APICOLTURA A MONTALCINO

APICOLTURA  A  MONTALCINO MONTALCINO - CITTA' DEL MIELE -

ASSOCIAZIONE ASGA - http://www.asgamontalcino.com/

Cellulare 3493288181

Storia
-Allevamento delle api -
La più antica raffigurazione dell’uomo intento a carpire il miele dall’ape risale circa a 9000 anni fa (mesolitico), in una grotta a Valencia, in Spagna. Era pratica corrente raccogliere i favi durante l’inverno nel momento in cui le api sono più vulnerabili, gli alveari si trovavano lungo le pareti rocciose perciò era necessario calarsi con delle funi per arrivarci. Un importante ritrovamento è stato fatto su tavole di argilla della civiltà mesopotamica nel 2700 a.C. descrivendo il miele come medicina ed è stato nel corso del tempo riconosciuto come uno degli alimenti più preziosi per l’uomo. E’ stato citato nella Bibbia, nel Corano, nel Talmud ed era apprezzato dai Romani, Greci ed Egizi; già 3000 anni a.C. nell’antico Egitto le api erano allevate in arnie di argilla o altro materiale e il nomadismo praticato lungo il corso del Nilo, era un’ attività comune. Fin dall’età più arcaica nel basso Egitto l’ape era utilizzata come simbolo regale, i nomi dei Re erano preceduti da un’ape stilizzata; è stata rappresentata su tombe e statue; prima della scoperta del Nuovo Mondo il miele è stato il dolcificante più utilizzato e l’apicoltura è stata un’attività di massima importanza, in seguito all’importazione dello zucchero, ricavato dalla barbabietola da zucchero, il miele ebbe un tragico declino. Gli apicoltori si limitarono a fornire un ricovero per gli sciami e praticare l’apicidio per estrarre il miele da favi; perciò per molti secoli e per tutto il Medioevo l’apicoltura non fece grandi progressi. Credenze e superstizioni erano molto diffuse riguardo l’origine delle api come ad esempio che si originassero da un corpo di un bovino in decomposizione; tale credenza sostenuta probabilmente da greci è stata ripresa dai romani. La prima scoperta che rivoluzionò l’apicoltura fu il mobilismo dei favi nel 1800, i primi inventori furono i Greci, ma il merito andò a Langstroth che nel 1851 rileggendosi le opere di scrittori georgici latini, perfezionò i sistemi di apicoltura con accorgimenti che nessuno aveva saputo escogitare. Attualmente l’apicoltura è praticata in tutto il mondo ad eccezione delle zone artiche; in Europa esiste un gran numero di apicoltori i quali conducono pochi alveari, mentre nel resto dei paesi il numero di apicoltori è inferiore ma portano avanti un gran numero di alveari e la produzione media è superiore di almeno tre volte. Nel 1864 M.B.Crivelli annunciava lo stesso divario dicendo che ; con il trascorrere del tempo ci sono stati dei miglioramenti ma le differenza rimangono tutt’ora ed una delle cause è la carenza di pubblicazioni sulla materia. http://www.agraria.org/apicoltura/storia-apicoltura.htm

Le api giocano un ruolo davvero fondamentale per l’uomo e per l’ambiente. La loro salvaguardia è essenziale per la sopra...
17/10/2021

Le api giocano un ruolo davvero fondamentale per l’uomo e per l’ambiente.
La loro salvaguardia è essenziale per la sopravvivenza dell’intero ecosistema.

importanza delle api per l'ecosistema del pianeta, ape che impollina un fiore
Ape impollinatrice

Solitamente alle api viene riconosciuto il merito di produrre miele. Un prodotto zuccherino che rientra addirittura nelle classifiche degli alimenti più venduti al mondo. Una grande cosa per degli insetti così piccoli capaci però di realizzare uno dei dolcificanti più amati.

Le api sono sicuramente le più conosciute ma, insieme ai bombi, le vespe, le farfalle e tanti altri insetti, giocano un ruolo di grande importanza per il nostro Pianeta. Trasportano il polline da un fiore all’altro, un lavoro che rende possibile l’impollinazione e la formazione dei diversi frutti. È proprio questo il motivo per il quale vengono chiamati insetti impollinatori.

Un terzo del nostro cibo dipende da loro

Api, dal loro ruolo dipende gran parte del nostro cibo

Le api forniscono preziosi prodotti che da ogni parte del mondo vengono consumati all’ordine del giorno. Il miele, il polline, la pappa reale, la cera e addirittura il loro veleno, sono tutte sostanze da sempre molto utilizzate dall’uomo.

Questi insetti, oltre a rendere disponibili delle materie prime di qualità, svolgono un altro importantissimo compito. La maggior parte del cibo che ogni giorno acquistiamo e portiamo sulle nostre tavole esiste grazie al lavoro che svolgono le api e tutti gli altri insetti impollinatori. È possibile definire il loro operato: vitale per gli esseri umani ed il Pianeta.

Le colture più apprezzate, in particolare molte varietà di frutta, di verdura e diverse specie di piante selvatiche, dipendono dall’opera di impollinazione di questi piccoli insetti. Per l’esattezza, un terzo del nostro cibo è strettamente collegato al lavoro delle api. Se questi preziosi insetti dovessero sparire, le conseguenze sulla produzione alimentare sarebbero davvero devastanti per l’economia e per la nostra sopravvivenza.

Questo è il motivo principale per il quale le api sono importanti per l’intero ecosistema. Devono essere assolutamente salvaguardate affinché non ci siano squilibri ambientali. Proteggere gli insetti impollinatori è fondamentale per scongiurare una sempre più preoccupante estinzione.

Le soluzioni più semplici che possono essere messe in pratica nel più breve tempo possibile sono sicuramente due: il ripristino degli habitat naturali ed una drastica riduzione dei pesticidi utilizzati nell’agricoltura.

Le api giocano un ruolo davvero fondamentale per l'uomo e per l'ecosistema. Il loro lavoro è essenziale per la sopravvivenza dell'ambiente.

Crolla produzione del miele, fino a -95%. E anche le api soffronoApicoltori Arezzo Siena e Grosseto (Asga), 'ora aiuti'....
13/09/2021

Crolla produzione del miele, fino a -95%.
E anche le api soffrono

Apicoltori Arezzo Siena e Grosseto (Asga),
'ora aiuti'.

Salta rassegna a Montalcino

regioni come la Toscana e l'Emilia-Romagna la produzione di miele registra un calo del 95%.

Nella sola Lombardia dalla mancata produzione di acacia il danno subito supera i 30 milioni di euro: in media un alveare ha prodotto tra 500 gr/1 kg contro i 20 kg degli scorsi anni. Una criticità che ha toccato anche i territori del miele del Sud con la produzione di miele d'arancio quasi azzerata in molte zone della Sicilia e della Puglia e una produzione media inferiore del 50%, così come per il miele di sulla.

È così che l'annata apistica 2021 è destinata a entrare nelle cronache del settore come la più critica degli ultimi decenni. Una riduzione così drastica della produzione che ha fatto saltare anche la Settimana del miele di Montalcino (Siena), patria del Brunello ma che fa parte anche dell'associazione Le Città del Miele, con quasi mezzo secolo di puntuali edizioni annuali.

E l'Associazione apicoltori Arezzo Siena e Grosseto (Asga),

che esprime rammarico per l'annullamento della rassegna, sottolinea la necessità di "stimolare la politica ad aiutare gli apicoltori che, non solo soffrono la mancata produzione di miele, ma dovranno provvedere al mantenimento delle api" a causa della drastica riduzione dovuta all'andamento climatico della scorsa primavera. Le stesse api, osserva l'associazione, "non hanno sufficienti scorte per poter passare indenni l'inverno che sta bussando alle porte".

L'Asga dice inoltre di "star progettando di interessare le associazioni delle categorie agricole per un coinvolgimento più importante verso la salvaguardia del territorio e della sua meravigliosa biodiversità, trovando insieme delle sinergie per aiutare questi importantissimi animali a sopravvivere e produrre impollinazione per il benessere fondamentale della campagna e delle sue preziose colture".

"Montalcino a livello nazionale è tra le manifestazioni delle più note proprio per la sua storicità - spiega il sindaco Silvio Franceschelli - la notorietà nazionale di Montalcino quest'anno la utilizziamo per evidenziare la criticità produttiva di miele della Toscana e di non poche altre regioni italiane".

Le condizioni climatiche avevano seriamente compromesso le produzioni primaverili di tarassaco e di ciliegio, con anche la quasi totale perdita della produzione di miele di acacia, causa un clima fortemente sfavorevole di sbalzi climatici, basse temperature e inaspettate gelate registrate sia al Nord sia nel Centro Italia. Sempre eventi atmosferici avversi hanno gravemente compromesso le fioriture di mandorli, ciliegia, asfodelo, trifoglio ed agrumi al Sud azzerando di fatto le produzioni di nettare necessario per permettere alle api di colonizzarsi e svilupparsi per i raccolti successivi.

Il clima degli ultimi mesi, inoltre, ha reso difficoltosa la raccolta e l'immagazzinamento del nettare, che è servito innanzitutto per il nutrimento delle api: in molti casi gli allevatori sono stati costretti a costosi interventi di nutrizione artificiale degli alveari per evitare che morissero di fame e per salvare gli allevamenti. Un settore in grande sofferenza che, come hanno avuto modo di ricordare anche le associazioni di categoria, non ha risparmiato nemmeno le api regine: le fecondazioni, sempre a causa delle condizioni atmosferiche, si sono ridotte di circa il 20%, con gravi sofferenze delle aziende apistiche.

(ANSA)

Settimana del Miele: drastico calo produzione, salta rassegna a Montalcino'Annata 2021 destinata a diventare la più crit...
10/09/2021

Settimana del Miele:
drastico calo produzione, salta rassegna a Montalcino

'Annata 2021
destinata a diventare la più critica degli ultimi decenni'

(ANSA)
- MONTALCINO (SIENA),
10 SETTEMBRE 2021

- La Settimana del miele di Montalcino (Siena),
città che fa parte dell'associazione Le Città del Miele,
con quasi mezzo secolo di puntuali edizioni annuali, quest'anno mancherà al suo tradizionale appuntamento del secondo weekend di settembre. La causa? "Il drastico calo della produzione di miele nel 2021" si spiega.

"Consapevoli di essere da sempre la vetrina dei mieli toscani e italiani - dichiara in una nota il sindaco di Montalcino Silvio Franceschelli - con la sua assenza La Settimana del miele esprime vicinanza a tutti gli apicoltori delle diverse regioni italiane che stanno affrontando un'annata produttiva tra le più critiche degli ultimi due decenni, specie nella regione Toscana.

Montalcino a livello nazionale è tra le manifestazioni delle più note proprio per la sua storicità. La notorietà nazionale di Montalcino quest'anno la utilizziamo per evidenziare la criticità produttiva di miele della Toscana e di non poche altre regioni italiane".

L'annata apistica 2021, si spiega, "è destinata a entrare nelle cronache del settore come la più critica degli ultimi decenni. Le condizioni climatiche avevano già seriamente compromesso le produzioni primaverili di tarassaco e di ciliegio, con anche la quasi totale perdita della produzione di miele di acacia, causa un clima fortemente sfavorevole di sbalzi climatici, basse temperature e inaspettate gelate sia al Nord sia nel Centro Italia". "Solo in Lombardia la mancata produzione di acacia registra un danno di oltre 30 milioni di euro: in media, un alveare ha prodotto tra 500 gr/1 kg contro i 20 kg degli scorsi anni. In regioni come l'Emilia Romagna e la Toscana la produzione registra un calo del 95%". Criticità anche al Sud: "Produzione di miele d'arancio quasi azzerata in molte zone della Sicilia e una produzione media inferiore del 50%, così come per il miele di sulla". (ANSA).

(ANSA)

21/05/2020

Non ci sono sostituti per la biodiversità e per i doni delle api. Articolo di Vandana Shiva

01/04/2020

Una nota del ministero della Salute indirizzata a tutte le associazioni apistiche nazionali chiarisce che è possibile, anche per chi non alleva le api per lavoro, poterle andare ad accudire

20/09/2019
08/05/2019

Api...cultura: "La pianta che sente le api"

08/05/2019

Argomento del mese: "Le malattie della Covata: la Peste Americana (I parte)"

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Montalcino
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