29/10/2020
DOTT MICHELE RISI CHE VISITERA' IL GIORNO 03/11 PRESSO IL POLIAMBULATORIO ME.GA CI PARLA DELLA CHIRURGIA PERCUTANEA PER ALLUCE VALGO.
L’alluce valgo è una patologia del piede che colpisce numerose persone, soprattutto donne.
Si tratta di una malattia invalidante .Nei casi più gravi per curare l’alluce valgo occorre ricorrere alla chirurgia. Negli ultimi tempi la tendenza è quella di sottoporre i pazienti ad operazioni mini-invasive percutanee che oltre a raggiungere ottimi risultati, prevedono tempi di recupero molto inferiori rispetto a quelli previsti dalla chirurgia tradizionale.
Le cause possono essere genetiche (alluce valgo idiopatico) o secondarie cioè legate ad altre patologie (valgismo calcaneare e pronazione dell’astragalo) od a patologie autoimmunitarie e degenerative che causano alterazioni strutturali del piede. Le calzature invece non causano direttamente l’alluce valgo ma ,soprattutto in presenza di un tacco molto alto o di una punta molto fina, visto il conflitto meccanico che comportano, possono peggiorare l’infiammazione già presente nella zona ed aggravare un alluce valgo già presente.
Sintomi e diagnosi
La deviazione dell’alluce verso le altre dita del piede è il principale sintomo della patologia. Spesso questa si presenta come molto dolorosa. La malattia si presenta con la formazione della cosiddetta “cipolla” .Le dita coinvolte, inoltre, possono presentare numerosi calli, pelle indurita ed arrossata con borsiti reattive che possono anche infettarsi od ulcerarsi. Se la patologia è grave può causare un cambiamento della forma del piede, comportando ,cosi, un’evidente difficoltà nel camminare vista l’importante funzione che ha l’alluce di spingere in avanti il corpo e di bilanciarne il peso.
Al fine di rallentare il processo di peggioramento dell’alluce valgo è molto importante trattare la patologia il prima possibile.
Trattamento
Dopo un’attenta ed approfondita visita ambulatoriale, il chirurgo ortopedico del piede sarà in grado di decidere se il paziente è curabile con un trattamento medico, ortesico (plantari), fisioterapico o se è necessario un intervento chirurgico. I principali trattamenti non chirurgici consistono nell’uso di tutori, plantari ed antidolorifici accompagnati dall’utilizzo di scarpe comode con la pianta larga e con il tacco basso. Il trattamento fisioterapico prevede sedute di terapia manuale per ripristinare la corretta biomeccanica delle articolazioni coinvolte nella patologia, esercizi progressivi specifici , trattamento fasciale e fisioterapia strumentale. Nel momento in cui queste terapie, cosiddette conservative, non porteranno più benefici, occorrerà procedere con l’intervento chirurgico.
La tecnica operatoria che pratico da alcuni anni assieme ai colleghi dell' Associazione PBS di cui faccio parte prevede la correzione delle deformità e la modificazione delle ossa dell’avampiede mediante l'utilizzo piccole frese chirurgiche di derivazione odontoiatrica, che vengono introdotte attraverso incisioni della cute di 2-3 millimetri. Queste frese sono guidate dalla mano del chirurgo che “vede” le ossa e le frese stesse attraverso un particolare apparecchio radiologico. La novità importante inoltre è rappresentata dall’assenza di mezzi di sintesi (viti o fili), cosa che consente alle fratture di guarire secondo le “necessità” del piede, piede che camminerà immediatamente dopo l’intervento.
Dopo l' intervento
Al termine dell’intervento chirurgico viene realizzato un bendaggio, Taping, specifico studiato e messo a punto dall’équipe medica che non dovrà essere rimosso o modificato fino al primo controllo. Lo stesso giorno dell‘ intervento è’ possibile appoggiare il piede e camminare normalmente senza l’utilizzo delle stampelle per ricercare, da subito, il corretto approccio fisiologico per il riassestamento del piede, dopo l’operazione dell’alluce valgo.
Controlli successivi
Dopo circa 15/20 giorni dall'intervento avviene la prima visita di controllo nel corso della quale viene cambiata le medicazione, ridotto il bendaggio e, quando possibile, sostituita la scarpa post-operatoria con una calzatura propria, comoda (tipo da ginnastica di 1 o 2 taglie più grandi). Generalmente un secondo controllo per la rimozione definitiva del bendaggio è previsto dopo 35 giorni. Dopo 45-60 giorni si procede con il controllo radiografico.
Fisioterapia
E' consigliabile eseguire un ciclo di fisioterapia mirata a ridurre il gonfiore post operatorio e a ripristinare la corretta biomeccanica di tutte le articolazioni del piede , trattamenti osteopatici e ginnastica posturale per ricreare il corretto assetto corporeo, che a causa dell‘ appoggio scorretto del piede ,si è’ modificato nel tempo.