26/11/2025
Queste rose di acrilico, realizzate a mano e raccolte ieri a Monza San Fruttuoso per ricordare la Giornata contro la violenza sulle donne, parlano una lingua silenziosa che tocca il cuore dei sistemi.
Nella visione sistemica sappiamo che, dietro ogni dinamica di violenza, agiscono forze antiche che non appartengono solo all’individuo.
Vittima e carnefice non incarnano semplicemente due “ruoli opposti”: spesso risuonano con la stessa vibrazione profonda, generata da traumi non visti, esclusioni, storie spezzate nelle loro famiglie o nelle generazioni precedenti.
Questo non assolve, non cancella, non giustifica nulla.
Ma aiuta a comprendere dove si crea il gelo, dove si rompe il legame, dove nasce l’onda che porta uno a ferire e l’altro a subire.
Quando un dolore non trova ascolto, il sistema lo ripete.
Quando un trauma non viene visto, qualcuno ne porta il peso.
Quando l’amore non ha spazio, la violenza prende forma.
Queste rose sono un campo di memoria:
ci ricordano che la guarigione collettiva parte dalla capacità di vedere la radice,
non solo il frutto avvelenato.
Ci ricordano che un sistema può cambiare solo quando decide di includere, di ascoltare, di prendersi cura.
🌹
Che questo giardino sia un invito a interrompere le catene.
A scegliere relazioni sane.
A dare spazio alla dignità e alla vita.