13/11/2025
Palombella rossa – 1989
Quando Freud ha dichiarato senza fronzoli che siamo abitati da qualcosa che non conosciamo, molto difficile da trattare, proponeva che questo qualcosa, impossibile da neutralizzare, venisse incanalato nella parola. Normalmente, come un velo di Maya, si insinua in noi la convinzione che se proviamo un fastidio o una sensazione di imbarazzo possiamo liberarcene, senza pensarlo più. Se non lo penso non esiste. Questa illusione appartiene al mondo infantile. Quello che ci infastidisce contribuisce ad animarci. Non si può espellere, perché cattivo. La parola aiuta a trattare ciò che di sconosciuto si anima in noi. Quell'elemento diventa un tassello della nostra storia che merita risoluzione. Se ne parlo bene, lo penso bene e vivo meglio la condizione umana soggetta a oscillazioni continue. Chi non pensa, crede di vivere, ma in realtà sta soltanto provando a sopravvivere.