15/04/2024
Riuscire ….di Alessandro D'Avenia
Le tappe dell'età evolutiva non sono cambiate, il cervello-corpo continua a dare la spinta «esistenziale», ma l'iniziazione è inefficace e/o desincronizzata.
Gli adolescenti sono smarriti: il corpo-cervello li spinge a uscire, ma loro non sanno verso dove.
C'è un virus culturale che corrode l'iniziazione e che chiamo CONIND:
il COnsumismo che scambia la vita felice con la vita piena,
il NIchilismo che azzera qualsiasi scopo o risposta ai perché,
l'INDividualismo che appiattisce la socialità all'usarsi.
Questo virus ai ragazzi lo abbiamo regalato noi.
Nel finale del Pinocchio di Collodi non è il legno a diventare carne come nella semplificazione disneyana, infatti il Pinocchio di carne chiede: «“E il vecchio Pinocchio di legno dove si sarà nascosto?”. “Eccolo là”, rispose Geppetto; e gli accennò un grosso burattino appoggiato a una seggiola, col capo girato su una parte».
Per (ri-)uscire nella vita bisogna far morire l'io legnoso e asservito ad aspettative e a modelli fallimentari, per far nascere il sé libero e autentico.
L'educazione serve a trovare il coraggio per liberarsi dai fili: diventare sempre più liberi è il compito di una buona iniziazione, cioè capaci di ricevere il mondo, custodirlo e moltiplicarlo, liberi in latino erano i figli capaci di ereditare.
Ma quale mondo diamo in eredità? «“Levatemi una curiosità, babbino: ma come si spiega tutto questo cambiamento improvviso?” gli domandò Pinocchio saltandogli al collo e coprendolo di baci. “Questo improvviso cambiamento è tutto merito tuo”». E il lettore sa quanto è costato il cambiamento, che ogni nuova generazione, come Pinocchio, deve fare.
Educare è mettere in condizione, negli anni fatti per questo, di scegliere se essere figli o burattini.
Lo facciamo? Se l'iniziazione non conduce sulla soglia di questa scelta, che poi si ripresenterà periodicamente nel corso della vita e si potrà affrontare sempre alla luce della prima (ri-)uscita, è perché vogliamo «servi» non «liberi».
L'energia evolutiva va sprecata e i ragazzi consegnati al sentimento del nostro tempo: la paura. Chiuso in casa, quando era fatto per uscire. Ma forse proprio il «problema esistenziale» che gli abbiamo creato, lo costringerà a (ri-)uscire.
Abstract da “ Ultimo Banco “ il corriere oggi
15 aprile
Educare è mettere in condizione di scegliere se essere figli o burattini