Emanuel Mian - Psicologo

Emanuel Mian - Psicologo Psicologo/Psicoterapeuta/Ricercatore-
Esperto in disturbi alimentari e dell'immagine corporea. Responsabile scientifico del centro Emotifood.

Psicologo – Psicoterapeuta ad indirizzo cognitivo-comportamentale. PhD in “NeuroScienze e Scienze Cognitive”, abilitato all’uso dell’ EMDR e perfezionato in “Diagnosi e Terapia” dei Disturbi del Comportamento Alimentare. Responsabile e coordinatore di diverse Unità per i Disturbi Alimentari in Friuli Venezia Giulia e Lombardia, coordinatore del gruppo di ricerca Body Image. Già Docente presso il Master in “Dietetica e Nutrizione Clinica”- Università di Pavia. Consigliere Onorario presso la Corte d’Appello della sezione minorile del Tribunale di Trieste dal 2008 al 2016. Più di 5000 pazienti seguiti con successo e autore del bestseller MindFoodNess. Inoltre ho creato MINDFOODNESS Academy il programma di coaching online frutto della ricerca scientifica. Per cambiare, per iniziare a muoversi, per uscire dall’inerzia, basta qualche passo gentile nella direzione giusta.

🎂 Dicono che i compleanni siano solo “un altro giro intorno al sole”.Ma alcune orbite lasciano cicatrici. Altre lasciano...
23/10/2025

🎂 Dicono che i compleanni siano solo “un altro giro intorno al sole”.

Ma alcune orbite lasciano cicatrici. Altre lasciano segni. E poi ci sono quegli anni in cui ti ritrovi, all’improvviso, a sorridere davanti a un’immagine sullo schermo: la copertina del tuo libro… tradotta in russo.

🇷🇺 “Когда еда становится утешением” – “Quando il cibo diventa consolazione”.

Non è il titolo originale (“Fuga dalla Bilancia”). Ma lo rappresenta. Perché parla di quello che tante, troppe persone vivono: un rapporto con il cibo che diventa rifugio, conforto, compensazione.

📘 Quel libro l’ho scritto in una delle estati più difficili della mia vita. Ogni giorno era una lotta tra il lavoro clinico, i corsi per i colleghi, le urgenze, le aspettative. E io che continuavo a rimandare la scrittura perché “non avevo tempo”. Poi un giorno ho smesso di complicarmi la vita.

Ho preso un quaderno e ho scritto solo questo:
👉 Conoscere il problema
👉 Risolvere il problema

E da lì ho iniziato. Ho scelto la semplicità.
Il linguaggio diretto. Quello che uso con le persone che mi affidano le loro storie, ogni giorno.

Non c’erano filtri. Non c’erano teorie astratte. Solo parole per spiegare che la fame nervosa non è un nemico da combattere, ma un messaggio da decifrare.
Che dietro ogni “mi abbuffo” c’è un “non so come altro fare”.

Oggi, 23 ottobre, proprio il giorno del mio compleanno, ricevo questo regalo:
la versione russa del libro è pronta. E mi emoziona sapere che anche dall’altra parte del mondo, qualcuno leggerà queste parole e, forse, si sentirà un po’ meno solo.

💬 Non è autoreferenzialità. È gratitudine.
Per chi mi ha dato fiducia: Feltrinelli, il mio editore italiano.
E ora Bombora, che ha scelto di portare questo messaggio in un altro Paese, in un’altra lingua, in un’altra cultura.

Per me scrivere è questo: creare ponti. Connettere silenzi. Dare voce a chi non trova le parole.

✍️ Se anche tu stai scrivendo qualcosa fosse un libro, un articolo, un diario o qualsiasi altra cosa, ricordati che non devi per forza essere perfetto. Solo vero.

🎁 Buon compleanno a me. E a tutte le parole che, nel loro piccolo, aiutano a guarire.

PREMESSA: Nessun bambino nasce odiando il proprio corpo.“Cicciona, fai schifo. Susciti repulsione in me e in chi ti guar...
24/09/2025

PREMESSA: Nessun bambino nasce odiando il proprio corpo.

“Cicciona, fai schifo. Susciti repulsione in me e in chi ti guarda.”

Per sette mesi l’ha denigrata sul corpo, sull’aspetto fisico, sulle capacità relazionali. Quando non bastavano le parole, è arrivato anche alle mani.
Il 15 settembre la Cassazione lo ha condannato, confermando la gravità di questi atti. È una sentenza che segna un passaggio culturale importante: il body shaming in famiglia può costituire a tutti gli effetti un reato.
Come psicologo clinico che lavora con disturbi alimentari e con adolescenti che portano cicatrici profonde lasciate da queste dinamiche, voglio chiarire un equivoco che purtroppo è ancora diffuso: umiliare un figlio sul corpo non è educazione. È maltrattamento. È violenza psicologica.

➡️Le ricerche lo dicono chiaramente: tra i 9 e i 14 anni il corpo diventa lo specchio attraverso cui i bambini costruiscono la propria autostima. In questa fase le parole dei genitori hanno un peso enorme: incidono sull’immagine di sé e possono lasciare ferite che durano anni, spesso tutta la vita.
Diversi studi mostrano come il body shaming genitoriale sia tra i fattori di rischio più rilevanti per lo sviluppo di disturbi alimentari, depressione, dismorfofobia, comportamenti autolesivi e persino suicidalità in adolescenza.

Non sono semplici “frasi dette per rabbia”.

Sono messaggi ripetuti che insegnano a un bambino un’idea tossica: che il suo valore dipende dal corpo, dalla bilancia, dalla capacità di rispondere a standard imposti. Così si pianta il seme dell’odio verso sé stessi.

Questa sentenza della Cassazione non è solo una condanna individuale.
È un segnale chiaro: la violenza psicologica e verbale in famiglia ha effetti reali e devastanti, e la società non può più considerarla “solo parole”.
Nessun bambino nasce odiando il proprio corpo. Qualcuno glielo insegna. E quando quel qualcuno è un genitore, non è sufficiente un “non lo farò più”. Servono giustizia, consapevolezza culturale e la voce forte dei professionisti che lavorano con minori e famiglie.
Umiliare un figlio sul corpo non è un’opinione educativa. È abuso.
E va fermato.

Emanuel Mian

Confermata dalla Cassazione la sentenza della Corte d'appello di Venezia (ANSA)

02/09/2025

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Emanuela Russo - Dietista Emanuel Mian - Psicologo

“Una mia paziente mi regalò un barattolo di biscotti. I biscotti sono finiti… ma il barattolo è diventato qualcosa di mo...
23/07/2025

“Una mia paziente mi regalò un barattolo di biscotti. I biscotti sono finiti… ma il barattolo è diventato qualcosa di molto più importante: il Vasetto dei Complimenti.”
Siamo così abituati a ricordare le critiche, da dimenticare tutto il bene che ci viene detto.
💬 10 complimenti? Ce li scordiamo.
❌ 1 critica? Ce la tatuano nell’anima.
➡️ Da oggi, fai questo esercizio semplice ma potentissimo (e scientificamente fondato):
🫙 Ogni giorno, per una settimana, scrivi in un barattolo:
• Un complimento ricevuto (anche piccolo)
• Un auto-complimento (oggi mi sta bene la camicia, ho gestito bene quella call, ho avuto pazienza…)
📍 Non solo sull’aspetto fisico, ma su chi sei davvero: la tua pazienza, la tua ironia, la tua determinazione.
🧠 Rieduchiamo la mente a notare il bene tanto quanto nota il difetto.
Perché ogni pensiero nero, se lo guardi bene, può diventare grigio. O persino bianco.
📌 Questo esercizio si basa su ricerche di psicologia positiva tratte dall’ultimo libro dal titolo Fuga dallo Specchio edito da e sulla ricostruzione cognitiva: il modo in cui alleni la tua attenzione modifica la tua autopercezione.
💡Provalo. Ti sorprenderà.
🎧 Link all’intervista

Obiettivo salute in tavola · Episode

Indirizzo

Via Palestro, 12
Monza

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