Dott.ssa D'Alberton Denia Psicologa Psicoterapeuta

Dott.ssa D'Alberton Denia Psicologa Psicoterapeuta psicoterapia e sostegno psicologico per adulti, bambini, adolescenti e genitori. La dottoressa è iscritta all'Ordine degli Psicologi del Veneto n. 6279.

si occupa di ansia, disturbi dell'umore, momenti di cambiamento e difficoltà in contesti personali e familiari,
consulenza individuale e di coppia. La dott.ssa Denia D'Alberton si occupa di consulenza, sostegno psicologico e psicoterapia per adulti e adolescenti. Nello specifico la dottoressa si occupa del trattamento di: disturbi d'ansia, attacchi di panico, tristezza, depressione, calo di autostima, paure e fobie, disturbi di personalità(bipolare, dipendente, borderline,..) - sindrome Hikikomori e ritiro sociale - gestione dello stress, gestione dei conflitti, consulenza genitoriale, difficoltà relazionali di coppia ed in ambito familiare, difficoltà di comunicazione: difficoltà nell'affrontare tappe evolutive quali adolescenza, gravidanza, nascita di un bambino, uscita di casa dei figli, separazioni. Inoltre, è esperta in consulenza sportiva ed aziendale, organizza e conduce corsi di formazione per aziende e scuole sulla comunicazione efficace, autostima ed autoefficacia, gestione dei conflitti, gestione dell'ansia, bilancio di competenza. La dottoressa da diversi anni lavora come libera professionista in qualità di psicologa e psicoterapeuta utilizzando un approccio analitico transazionale integrato. Il tipo di percorso viene pensato ad hoc per la persona che ha di fronte, tenendo ben presenti quali sono i suoi bisogni e i suoi obiettivi personali. Ogni decisione va presa sempre previo accordo con il paziente/cliente che avrà un ruolo attivo e partecipe durante tutto il trattamento.

30/10/2025

Si chiama calma
e mi è costata tante tempeste.

Mi ci è voluta tutta la rabbia del mondo
per capire che urlare non serve,
che il rumore non convince nessuno,
nemmeno te stesso.

Mi ci è voluta la furia,
il cuore che sbatteva come una porta,
la voce rotta,
le parole taglienti,
mi é servito annegare nel buio
per capire che la pace non si trova,
si costruisce piano,
con mani n**e,
con giorni normali.

Non è che non mi arrabbio più,
è che adesso scelgo dove mettere il fuoco.

Ho imparato che la calma non arriva per magia,
arriva quando smetti di voler avere ragione,
quando impari a respirare anche dentro l’errore,
quando ti fidi che certe cose si aggiusteranno da sole.

Si chiama calma
e non è per chi non sente,
ma per chi ha sentito troppo
e adesso sceglie di non farsi più male.

La calma è quel momento in cui ti siedi
in mezzo al casino,
sorridi,
e ti dici:
“ok, non controllo niente,
ma io resto qui lo stesso.”

Si chiama calma
ed è l’arte di lasciar andare
senza sentire di aver perso.

Di capire che non devi rispondere subito,
che non tutto va sistemato,
che la pace è un muscolo
e ogni volta che la scegli, ti alleni.

Si chiama calma
e ci si arriva stanchi,
ma leggeri.

Ci arrivi dopo aver dato tutto,
dopo aver capito che non puoi salvare nessuno
se non impari a salvarti tu.

E allora succede:
smetti di rincorrere,
smetti di spiegare,
smetti di chiedere.

Respiri.
e ti basta.

Si chiama calma,
e non è fuga:
è tornare dove fai pace
con tutto ciò che sei stato.

29/10/2025

Non puoi controllare tutto — e va bene così... perché puoi controllare tanto. Il segreto per una vita appagante? Circondarsi di chi sa trarre il meglio da ciò che puoi controllare. ❤️❤️❤️

Non puoi decidere come gli altri ti trattano, ma puoi scegliere a chi dedicare tempo, energie e cuore. È lì che nasce la vera reciprocità. ❤️

29/10/2025

Quando il corpo parla è perché l'anima non viene ascoltata. (L.Pirotta) -

29/10/2025

“Prima di discutere con qualcuno, chiediti—sono abbastanza maturi mentalmente da capire il concetto di una prospettiva diversa?” Perché se non lo sono, non ha senso provarci.
Non ogni discussione merita il tuo tempo o la tua energia. Alcune persone non ascoltano per capire—ascoltano per reagire. Sono intrappolate nella propria visione, incapaci di uscirne, e confrontarti con loro ti lascia solo esausto.
C’è una grande differenza tra un confronto sano e un dibattito inutile. Una vera conversazione—radicata nel rispetto reciproco e nella curiosità—può essere illuminante, anche quando non si è d’accordo. Ma cercare di ragionare con qualcuno che si rifiuta di vedere oltre le proprie convinzioni? È come discutere con un muro di mattoni. La logica non romperà la negazione. La verità non raggiungerà una mente chiusa.
La maturità non consiste nel vincere le discussioni—ma nel sapere quali non vale la pena affrontare. È scegliere la tua pace invece del tuo orgoglio. Alcune persone non vedranno mai il tuo punto di vista, non perché tu abbia torto, ma perché hanno deciso che non ne hanno bisogno.
Ed è va bene così. Non devi spiegarti a tutti. A volte, la cosa più forte e saggia che puoi fare è semplicemente andartene—non per sconfitta, ma per pace—sapendo che il silenzio spesso dice più di qualsiasi discussione possa mai dire."

Helen Mirren

29/10/2025

Il gaslighting è una forma di manipolazione psicologica in cui una persona porta l’altra a mettere in dubbio le proprie percezioni, emozioni o ricordi.
È un processo relazionale graduale, che può manifestarsi in ambito affettivo, familiare, amicale o professionale.

Le principali conseguenze del gaslighting includono:
• confusione e perdita di fiducia in sé
• senso di colpa e vergogna immotivati
• dipendenza emotiva
• isolamento e difficoltà nel chiedere supporto

Comprendere queste dinamiche è fondamentale per riconoscere la portata psicologica del fenomeno e superare la visione riduttiva della manipolazione come semplice conflitto relazionale.
Interventi psicologici mirati, orientati alla consapevolezza e al rafforzamento dell’autonomia personale, sono efficaci per ristabilire fiducia e benessere.

22/10/2025

I bambini sensibili finiscono per essere definiti “difficili” perché gli adulti fanno fatica a comprendere il loro temperamento e perché i metodi educativi che funzionano con tutti gli altri si dimostrano fastidiosamente inadeguati per questo gruppo. L’espressione “bambino difficile”, così come l’abitudine di parlare dei “terribili due anni”, tradiscono una distorsione dell’adulto. Agli occhi del bambino, il genitore è scontroso e irascibile. Se gli arbitri del linguaggio fossero i bambini, sentiremmo certamente parlare di “genitori difficili” e dei “terribili trent’anni”.

Gabor Maté

21/10/2025

Sito ufficiale di INPS (Istituto Nazionale Previdenza Sociale)

21/10/2025

🔵 Come sosteneva Albert Bandura, padre della teoria dell’apprendimento sociale, gran parte dei nostri comportamenti si acquisisce osservando gli altri e l’ambiente che ci circonda. In altre parole, Bandura evidenzia il ruolo fondamentale dell’apprendimento per imitazione, ovvero la tendenza delle persone e in particolare dei bambini a riprodurre i comportamenti che vedono negli altri.

Il celebre esperimento della bambola Bobo ne è una chiara dimostrazione. Bandura suddivise un gruppo di bambini tra i 3 e i 5 anni in due gruppi: al primo mostrò un modello adulto che manifestava un comportamento aggressivo verso la bambola Bobo, mentre al secondo presentò un modello che si comportava in modo tranquillo e non violento. I risultati mostrarono che i bambini tendevano a imitare il comportamento osservato, replicando le azioni aggressive o pacifiche del modello.

Questo esperimento ebbe un grande impatto nella psicologia, poiché mise in luce come l’osservazione e l’ambiente sociale influenzino profondamente il modo in cui le persone apprendono e si comportano.

In un’epoca come la nostra, caratterizzata da una tecnologia in continua evoluzione, è ormai evidente che i media esercitano un’influenza diretta nel modellare atteggiamenti, credenze e comportamenti del pubblico, agendo come potenti “modelli” di riferimento nella vita quotidiana.

21/10/2025

🔴L’esperimento del precipizio visivo

Lo psicologo James Gibson ideò un esperimento celebre, noto come l’esperimento del precipizio visivo, per studiare il ruolo della percezione e della comunicazione nel comportamento dei bambini.

In questo test, un bambino viene posto su un grande tavolo, una metà è coperta da un motivo a scacchiera, mentre l’altra metà, grazie a un accorgimento ottico, sembra trasformarsi in un burrone. In realtà, non c’è alcun pericolo e il piano è protetto da una lastra di vetro trasparente. Tuttavia, il bambino, troppo piccolo per comprendere l’illusione, percepisce davvero la presenza di un vuoto davanti a sé.

A questo punto, entra in gioco la madre, posizionata dall’altro lato del tavolo. Se la madre assume un’espressione spaventata o preoccupata, il bambino tende a fermarsi, evitando di “oltrepassare” il precipizio. Al contrario, se la madre appare serena e incoraggiante, il bambino trova il coraggio di avanzare e di raggiungerla.

L’esperimento dimostra quanto la comunicazione emotiva e non verbale influenzi le nostre decisioni fin dai primi mesi di vita.
Perché, in fondo, ciò che desideriamo più di ogni altra cosa è un volto rassicurante, un gesto che ci dica che possiamo andare avanti e alla fine, un abbraccio che ci faccia sentire al sicuro.

21/10/2025

I BAMBINI CI GUARDANO
La vera difficoltà nell'educazione dei piccoli è che li si educa soprattutto inconsapevolmente.
I bambini infatti hanno il pessimo vizio di farsi educare non tanto quando il genitore lo vuole e lo decide, ma in ogni momento passato insieme. Così un genitore che porta un bambino al mare e pensa di educarlo dandogli un orario per il bagno o dicendogli di rispettare gli altri bambini, rischia di ignorare di averlo già educato lungo il tragitto. Magari rispondendo sgarbatamente al marito, alla moglie o al venditore ambulante, guidando la macchina mentre telefona, non rispettando il limite di velocità e rallentando al solo sbucare della polizia. Lo ha educato col tono di voce al risveglio, con la quantità di sorrisi e di lacrime, con gli abbracci e la presenza, con le attenzioni e le mancanze. Sarebbe bello se si potesse staccare la spina dell'educazione e decidere quando riattaccarla per poter dire al bimbo "ora guardami ed ora no..." Ma non è così. È per questo che il genitore è il "mestiere" più difficile. Perché il bimbo ti guarda ogni momento anche quando non lo vorresti, non lo pensi o non ne sei consapevole.
Educare è difficile perché si educa con quello che si è.
Lorenzo Braina


21/10/2025

“Proprio come un faro lungo la costa, il genitore illumina il cammino e segnala i pericoli, ma lascia che sia il giovane a navigare e seguire la propria rotta”
(K. Ginsburg)

💡 Significa illuminare la strada, senza sostituirsi.
Se li proteggiamo da ogni ostacolo, non avranno l'opportunità di rafforzare la loro capacità di adattarsi e reagire. È importante anche dar loro lo spazio per scegliere, sbagliare e imparare: così svilupperanno fiducia in sé stessi e capacità di affrontare il futuro.

Indirizzo

Via Giudecca, 1
Mirano

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 19:30
Martedì 09:00 - 19:30
Mercoledì 09:00 - 19:30
Giovedì 09:00 - 19:30
Venerdì 09:00 - 19:30
Sabato 09:00 - 19:30

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