19/04/2020
I MIEI APPUNTI SUL CORONAVIRUS SARS-COV-2 E LE SUE IMPLICAZIONI IN OCULISTICA
(Dati basati su conoscenze e pubblicazioni sino ad aprile 2020 pertanto suscettibili di variazioni nel tempo)
I Coronavirus (CoV) sono una famiglia di virus che generalmente infettano gli animali ma in alcuni casi passano da questi all’uomo; sono cioè virus zoonotici come è successo per lo Zibetto per la SARS-CoV o il dromedario per la MERS-CoV.
Il nuovo coronavirus SARS-CoV-2 causa nell’uomo una nuova patologia respiratoria detta COVID-19 (in quanto individuata in Cina nel dicembre 2019).
Il tasso di riproduzione va da 2 a 4, cioè ogni individuo infetto può a sua volta infettare dalle 2 alle 4 persone, valore questo circa doppio rispetto ad una normale influenza.
La trasmissione da individuo ad individuo avviene principalmente attraverso inalazione di droplets, contatto diretto, lacrime e feci (queste due ultime contengono il virus ma non è chiaro se lo possano trasmettere con certezza) ed infine con contatto con oggetti infetti.
Il virus rimane attivo sugli oggetti da 2-3 giorni fino probabilmente a 9 giorni. La temperatura elevata inattiva il virus e la disinfezione si ottiene con soluzioni a base alcolica (min 60%) o con ipoclorito di sodio 0,5%.
I soggetti asintomatici possono infettare gli altri a causa dell’incubazione relativamente lunga 2-14 giorni e la capacità infettiva anche dopo guarigione.
La death-to-case del SARS-CoV-2 ( numero di morti per malattia in un intervallo di tempo in rapporto al numero di nuovi casi in quel lasso di tempo) va dal 1,4% al 2,3%. Circa 20 volte una normale influenza.
I comuni segni di infezione sono febbre, tosse secca, difficoltà respiratorie cui si associano poi astenia profonda, mialgia, cefalea, anosmia, diarrea, nausea e vomito. Nella maggior parte dei casi si ha solo un banale raffreddore. Nei casi gravi compare una polmonite interstiziale, una severa sindrome respiratoria acuta, insufficienza renale e morte.
Più colpiti sono gli anziani con comorbidità, i bambini sono colpiti meno, i maschi più delle donne.
Il SARS-CoV-2 in oftalmologia può causare una congiuntivite infettiva (0,8%). Il virus è presente nelle lacrime solo in presenza di congiuntivite.
L’infiammazione della congiuntiva può essere il primo segno di Covid-19.
La congiuntivite da coronavirus ha le tipiche caratteristiche di quella virale:iperemia, secrezione sierosa, chemosi. Il paziente avverte i di corpo estraneo, fotofobia, ingrossamento del linfonodo preauricolare.
La terapia è di supporto con lacrime artificiali ed eventualmente cortisone (solo se lo specialista ritiene opportuno).
In questo frangente i pazienti con congiuntivite devono essere potenzialmente considerati affetti da Covid-19. Pertanto in questa fase di pandemia è necessario, prima di visitare il paziente, indagare sulle zone di provenienza, l’eventuale contatto con persone infette, presenza di febbre, affanno o difficoltà respiratorie. Se necessario avvertire il medico di medicina generale o l’operatore di Sanità Pubblica. È fondamentale che il paziente e il medico indossino le mascherine ( meglio se FFP2), i guanti monouso e l’oculista occhiali protettivi e camice monouso. Al termine della visita tutto ciò che è stato a contatto col paziente deve essere disinfettato con alcool etilico al 70% o ipoclorito di sodio 0,5%.