Dr.ssa Simona Elia

Dr.ssa Simona Elia Supporto psicologico
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Questa pagina vuole essere:
un "luogo di incontro" virtuale, attraverso lo scambio di informazioni e notizie, per la promozione del benessere psicologico;
un'opportunità per far conoscere la professione dello psicologo sotto diversi aspetti;
promuovere il mio lavoro e le mie competenze.

A volte le cose possono cambiare...in positivo
11/11/2025

A volte le cose possono cambiare...in positivo

TORNA L’EDUCAZIONE AFFETTIVA E SESSUALE NELLE SCUOLE: PENSIAMOCI SU!

Ieri ll governo ha abolito il divieto di effettuare educazione affettiva e sessuale nelle scuole secondarie di primo grado. Lo stesso Governo poche settimane fa aveva votato un emendamento che invece imponeva tale divieto alle scuole dell’infanzia, primarie e secondarie di primo grado. Quindi da oggi si potrà reintrodurre l’educazione affettiva e sessuale con gli studenti preadolescenti, anche se sarà necessario richiedere per tali attività il consenso dei genitori che dovranno essere a conoscenza dei temi e del materiale didattico trattati.

Anche dai miei profili social avevo profondamente criticato il divieto imposto, per cui penso che il Governo abbia fatto molto bene a ripristinare ciò che una precedente circolare ministeriale – alcuni mesi fa - aveva chiesto alle scuole: ovvero di essere promotive di una educazione affettiva e sessuale da implementare previa informazione e consenso delle famiglie.

Penso che ciò che è accaduto (ovvero dire che va fatta, per poi dire che non va fatta per poi correggersi e dire che va fatta) non sia altro che un indicatore di quanto ancora sia divisivo, anche all’interno della stessa maggioranza, il dibattito intorno ad un tema che è di importanza vitale per i nostri figli e figlie.

Massimo Recalcati in un lungo articolo su la Repubblica ha affermato che non c’è bisogno di un’educazione specifica in questo ambito, cui ha fatto seguito una risposta di Concita de Gregorio con pensiero divergente alla quale Recalcati ha risposto a sua volta ribadendo, più o meno, ciò che aveva affermato nel primo articolo. Immagino quanto confusa possa essere la percezione del genitore di fronte ad un caos mai risolto non solo a livello politico, ma anche a livello culturale e specialistico.

Se chi se ne deve occupare per mestiere afferma tutto e il contrario di tutto, come può il genitore medio dotarsi di una consapevolezza solida? Chi può essere considerato davvero autorevole in questo ambito? Sono domande inevitabili che non fanno altro che mettere in scena il vuoto metodologico e culturale che nella nostra nazione sembra irrisolvibile. Penso che questi temi, che appartengono al concetto stesso di salute e prevenzione primaria, debbano diventare materiale curricolare di tutti i corsi di laurea che si occupano della cura della persona e dell’educazione. Ci devono essere formazioni e insegnamenti specifici nei corsi di Medicina, Psicologia, Scienze dell’educazione e Formazione Primaria, per esempio.

Lavorando con i miei studenti a Medicina, chiedo spesso loro quante volte durante l’adolescenza hanno avuto a disposizione uno specialista che si occupasse in ambito scolastico o clinico di aprire con loro il dialogo sul tema dello sviluppo sessuale, delle relazioni affettive, delle competenze relazionali/emotive/comunicative che devono essere alla base di ogni relazione interpersonale che si connota anche con la dimensione della sessualità. Loro per primi, ovvero i futuri medici, si rendono conto di non aver avuto alcuna formazione ed esperienza di questo tipo nel corso della loro vita. E se qualcosa non ci “entra nella vita” mentre siamo in crescita e formazione, difficilmente sapremo farlo entrare nella vita di coloro della cui crescita e formazione diventeremo responsabili una volta adulti.

Per me la fatica, oggi, di lavorare – anche culturalmente su questi temi – è tutta qui: non sappiamo fare bene e sostenere ciò che non è stato fatto e sostenuto bene quando noi eravamo bambini e adolescenti. E siccome non ne abbiamo memoria, lasciamo senza memoria chi viene dopo di noi. Insomma, in questo dibattito – ahimè – siamo costantemente alla casella del via. Speriamo che l’emendamento che prima c’era e oggi non c’è più, ci permetta di muoverci in avanti e di non trovarci tra 10 anni ancora alla casella di partenza.

Se pensi che questo messaggio sia importante per tutti noi – genitori, docenti ed educatori – commentalo e condividilo.

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A 9 ANNI HANNO FONDATO UN “CLUB DEL SESSO”: se siete genitori, per favore prendetevi 10 minuti per leggere questo post.

Genitori ed educatori: il messaggio che segue richiede circa 10 minuti del vostro tempo. Ma potrebbero essere dieci minuti chi vi aiutano a comprendere cose che stanno succedendo nelle vite dei nostri figli e di cui è troppo importante riflettere insieme. Questo post parte dalla testimonianza di una collega che mi ha scritto così:

“Gentile dottore per la prima volta nella mia esperienza professionale mi trovo davanti una situazione per me difficile da affrontare. Nella nostra scuola ci sono bambini di 9 anni che vedono video pornografici dallo scorso anno e hanno creato un club del sesso. Chi vuole farne parte è obbligato a visionare materiali pornografici spinti, rapporti orali, a tre, con uso di oggetti. Tutto questo è stato scoperto da una mamma. Mi viene da dire maledetti cellulari e adulti incoscienti che comprano sempre prima questo oggetto e non supervisionano. Alcune bambine manifestano un disagio forte, Oggi una ha vomitato per lo schifo provato davanti a delle immagini, altre piangono. Io da tanti anni affronto il discorso della pornografia online, della mercificazione del corpo, porto poesie d'amore, mostro ciò che manca in quelle visioni di solo accoppiamento fisico. Lo faccio nella terza media. A quella età le parole mi escono facilmente, so come affrontare il discorso. Non mi è mai successo di trovarmi in una situazione simile, davanti a bambini di 9 anni. Ecco perchè ho bisogno di un confronto con lei.

Da anni, ogni settimana (e ribadisco: ogni settimana) ricevo mail con richieste di aiuto in cui un adulto rivela di sentirsi disorientato di fronte a ciò che ha scoperto esistere nella vita virtuale di un figlio, di uno studente, di una classe o all’interno di una chat. Molte di queste richieste hanno a che fare con l’esplorazione della sessualità da parte di minori che viene fatta sempre più precocemente e con modalità totalmente inadeguate rispetto all’età e alla maturità dei soggetti coinvolti. Questa settimana ho ricevuto questa mail e ho chiesto il permesso di poter condividere questa testimonianza con chi legge i miei post.

Avere 9 anni e fondare, nel proprio ambito di amicizie, il club del sesso imponendo ai coetanei – per farne parte – di visionare materiali molto spinti è un esempio di come l’abuso sessuale (sì, questo è abuso e non esplorazione fase-specifica) possa entrare nella vita dei nostri figli attraverso la combinazione di cinque elementi:
1) il bisogno di appartenenza al gruppo
2) la disponibilità di strumenti digitali che permettono con tre click di fare qualsiasi cosa
3) la superficialità con cui il mondo adulto ha sdoganato nella vita dei minori strumenti potentissimi senza avere alcuna contezza della loro potenza e della disfunzionalità che essa porta nella vita dei minori
4) l’aggressività con cui le piattaforme digitali entrano nelle vite di tutti, anche dei bambini, proponendo esperienze totalmente non fase specifiche e arrogandosi il diritto di dire che non hanno alcuna responsabilità, in quanto avvertono l’utente di contenere materiale riservato ad un pubblico di cui specificano l’età minima (da cui se ne deduce che gli unici responsabili per le navigazioni pericolose sarebbero i genitori che dovrebbero vivere dentro gli smartphones dei figli)
5) la totale mancanza di educazione affettiva e sessuale, che lascia i piccoli esposti a situazioni estreme in cui percepiscono disagio ed eccitazione allo stesso tempo nella totale incapacità di comprendere come orientarsi in tutto ciò e soprattutto a chi chiedere aiuto., visto che le agenzie educative e gli adulti in generale si rivelano vacanti in questo ambito educativo.

Condivido questa testimonianza in un giorno di festa, non per rovinarvelo, ma perché nei giorni festivi noi adulti abbiamo ritmi più lenti e più tempo per concentrarci su cose che la frenesia del lavoro a volte non ci fa considerare importanti. Io non so più come dirlo al mondo che là fuori c’è un problema enorme che entra nelle nostre vite attraverso lo sdoganamento della virtualità a cui bambini e bambine hanno accesso, navigando senza alcun criterio e supervisione.

So che molti dicono che basterebbe educare ad un buon uso dello smartphone, perché non è lo smartphone in sé il problema, ma l’uso che ne viene fatto. Beh, lasciatemi dire che invece è anche lo smartphone in sé il problema perché ha una potenza che nessun bambino sa governare e che nessun adulto sa educare nella relazione con un minore. Dentro al virtuale c’è troppa roba mentre nella mente dei nostri figli, prima dei 16 anni ci sono ancora troppe poche reti neuronali integrative in grado di avere un dominio efficace di quella “troppa roba”. E’ come far guidare una fuoriserie ad un ragazzo che ha appena preso la patente per guidare un motorino.

Per favore parlate di tutto questo ad altri genitori. Voi educatori condividete questa storia nelle vostre chat di classe. Rendete questa domenica una domenica di consapevolezza adulta, sia genitoriale che della comunità educante tutta. Troppe volte sento dire, anche da colleghi molto quotati, che io, con la narrazione che ho fatto del digitale in questi anni, non ho compreso nulla. Perché il problema secondo moltissimi sta nella fragilità di noi adulti.

Io penso che dobbiamo avere il coraggio di dire che il mondo virtuale ha reso i genitori fragili e la fragilità degli adulti ha reso il mondo virtuale sempre più capace di impossessarsi delle vite dei nostri figli. E’ un gatto che si morde la coda che però ha avuto il suo punto di inizio con la pervasività del digitale portatile dentro alle nostre vite di esseri umani del terzo millennio. E questo, Jonathan Haidt lo spiega benissimo nel suo volume “Generazione ansiosa” (Rizzoli ed.)

Su questo tema anch’io ho appena pubblicato un libro con Barbara Tamborini intitolato “Esci da quella stanza. Come e perché riportare i nostri figli nel mondo” (Mondadori ed.) dove cerchiamo di far capire ai lettori che oggi abbiamo bisogno di una totale inversione di rotta e che noi genitori ne dobbiamo essere consapevoli protagonisti. Vi prego, andatelo a cercare nella biblioteca più vicina a casa vostra, non c’è bisogno che lo compriate (chi sa quanti pensano che il mio unico interesse sia – in questo momento - vendere un libro. Ma se così fosse, vi siete mai chiesti come mai in più di dieci anni di vita nei social non ho mai – e ribadisco mai – messo un link ad alcuna libreria online che conduca all’acquisto automatico di un mio libro?). Scrivo libri non perché ho l’urgenza di venderli (cosa che naturalmente viene valutata come positiva da un autore), ma per fare cultura, per usare il mio posizionamento professionale e sociale (oltre che social) ai fini del miglioramento della vita e delle condizioni di crescita dei nostri figli. Lo dico da professionista e lo dico come padre di quattro figli.

Se anche voi pensate che fondare il club del sesso a 9 anni sia una spaventosa distorsione della crescita derivata da un mondo che non ha alcuna cura dei bisogni evolutivi di bambini e bambine del terzo millennio e che ciò non dipenda solo dalla fragilità di noi genitori, ma dalla potenza con cui quel mondo invade le nostre vite…… beh allora spero che questo post vi aiuti a correre ai ripari.

Se volete e potete, aprite il dibattito con più adulti possibili e condividete questo messaggio.

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28/10/2025

Che "INFLUENCER"siamo noi adulti per i nostri ragazzi? I bambini e anche i ragazzi difficilmente ascoltano ma sicuramente imitano...Prima di chiedere a loro chiediamo cosa facciamo noi

E si continua la battaglia con tutti gli strumenti a disposizione
18/10/2025

E si continua la battaglia con tutti gli strumenti a disposizione

🔴 Comunicato stampa congiunto sull’educazione sessuo-affettiva nelle scuole

Le Presidenti e i Presidenti degli Ordini degli Psicologi di Abruzzo, Basilicata, Campania, Emilia-Romagna, Lazio, Marche, Puglia, Sicilia e Veneto prendono una posizione chiara e netta in merito al DDL del 23 maggio 2025 del Ministro Valditara.

🎓 L’educazione sessuo-affettiva è una risorsa, non un rischio. Limitare o escludere la possibilità di promuovere da parte dei professionisti della salute attività educative su questi temi significa privare bambini e adolescenti di strumenti fondamentali per comprendere e gestire i cambiamenti fisici ed emotivi legati alla crescita.

🧠 L’educazione sessuo-affettiva, quando è adeguata all’età e scientificamente fondata, contribuisce a relazioni sane, alla prevenzione di bullismo e violenza di genere, e al benessere psicologico delle giovani generazioni.

👥 Gli Ordini regionali sopra menzionati esprimono profonda preoccupazione per le implicazioni culturali e sociali derivanti dalle limitazioni previste nel DDL “Disposizioni in materia di consenso informato in ambito scolastico”.

Chiediamo che la voce degli psicologi e delle psicologhe venga ascoltata nelle sedi parlamentari competenti, per ribadire l’importanza di un’educazione affettiva e sessuale tempestiva, continuativa e basata sulle evidenze scientifiche.

📢 La tutela dei minori passa anche — e soprattutto — attraverso la conoscenza, l’ascolto e la costruzione di contesti educativi sicuri e consapevoli.

Ecco la voce autorevole a cui mi riferivo. Sicuramente il Dr.Pellai ci da spunti di riflessione importanti e spero che a...
16/10/2025

Ecco la voce autorevole a cui mi riferivo. Sicuramente il Dr.Pellai ci da spunti di riflessione importanti e spero che anche il Governo tenga conto del parere di esperti e addetti ai lavori. Condividete questo messaggio ad altri genitori ed educatori per dare voce a chi desidera educare e non dis-educare

Paura e silenzio sono alla base della scelta del Governo di non prevedere l'insegnamento di affettività e sessualità nelle classi delle elementari e delle medie. Una decisione che farà finire bambini e ragazzi a cercare risposte nei motori di...

16/10/2025

CONSENSO INFORMATO, STOP AD ATTIVITÀ DI EDUCAZIONE SESSUO-AFFETTIVA A SCUOLA ANCHE ALLE MEDIE: DDL VALDITARA

Ho già provveduto ad intercettare e a scrivere a voci più autorevoli della mia ma pongo la questione anche tra noi. Come si può commentare la decisione di eliminare l' educazione sessuo-affettiva anche dalla scuola secondaria? Cosa sta succedendo? Come si può essere ciechi e sordi di fronte ad una richiesta così estrema e impellente di dare un' educazione in tal senso? Da psicologa ho la "fortuna" di avere un osservatorio speciale e di poter entrare, nel mio piccolo, in dinamiche che talvolta si fatica ad affrontare nell' ambiante domestico. Non è delegare é collaborare con la scuola nell' affrontare certi argomenti. Se anche il "luogo scuola" non può intervenire chi lo farà? Qualche sito pornografico? Professionisti esterni che devono essere intercettati e pagati quando dovrebbe essere un diritto di tutti accedere ad informazioni basilari per una crescita sana?

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Un augurio a* ragazzi*...di trovare sulla propria strada professori e adulti capaci. Naturalmente siamo sempre in relazi...
29/09/2025

Un augurio a* ragazzi*...di trovare sulla propria strada professori e adulti capaci. Naturalmente siamo sempre in relazione quindi anche voi giovani dovete fare la vostra parte: avere occhi per guardare e orecchie per ascoltare e cogliere ciò che di positivo può arrivare.

Un grande ringraziamento ai miei nuovi follower! Sono felice di avervi tra noi! Paola Clemente, Michele Cappello
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01/09/2025

Global Sumud Flotilla
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