Anpi Nizza Lingotto

Anpi Nizza Lingotto Associazione Nazionale Partigiani D’Italia

Sezione “Giacomo Perotti MAVM – Alberto Appendino”
Nizza Lingotto Millefonti Filadelfia
(Torino)

Associazione Nazionale Partigiani d'Italia

Sezione di Torino Nizza Lingotto. Ora e sempre Resistenza!

03/12/2025

La società civile chiede all’Italia di fermare l’espulsione di Mohamed Shahin verso l’Egitto e garantire il suo diritto a cercare asilo.

SHAHIN LIBERO SUBITO
27/11/2025

SHAHIN LIBERO SUBITO

MOHAMED SHAHIN LIBERO SUBITO!La deriva autoritaria che ha imboccato questo paese è molto preoccupante. Assistiamo ad una...
25/11/2025

MOHAMED SHAHIN LIBERO SUBITO!
La deriva autoritaria che ha imboccato questo paese è molto preoccupante. Assistiamo ad una costante spogliazione dei diritti sanciti dalla Costituzione, una costante volontà da parte di tutti Governi, sia di destra che di sinistra, ad eliminare il dissenso, le voci fuori dal coro, ed a criminalizzare l'opposizione, la critica, il disaccordo.
Mohamed Shahin, imam della moschea Omar Ibn Al Khattab di via Saluzzo a Torino, da sempre impegnato contro il genocidio in corso a Gaza e nella lotta per la liberazione della Palestina, è stato arrestato e trasferito in un Centro di permanenza per il rimpatrio. Questo gravissimo provvedimento sarebbe stato applicato per una dichiarazione fatta durante una manifestazione pro Palestina: aveva definito l’attacco del 7 ottobre 2023 come una “reazione ad anni di occupazione.” Una dichiarazione che rientra sicuramente nell’ambito della libertà di pensiero, sancita dall’art. 21 della Costituzione. Ma l’art. 21 non è uguale per tutti; a quanto pare ne sono eslusi gli immigrati, in particolare quelli impegnati nella causa palestinese. Questo è bastato per revocare il suo permesso di soggiorno di lunga durata e imporgli un ordine di espulsione immediato verso l’Egitto. Paese del quale ha ripetutamente denunciato per il suo esplicito sostegno allo Stato colonialista di Israele e la corruzione del regime dittatoriale di al-Sisi; questo provvedimento lo esporrebbe quindi ad un rischio concreto di arresto, tortura e detenzione a vita. Nonostante la sua richiesta di asilo politico, la magistratura ha comunque convalidato il rimpatrio, ignorando ogni evidenza del pericolo reale e documentato che Mohammad correrebbe. Un atto decisamente punitivo! Una chiara volontà di reprimere l’attivismo filo palestinese. Un avvertimento a un’intera comunità!

Per tutti questi motivi, come iscritti e militanti dell'ANPI, denunciamo questa situazione come una vera emergenza democratica, e chiediamo che la nostra dirigenza intervenga urgentemente presso le istituzioni di questo Stato per la liberazione immediata di Mohamed Shahin.

25/11/2025

MOHAMED SHAHIN LIBERO SUBITO!
25 Novembre - Ore 11:30 - Piazza Castello

Abbiamo appreso poche ore fa dell’arresto di Mohamed Shahin, amico e compagno da sempre impegnato nella lotta per la liberazione della Palestina. Questa mattina Mohamed è stato prelevato, arrestato e condotto al Centro di Permanenza per il Rimpatrio di Torino. Mohamed è stato arrestato dopo due anni di mobilitazioni in cui non ha mai smesso di esporsi pubblicamente contro il genocidio in corso in Palestina.
A Mohamed è stato revocato il permesso di soggiorno di lunga durata e imposta una deportazione immediata verso l’Egitto: un paese in cui non può tornare, dove il regime dittatoriale di al-Sisi – da lui ripetutamente denunciato per corruzione e per il suo esplicito sostegno allo Stato colonialista di Israele – lo esporrebbe a rischio concreto di arresto, tortura e detenzione a vita. Nonostante la sua richiesta di asilo politico, il giudice ha confermato la deportazione, ignorando ogni evidenza del pericolo reale e documentato che Mohammad correrebbe.
Sappiamo che Mohamed non è un caso, ma una chiara volontà politica: fermare chi in questi anni si è mobilitato contro il genocidio in Palestina. Mohamed è stato preso di mira non solo per il suo impegno politico ma anche perché Imam di una moschea di Torino. Ancora una volta, la propaganda islamofoba diventa strumento per zittire chi alza la voce e rifiuta di abbassare la testa.
Mohamed non ha mai accettato di restare in silenzio di fronte a oltre due anni di massacri. Per questo oggi viene arrestato e minacciato di espulsione verso un regime dittatoriale. Il suo unico “reato” è aver gridato insieme a tutti noi la libertà per la Palestina, aver denunciato la brutalità del colonialismo israeliano, la complicità internazionale e la corruzione dei governi arabi.

Volentieri condividiamo l'articolo delle Mamme in piazza per la libertà di dissenso su Pressenza
19/11/2025

Volentieri condividiamo l'articolo delle Mamme in piazza per la libertà di dissenso su Pressenza

Il movimento studentesco è sceso in piazza il 14 novembre in tutta Italia per scioperare e manifestare per la scuola, il clima e contro la guerra. A

ANNULLATO IL CONVEGNO “RUSSOFILIA, RUSSOFOBIA, VERITA'” organizzato al Polo del 900.A più di cent’anni dai primi persegu...
09/11/2025

ANNULLATO IL CONVEGNO “RUSSOFILIA, RUSSOFOBIA, VERITA'” organizzato al Polo del 900.
A più di cent’anni dai primi perseguitati politici del ventennio fascista, l’ANPPIA Torino (Associazione Nazionale Perseguitati Politici Italiani Antifascisti) è oggi oggetto di un disgustoso attacco proveniente sia da destra che, purtroppo, anche da sinistra, in particolare da parte della filo-zelenskiana vicepresidente del Parlamento Europeo Pina Picierno. Dopo i direttori d’orchestra, i cantanti lirici, gli scrittori, le competizioni sportive e di animali, il pretesto propagandistico questa volta è stato il convegno “Russofilia, russofobia, verità” organizzato al Polo del 900 di Torino e che vedeva la partecipazione dello storico Angelo d’Orsi e del giornalista Vincenzo Lorusso. Per le forti pressioni esercitate dal comune di Torino e da ambienti politici “romani, l’Anppia è stata costretta ad annullare l’evento.
La deriva autoritaria che si sta sempre più configurando in primis con la censura, la diffamazione e poi con l’isolamento e l’esclusione fa parte di un disegno politico volto a eliminare le voci discordanti e non allineate al pensiero unico imposto dai poteri e dalle lobbies di Roma e di Bruxelles.
Come sezione ANPI, Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, che rivendica i valori della resistenza e della nostra Costituzione, condanniamo con forza ogni forma di censura ed intimidazione da qualunque parte politica essa provenga ed esprimiamo forte preoccupazione per la continua erosione del “diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione (art. 21). La nostra solidarietà va al presidente dell’Anppia torinese Boris Bellone, al professore Angelo d’Orsi ed al giornalista Vincenzo Lorusso.
Indigniamoci tutti!
A.N.P.I. Comitato della Sezione di Torino
“Giacomo Perotti - Alberto Appendino” Nizza Lingotto Millefonti Filadelfia

07/11/2025
28/10/2025

Pubblichiamo e condividiamo la lettera di alcuni genitori di studentesse/i del Liceo Einstein, inviata a dirigenza, USR e stampa, dopo i gravissimi fatti accaduti ieri. Ciò che stupisce maggiormente di questa vicenda, è il pesante silenzio del dirigente scolastico e del corpo insegnanti ... Speriamo vivamente tutti che qualcosa venga partorito in solidarietà dei giovani antifascisti. Ecco la lettera:

"Noi, genitori delle studentesse e degli studenti del Liceo Einstein, sentiamo il dovere civile e morale di denunciare pubblicamente quanto accaduto il 27/10/2025 mattina, perché ciò che è successo davanti alla scuola non può essere considerata una semplice questione di ordine pubblico. È stato invece un fatto gravissimo, che chiama in causa la responsabilità della scuola e di tutti gli adulti presenti.
Questa mattina tre ragazzi di Gioventù Nazionale (maggiorenni ed esterni alla scuola) si sono presentati davanti alla sede del liceo Einstein di Via Bologna scortati da decine di agenti della DIGOS e dalla celere, in assetto antisommossa, per distribuire volantini politici e fare propaganda agli studenti, minacciando e aggredendo chi si rifiutava di prendere i depliant. L’intervento delle forze dell’ordine, attivatosi in forma subito violenta nei confronti dei soli studenti e studentesse, compresi coloro che stavano semplicemente entrando a scuola senza prendere parte al diverbio, si è concluso con un ragazzo minorenne portato via in manette, davanti ai suoi compagni, nel silenzio generale da parte dei docenti presenti e della dirigenza scolastica.
In quei momenti nessun professore, nessun rappresentante della dirigenza è uscito, se non a cose fatte per invitare chi era rimasto fuori a entrare nelle aule. Nessuno ha provato a MEDIARE, a PROTEGGERE e a evitare che una scena così violenta e umiliante si consumasse davanti agli occhi di tutte le studentesse e degli studenti, lasciati soli.
Noi rifiutiamo questo silenzio. Una scuola che tace davanti alla violenza, davanti alla propaganda di chi diffonde odio e discriminazione, smette di essere un luogo di formazione e diventa complice dell’ingiustizia. La scuola dovrebbe insegnare ai ragazzi a riconoscere e a respingere ogni forma di sopraffazione e non rivelarsi passiva davanti a chiari abusi di potere nei confronti degli studenti che la frequentano.
Lo studente è stato trattato e ammanettato come un criminale, e questo accade mentre gruppi politici che si richiamano a ideologie xenofobe e di esclusione vengono lasciati agire liberamente davanti a un edificio scolastico, compromettendo l’ingresso a scuola.
Non possiamo e non vogliamo accettarlo.
Denunciamo pubblicamente la gravità di questo episodio, il silenzio che lo ha accompagnato e la mancanza di tutela nei confronti di tutte le studentesse e di tutti gli studenti, molti dei quali ancora minorenni.
Ci aspettiamo che l’intera comunità scolastica – studenti, docenti e famiglie – rifletta su ciò che è avvenuto e che da questo silenzio si levi una voce chiara e univoca, affinché fatti di tale gravità rimangano episodi isolati. Ci auguriamo inoltre che, se dovesse ripresentarsi una situazione simile, il coinvolgimento dei docenti e della dirigenza si esplichi in modo da preservare le studentesse e gli studenti."
Post di Andrea Pomini

11/10/2025

Ormai da tempo questo premio (ed i corrispondenti 930.000 euro) viene consegnato a personaggi su cui gli USA investono per sovvertire governi e che non hanno nulla a che vedere con la pace.

, a cui il premio è stato assegnato ieri, da anni chiede pubblicamente agli USA di invadere militarmente il Venezuela per poi poter liberalizzare tutte le imprese energetiche del paese e consegnare le ricchezze del sottosuolo alle multinazionali.
La storia racconta quali devastazioni provocano i soldati di Washington e gli uomini della CIA quando decidono di mettere a ferro e fuoco un paese, è difficile conciliare tutto ciò con i principi di un premio chiamato "Nobel per la Pace".

Nel 2018 la Machado arrivò addirittura a scrivere una lettera a Netanyahu e a Macri (presidente filo USA argentino) chiedendo un intervento contro il presidente Maduro, era l'epoca in cui dalla Colombia venivano infiltrati in Venezuela paramilitari di ultradestra per compiere sabotaggi alle strutture elettriche ed attentati a leader politici chavisti.
Pochi mesi fa, durante l'attacco militare di Israele all'Iran, tornò a chiedere "un intervento analogo contro il Venezuela".

Chiedere l'invasione del proprio paese è un reato che nelle democrazie occidentali viene punito col carcere, la Machado in questi decenni è stata libera di farlo senza essere arrestata; ricordiamo quando nel 2005, in piena invasione statunitense dell'Iraq (che causò un milione di morti civili), lei fu ricevuta da George W. Bush a cui chiese di intervenire per abbattere il governo Chávez; in precedenza, nel 2002, le andò male quando appoggiò il colpo di stato in Venezuela durato tre giorni, firmando il documento che riconosceva il golpista Carmona.

Alleata di Israele, che nel 2021 definì su twitter "un genuino alleato della libertà", ha promesso a tale stato lo spostamento della Ambasciata venezuelana a Gerusalemme e l'ingresso commerciale nel paese con acquisto di armi qualora lei o un suo candidato dovessero diventare presidenti del Venezuela (come sta facendo Milei in Argentina), la Machado fu inoltre destituita nel 2014 dall'incarico di deputata per aver violato l'articolo 191 della Costituzione accettando l'incarico di Ambasciatrice di Panama nella Organizzazione degli Stati Americani in funzione anti Maduro.

L'elenco degli atti contrari alla legge è lungo e facilmente riscontrabile in una ricerca su internet ma oggi la domanda fondamentale è un'altra: il premio alla Machado sarà usato dagli USA, attualmente presenti con 10.000 marines, una portaerei ed un sottomarino nucleare, di fronte alle coste venezuelane, per giustificare un intervento armato da tempo voluto ma a cui manca la scusa per giustificarlo di fronte all'opinione pubblica?

I link con i video di una delle tante interviste con cui la Machado chiede un intervento militare statunitense e dell'appoggio ad Israele sono nei commenti al post.

GAZA: DENUNCIATO IL GOVERNO ITALIANO PER COMPLICITA' IN GENOCIDIOOra è ufficiale: il governo Meloni è stato denunciato a...
04/10/2025

GAZA: DENUNCIATO IL GOVERNO ITALIANO PER COMPLICITA' IN GENOCIDIO
Ora è ufficiale: il governo Meloni è stato denunciato alla Corte penale internazionale per complicità in genocidio.
Non è uno slogan né un titolo di giornale, ma un atto formale. Secondo quanto depositato dall’avvocato Fabio Marcelli, dirigente del Cnr – Istituto di studi giuridici internazionali, il governo italiano è stato denunciato davanti alla Corte Penale Internazionale dell’Aja per presunta complicità nel genocidio in corso a Gaza.

L’esposto, stando a quanto reso pubblico, cita direttamente i nomi della Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, del ministro degli Esteri Antonio Tajani, del ministro della Difesa Guido Crosetto e dell’amministratore delegato di Leonardo, Roberto Cingolani. Nell’atto si sostiene che, mentre nella Striscia di Gaza la Commissione internazionale d’inchiesta dell’ONU parla di “genocidio”, l’Italia avrebbe continuato a intrattenere rapporti politici e commerciali con il governo di Benjamin Netanyahu, fornendo di fatto un sostegno indiretto alla prosecuzione delle ostilità.
La denuncia non proviene da un partito o da un gruppo politico, ma da un giurista di lungo corso. Marcelli, nella sua nota, spiega che l’obiettivo è chiamare a rispondere non solo chi compie materialmente i crimini, ma anche chi – secondo la legge internazionale e la legge italiana sul genocidio del 1967 – li favorisce, li sostiene o non interviene per impedirli.
Se la Corte dell’Aja valuterà ammissibile il fascicolo, l’Italia sarà chiamata a fornire spiegazioni.

L'altra volta abbiamo detto "non sapevo". Questa volta non possiamo più dirlo!
25/07/2025

L'altra volta abbiamo detto "non sapevo". Questa volta non possiamo più dirlo!

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