Dott. ssa Ilenia Varriale, psicologa e mediatrice familiare

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Dott. ssa Ilenia Varriale, psicologa e mediatrice familiare Una Psicologa, dallo sguardo amorevole, sempre al fianco dei genitori, per sostenere i bambini!

Studio L'Altalena è accoglienza, professionalità e oltre 10 anni di esperienza nella professione psicologica. Uno sguard...
09/10/2025

Studio L'Altalena è accoglienza, professionalità e oltre 10 anni di esperienza nella professione psicologica. Uno sguardo amorevole e una mano tesa per vostri bambini, per nutrire mente e cuore. Sempre al fianco dei genitori per sostenere i più piccoli!


☎️ 346 310 9621

24/09/2025

Le persone amano la libertà e odiano le catene.Però un uomo, un giorno, prese una catena, salì su un albero, ne legò i c...
27/08/2025

Le persone amano la libertà e odiano le catene.
Però un uomo, un giorno, prese una catena, salì su un albero, ne legò i capi a un ramo robusto e ci fece l’altalena per i suoi bambini.
Ho sempre amato le altalene, amo guardare il cielo diventare un po' più vicino.
L'altalena ti insegna a tenerti forte e lasciarti andare.

Quando ero piccolo adoravo il circo, mi piacevano soprattutto gli animali. Ero attirato in particolar modo dall’elefante...
27/08/2025

Quando ero piccolo adoravo il circo, mi piacevano soprattutto gli animali. Ero attirato in particolar modo dall’elefante che, come scoprii più tardi, era l’animale preferito di tanti altri bambini. Durante lo spettacolo quel bestione faceva sfoggio di un peso, una dimensione e una forza davvero fuori dal comune… Ma dopo il suo numero, e fino a un momento prima di entrare in scena, l’elefante era sempre legato a un paletto conficcato nel suolo, con una catena che gli imprigionava una delle zampe.
Eppure il paletto era un minuscolo pezzo di legno piantato nel terreno soltanto per pochi centimetri. E anche se la catena era grossa e forte, mi pareva ovvio che un animale in grado di sradicare un albero potesse liberarsi facilmente di quel paletto e fuggire.
Era davvero un bel mistero.
Che cosa lo teneva legato, allora?
Perché non scappava?
Quando avevo cinque o sei anni nutrivo ancora fiducia nella saggezza dei grandi. Allora chiesi a un maestro, a un padre o a uno zio di risolvere il mistero dell’elefante. Qualcuno di loro mi spiegò che l’elefante non scappava perché era ammaestrato. Allora posi la domanda ovvia: «Se è ammaestrato, perché lo incatenano?».
Non ricordo di avere ricevuto alcuna risposta coerente. Con il passare del tempo dimenticai il mistero dell’elefante e del paletto, e ci pensavo soltanto quando mi imbattevo in altre persone che si erano poste la stessa domanda.
Per mia fortuna, qualche anno fa ho scoperto che qualcuno era stato abbastanza saggio da trovare la risposta giusta: l’elefante del circo non scappa perché è stato legato a un paletto simile fin da quando era molto molto piccolo.
Chiusi gli occhi e immaginai l’elefantino indifeso appena nato, legato al paletto. Sono sicuro che, in quel momento, l’elefantino provò a spingere, a ti**re e sudava nel tentativo di liberarsi. Ma nonostante gli sforzi non ci riusciva perché quel paletto era troppo saldo per lui.
Lo vedevo addormentarsi sfinito, e il giorno dopo provarci di nuovo, e così il giorno dopo e quello dopo ancora…
Finché un giorno, un giorno terribile per la sua storia, l’animale accettò l’impotenza rassegnandosi al proprio destino. L’elefante enorme e possente che vediamo al circo non scappa perché, poveretto, crede di non poterlo fare.
Reca impresso il ricordo dell’impotenza sperimentata subito dopo la nascita.
E il brutto è che non è mai più ritornato seriamente su quel ricordo.
E non ha mai più messo alla prova la sua forza, mai più…

A volte viviamo anche noi come l’elefante pensando che non possiamo fare un sacco di cose semplicemente perché una volta, un po’ di tempo fa ci avevamo provato ed avevamo fallito, ed allora sulla pelle abbiamo inciso “non posso, non posso e non potrò mai”.
Se vuoi, puoi!

“Lascia che ti racconti"
di Jorge Bucay

A volte è necessario rimanere al buio per contemplare la notte, e perdersi tra il brillare delle stelle e il rumore del ...
16/08/2025

A volte è necessario rimanere al buio per contemplare la notte, e perdersi tra il brillare delle stelle e il rumore del mare.
Forse uno dei momenti più belli di un’esperienza terapeutica è quando ci si trova di fronte al mistero del dolore, e si riesce ad attraversarlo in silenzio, cogliendo il valore della presenza, del contatto autentico, dell’ascolto profondo.
In questi momenti è possibile sentire la vita mentre fluisce nello spazio segreto di una pausa, di una domanda, di una bellezza ritrovata.
Per sondare il mistero dell’animo umano, servono cura e passione. Non basta essere uomini di scienza.
Per comprendere l’umano e metterlo al centro della Cura, bisogna diventare anche un po’ poeti.



Studio L'Altalena
Piazza Gabriele d'Annunzio, Fuorigrotta

Dott.ssa llenia Varriale psicologa e mediatrice familiare

☎️ +39 346 310 9621

L’invidia è un’emozione che non si mostra mai con il suo vero nome. Si traveste: da sarcasmo, da superiorità, da indiffe...
04/08/2025

L’invidia è un’emozione che non si mostra mai con il suo vero nome. Si traveste: da sarcasmo, da superiorità, da indifferenza. Ma soprattutto, si fa gesto, parola, esclusione. E allora diventa bullismo.

Chi invidia, non sempre è consapevole. Spesso si tratta di un disagio muto che esplode in atti distruttivi. Chi è invidioso non sopporta la luce dell’altro, non la comprende, non la regge. E così cerca di spegnerla. E cosa c’è di più facile che farlo con una risata crudele, un nomignolo, una spinta nel corridoio o un commento acido in pubblico? Quando l’invidia si impossessa di una persona fragile e non elaborata, può generare la violenza. Una violenza che ha il gusto amaro della frustrazione e dell’impotenza.

Molti bulli non odiano davvero le loro vittime. Le temono. Le percepiscono come “diverse” non perché inferiori, ma perché portatrici di qualcosa che loro non hanno o non sanno riconoscere in sé: sensibilità, intelligenza, bellezza interiore, autenticità. E allora scatta la dinamica perversa: se non posso raggiungerti, ti distruggo. Se non riesco a diventare come te, ti ridicolizzo. Se non so amarti, ti combatto.

Per chi subisce, invece, è tutto inspiegabile. Come può fare così male un’occhiata, una frase lasciata cadere con noncuranza, una risata fatta apposta per ferire? Eppure succede. L’invidia fa male perché non si limita a desiderare quello che l’altro ha: vuole toglierglielo. Non si ferma al confronto, pretende il silenzio, la scomparsa dell’altro. Vuole che tu smetta di essere ciò che sei.

Chi è stato vittima di bullismo spesso porta dentro di sé una domanda mai risolta: “Perché io?”. La risposta, per quanto assurda, è proprio questa: perché brillavi. Perché eri vivo. Perché avevi qualcosa che gli altri non sapevano gestire. E questo dovrebbe ribaltare la prospettiva: non sei stato scelto per essere umiliato, sei stato preso di mira perché facevi paura. Perché avevi valore.

Se cominciassimo a parlare davvero di invidia — senza vergogna, senza moralismi — potremmo forse riconoscere quanta parte essa abbia in tanti gesti crudeli, nelle dinamiche scolastiche e lavorative, nelle relazioni e persino nelle famiglie. E forse potremmo iniziare a disinnescarla. Perché l’invidia, quando resta repressa, crea il mostro. Ma quando è riconosciuta, può diventare forza di cambiamento, spinta verso una crescita vera, personale.

Il bullismo non nasce mai solo per caso. Spesso nasce lì, dove qualcuno ha paura di non bastare, e allora decide che l’altro deve sparire.

Ecco perché parlare di invidia non è secondario. È centrale. È urgente. È uno dei nomi segreti del dolore.

Dott.ssa Ilenia Varriale psicologa e mediatrice familiare

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Pare che la bellezza di una perla sia la risposta organica a un dolore.Le perle si formano dentro alcune ostriche o moll...
03/08/2025

Pare che la bellezza di una perla sia la risposta organica a un dolore.
Le perle si formano dentro alcune ostriche o molluschi bivalvi, quando un corpo estraneo, come un granello di sabbia o un parassita, penetra nella conchiglia.
Il mollusco, ferito, comincia a ricoprirlo con strati e strati di madreperla, come a dire: “non ti posso cacciare, ma posso trasformarti”. E così, piano piano, nasce una perla: non per bellezza, ma per sopravvivenza.

Io di perle ne ho viste.

Le ho viste, in questa stanza, ogni volta che il dolore entrava senza bussare…e qualcuno rispondeva con grazia. Non perché non sentisse il dolore. Ma perché ci costruiva attorno qualcosa.
Una battuta, una riflessione paziente...il dolore può diventare bellezza, se lo tieni stretto senza lasciarti affondare.

Le perle nascono da qualcosa che ha rotto l’equilibrio, che ha fatto male, che ha scomposto il tranquillo mondo dentro una conchiglia.
E allora il mollusco non scappa. Non può.
Fa l’unica cosa che può fare: risponde a quel dolore ricoprendolo di bellezza. Di madreperla.
Lo trasforma in qualcosa che, se lo guardi, pensi: vale la pena. Anche se all’inizio ha fatto un male cane.
E succede anche a noi. Succede che invece di chiuderti, apri. E cominci a costruire qualcosa di bello intorno a quella ferita, ci fai un guscio nuovo attorno. Ci metti dentro ogni ricordo, ogni parola, ogni risata. E ne nasce una perla chiamata memoria.
Succede anche quando sbagli, cadi rovinosamente. E poi ti rialzi. E ti dici: non posso cancellare quello che è successo, ma posso dargli una forma diversa. E allora lo trasformi. In lezione. In svolta. In forza.
Le ferite non sempre guariscono. Ma possono diventare bellezza stratificata.
Come le perle.

Puoi scegliere. È questa la prima, grande, verità della vita!È vero, fino ad oggi ci sono state tante cose che non hai p...
31/07/2025

Puoi scegliere.

È questa la prima, grande, verità della vita!

È vero, fino ad oggi ci sono state tante cose che non hai potuto scegliere perché non dipendevano da te.

Ma da oggi tu puoi iniziare a raccontare a te stesso una storia diversa da quella che è stata fin'ora. Per crescere e volerti più bene.

Prendi per mano il bambino che ti abita dentro e digli con sicurezza: "Ecco, da oggi puoi scegliere per te stesso. Puoi decidere la persona che vuoi diventare e quale strada percorrere!"



Dott.ssa Ilenia Varriale, psicologa e mediatrice familiare



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"Educate i vostri figli alla meraviglia, alla bellezza che non si trova nei parchi giochi ma nei dettagli dei fiori, del...
05/06/2025

"Educate i vostri figli alla meraviglia, alla bellezza che non si trova nei parchi giochi ma nei dettagli dei fiori, delle piante, della terra, degli animali.
Correrete il rischio di avere figli con vestiti sporchi, figli che vi contesteranno, ma saranno liberi.
E la libertà è una gioia"

"Talvolta dobbiamo riposarci da noi stessi, guardando in profondità dentro di noi, da una distanza artistica; dobbiamo s...
05/06/2025

"Talvolta dobbiamo riposarci da noi stessi, guardando in profondità dentro di noi, da una distanza artistica; dobbiamo saper ridere e piangere di noi; dobbiamo scoprire l’eroe e anche il buffone che si nasconde nella nostra passione di conoscenza; dobbiamo ogni tanto essere contenti della nostra pazzia, se vogliamo poter essere ancora contenti della nostra saggezza"

F. Nietzsche

Le api nascondono un segreto sorprendente.Quando l’alveare perde la sua regina – l’unica in grado di dare vita alla colo...
30/05/2025

Le api nascondono un segreto sorprendente.
Quando l’alveare perde la sua regina – l’unica in grado di dare vita alla colonia e mantenere l’ordine in una società perfettamente organizzata – tutto sembra perduto. La vita nell’alveare rallenta. Senza nuove uova, il futuro scompare. Nel giro di poche settimane, la colonia rischia di estinguersi.

Ma le api non vanno nel panico. Né aspettano la salvezza dall’esterno.
Con un’eccezionale dimostrazione di intelligenza collettiva e istinto profondo, attivano una procedura d’emergenza spettacolare, difficile da immaginare in un mondo governato da insetti.
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◆ La trasformazione inizia con una scelta semplice, ma essenziale
Le api operaie selezionano alcune larve comuni – le stesse che normalmente sarebbero diventate semplici lavoratrici. Non sono speciali. Non sono nate diverse. Ma ora, il loro destino cambia completamente.
Vengono scelte per ricevere un nutrimento speciale: la pappa reale. Una sostanza rara, prodotta dalle api nutrici, ricca di proteine, vitamine e composti bioattivi. È un cibo regale nel senso più puro.

La larva nutrita esclusivamente con questa sostanza non segue più il percorso ordinario. In pochi giorni, il suo corpo si sviluppa in modo diverso. Le ovaie si attivano. Il corpo diventa più grande, più forte. La durata della vita si moltiplica per quasi venti volte.
Non lavorerà. Regnerà. Non seguirà la routine. Darà vita.
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◆ La regina non è scelta in base ai geni. Viene creata.
Ciò che rende davvero affascinante questo processo è il fatto che le api operaie e la regina condividono lo stesso codice genetico. Non è il DNA a determinare il destino. È la nutrizione. La cura. La decisione dell’alveare.
È come se, in una società umana, si potesse prendere un bambino comune e, offrendo il giusto nutrimento, l’ambiente adatto e il sostegno necessario, trasformarlo in un leader straordinario. Senza interventi genetici. Senza artifici. Solo grazie a supporto e visione.
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◆ Un leader nasce dalla crisi
Questa metamorfosi non salva solo la larva. Salva l’intera colonia.
Una volta che la nuova regina è pronta, assume la guida dell’alveare, inizia a deporre uova, ristabilisce l’ordine e dà inizio a un nuovo ciclo vitale collettivo. Da una minaccia di estinzione, la colonia rinasce più forte, più organizzata, più equilibrata.
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◆ Una lezione silenziosa, ma profonda
Le api ci mostrano, senza parole, che nei momenti di grande crisi non serve la disperazione – ma la chiarezza. Un piano. La scelta giusta. Cura e direzione.
Nel loro mondo, una regina non nasce. Viene sostenuta. Nutrita. Guidata.

E forse, proprio come nell’alveare, anche nella vita – non conta chi sei all’inizio, ma ciò che ricevi, come vieni accudito e quali decisioni prendono gli altri nei momenti difficili.
Perché a volte, nei momenti più duri, nasce il leader più forte.
Non per fortuna. Ma dalla crisi, dalla visione e dalla trasformazione.

È importante per il bambino sentirsi sostenuto dai genitori, sentire che può "fare"; e, ancor di più, poter vedere in lo...
09/05/2025

È importante per il bambino sentirsi sostenuto dai genitori, sentire che può "fare"; e, ancor di più, poter vedere in loro un modello di amore e sostegno, poiché, come sappiamo, la FIDUCIA IN SÈ STESSI deriva da una TRASMISSIONE, piuttosto che da un insegnamento.



Studio L'Altalena ☎️ 346 310 9621

Indirizzo

Piazza Gabriele D'Annunzio 16
Naples
80125

Orario di apertura

Lunedì 09:00 - 18:00
Martedì 09:00 - 18:00
Mercoledì 09:00 - 18:00
Giovedì 09:00 - 18:00
Venerdì 09:00 - 18:00

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