Rino Mastromauro Osteopata e LM51 in Psicologia Clinica e della Salute

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Rino Mastromauro  Osteopata e LM51 in Psicologia Clinica e della Salute Informazioni di contatto, mappa e indicazioni stradali, modulo di contatto, orari di apertura, servizi, valutazioni, foto, video e annunci di Rino Mastromauro Osteopata e LM51 in Psicologia Clinica e della Salute, Medicina e salute, ACCADEMIA ITALIANA RICERCA DELLA SALUTE in Via Alfredo Baccarini, 14A, Molfetta.

Osteopata -Osteopatia Tradizionale e Osteopatia Biodinamica, Posturologo
Chinesiologo, ISEF, Dottore in Scienze Motorie, Dottore in Scienze e Tecniche Psicologiche, Dottore in Psicologia Clinica e della Salute, Personal Trainer, Formatore dal 1994.

COME L’ATTIVITÀ FISICA “PARLA” AL SISTEMA IMMUNITARIO: il microbiota che aiuta a comba***re il cancroDi Rino Mastromauro...
01/11/2025

COME L’ATTIVITÀ FISICA “PARLA” AL SISTEMA IMMUNITARIO: il microbiota che aiuta a comba***re il cancro

Di Rino Mastromauro

Negli ultimi anni, l’esercizio fisico si è imposto come un potente alleato non solo della salute generale, ma anche della lotta contro il cancro. Numerosi studi hanno mostrato che l’attività fisica può aumentare l’efficacia delle terapie oncologiche, in particolare degli inibitori dei checkpoint immunitari (ICI) farmaci che riattivano il sistema immunitario contro le cellule tumorali. Tuttavia, i meccanismi biologici alla base di questo effetto benefico sono rimasti, finora, poco chiari.
Un recente studio (DOI: 10.1016/j.cell. 2025.06.018) ha fatto luce su questo mistero, rivelando un protagonista inatteso: il microbiota intestinale, ovvero l’insieme dei miliardi di microrganismi che popolano il nostro intestino. I ricercatori hanno dimostrato che l’esercizio fisico modifica il metabolismo microbico intestinale, stimolando la produzione di un particolare metabolita, il formiato, che si rivela fondamentale nel potenziare la risposta immunitaria antitumorale.

Il formiato: un messaggero tra intestino, esercizio e sistema immunitario
Durante l’attività fisica, il metabolismo microbico intestinale subisce un’attivazione che porta all’aumento dei livelli di formiato, una piccola molecola derivata dal metabolismo monocarbonioso. Questo metabolita, prodotto dai batteri intestinali, non resta confinato nell’intestino: entra in circolo e potenzia la funzione delle cellule T CD8 citotossiche — le cosiddette cellule “killer” del sistema immunitario, specializzate nell’eliminare le cellule tumorali.
Gli esperimenti condotti su modelli preclinici di melanoma hanno mostrato che l’aumento del formiato indotto dall’esercizio migliora in modo significativo l’efficacia degli inibitori dei checkpoint immunitari. In altre parole, il movimento “prepara” il sistema immunitario a rispondere meglio alle terapie.

Un meccanismo mediato dal fattore Nrf2
A livello molecolare, gli studiosi hanno identificato il fattore di trascrizione Nrf2 (nuclear factor erythroid 2-related factor 2) come un elemento chiave di questo processo. Il formiato attiva Nrf2, che a sua volta regola i geni responsabili della funzione e della sopravvivenza delle cellule T CD8. L’attivazione di Nrf2 migliora la capacità di queste cellule di riconoscere e distruggere le cellule tumorali, potenziando così l’immunità antitumorale mediata dall’esercizio.
In vitro, il formiato è risultato sufficiente e necessario per indirizzare il destino delle cellule Tc1 — una sottopopolazione di linfociti T CD8 — verso una risposta più efficace contro gli antigeni tumorali. In vivo, nei modelli animali, la somministrazione di formiato o la sua produzione microbica naturale hanno determinato una riduzione significativa della crescita tumorale.
Un biomarcatore promettente per l’immunoterapia
Un risultato particolarmente interessante riguarda l’identificazione del formiato derivato dal microbiota umano come potenziale biomarcatore dell’immunità potenziata. Livelli elevati di formiato nel sangue potrebbero indicare una maggiore attivazione delle cellule T CD8 e una migliore risposta alle terapie immunitarie.
Queste scoperte aprono prospettive entusiasmanti: in futuro, la modulazione del microbiota attraverso l’esercizio fisico mirato, la dieta o interventi probiotici potrebbe diventare una strategia complementare per aumentare l’efficacia dell’immunoterapia.
Una nuova frontiera tra metabolismo, microbiota e cancro
L’idea che un metabolita prodotto dai batteri intestinali durante l’attività fisica possa potenziare l’immunità antitumorale rappresenta un cambio di paradigma. Essa unisce tre dimensioni apparentemente distanti — il microbiota, il movimento e il sistema immunitario — in un unico circuito biologico integrato.

In sintesi, muoversi non fa bene solo al corpo, fa bene anche alle nostre difese più profonde. Il microbiota, come un invisibile alleato, traduce l’attività fisica in un linguaggio molecolare che rafforza il sistema immunitario e potenzia l’efficacia dei trattamenti oncologici.

Riferimenti bibliografici
Exercise-induced microbiota metabolite enhances CD8+ T cell–mediated antitumor immunity and immunotherapy efficacy. (2025)
DOI: 10.1016/j.cell. 2025.06.018

Routy, B., et al. (2018). “Gut microbiome influences efficacy of PD-1–based immunotherapy against epithelial tumors.” Science, 359(6371), 91–97.
Pedersen, L., et al. (2016). “Exercise-induced changes in the gut microbiota and implications for immune function.” Nature Reviews Immunology, 16(9), 553–565.
Dandekar, A., & Perlman, S. (2021). “Harnessing the microbiota to enhance immunotherapy.” Nature Medicine, 27, 1674–1683.
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IL TEMPO ESISTE DAVVERO OPPURE  È SOLO UNA NOSTRA ILLUSIONE?di Rino MastromauroIl tempo è uno dei più grandi enigmi dell...
25/10/2025

IL TEMPO ESISTE DAVVERO OPPURE È SOLO UNA NOSTRA ILLUSIONE?

di Rino Mastromauro

Il tempo è uno dei più grandi enigmi dell’universo. Lo percepiamo come un flusso che scorre dal passato al futuro, come le lancette di un orologio. Ma è davvero così? La fisica moderna, soprattutto la fisica quantistica, suggerisce che il tempo potrebbe essere solo un’illusione creata dalla nostra mente.

Ma cos’è il tempo? È ciò che distingue il “prima” dal “dopo”, ci permette di ricordare il passato ma non il futuro ed è alla base di ogni fenomeno dell’universo, dal battito del nostro cuore al movimento delle galassie.
Per Newton, il tempo era assoluto e uguale per tutti. Einstein, con la sua Teoria della Relatività, ha invece dimostrato che è relativo: può accelerare o rallentare in base alla velocità e alla gravità.
La fisica quantistica ha reso il concetto ancora più misterioso. Le sue equazioni non distinguono tra passato e futuro: i fenomeni quantistici possono avvenire in entrambe le direzioni temporali. A livello microscopico, non esiste un vero “prima” e “dopo”. (Un concetto chiave nell’Osteopatia Biodinamica.)
Secondo alcuni fisici, come Julian Barbour, il tempo è solo un’illusione. L’universo sarebbe composto da una serie infinita di “fotogrammi” statici, come le pagine di un libro. La nostra mente collega questi istanti creando l’illusione dello scorrere del tempo.
Anche la gravità quantistica a loop ipotizza che spazio e tempo siano formati da “grani” discreti, come i pixel di uno schermo. In questo caso, il tempo non sarebbe continuo, ma emergerebbe da fenomeni più fondamentali.
Se guardiamo l’universo con gli occhi della fisica quantistica, il tempo potrebbe non essere una proprietà intrinseca, ma solo una percezione umana. Eppure, nella nostra vita quotidiana, il tempo esiste: invecchiamo, le stagioni cambiano, e gli eventi accadono in un ordine preciso.
Forse il tempo è reale per noi, ma non per l’universo. Come un arcobaleno, che appare solo con la giusta combinazione di luce e pioggia, il tempo potrebbe essere solo il risultato del nostro modo di percepire la realtà.
La scienza non ha ancora una risposta definitiva, ma una cosa è certa: il tempo resta un mistero e comunque vi ricordo che stanotte dobbiamo spostare le lancette dell’orologio un’ora indietro, dalle ore 3.00 alle ore 2.00, buon ora solare!

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DISTURBO BORDERLINE DI PERSONALITÁ: tra emozioni, corpo e possibilità di cura integrataDi Rino Mastromauro Il Disturbo B...
18/10/2025

DISTURBO BORDERLINE DI PERSONALITÁ: tra emozioni, corpo e possibilità di cura integrata

Di Rino Mastromauro

Il Disturbo Borderline di Personalità (DBP) è una condizione complessa che riguarda la sfera emotiva, relazionale e identitaria dell’individuo. Non si tratta di “capricci” o di instabilità momentanee, ma di un modo profondo e doloroso di vivere sé stessi e gli altri. Chi soffre di DBP sperimenta emozioni intense e altalenanti, un senso di vuoto costante, paura dell’abbandono e difficoltà nel regolare i propri impulsi. Tutto ciò può tradursi in relazioni instabili, comportamenti autolesivi o in un continuo oscillare tra idealizzazione e svalutazione degli altri.
Dal punto di vista psicologico, il trattamento di elezione è la psicoterapia, in particolare la Dialectical Behavior Therapy (DBT) e la Terapia Metacognitiva Interpersonale (TMI). Entrambe aiutano la persona a riconoscere e modulare le emozioni, a sviluppare una maggiore consapevolezza di sé e a costruire relazioni più equilibrate. Il percorso terapeutico, tuttavia, richiede tempo, pazienza e una forte alleanza tra terapeuta e paziente: non si tratta di “cambiare personalità”, ma di imparare a vivere meglio con la propria sensibilità.
Negli ultimi anni, si è iniziato a riconoscere come mente e corpo siano indissolubilmente connessi. Il corpo non è solo il “contenitore” delle emozioni, ma spesso il loro canale privilegiato. Qui entra in gioco l’osteopatia, che può affiancare il lavoro psicoterapeutico. Attraverso tecniche manuali delicate, l’osteopata favorisce il rilascio delle tensioni muscolari e fasciali che si accumulano nei momenti di stress emotivo. L’obiettivo non è “curare” il disturbo, ma sostenere il benessere globale, migliorare la percezione corporea e ridurre l’iperattivazione fisiologica che accompagna le crisi emotive.
Un’altra risorsa preziosa è l’attività fisica. Numerosi studi mostrano che il movimento regolare — che sia yoga, corsa, nuoto o semplici passeggiate — migliora l’umore, regola il sonno e riduce l’impulsività. L’esercizio aiuta a produrre endorfine, a stabilizzare i ritmi circadiani e a ricostruire un rapporto più sano con il proprio corpo. Per chi vive nel caos emotivo del DBP, imparare ad ascoltare il corpo attraverso il movimento diventa un modo concreto per ritrovare equilibrio.
Curare un disturbo borderline non significa cancellare la propria intensità emotiva, ma imparare a viverla senza esserne travolti. La combinazione di psicoterapia, osteopatia e attività fisica rappresenta un approccio integrato che guarda alla persona nella sua interezza — mente, corpo e relazioni — restituendo dignità e speranza a chi spesso si sente frammentato. Il cambiamento è possibile, e passa attraverso la gentilezza verso sé stessi, un passo alla volta.

Rino Mastromauro D.O. m.R.O.I. Osteopata | Osteopatia Tradizionale e Biodinamica Dottore in Psicologia Clinica e della Salute
Tirocinante dí Psicologia presso IKOS AGIFORM-Bari
Dottore in Scienze e Tecniche Psicologiche Posturologo | Formatore e Relatore dal 1994
Personal Trainer Professionista
Facilitatore Mindfulness
Appassionato di fisica quantistica
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ADHD NEGLI ADULTI : il ruolo dell’attività fisica e dell’osteopatiaDi Rino Mastromauro Negli ultimi anni la ricerca ha c...
11/10/2025

ADHD NEGLI ADULTI : il ruolo dell’attività fisica e dell’osteopatia

Di Rino Mastromauro

Negli ultimi anni la ricerca ha chiarito un punto fondamentale: l’ADHD non riguarda solo i bambini, ma spesso continua anche nell’età adulta. Chi ne soffre può avere difficoltà a mantenere l’attenzione, gestire il tempo, organizzarsi, regolare le emozioni e mantenere costante la concentrazione sul lavoro o nelle relazioni personali (Ostinelli et al., 2025).
Se un tempo la terapia farmacologica era considerata quasi l’unica opzione, oggi si parla sempre più di approcci integrati. Accanto ai farmaci e agli interventi psicologici, un ruolo importante può essere giocato da due alleati naturali: l’attività fisica e l’osteopatia.
Secondo le ricerche più recenti, muoversi regolarmente aiuta gli adulti con ADHD a migliorare il controllo dell’attenzione, a ridurre l’impulsività e a gestire meglio lo stress. Attività aerobiche come corsa, nuoto o ciclismo stimolano la produzione di dopamina e noradrenalina, neurotrasmettitori fondamentali per la concentrazione e la motivazione (Yang, 2025).
Non serve diventare atleti professionisti: anche camminate veloci, yoga dinamico o allenamenti funzionali possono portare benefici. Inoltre, gli sport di squadra o le discipline che richiedono coordinazione e strategie (ad esempio arti marziali o basket) sembrano particolarmente utili, perché uniscono movimento fisico e impegno mentale (Martín-Rodríguez, 2025).
Accanto all’esercizio fisico, l’osteopatia sta guadagnando attenzione come trattamento complementare per chi convive con l’ADHD. Le tecniche manuali utilizzate dagli osteopati hanno l’obiettivo di riequilibrare il corpo, migliorare la mobilità articolare, alleviare tensioni muscolari e favorire una respirazione più libera e profonda.
Qual è il legame con l’ADHD? Diversi studi indicano che dopo sedute osteopatiche molti pazienti riportano benefici indiretti ma importanti:

Miglioramento della qualità del sonno, spesso compromessa negli adulti con ADHD. Dormire meglio significa avere più energia e concentrazione durante il giorno.
Riduzione delle tensioni e dei dolori muscoloscheletrici, che possono peggiorare ansia e agitazione.
Maggiore rilassamento e benessere generale, con effetti positivi sulla regolazione emotiva.
Supporto alla concentrazione: quando il corpo si sente meno contratto e più bilanciato, diventa più facile mantenere l’attenzione.
In altre parole, l’osteopatia non agisce direttamente sui sintomi “cognitivi” dell’ADHD, ma crea le condizioni fisiche e psicofisiologiche perché la persona si senta meglio e più centrata (Accorsi et al., 2014).
Il messaggio delle ricerche più recenti è chiaro: non esiste una soluzione unica, ma un insieme di strategie che, combinate, possono migliorare notevolmente la qualità della vita degli adulti con ADHD. L’attività fisica regolare aiuta a “allenare” cervello e corpo, mentre l’osteopatia sostiene equilibrio, rilassamento e benessere.
Integrate in un percorso personalizzato — che può includere farmaci, psicoterapia e supporti pratici nella vita quotidiana — queste due risorse diventano un valido sostegno naturale e complementare.

Bibliografia
Accorsi, A., et al. (2014). Effect of osteopathic manipulative therapy in the attentive performance of children with ADHD. PubMed.
Martín-Rodríguez, A. (2025). The role of physical activity in ADHD management. Children (MDPI).
Ostinelli, E. G., et al. (2025). A systematic review and component network meta-analysis of interventions for adult ADHD. The Lancet Psychiatry.
Yang, Y. (2025). The impact of physical activity on inhibitory control of adult ADHD: a systematic review and meta-analysis. Journal of Global Health.

Rino Mastromauro D.O. m.R.O.I. Osteopata | Osteopatia Tradizionale e Biodinamica Dottore in Psicologia Clinica e della Salute
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DISTURBO BIPOLARE: capire, muoversi, toccareDi Rino Mastromauro Il disturbo bipolare è una malattia mentale cronica cara...
04/10/2025

DISTURBO BIPOLARE: capire, muoversi, toccare

Di Rino Mastromauro

Il disturbo bipolare è una malattia mentale cronica caratterizzata da oscillazioni dell’umore che vanno dagli episodi depressivi a periodi di mania o ipomania, con impatto significativo sulla vita quotidiana, sul lavoro e sulle relazioni sociali (Marano, 2025). La terapia farmacologica e la psicoterapia restano pilastri fondamentali, ma sempre più ricerche indagano interventi integrativi utili a migliorare sintomi, qualità di vita e funzionamento psicosociale.

Negli ultimi anni l’attività fisica è emersa come un valido complemento terapeutico per persone con disturbo bipolare. Revisioni e studi pilota mostrano che interventi strutturati di esercizio aerobico e programmi combinati possono ridurre i sintomi depressivi e migliorare il benessere generale; tuttavia la qualità metodologica degli studi è variabile e servono trial più ampi e controllati per definire protocolli ottimali (Frontiers, 2025; Lafer, 2023). L’esercizio sembra agire su più livelli: modulazione dell’asse stress-infiammatorio, aumento della neuroplasticità, miglioramento del sonno e dell’autoefficacia — fattori tutti rilevanti nella gestione del disturbo. Studi recenti suggeriscono anche che una maggiore attività fisica è associata a un minor rischio di ricadute. Rimangono punti aperti su intensità, durata e tempistica dell’esercizio in relazione alle fasi maniacali e depressive (Nature Translational Psychiatry, 2025; Vancampfort et al., 2025).

Parallelamente, l’interesse per approcci manuali come l’osteopatia — e nello specifico la cosiddetta osteopatia biodinamica — è cresciuto nell’ambito della salute mentale. Ricerche preliminari e studi di fattibilità indicano che trattamenti manuali possono influenzare parametri psico-fisiologici (es. variabilità della frequenza cardiaca, interocezione) e che i pazienti riferiscono sensazioni di rilassamento e maggior consapevolezza corporea dopo le sedute (Hope-Bell et al., 2024; Bohlen, 2021). Le ipotesi di meccanismo propongono che il lavoro corporeo possa generare segnali interocettivi che favoriscono la regolazione emotiva; tuttavia la letteratura è ancora agli esordi e manca una solida serie di RCT mirati specificamente a pazienti con disturbo bipolare (BMJ Open, 2025).

Cosa consigliarsi oggi? Integrare attività fisica regolare—preferibilmente prescritta e seguita da professionisti esperti nella salute mentale—può essere consigliabile come parte di un piano multidisciplinare. L’osteopatia può rappresentare una modalità complementare per chi ne trae beneficio soggettivo, ma va considerata come supporto e non come sostituto di terapia farmacologica o psicoterapica consolidata. Infine, la ricerca suggerisce la necessità di studi più rigorosi, con campioni sufficienti e follow-up prolungati, per definire linee guida pratiche e sicure per persone con disturbo bipolare.

Riferimenti (selezione, stile APA)
Frontiers in Psychiatry. (2025). Exercise interventions for depressive, manic, and anxiety symptoms in bipolar disorder: systematic review and meta-analysis.
Lafer, B. (2023). Structured physical exercise for bipolar depression. PMC.
Hope-Bell, J., Draper-Rodi, J., & Edwards, D. J. (2024). Applying an osteopathic intervention to improve mild to moderate mental health symptoms: a mixed-methods feasibility randomised trial. Chiropractic & Manual Therapies, 32, 32.
Bohlen, L. (2021). Osteopathy and Mental Health: An Embodied, Predictive… PMC.
Marano, G. (2025). Future pharmacotherapy for bipolar disorders: emerging trends. MDPI.

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QUANDO LE EMOZIONI SEMBRANO SFUGGIRE: capire e gestire la Disregolazione EmotivaDi Rino Mastromauro La disregolazione em...
27/09/2025

QUANDO LE EMOZIONI SEMBRANO SFUGGIRE: capire e gestire la Disregolazione Emotiva

Di Rino Mastromauro

La disregolazione emotiva è un tema sempre più discusso in psicologia clinica e nella pratica quotidiana degli psicologi. Non si tratta soltanto di “avere emozioni forti”, ma di vivere le emozioni in modo così intenso, rapido e difficile da controllare da interferire con le relazioni, il lavoro e il benessere personale. Come sottolineano Paulus e colleghi (2021), si parla di disregolazione emotiva quando l’esperienza emotiva e la sua espressione ostacolano il funzionamento quotidiano e la possibilità di perseguire obiettivi significativi.
Immaginiamo una giovane donna che, di fronte a un piccolo ritardo di un amico, sperimenta un’ondata di rabbia e delusione sproporzionata. Non riesce a fermarsi, alza la voce e dopo lo sfogo si sente in colpa, ma allo stesso tempo intrappolata in un circolo di emozioni contrastanti. Oppure pensiamo a un uomo che, al lavoro, riceve un feedback costruttivo: invece di riuscire a considerarlo un’occasione di crescita, si sente sopraffatto dall’ansia e dalla vergogna, fino a bloccarsi e rimuginare per giorni.
Questi esempi mostrano come la disregolazione emotiva non riguardi soltanto i “grandi traumi”, ma possa insinuarsi nei piccoli eventi quotidiani, rendendo difficile mantenere equilibrio e lucidità. A volte basta una canzone che richiama un ricordo doloroso per scatenare ansia o tristezza intense, difficili da gestire.
Le origini sono multifattoriali: componenti genetiche e temperamentali rendono alcune persone più sensibili agli stimoli; esperienze infantili di scarsa validazione emotiva o di trauma aumentano la vulnerabilità; processi cognitivi come la ruminazione contribuiscono a mantenere l’attivazione nel tempo (Aldao et al., 2016). Non sorprende, quindi, che la disregolazione emotiva sia presente in vari disturbi psicologici, dalla depressione al disturbo borderline di personalità (Gratz & Roemer)
Accanto alle psicoterapie evidence-based, negli ultimi anni si è posta sempre più attenzione a strategie integrative. L’attività fisica regolare, ad esempio, non solo migliora la salute fisica, ma riduce l’attivazione fisiologica legata a stress e ansia, favorisce il rilascio di endorfine e sostiene un miglior equilibrio neurochimico. Allenarsi con costanza — che si tratti di corsa, yoga, nuoto o anche semplici passeggiate — può aiutare a scaricare le tensioni emotive e a prevenire gli scoppi impulsivi. Studi recenti mostrano che il movimento agisce come un regolatore naturale del tono dell’umore, migliorando la capacità di tollerare frustrazioni quotidiane (Lubans et al., 2016).
L’osteopatia, pur non essendo un intervento psicologico diretto, rappresenta un ulteriore supporto. Attraverso tecniche manuali che agiscono sul corpo, può contribuire a ridurre tensioni muscolari e migliorare la percezione corporea. Molti pazienti riportano che dopo una seduta osteopatica si sentono più “leggeri” e rilassati, con una maggiore consapevolezza delle proprie sensazioni corporee. Questo aumento della connessione corpo-mente può facilitare anche la regolazione emotiva, perché le emozioni non vivono solo nella mente ma si esprimono nel corpo: il battito che accelera, il respiro che si blocca, le spalle che si irrigidiscono.
Oltre a psicoterapia, movimento e osteopatia, altre pratiche utili comprendono:

tecniche di mindfulness, per osservare le emozioni senza farsi trascinare;
il training di consapevolezza emotiva, che aiuta a riconoscere e nominare ciò che si prova;
la costruzione di reti sociali di supporto, per condividere emozioni difficili senza sentirsi soli.
La disregolazione emotiva può sembrare, a chi la vive, un destino ineluttabile: emozioni che prendono il sopravvento, relazioni che si incrinano, giornate dominate dall’ansia o dalla rabbia. In realtà, esistono molteplici strumenti per imparare a regolare le emozioni. Psicoterapia, attività fisica e interventi integrativi come l’osteopatia non sono “scorciatoie”, ma risorse concrete che, combinate, aiutano a ritrovare equilibrio. Riconoscere che il corpo e la mente sono intrecciati è un passo fondamentale verso un approccio più completo al benessere emotivo.

Bibliografia:
Aldao, A., Gee, D. G., De Los Reyes, A., & Seager, I. (2016). Emotion regulation as a transdiagnostic factor in the development of internalizing and externalizing psychopathology: Current and future directions. Development and Psychopathology, 28(4pt1), 927-946. https://doi.org/10.1017/S0954579416000638
Gratz, K. L., & Roemer, L. (2004). Multidimensional assessment of emotion regulation and dysregulation: Development, factor structure, and initial validation of the Difficulties in Emotion Regulation Scale. Journal of Psychopathology and Behavioral Assessment, 26(1), 41-54.
Lubans, D. R., Richards, J., Hillman, C. H., Faulkner, G., Beauchamp, M. R., Nilsson, M., … & Biddle, S. J. (2016). Physical activity for cognitive and mental health in youth: A systematic review of mechanisms. Pediatrics, 138(3), e20161642. https://doi.org/10.1542/peds.2016-1642
Paulus, F. W., Ohmann, S., Möhler, E., Plener, P., & Popow, C. (2021). Emotional dysregulation in children and adolescents with psychiatric disorders. Frontiers in Psychiatry, 12, 628252. https://doi.org/10.3389/fpsyt.2021.62825

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DEPRESSIONE, Attività Fisica e Osteopatia: approccio integrato e prove recentiDi Rino Mastromauro La depressione maggior...
20/09/2025

DEPRESSIONE, Attività Fisica e Osteopatia: approccio integrato e prove recenti

Di Rino Mastromauro

La depressione maggiore è un disordine multifattoriale che coinvolge alterazioni neurochimiche (monoamine), disregolazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA), processi infiammatori e perdita di plasticità sinaptica. Modelli recenti sottolineano l’interazione tra inattività fisica, infiammazione sistemica a basso grado e aumento del rischio depressivo, proponendo l’attività fisica come intervento neuroprotettivo e anti-infiammatorio. (Hossain et al., 2024; Carrera-Bastos et al., 2025).
L’evidenza clinica aggiornata conferma che l’esercizio è un trattamento efficace per ridurre i sintomi depressivi: revisioni sistematiche e meta-analisi mostrano effetti clinicamente rilevanti per camminata, jogging, yoga e allenamento di forza, con benefici trasversali indipendenti da età e comorbidità. L’intensità e la regolarità aumentano l’effetto, ma anche incrementi modesti di attività (es. aumento dei passi quotidiani) si associano a riduzioni significative dei sintomi. (Noetel et al., 2024; Bizzozero-Peroni et al., 2024).
I meccanismi biologici proposti includono miglioramenti nella neurogenesi ippocampale, modulazione dell’infiammazione periferica, aumento dei neurotrasmettitori e degli endocannabinoidi, nonché effetti psicologici (autoefficacia, routine, contesto sociale). Studi sperimentali e revisioni narrative del 2024–2025 sostengono un ruolo dell’esercizio nel ripristino della plasticità sinaptica e nella normalizzazione dell’asse HPA. (Hossain et al., 2024; Banyard et al., 2025).
L’osteopatia è utile come intervento complementare per pazienti con depressione, soprattutto quando la sintomatologia è comorbida con dolore cronico o disfunzione interocettiva. Revisioni recenti riportano risultati promettenti: alcune RCT pilota e protocolli suggeriscono effetti positivi su ansia, depressione e funzioni interocettive. (Gordon et al., 2025; Bohlen et al., 2025; Levy et al., 2025).
Dal punto di vista clinico, un approccio integrato è consigliabile: 1) promuovere attività fisica strutturata (aerobica e/o forza) come intervento primario o coadiuvante nelle forme lievi-moderate; 2) considerare l’Osteopatia come complemento nei pazienti con dolore muscoloscheletrico e segni di alterata interocezione; 3) monitorare biomarcatori (es. CRP, cortisol) e outcome psicofunzionali in studi futuri per chiarire i meccanismi.
L’integrazione biopsicosociale che combina esercizio, terapie manuali mirate e trattamenti psicofarmacologici/psicoterapeutici possono diventare una vera risorsa nel percorso di cura della depressione.

Bibliografia
Banyard, H., et al. (2025). The effects of aerobic and resistance exercise on depression and anxiety: a meta-analysis. [Journal].

Bizzozero-Peroni, B., et al. (2024). Daily step count and depression in adults: a systematic review and meta-analysis. PubMed.

Bohlen, L., et al. (2025). Effect of osteopathic manipulative treatment on comorbid clinical symptoms and interoceptive functions: study protocol and rationale. PubMed.

Gordon, T. C., et al. (2025). A systematic review and meta-analysis of osteopathic and related manual therapies for depression. PubMed.

Hossain, M. N., et al. (2024). How moving makes your brain and body feel better: mechanisms linking physical activity and mental health. PMC.

Hope-Bell, J., et al. (2024). Applying an osteopathic intervention to improve mild psychological symptoms: feasibility study. Chiro & Manual Therapies.

Levy, E. C., et al. (2025). Effects of a myofascial and lymphatic osteopathic protocol on anxiety and depression: randomized trial. PubMed.

Noetel, M., et al. (2024). Effect of exercise for depression: systematic review and meta-analysis. BMJ.

Pala, Ö.Ö., et al. (2024). Randomized double-blind, placebo-controlled trial of osteopathic sympathetic harmonization in youth with major depressive disorder. PubMed.

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ANSIA: i 5 volti che non conosci e come corpo e mente possono aiutarti a ritrovare equilibrioDi Rino Mastromauro Ti è ma...
13/09/2025

ANSIA: i 5 volti che non conosci e come corpo e mente possono aiutarti a ritrovare equilibrio

Di Rino Mastromauro

Ti è mai capitato di sentire il cuore ba***re all’impazzata senza motivo, o di non riuscire a smettere di rimuginare anche sulle cose più banali? Non sei solo. L’ansia è un’esperienza universale, ma quando diventa troppo intensa o persistente può trasformarsi in un ostacolo reale. E non tutte le ansie sono uguali: ne esistono diverse forme, ognuna con caratteristiche particolari.
I 5 volti dell’ansia:
1. Il disturbo d’ansia generalizzato (GAD).
È come avere un sottofondo costante di preoccupazioni che non si spengono mai. Anche senza una ragione precisa, la mente corre a mille scenari catastrofici: lavoro, salute, famiglia. Risultato? Insonnia, tensione muscolare e difficoltà a concentrarsi.

2. Il disturbo di panico (PD).
Qui l’ansia esplode all’improvviso: tachicardia, fiato corto, vertigini, la sensazione di stare per morire. Dopo il primo attacco, la paura che “possa ricapitare” diventa essa stessa un nemico, portando ad evitare luoghi o situazioni.

3. Il disturbo d’ansia sociale (SAD).
Parlare in pubblico, fare una presentazione o persino ordinare al ristorante può diventare un incubo. Non è timidezza: è la paura di essere giudicati o messi in ridicolo, che spesso spinge a isolarsi.

4. L’ansia da malattia (IAD).
Un mal di testa diventa il segnale di un tumore, un battito irregolare fa pensare a un infarto. La mente corre su internet alla ricerca di conferme, alimentando un circolo vizioso che aumenta ancora di più le paure.

5. Il disturbo ossessivo-compulsivo (OCD).
Qui l’ansia prende la forma di pensieri intrusivi e rituali. Controllare dieci volte se il gas è chiuso, lavarsi le mani fino a irritarle, contare oggetti: sono tentativi di placare un’angoscia interiore che però torna puntualmente.
Il supporto psicologico rimane la via principale per affrontare i disturbi d’ansia: imparare a riconoscere i pensieri disfunzionali e a gestirli fa la differenza. Ma sempre più studi mostrano come il corpo possa diventare un alleato prezioso.
Attività fisica. Camminare, correre, nuotare, praticare yoga, fare fitness non servono solo a “staccare la spina”: migliorano l’umore grazie alla produzione di endorfine, aiutano a dormire meglio e insegnano al corpo a respirare con più calma. Anche 30 minuti al giorno possono cambiare radicalmente la percezione dell’ansia.
Osteopatia. L’ansia non vive solo nella mente, ma anche nei muscoli contratti, nei dolori digestivi o nelle cefalee da tensione. L’approccio osteopatico, attraverso tecniche manuali, mira a sciogliere queste rigidità e a favorire un migliore equilibrio del sistema nervoso. Molti pazienti raccontano di sentirsi più leggeri e rilassati dopo una seduta, come se anche la mente potesse finalmente ti**re un sospiro di sollievo.
L’ansia non è un segno di fragilità: è un campanello d’allarme che ci dice che il nostro sistema di difesa sta lavorando troppo. Per affrontarla serve un approccio integrato:

supporto psicologico per trasformare i pensieri che alimentano la paura;
attività fisica per scaricare tensioni e produrre benessere naturale;
osteopatia per ridare armonia al corpo e calmare la mente.
Conoscere i diversi volti dell’ansia ci permette di non subirla ma di riconoscerla, affrontarla e trasformarla in un’occasione di crescita personale.

Rino Mastromauro D.O. m.R.O.I. Osteopata | Osteopatia Tradizionale e Biodinamica Dottore in Psicologia Clinica e della Salute
Dottore in Scienze e Tecniche Psicologiche Posturologo | Formatore e Relatore dal 1994
Personal Trainer Professionista
Facilitatore Mindfulness
Appassionato di fisica quantistica
www.rinomastromauro.it

Indirizzo

ACCADEMIA ITALIANA RICERCA DELLA SALUTE In Via Alfredo Baccarini, 14A
Molfetta
70056

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