11/11/2021
LA MEMORIA DELLE EMOZIONI
"L’amigdala umana è più voluminosa rispetto a quella di tutti gli altri primati ed è specializzata nelle questioni emozionali: serve a riconoscere e a provare i sentimenti visto che è la vera depositaria della sin dalla nostra . Una rimozione dell’amigdala ci renderebbe apatici, alieni a qualsiasi emozione.
All’ippocampo, invece, riconosciuto per lungo tempo come sede principale delle emozioni, spetta il compito di assegnare un significato particolareggiato all’evento che viviamo, di importanza fondamentale per l’emozione che viviamo, L’ippocampo ricorda i fatti, mentre l’amigdala assegna l’emozione vissuta in relazione a quei fatti. Quindi, esistono DUE sistemi mnemonici nel nostro cervello: uno per i fatti ordinari e un altro per i ricordi emozionali.
🤔Allora, resta da chiederci alla luce di un sistema mnemonico completo e complesso, come mai abbiamo delle reazioni emotive che non sappiamo spiegarci?
👉La risposta arriva da LeDoux, il quale sostiene che nell’amigdala, essendo la parte del cervello più sviluppata nel bambino rispetto all’ippocampo, viene impresso tutto ciò che ci accade nella prima in maniera primitiva e grossolana ovvero non sostenuta da una spiegazione narrativa (i bambini non hanno ancora parole per descrivere quello che vivono, le loro esperienze non hanno una didascalia). Questi primissimi ricordi emozionali si traducono in età adulta in esplosioni emozionali che, appunto, hanno molto probabilmente radici profonde situate temporalmente in un periodo precoce della nostra vita. Tutte le situazioni che provocano in noi una emotiva sproporzionata rispetto agli eventi, può con molte probabilità essere in risonanza con un della nostra infanzia conservato nella memoria emozionale.
Andare alla radice del è la strada per estirpare un malessere e lo si può fare risvegliando la nostra memoria emozionale e riscrivendo le equazioni errate che abbiamo registrato in passato.
🧒Ad esempio, nel bambino il desiderio di un abbraccio deluso in una circostanza particolare può aver creato una ferita emotiva; il riproporsi di sensazioni legate a quella circostanza può far riemergere il dolore che, a sua volta, amplificherà la risposta emotiva di quel bambino divenuto ormai adulto. Questo è un esempio per sommi capi di una equivalenza errata che si può correggere visualizzando la circostanza e le sensazioni legate a quella circostanza e analizzandola con l’aiuto di un esperto. Questo stratagemma che potrebbe apparire bizzarro, ha in realtà la sua efficacia se teniamo conto che il cervello limbico non è in grado di distinguere tra e , ma tiene solo conto di ciò che proviamo."
(Tratto da "Emozio-nati. Viaggio verso l'isola che (non) c'è", S. Angelisi)https://www.mondadoristore.it/Emozio-nati-Sonia-Angelisi/eai978883163860/