10/10/2025
📌In occasione della Giornata Mondiale degli Insegnanti, celebrata il 5 ottobre, lo psicoanalista e scrittore Massimo Recalcati ha condiviso con la Repubblica la sua riflessione sul ruolo della scuola e dei docenti oggi.
«Un bravo insegnante deve essere anche difficile, diceva Pasolini», ha esordito. «Oggi la scuola è divisa tra due estremi: da un lato quella del merito, che seleziona e assomiglia a un’impresa; dall’altro la scuola ridotta a parco giochi o asilo sociale. Ma la scuola è un’altra cosa: è una comunità che non punisce e non distribuisce solo nozioni, ma forma».
Recalcati ha criticato chi invoca il ritorno a metodi punitivi: «C’è chi rimpiange la sberla e invita a riprendere il bastone per raddrizzare i figli. Ma non bisogna rimpiangere quel passato».
Sul ministro Valditara ha commentato: «L’idea dell’umiliazione a scuola è un rigurgito medievale. Apprezzo invece il ritorno al voto di condotta, il divieto di smartphone in classe, l’imparare le poesie a memoria».
Ricordando un episodio personale, ha aggiunto: «Alla maturità la mia professoressa mi disse “resta lucido”. È diventato il mio talismano: significa avere fiducia in sé, non strafare. È questo il dono più grande che un docente o un genitore può fare: credere nell’allievo».
Sul rapporto con la lettura, Recalcati ha espresso preoccupazione: «Viviamo il tempo della morte clinica del libro. Il problema è mostrare ai giovani che il libro è un corpo vivo. Gli studenti dovrebbero essere amanti del sapere, non teste da riempire».
Infine, un invito ai docenti: «Ritrovare ogni volta l’amore per ciò che fanno. Non è facile, dopo trent’anni anche i migliori insegnanti sono tritati, consumati dal loro lavoro. Come non consumarsi e preservare il desiderio di insegnare? Perché senza desiderio di insegnare non c’è insegnamento. Senza gioia di essere lì in aula con i propri allievi, se non c’è mentre parli almeno un momento in ogni lezione di ispirazione in cui lo stesso docente impara, in cui il nuovo emerge nello stesso, una lezione non vale niente».
E un consiglio agli studenti: «Coltivate ciò che vi appassiona, non disperdete energie in ciò che non vi tocca davvero».