dell'ordine, come la possibilità costante di una ricaduta nello stato antecedente all'ordine. O altrimenti, il residuo qualificato come qualcosa che, eccedendo l'ordine, gli garantisce la permanenza continua di quello che c'era prima dell'ordine.
Perciò, occorre stabilire un compromesso fra il residuo e l'ordine.

Ecco il “codice morale”
- la cortesia e la gentilezza, sono il rispetto verso l'altro
- il coraggio, è fare ciò che è giusto
- la sincerità, è l'esprimersi senza mascherare il proprio pensiero
- l'onore, è essere fedeli alla parola data
- la modestia, è parlare senza orgoglio
- il rispetto, senza di esso, nessuna fiducia può nascere
- il controllo di sé, è di saper tacere quando m***a la collera
- l'amicizia, è il più puro dei sentimenti umani

Grazie, Silvia. Disponibile per domande e risposte

31/08/2025

Dopo la pausa estiva, le attività per il 2025/26 organizzate dal CENTRO YOGA MAYA riprendono presso OMM CENTER in viale Papiniano, 42 - Milano -

I corsi di hatha yoga e meditazione VIPASSANA 2025/26 condotti da Silvia Caleffi.
Con inizio VENERDI' 12 settembre in PRESENZA mentre le lezioni ON-LINE inizieranno MARTEDI' 9 settembre.

ORARI (in presenza):
VENERDI - 17.30/19.00 (lezione di un'ora e mezzo)
VENERDI'- 19.00/21.00 (lezione di due ore)

Verranno mantenuti i corsi ON-LINE negli altri giorni della settimana, fornendo una valida alternativa per recuperare le lezioni p***e.

Prospetto riassuntivo ORARI SETTIMANALI 2025/26
Martedì 20.00/22.00 on-line
Mercoledì 9.30/11.30 on-line
Giovedì 19.30/21.30 on-line
Venerdì 17.30/19.00 in presenza presso OMM CENTER
Venerdì 19.00/21.00 in presenza presso OMM CENTER

Il sito www.centroyogamaya.it è sempre attivo e aggiornato sulle attività che comprendono, oltre ai corsi yoga, i seminari di approfondimento e le sessioni di meditazione guidata VIPASSANA

Prenota la tua lezione di prova gratuita con messaggio whatsApp - 338 3884 617 oppure mail info@centroyogamaya.it
.. a presto e benvenuti, Silvia

Accompagna ciò che sto per scrivere, una citazione di VIMALA THAKAR (India - 1921-2009)È stata un'attivista molto impegn...
20/08/2025

Accompagna ciò che sto per scrivere, una citazione di VIMALA THAKAR (India - 1921-2009)

È stata un'attivista molto impegnata nel sociale e Maestra spirituale.

Ha tenuto seminari in tutto il mondo, anche in Italia, su vari argomenti di ordine pratico sulla vita e sul vivere, di ordine filosofico e metafisico.

Con semplicità e chiarezza, spaziava dal problema della sofferenza umana al perché della sua esistenza, dal problema della libertà individuale alle soluzioni proposte dalla scienza, dall'arte e dalla religione, dai diversi significati della parola "meditazione" al perché tutti ne parlano ma pochi la praticano con impegno e continuità.

Alle domande degli uditori presenti ai seminari, VIMALA THAKAR rispondeva con parole che non venivano dalla mente bensì dal suo umile modo di vivere e vedere la vita da attivista impegnata nella complessa realtà indiana caratterizzata da una rigida stratificazione sociale, le caste, che il governo indiano ha abolito ma che, ancora oggi, questa eredità è marcatamente radicata nell'animo della gente indu' da fare sentire i propri influssi nella ripartizione dei posti di lavoro, nella ripartizione dei beni, ecc...

I contenuti dei suoi seminari e le discussioni con chi l'ascoltava, sono stati trascritti; abbiamo, così, i suoi insegnamenti raccolti in - "Il mistero del silenzio" - "Ego" e altri ancora.

Ecco, dunque, poche e chiare parole di VIMALA THAKAR a chi le chiedeva in cosa consiste la meditazione.

Grazie, silvia
www.centroyogamaya.it
info@centroyogamaya.it

SECONDA PARTEIl racconto di Santa Teresa D'Avila continua con la descrizione del vissuto della sua anima in un viaggio f...
03/08/2025

SECONDA PARTE

Il racconto di Santa Teresa D'Avila continua con la descrizione del vissuto della sua anima in un viaggio fra rapimento estatico e ratto

DIFFERENZA FRA RAPIMENTO E RATTO

- La differenza fra rapimento e ratto è la seguente: che l'anima nel rapimento fa morire a poco a poco le cose esteriori, perde la sensibilità e vive DIO; il ratto, invece, si effettua con una sola cognizione che DIO infonde nel più intimo recesso dell'anima con una tale rapidità che è come se ne rapisse la parte superiore staccandola dal corpo.

E l'anima all'inizio ha bisogno di coraggio per buttarsi nelle braccia del Signore affinché egli la trasporti dove vuole.
Poiché fintanto che DIO non mette l'anima in pace là dove intende elevarla (elevare, dico, perché capisca cose elevate), bisogna che essa sia ben risoluta, fin da principio, a morire per lui; perché la povera anima non sa che cosa può venirne fuori...

Il volo dello spirito è una cosa che non so come definire e che sale dal fondo più intimo dell'anima ...
E in verità sembra proprio un volo; non conosco un paragone che sia più adatto di questo.
So soltanto che il volo dello spirito viene percepito molto chiaramente e che nessuno lo può impedire.
Sembra che quell'uccellino, lo spirito, si divincoli dalla miseria della carne, dal carcere del corpo per potersi dedicare di più, una volta liberatosi dal corpo, a ciò che il Signore gli concede.
Ed è una cosa dolce, sottile e preziosa per quel che l'anima può intendere.
Passato lo stato, resta un senso di angoscia, perché chi lo ha vissuto si è fatto così piccino che pensa di avere tutti i motivi per avere paura, benché nel profondo dell'anima restino certezza e fiducia [... ]

L'anima capisce bene che la sua pena è una grande grazia del Signore; ma se essa durasse, la vita non sarebbe più a lungo sopportabile.

Un altro modo di pregare somiglia a una ferita che appare all'anima come una saetta, passando per il cuore, la trafigge. Ciò desta un gran dolore, che che certo erompe in lamenti, ma è così dolce che l'anima non vorrebbe mai esserne privata.
Questo dolore non è una percezione dei sensi, né bisogna intendere che la ferita sia materiale, perché l'impressione è solo nel profondo dell'anima senza che il corpo abbia minimamente a soffrire.

Eppure tutto questo non si può spiegare se non per paragoni, che certo sono grossolani, ma io non so dirlo in nessun'altra maniera. Queste cose infatti non si possono né dire, né scrivere perché a nessun altro è dato di comprenderle se non a chi le ha sperimentate e mi riferisco in particolare al dolore, alla profondità del dolore.
Ferita d'Amore, Desiderio di DIO

Accompagna il testo la scultura in marmo e bronzo di GIAN LORENZO BERNINI - "Estasi di Santa Teresa d'Avila" (il viso)

Comodi, ma non troppo, per leggere con partecipazione! (testo lungo)- ESTASI o ENSTASI?Del seminario di maggio dal tema ...
25/07/2025

Comodi, ma non troppo, per leggere con partecipazione! (testo lungo)

- ESTASI o ENSTASI?
Del seminario di maggio dal tema “la concentrazione”, riprendo la mia esposizione teorica per arricchirla di dettagli riportando testimonianze e confessioni di mistici occidentali ed orientali.

Ho iniziato la teoria elencando gli elementi costitutivi della concentrazione spiegandone anche il valore (pazienza, rilassamento e distacco); essi hanno una potente influenza sul funzionamento del mentale inferiore chiamato manas che si occupa delle immagini e forme mentali concrete, quella mente, cioè, che cataloga, giudica con velocità fulminea pur avendo una conoscenza confinata a questa mente inferiore.
Se esiste una mente inferiore, manas, vuol dire che ne esiste anche un'altra superiore chiamata citta. Entrambe sono necessarie.

Ricordo che lo yoga comincia dal controllo e la soppressione del tipo più basso di citta-vritti col quale il praticante ha familiarità e che è in grado di comprendere.

Quando si sperimentano in qualche modo pazienza-rilassamento-distacco, la meditazione è possibile.
Essa è il fatto di fare attenzione a ciò che accade dentro il corpo mentre si resta seduti, fermi e con la schiena diritta; ci sono le sensazioni fisiche presenti, come il prurito in qualche zona o dappertutto, il male alla schiena, il torpore alle gambe, oppure i pensieri di tutti i tipi che ronzano nella testa da non riuscire a concentrarsi, o le distrazioni emotive che appaiono improvvise come fuochi d'artificio.

Per inciso, tirocinanti sinceri e maestri esperti, tutti sono passati attraverso le fasi difficili della pratica, all'inizio è così!

Ebbene, è questo atto di RICONOSCIMENTO che riesce pian piano a rallentare il fiume in piena permettendo di sperimentare un po' di SPAZIO fra ciò che si sta osservando e la consapevolezza dell'osservare; ecco, dunque, la meditazione come addestramento alla SPAZIOSITA'

- La radice di ogni ricerca è irrazionale.
Quando una persona è interessata a seguire un cammino di maturazione, che sia cristiana o buddista o atea, l'eventuale appartenenza ad una confessione non ha alcuna importanza.
L'interesse si presenta come un'attrazione verso una specie di religiosità che è tutt'altra cosa dalla religione.
La religiosità accomuna il cattolico, il protestante e l'ateo a prendere sul serio le esperienze in cui l'ESSERE si rivela.

Riprendendo l'essenza dell'insegnamento del maestro zen tedesco Karlfried Durckheim (1896-1988), che afferma: “L'esperienza dell'ESSERE è accessibile all'uomo non perché è cristiano o buddista, ma perché è UOMO”

- Le vie mistiche
Definizioni:
ESTASI significa “uscire da sé” - “mettere fuori” - “esperienza mistica”
ENSTASI significa “dissoluzione nel proprio oggetto di meditazione ossia SAMADHI”

Anche quelle vie che si definiscono spirituali nel senso stretto, sono varie.
Le estasi dei mistici cristiani poggiano su un elemento fondamentale: la fede.
Adesione incondizionata a un'autorità superiore e la prima delle tre Virtù Teologali: FEDE – SPERANZA – CARITA'
La fede diventa uno strumento o meglio un “canale” di conoscenza e comprensione superiore. E' soltanto attraverso l'adesione alla fede che gli occhi si aprono.
Un confronto a mio avviso interessante, è la mistica Shivaita, soprattutto quella del Kashmir NON-DUALE. Ha come massimo esponente ABHINAVAGUPTA con la sua opera più famosa il “TANTRALOKA” (kashmir 950 circa)

Egli evidenzia il ruolo giocato dalla grazia divina, ossia la discesa dell'energia divina che versa la grazia sul mondo. E' da tale grazia che dipende la salvezza degli esseri; essa sola determina l'esperienza mistica.
Ma le persone devono essere pronte a ricevere la grazia e questa grazia è DIO, è onnipresente e quindi per conoscerlo non bisogna fare niente: lo si vede, lo si vive e si è affrancati immediatamente da tutti i legami e limiti, definitivamente liberati.
Questa esperienza è così forte che chi la prova non sopravvive.

- Testimonianze
Gli estatici non riescono a superare il muro del linguaggio, ma c'è in loro la volontà di dire l'indicibile, di parlare della propria beatitudine, di raccontare quell'abisso.
La parola contiene una “bellezza diversa da quella estetica”. Queste parole sono sopravvissute grazie alla fedeltà che viene puntigliosamente custodita da generazioni di credenti.

La mistica cristiana è sterminata mentre la letteratura asiatica contiene un numero esiguo di vere e proprie confessioni.
In Oriente il divino è in ogni cosa. L'estasi è un fenomeno assai frequente, più consueto, più normale di quanto sia in Europa.
Si ritrova nelle azioni di ogni giorno, in ogni verso d'amore o su un vaso di terracotta, nel neonato mentre succhia il latte dal seno della mamma, succhia il divino.
A ciò si aggiunge che l'Oriente non considera, come l'europeo, l'esperienza estatica come qualcosa che appartiene “a lui solo” come ciò che si presenta al suo sguardo mentre leva le mani al cielo; l'orientale sente e ciò che sente viene vissuto.

°°°°° °°°°° °°°°°
Estraggo da“Confessioni estatiche” di Martin Buber – Biblioteca ADELPHI 179 – due confessioni, una indiana e l'altra di una donna sp****la particolare, Santa Teresa D'Avila.
Ne riporto solo una parte rispetto al testo intero perché i racconti sono lunghi, ma spero che la saggezza delle testimonianze possa raggiungere i vostri cuori.
India – Dal dialogo del principe Dara Shuoh con l'asceta Baba Lal

- Il principe: In che cosa si differenziano l'anima superiore e l'anima vivente?
- L'asceta: Non si differenziano, e piacere e dolore, quali vengono ascritti all'anima vivente, derivano dal suo essere prigioniera del corpo. L'acqua del Gange è la stessa, sia che scorra nel letto del fiume, sia che la si versi in una brocca.
- Il principe: E questo che differenza può significare?
- L'asceta: Una grande differenza. Versata nella brocca dell'acqua, una goccia di vino darà sapore al tutto; nella corrente, andrebbe persa. Perciò l'anima superiore non è soggetta al caso, mentre l'anima vivente è afflitta da sensibilità e passione. L'acqua versata su un fuoco, spegnerà il fuoco; ma se quest'acqua la metti in un recipiente e poi sul fuoco la farà evaporare.

Così il corpo è il recipiente che delimita, la passione è il fuoco e l'anima l'acqua che si diffonde per ogni dove. C'è una sola grande anima superiore che non possiede questi attributi.
La felicità può essere dunque ottenuta solo congiungendosi con essa, quando le parti sparse e separate si riuniscono come gocce d'acqua alla corrente paterna.
Perciò, anche se DIO non ha bisogno dei servigi del suo schiavo, questi dovrà pensare che solo il suo corpo lo separa da DIO e dunque esclamerà all'infinito: Benedetto sia il momento in cui potrò togliere il velo da questo sembiante.
Il principe: Quali sono i sentimenti del perfetto fachiro?
L'asceta: Non sono stati descritti, né devono esserlo, come è stato detto. Qualcuno mi ha chiesto quali siano le sensazioni di un amante. Ho risposto: “Se sei uno che ama, lo sai da te”.

- Santa Teresa d'Avila (1515-1582)
Lettera al suo confessore, padre Rodrigo Alvarez
E' talmente pesante parlare delle cose interiori e ancora più pesante parlarne in maniera da farle capire, e cioè con concisione, che se uno lo fa per ubbidienza è davvero difficile che colga nel segno, soprattutto trattando argomenti così ardui.
Poco danno se me ne esco in spropositi, giacché questo scritto va in mani che riceveranno da parte mia spropositi ancora più grandi. In tutto quello che vi dirò, supplico Vostra Grazia di credere che non ho assolutamente intenzione di pensare d'aver trovato chissà che cosa; perché potrebbe darsi che io stessa non abbia capito.
Posso garantire che non dirò niente che non abbia già sperimentato alcune o molte volte.

La prima orazione che mi pare di aver sentito in me in modo soprannaturale... è un raccoglimento interiore che l'anima sente in modo tale che ad essa sembra di possedere sensi diversi da quelli esteriori e di volersi sottrarre al tumulto di questi sensi esteriori per appartarsi tutta in se stessa.
A volte si ritira talmente che è sopraffatta dal desiderio di chiudere gli occhi e di non vedere, o sentire, o capire nulla se non quello di cui essa, l'anima, si occupa in quel momento, che è trattare con DIO in totale solitudine.
In tutto questo non si perde né senso né forza, tutto resta intero; ma solo per occuparsi di DIO.
Chi ha provato una cosa del genere mi capirà facilmente, ma non colui al quale questo non è successo; quest'ultimo avrà bisogno almeno di molte parole e di molti esempi.
Spesso da questo raccoglimento nasce una quiete e una pace interiore, in cui l'anima sente che nulla le manca; perfino parlare è un peso per lei; intendo il recitare la preghiera e meditare sul senso di ciò che ho contemplato; l'anima non vuole altro che amore.
Da questa operazione deriva un sonno, il cosiddetto sonno delle forze, le quali però non ne risultano a tal punto attutite o smarrite da poter definire sonno un rapimento; e neanche si può dirlo un'unione...
.. continua a breve...
Nella lettera, Santa Teresa continua il racconto descrivendo il vissuto della sua anima. Descrizione coinvolgente che diventa sempre più appassionata; un viaggio fra rapimento estatico e ratto di cui spiega chiaramente la differenza.

Grazie, Silvia
www.centroyogamaya.it

Le testimonianze sono tratte da:
" CONFESSIONI ESTATICHE" - Aut. Martin Buber - Biblioteca Adelphi 179

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