25/09/2025
Vivere è scegliere, anche se si perde: Fellini e il coraggio del desiderio.
In questo breve spezzone tratto da Otto e Mezzo, Fellini mette in scena il cuore stesso dell’esperienza umana: la necessità di decidersi, nonostante il rischio, la perdita, il caos. Guido, alter ego del regista, è smarrito, attraversato dal dubbio e paralizzato dal peso di troppe possibilità. Eppure, è proprio nell’atto di scegliere, anche imperfettamente, anche nel dolore, che l’uomo si riconsegna alla vita.
Dal punto di vista clinico, è un frammento che illustra mirabilmente la crisi soggettiva quando il desiderio si eclissa sotto il peso dell’ambivalenza, del fantasma dell’errore, dell’ideale irraggiungibile. Spesso, nella stanza d’analisi, si incontra chi, come Guido, vive sospeso in un limbo, aggrappato al pensiero, al rimuginio, alla nostalgia di un tempo perfetto che non c’è mai stato. Ma esistere davvero implica una perdita: si perde l’onnipotenza, si rinuncia alla totalità, ci si espone al limite. Tuttavia è lì che il soggetto può finalmente sentirsi vivo, perché è solo nel taglio che si apre lo spazio del desiderio.