Psicologa Loredana Gimmelli

Psicologa Loredana Gimmelli Informazioni di contatto, mappa e indicazioni stradali, modulo di contatto, orari di apertura, servizi, valutazioni, foto, video e annunci di Psicologa Loredana Gimmelli, Psicoterapeuta, Via III TraVia Taverna Campanile, Monteforte Irpino.

20/11/2025

Oggi, 20 novembre, si celebra la Giornata Mondiale dei Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza.

“Proteggere i diritti dei più piccoli è proteggere la dignità dell’intera umanità.” — Organizzazione delle Nazioni Unite

20/11/2025

C. Mackesy,Ricorda sempre Il bambino, la talpa, la volpe, il cavallo e la tempesta.
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17/11/2025

La Danimarca ha appena compiuto un passo che sta facendo discutere tutta l’Europa: ha approvato una legge che vieta l’uso dei social network ai minori di 15 anni.
Una decisione forte, che punta a proteggere la salute mentale dei più giovani da un nemico silenzioso ma sempre più pervasivo: l’ansia, la depressione e la dipendenza digitale.

Secondo la nuova normativa, solo i ragazzi tra i 13 e i 14 anni potranno accedere ai social, ma esclusivamente con l’autorizzazione esplicita dei genitori.
L’obiettivo non è punire, ma proteggere.
Non è vietare per paura, ma creare spazi di crescita più sani, meno esposti alla pressione dell’immagine, all’ossessione del like, al confronto costante e spesso crudele.

I sostenitori della legge parlano di un atto di responsabilità.
Un modo per restituire ai bambini la possibilità di vivere un’infanzia autentica, lontana da schermi e algoritmi che plasmano pensieri ed emozioni.
I critici, invece, denunciano una limitazione della libertà individuale e dell’accesso al mondo digitale, oggi sempre più intrecciato alla vita reale.

Ma al di là del dibattito, una cosa è certa: la Danimarca ha acceso un faro.
E ora molti si chiedono se altri Paesi avranno il coraggio di seguire la stessa strada.

Forse è arrivato il momento di chiederci non quanto controllo dare ai nostri figli, ma quanta infanzia gli stiamo lasciando.
Perché crescere non dovrebbe mai significare sopravvivere a uno schermo.

13/11/2025

La gentilezza è un linguaggio universale.
Non ha bisogno di spiegazioni: si riconosce in uno sguardo, in un gesto, in una parola detta con attenzione.

Oggi, nella Giornata Mondiale della Gentilezza, ricordiamo che essere gentili non è solo un gesto verso gli altri, ma anche verso noi stessi.

La gentilezza costruisce relazioni, veicola il rispetto reciproco, apre spazi di ascolto e rafforza la fiducia.

12/11/2025

Quando un bambino non può o non riesce a raccontare ciò che prova, lo mostra.
Ciò che agli occhi degli adulti appare come incomprensibile chiusura, aperta aggressività o inspiegabile disinteresse può, a volte, appartenere a una lingua peculiare: quella del sintomo.

Quando le emozioni non trovano spazio per essere accolte, diventano difese.
Il bambino non visto o non ascoltato costruisce armature rigide, ingombranti, ma necessarie per sopravvivere a qualcosa che non sa fronteggiare.
Così la paura diventa controllo ossessivo, la rabbia opposizione o provocazione, la tristezza si traveste da indifferenza o da sfiducia silenziosa.

Dietro ogni comportamento disfunzionale c’è sempre un tentativo, doloroso ma autentico, di proteggersi da qualcosa di ancora peggiore.
Per questo, più che correggere o punire, serve leggere.
Capire a chi è diretto quel gesto, cosa vuole comunicare, quale ferita lo muove.
Ogni sintomo ha un destinatario e una richiesta silenziosa: “Guardami, anche se non so come chiedertelo.”

Nel lavoro clinico, l’obiettivo non è combattere il sintomo, ma comprenderne la funzione. Perché dietro ogni difesa rigida c’è sempre una ferita viva.
E solo quando quella ferita viene vista, ascoltata, accolta, la difesa si allenta.

I bambini non nascono difficili.
Diventano complessi quando devono urlare in silenzio per essere ascoltati, quando le loro emozioni incontrano adulti che non sanno sostenerle, quando invece di un abbraccio in cui perdersi ricevono un'etichetta con cui identificarsi.

I bambini non nascono difficili.
Diventano complessi quando il mondo attorno a loro smette di guardarli per davvero.
E quel bisogno di essere visti, se non trova accoglienza da piccoli, torna a bussare per tutta la vita. A volte anche alle porte sbagliate.

Dott.ssa Annarita Arso

07/11/2025

👁Le dipendenze rappresentano oggi una delle sfide più complesse per la clinica contemporanea.�Non parliamo più soltanto di sostanze, ma anche di addictions comportamentali — dal gioco d’azzardo all’uso compulsivo del digitale, dai videogiochi agli psicofarmaci.
Come sottolinea il recente contributo presentato dal gruppo nazionale della Società Psicoanalitica Italiana “Laboratorio Dipendenze” dal titolo “Una finestra psicoanalitica sulle dipendenze”, il termine addiction è preferibile a “dipendenza”: esso sposta il focus dall’oggetto del dipendere ai processi psichici che sostengono il funzionamento additivo.
L’approccio psicoanalitico evidenzia come, dietro la ripetizione del gesto compulsivo, si nascondano difficoltà profonde nel vivere l’alterità e nel tollerare la separazione.�L’oggetto additivo — la sostanza o il comportamento — diventa un modo di regolare il vuoto, una risposta concreta a un disagio mentale non simbolizzato.
Riflettere sulle dipendenze in chiave psicoanalitica significa andare oltre il sintomo per comprendere il mondo interno che lo genera, aprendo la strada a forme di cura più profonde e integrate.

🖋Articolo completo a cura del gruppo di ricerca “Laboratorio Dipendenze” su Spiweb al seguente link⬇
🔗https://www.spiweb.it/la-cura/una-finestra-psicoanalitica-sulle-dipendenze-a-cura-del-gruppo-nazionale-della-spi-laboratorio-dipendenze/

29/10/2025

Il gaslighting è una forma di manipolazione psicologica in cui una persona porta l’altra a mettere in dubbio le proprie percezioni, emozioni o ricordi.
È un processo relazionale graduale, che può manifestarsi in ambito affettivo, familiare, amicale o professionale.

Le principali conseguenze del gaslighting includono:
• confusione e perdita di fiducia in sé
• senso di colpa e vergogna immotivati
• dipendenza emotiva
• isolamento e difficoltà nel chiedere supporto

Comprendere queste dinamiche è fondamentale per riconoscere la portata psicologica del fenomeno e superare la visione riduttiva della manipolazione come semplice conflitto relazionale.
Interventi psicologici mirati, orientati alla consapevolezza e al rafforzamento dell’autonomia personale, sono efficaci per ristabilire fiducia e benessere.

29/10/2025

L’intervista a Simona Argentieri, uscita su iO Donna qualche giorno fa, affronta il destino della psicoanalisi in un’epoca che pretende e favoleggia soluzioni rapide al disagio.
Secondo l’autrice, la cultura contemporanea ha trasformato la sofferenza in emergenza: si privilegiano soluzioni per eliminare il sintomo invece di comprenderlo, dimenticando che è un messaggio dell’inconscio da ascoltare e non zittire. Distingue fra le dimensioni del curare e del prendersi cura, con la prima che richiede tempo, fatica e trasformazione interiore e la seconda che rischia di ridursi a un atto di assistenza, spesso collusivo, che tranquillizza ma non cambia. Osserva che i pazienti si presentano oggi con una diagnosi -"sono anoressica, sono gay"-, e che esprimono cosi la tendenza a classificare anziché pensare, diffusa anche dai social. Purtroppo è prassi comune osservare come molti terapeuti, allineandosi al pensiero dominante, finiscano per seguire la logica del sintomo e non quella del soggetto. Argentieri coglie una mutazione antropologica nella perdita del conflitto psichico, la dissoluzione del senso di colpa e lo sviluppo di personalità più fragili e narcisistiche.
Chi soffre non tollera di sentirsi corresponsabile della propria infelicità, e l’analista, per timore di perdere il paziente, rinuncia a dire verità scomode.
Ci ricorda, poi, la distinzione tra patologia e difficoltà quotidiane come l'angoscia, la solitudine, la fatica di vivere, che non sono malattie da curare, ma condizioni umane da affrontare con le risorse dell’Io.
La psicoanalisi, conclude, serve ancora e proprio a questo: a restituire al soggetto la capacità di pensare, di tollerare il dolore e di trasformarlo in conoscenza.

Simona Argentieri, psicologa-psicoanalista, autrice di numerose opere nel campo della psicoanalisi, della cultura, dell’arte e del linguaggio. Fa parte della Associazione Italiana di Psicoanalisi (AIPsi) e dell’International Psychoanalytical Association (IPA).

24/10/2025

È necessario equipaggiare i figli per poi lasciarli liberi di scegliere, camminare e muoversi nel mondo.
Si è felici se si persegue ciò che si desidera e si ha la libertà di sbagliare senza deludere nessuno.

22/10/2025

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Monteforte Irpino
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