13/11/2025
💕Mentre aspetto il prossimo cliente, guardo la “scatola della compassione” che abbiamo in studio.
E mi colpisce sempre la stessa cosa: quanto sia più facile essere dure con noi stesse che tenere in mano un po’ di gentilezza.
🫤L’autocritica arriva veloce, affilata.
È quella voce che ti dice: “Potevi fare meglio. Dovevi essere più forte. Hai sbagliato di nuovo.”
E la ascolti così tanto, così spesso, che finisci per confonderla con la verità.
La compassione, invece, è silenziosa.
Non urla.
Non giudica.
Non ti spinge a correre.
Ti invita solo a fermarti un istante e guardarti con occhi diversi.
E mentre osservo quella scatola penso a quante donne arrivano qui con la sensazione di non essere mai abbastanza.
Con un cuore pieno di richieste impossibili ( verso sé stesse) e di metri di paragone sempre troppo alti.
Con una voce interiore che punisce, invece di sostenere.
💫Ma ogni volta che apriamo insieme uno spazio di compassione, succede qualcosa.
Non un miracolo, non una rivoluzione…
Qualcosa di più semplice e potente:
un piccolo scioglimento.
Un respiro.
Una tregua.
Un gesto di umanità verso sé stesse.
Perché la compassione non è “giustificarsi” o “fare finta che vada tutto bene”.
🌟È riconoscere che stai facendo del tuo meglio con gli strumenti che hai, nella vita che hai, nel momento che stai vivendo.
E allora oggi, mentre la giornata scorre e i pensieri corrono, ti lascio una domanda:
✨Cosa cambierebbe nella tua vita se iniziassi a parlarti come parleresti alla tua migliore amica?
F.M.
🌻
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