15/10/2025
Ricevo molto spesso richieste da parte vostra di affrontare temi specifici che riguardano lo sviluppo della personalità narcisistica e mai come in quest’epoca diventa importante avere chiari alcuni passaggi fondamentali.
Ecco perché rispondo qui a tutti coloro che desiderano capire quali sono le tappe che segnano la formazione di una personalità narcisistica e quali indicatori, già nell’infanzia e nell’adolescenza, devono farci drizzare le antenne, prima che sia troppo tardi.
La storia di Ravenna ci insegna che questo tipo di personalità cresce nel silenzio, nella frustrazione e nella parte più oscura dell’egocentrismo.
Non nasce mai dal nulla, si costruisce lentamente, dentro relazioni genitoriali disfunzionali, dove l’amore smette di essere un nutrimento e diventa uno strumento di potere o di controllo.
I principali stili genitoriali che possono favorire lo sviluppo di una personalità narcisistica
1. Il genitore iper-idealizzante (o narcisista riflessivo)
È quello che vede nel figlio un’estensione del proprio ego. Lo carica di aspettative, lo investe di un ruolo che non gli appartiene: “Tu devi essere il migliore, devi realizzare ciò che io non ho potuto.”
In questo contesto, l’amore diventa condizionato alla performance. Il bambino impara che vale solo se brilla, se primeggia, se soddisfa l’immagine perfetta che il genitore proietta su di lui.
Da adulto svilupperà un bisogno costante di ammirazione e una paura devastante del fallimento.
2. Il genitore svalutante o punitivo
È quello che annienta l’autostima del figlio, con critiche continue, ironia tagliente, umiliazioni sottili o aperte.
Il messaggio implicito è: “Non sei mai abbastanza.”
Il bambino cresce oscillando tra vergogna e rabbia, e impara a difendersi costruendo un’immagine di sé grandiosa ma fragile.
Da adulto tenderà a dominare per non sentirsi dominato, e a distruggere prima di rischiare di essere ferito.
3. Il genitore assente o emotivamente anaffettivo
Qui non ci sono né ideali né punizioni, c’è il vuoto.
L’assenza di sguardo, di calore, di conferma identitaria, produce nel bambino una fame d’amore non saziata.
È da quel vuoto che nasce il bisogno patologico di essere notato, visto, ammirato.
L’amore, per queste persone, non è mai vissuto come reciprocità, ma come fame di attenzione e controllo.
4. Il genitore incoerente o manipolativo
È colui che alterna carezze e colpi, che oggi idealizza e domani umilia, che usa il senso di colpa come leva per controllare.
In questo clima emotivo il bambino non impara a fidarsi: vive costantemente in allerta.
Da adulto svilupperà un attaccamento ambivalente, con dinamiche relazionali basate sulla seduzione, la manipolazione e la paura dell’abbandono.
Indicatori precoci da non ignorare
• Bisogno costante di essere al centro dell’attenzione.
• Intolleranza alla frustrazione o al “no”.
• Tendenza a colpevolizzare gli altri per i propri errori.
• Scarsa empatia e difficoltà a riconoscere le emozioni altrui.
• Forte competitività e paura di non essere “il migliore”.
• Reazioni di rabbia sproporzionate di fronte a critiche o limiti.
Una personalità narcisistica non nasce dal nulla, ma da un modello relazionale in cui l’amore diventa transazione, la stima è condizionata e la vulnerabilità è bandita.
Educare un figlio all’empatia, alla frustrazione, alla reciprocità emotiva e al rispetto dei limiti è l’unico antidoto reale contro questa deriva.
Perché se non si insegna a un bambino a gestire la delusione e la frustrazione, un giorno diventerà un adulto che cercherà di distruggere tutto ciò che non riesce a controllare.