19/06/2018
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Le donne in gravidanza spesso abbandonano il gatto per paura di contrarre la toxoplasmosi a volte sono gli stessi ginecologi a dare cattivi consigli. C'è molta disinformazione su questa cosa.
Così sottolinea Marco Melosi, Presidente dell’Associazione Nazionale dei Medici Veterinari, in un intervento su Il Fatto Quotidiano:
È un vecchio retaggio quello del gatto come rischio per la gravidanza, ormai i meccanismi di trasmissione della toxoplasmosi sono stati capiti meglio. Il toxoplasma è un parassita dei gatti e viene eliminato attraverso le feci in forma di ovocisti, che contaminano l’ambiente esterno. [...] Mangiare alimenti contaminati da ovocisti, nei primi tre mesi di gravidanza, può portare all’aborto. È importante quindi che la donna non li ingerisca. Ma il problema non è il gatto domestico. Il vero rischio sono le verdure non lavate o gli alimenti crudi, la carne su tutti.
Il gatto casalingo, che si nutre di crocchette o scatolette, difficilmente contrae il toxoplasma. Inoltre le ovocisti sono termolabili, difficilmente resistono. Affinché le ovocisti eliminate dal gatto con le feci rappresentino un rischio, devono rimanere 2 o 3 giorni nelle feci. Questo non accade se la lettiera viene cambiata ogni giorno. E poi, quando il gatto ingerisce ovocisti, le elimina per 10-15 giorni una sola volta nella vita. Insomma, il rischio è davvero ridotto a zero.
In altre parole, non vi sarebbe alcun bisogno di allontanare cane e gatto di casa durante il periodo di gravidanza: qualora la mamma non avesse mai incontrato la toxoplasmosi nella sua vita, e quindi non disponesse degli opportuni anticorpi, si dovranno seguire delle regole igieniche maggiori: far gestire ad altri la lettiera, lavare accuratamente frutta e verdura.
Il gatto non è colpevole. Non abbandonatelo!