Luisa Zaccarelli psicoterapeuta

Luisa Zaccarelli psicoterapeuta Psicologa, psicoterapeuta, neurobiologa e formatrice. Accompagno genitori e adulti nel percorso di diagnosi della neurodivergenza
www.luisazaccarelli.it

01/12/2025

Quando si parla di donne autistiche, questa frase è dolorosamente vera.

Se una donna fatica nelle relazioni → viene definita timida o insicura
Se ha meltdown o burnout → è stressata, ipersensibile, ansiosa
Se iperfocalizza i suoi interessi → è appassionata, perfezionista
Se non segue le aspettative sociali → è immatura, strana, difficile

Il risultato? L’autismo scompare dietro etichette più comode per gli altri.

Nella narrativa dominante, la donna deve essere:
💋 emotiva
🫂 socialmente capace
🎯 orientata alle relazioni

Quando qualcosa non torna, si cerca un modo per normalizzare la sua diversità.
Così la sua verità si perde, rimane nascosta dove nessuno la cerca: tra la performance e il pregiudizio.

Le diagnosi arrivano tardi perché il mondo sa riconoscere solo un tipo di autismo: quello maschile, quello visibile, quello stereotipato.
Ma ci sono storie che non rientrano nel copione. Storie che non si vedono, ma che urlano sottovoce. Storie che meritano di essere riconosciute per ciò che sono, non per ciò che fa comodo credere.

Rendere visibile l’invisibile non è un gesto clinico: è un gesto di giustizia.

27/11/2025

Molte persone autistiche raccontano un rapporto complesso con le situazioni sociali “cariche”, dove le norme non sono scritte ma tutti sembrano conoscere il copione tranne loro.
I rituali sociali hanno regole invisibili:
🔹 cosa dire
🔹 come dirlo
🔹 quando restare in silenzio
🔹 quanto mostrare emozione
🔹 come modulare la presenza

In un funerale, per esempio, un momento dove l’emotività è attesa, ma entro confini precisi, l’incertezza può diventare enorme.
È un terreno minato fatto di frasi rituali che devono essere sincere ma non troppo personali, empatiche ma non invadenti.

Non sapere come comportarsi non significa non provare dolore. Non trovare le parole non significa essere freddi o insensibili. Significa soltanto che la comunicazione sociale è un linguaggio con regole opache, che non tutti imparano allo stesso modo.

A volte, avere un “interprete” fidato, come un amico, una persona che traduce il mondo, è ciò che permette di esserci davvero senza paura di sbagliare.
E questa non è debolezza: è una forma di intelligenza adattiva, di cura per sé e per gli altri.

🧩 L’autismo non rende meno empatici. Rende solo più complesso decifrare come l’empatia dovrebbe essere messa in scena.

24/11/2025

Sembra semplice, quasi un gioco. Ma per molte persone neurodivergenti, sorridere “a comando” può essere un’esperienza tutt’altro che neutra. Perché?

🎭 IL SORRISO COME MASCHERA
Per tante persone autistiche o ADHD, sorridere non è solo un gesto spontaneo: è una strategia sociale per sembrare gentili, presenti, “a posto”.
È il modo per evitare fraintendimenti o giudizi.

🧠 SFORZO COGNITIVO ED EMOTIVO
Il sorriso deve avere il tono giusto. Né troppo poco (freddo), né troppo (strano). Un microbilanciamento che richiede energie.

🔍 AUTENTICITÀ MESSA ALLA PROVA
“Fai finta di sentirti felice” può suonare come un ordine a negare ciò che si prova davvero in quel momento.

🐍 TRIGGER PER CHI HA INTERIORIZZATO IL MASKING
Allenarsi a sorridere senza motivo può ricordare anni di adattamento forzato: «Mostrati come vogliono vederti, non come sei.»

Per qualcuno questo può essere un esercizio simpatico. Per altri può toccare corde profonde: il confine sottile tra gesto sociale e cancellazione di sé.

Una frase che sembra semplice. Una frase che sentiamo ogni giorno. E che per molte persone autistiche è tutt’altro che s...
20/11/2025

Una frase che sembra semplice.
Una frase che sentiamo ogni giorno.

E che per molte persone autistiche è tutt’altro che semplice.

Dietro questa domanda si nasconde una piccola giungla sociale da attraversare in pochi secondi:
🧩 Ambiguità — Vuoi la verità o solo un rituale?
🎭 Masking — Devo sembrare “a posto”, anche se non lo sono?
🧠 Alessitimia — Come sto davvero? Non sempre riesco a capirlo subito.
⏱️ Pressione del tempo — Devo rispondere adesso, senza esitare.
🧍‍♂️ Sovraccarico sociale — Parlare può richiedere più energia di quanta ne abbia.

Per molti neurotipici è una formalità, un atto di cortesia.
Per molte persone autistiche è un esercizio di equilibrio: tra sincerità e aspettativa, tra maschera e vulnerabilità, tra silenzio e performance sociale.
A volte, la risposta automatica è ✨ “Bene!” ma dentro c’è un mondo che nessuno vede.

Domandare “Come stai?” può essere un gesto di cura più profondo se impariamo a renderlo accessibile e autentico:
🔹 “Com’è stata la tua giornata finora?”
🔹 “Hai energie per parlare adesso?”
🔹 “Vuoi che ci sentiamo più tardi?”
Perché la comunicazione non dovrebbe mettere nessuno in difficoltà per sentirsi parte della conversazione. Anche la gentilezza merita di essere inclusiva.

17/11/2025

Ricevere una diagnosi di autismo, ADHD e plusdotazione a 35 anni significa guardare indietro e capire che quella forza non era naturale: era sopravvivenza.

Era spingere, sempre.

Per anni le persone hanno visto solo la parte che funzionava:
⭐ la figlia brillante
⭐ l’amica capace
⭐ la persona multitasking, entusiasta, che non si ferma mai .
Ma nessuno vedeva la fatica sotterranea.
Nessuno riconosceva il prezzo che si stava pagando per apparire “ok”.
Burnout non significa improvvisamente “non riuscire più”. Significa che il corpo e la mente dicono: «Basta. Non posso più sostenere una vita che non è fatta per me.»

💥 Il crollo arriva quando la maschera diventa troppo pesante.
Quando l’energia necessaria per funzionare nel mondo neurotipico si esaurisce del tutto. E allora inizia un’altra battaglia:
🧨 spiegare che non sei cambiata
🧨 che non sei diventata fragile
🧨 che quella fatica c’è sempre stata .

Il mondo però fa fatica a capire che l’eccellenza può essere una forma di coping. Che il “fare tanto” può essere un tentativo disperato di non fallire agli occhi degli altri.

🧩 La diagnosi tardiva è insieme lutto e liberazione: lutto per ciò che non è stato riconosciuto, liberazione perché finalmente non serve più fingere.

A volte, la vera forza non sta nello spingere… ma nel concedersi di fermarsi senza colpa.

13/11/2025

Molte persone autistiche ad alto funzionamento raccontano un’infanzia fatta di intuizioni molto profonde, soprattutto sugli adulti, sulle dinamiche sociali “ufficiali”, sulle regole che tengono insieme il mondo.

Eppure, questa capacità viene spesso fraintesa.
Se sai parlare bene, non puoi essere autistico.
Se rispetti le regole, non hai difficoltà sociali.
Se sei intelligente, non hai bisogno di aiuto.

💡 Questa è una delle ragioni per cui tante diagnosi arrivano tardi:
le competenze verbali e cognitive coprono le difficoltà più invisibili.
Invece di riconoscere una neurodivergenza, il mondo etichetta questi bambini come “maturi”, “intelligenti”, “bravi a scuola”… finché la vita non si complica e la maschera inizia a cedere.

Crescere così significa passare anni a chiedersi:
🔹 perché gli altri capiscono tra loro cose che a me sfuggono?
🔹 perché le regole cambiano senza preavviso?
🔹 perché il mio impegno sembra non bastare mai?

Arrivare alla diagnosi in età adulta può essere liberatorio e doloroso allo stesso tempo:
liberatorio perché finalmente tutto ha un senso;
doloroso perché nessuno se n’era accorto prima.

🧩 L’autismo non si definisce dalla mancanza, ma dalla differenza.
Capire le regole del mondo non significa riuscire a starci dentro senza fatica.
Saper parlare non significa sentirsi compresi.

Molti bambini autistici crescono pensando di essere sbagliati,
quando in realtà sono solo diversi in un mondo che riconosce troppo tardi il loro modo di funzionare.

Questa frase racchiude una verità spesso invisibile nelle neurodivergenze: il cambiamento che gli altri notano non è evo...
10/11/2025

Questa frase racchiude una verità spesso invisibile nelle neurodivergenze: il cambiamento che gli altri notano non è evoluzione spontanea, ma adattamento forzato.

Keiko cambia perché osserva, imita, studia ciò che la circonda. Cambia per essere letta come “normale”. Cambia per sopravvivere in un mondo che non ha postazioni per chi non segue le sue regole.

🎭 Questo si chiama masking: quando per essere accettata devi trasformarti ogni giorno, imparare nuovi copioni, spegnere parti di te e accenderne altre in base a chi hai davanti.
E allora quel “sei cambiata tanto!” che sembra un complimento diventa un promemoria doloroso: nessuno vede la fatica nascosta dietro quel cambiamento. Nessuno vede quanto costa sembrare “a posto”.

🌪️ Il masking ti protegge… e allo stesso tempo ti cancella.

La verità è che non si dovrebbe essere costrette ad assorbire il mondo per esserne accettate. Dovrebbe esserci spazio per esistere, non solo per adattarsi.

07/11/2025

È doloroso quando una diagnosi sbagliata porta a galla un pregiudizio antico: se sei donna, allora il tuo problema deve essere emotivo.
Come se l’essere donna significasse automaticamente essere “troppo”:
😣 troppo ansiosa
😤 troppo oppressiva
😢 troppo sensibile

…oppure “troppo poco”:
🙄 poco regolata
😶‍🌫️ poco adeguata
🤐 poco comprensibile

In ogni caso, qualcosa non va mai bene. L’etichetta si trova sempre.

Questi sono stereotipi che ascoltiamo tutti i giorni, nei modi di dire, nei giudizi velati… ma il vero problema è quando diventano diagnosi cliniche.
Quando invece di vedere l’autismo, viene vista “ansia”. Quando invece di riconoscere una neurodivergenza, viene corretta la personalità.
Quando il dolore viene scambiato per dramma.

Le donne autistiche non sono riconosciute perché il pregiudizio le nasconde. E la salute mentale non dovrebbe mai essere subordinata al genere.

👁️‍🗨️ Non sei troppo. Non sei poco. Sei solo diversa da ciò che si aspettano. E questo non è un difetto: è la verità che merita di essere vista.

Cosa succede quando un bambino non parla?A volte, il silenzio è solo un linguaggio che non abbiamo ancora imparato.✨ Non...
25/10/2025

Cosa succede quando un bambino non parla?
A volte, il silenzio è solo un linguaggio che non abbiamo ancora imparato.
✨ Non lo stiamo perdendo. Lo stiamo finalmente incontrando.

Spesso si parla di diagnosi come se fosse un’etichetta.In realtà è un linguaggio di comprensione: serve a mettere insiem...
16/10/2025

Spesso si parla di diagnosi come se fosse un’etichetta.
In realtà è un linguaggio di comprensione: serve a mettere insieme i pezzi, non a dividerli.

👉 In questo carosello ti spiego chi può davvero fare una diagnosi di ADHD e Autismo,
sia per bambini che per adulti — e perché è importante affidarsi a professionisti qualificati.

Non per classificarsi, ma per conoscersi meglio.
Per dare nome e senso a un funzionamento, e aprire strade nuove. 🌿

💌 Se senti il bisogno di capire meglio il tuo funzionamento, puoi scrivermi in DM o leggere di più su
👉 www.luisazaccarelli.it

Siamo cresciuti con l’idea che “essere nella media” fosse un traguardo.Ma la media è una somma di differenze, e io non v...
14/10/2025

Siamo cresciuti con l’idea che “essere nella media” fosse un traguardo.
Ma la media è una somma di differenze, e io non voglio scomparire dentro un numero.
Preferisco conoscermi, riconoscermi, e stare bene così come sono.

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