20/10/2025
“L’ironia non è sarcasmo, non prende di mira i punti deboli delle persone da una posizione di chi si chiama fuori.
L’ironia può essere tagliente, ma non punta a ferire, dice piuttosto di un ascolto aperto a tutte le modulazioni del discorso, soprattutto del proprio.
Non a caso i prepotenti, i bulli, sono capaci di sarcasmo e lo usano come un’arma, ma non sono mai autoironici. Non possono, perché è propria percezione di non essere padroni a casa propria, che qualcosa di sé di supera e non si lascia dominare, a spingerli a spadroneggiare sugli altri.
D’altro canto, la vittima è sempre qualcuno fin troppo consapevole dei propri limiti, ma pronto a tutto, anche a sacrificare se stesso, per poter credere che il traguardo di una forza inscalfibile esista.
In questo modo alimenta, inconsapevolmente, una promessa per un tempo a venire in cui anche lui potrebbe trovare la sua forza.
In questo senso, come abbiamo visto, la loro posizione è simmetrica, complementare.
L’uno è necessario all’altro e, allo stesso tempo, si trovano nella stessa posizione, quella di chi ricaccia nell’altro quello che non può riconoscere di sé, che si tratti di debolezza o di forza.”
“Bullismo, la prepotenza del disagio”, I ciottoli di Jonas, 2010.