25/10/2025
Immagina una casa interiore composta da nove stanze disposte in un quadrato perfetto:
ogni stanza rappresenta un aspetto della nostra esperienza: il corpo, le emozioni, la mente, l’immaginazione, il desiderio, la paura, la gioia, la saggezza, la presenza.
E come in una geometria frattale, all’interno di ogni stanza si aprono altre stanze, altre possibilità di esplorazione.
Questa mappa non è un invito a giudicare o a preferire un aspetto a scapito di un altro.
Non c’è una stanza “migliore” in cui rifugiarsi, così come non c’è un sé ideale da costruire.
L’invito è diverso: è percorrere questa casa stanza per stanza, entrarvi in silenzio, porci domande, sostare nei luoghi scomodi così come in quelli più luminosi.
È spostarci dal centro, smettere di essere un punto di riferimento unico e assoluto, per osservare la totalità di ciò che siamo.
La pienezza dell’essere umano non sta solo nel superare la propria condizione, costruirsi un personaggio o indossare un abito spirituale per apparire “illuminati”.
L’essere umano contemporaneo sembra ossessionato dall’idea di migliorarsi, di raggiungere una sorta di perfezione interiore.
Eppure, ciò che manca non è un ulteriore metodo per superarci, ma la capacità di abitare pienamente ciò che siamo, con tutti i paradossi, le contraddizioni, le luci e le ombre, incarnarci fino in fondo.
Esseri spirituali lo siamo già, già tutto è dentro di noi, possiamo solo scegliere di manifestarlo in questa dimensione in coerenza.
Abitare tutte le stanze, lasciando che la casa interiore diventi viva, integrata, attraversata dalla presenza e dalla consapevolezza.
Non un personaggio da mostrare al mondo, ma un sé capace di contenere tutto, in equilibrio tra le sue infinite sfumature.
Nove quadrati in un quadrato, dieci è il cerchio, la completezza, la ciclicità, la vita che si muove attraverso le stanze.
Pratica di Katonah Restorative Inspired, attendendo di seguire il Modulo 2 💭