05/10/2025
Buonasera,
continuiamo con il testo di Tommaso D'Aquino
Ritorniamo adesso al testo di Tommaso D’Aquino e alle sua visioni di cui lui stesso dice che bisogna interpretare in senso metaforico per poter raggiungere la Sapienza.
S. Tommaso parla della sapienza del sud (sapienza austri) che corrisponde alla Sapienza dello Spirito Santo.
Feci un sogno tempo fa nel quale mi rivolgevo a Gesù per chiedere qualcosa, non ricordo cosa, ma sicuramente qualcosa legata alla mia sofferenza ed alla ricerca di un aiuto per la mia crescita interiore. Gesù nel sogno mi disse : “Perché ti rivolgi a me se hai lo Spirito Santo a portata di mano a cui puoi rivolgerti in ogni momento?”
Ciò mi fa pensare che la Sapienza di cui parla il testo è alla nostra portata e noi non riusciamo ad arrivarci a causa della centralità, quasi onnipotente della nostra coscienza.
Questo limite dettato dalla coscienza non ci fa vedere oltre la punta del nostro naso e ci fa vivere da stolti.
Nel testo, Tommaso invita gli stolti ad intendere le parabole e le sue interpretazioni. Per fare ciò bisogna leggere ogni parabola come metafora, in quanto i sapienti “usano la metafora per ogni cosa che sta’ sulla terra”.
La prima parabola intitolata “La terra nera in cui hanno messo le radici i sette pianeti” ha il compito di introdurre il lettore all’opera alchemica ed inizia così : “Osservando da lontano, vidi una densa caligine coprire di nero tutta la terra e che aveva preso fino in fondo la mia anima che ne era stata oscurata”.
Dal punto di vista alchemico questa appena citata è la descrizione della Nigredo (l’annerimento) la prima tormentata e fondamentale fase dell’Opera Alchemica.
“La densa caligine che copre la terra” rappresenta la materia prima che è stata disciolta e lasciata putrefare. Essa simboleggia l’oscurità spirituale, l’ignoranza e la disperazione da cui deve partire l’alchimista per affrontare il processo alchemico.
Dal punto di vista psicologico rappresenta la condizione di sofferenza, di profondo stato di sconforto, di “annerimento” d’anima, da cui deve partire un paziente per poter affrontare con le giuste motivazione e determinazione un percorso analitico.
Diversamente avremo un paziente che se non ha l’intelligenza emotiva di comprendere la necessità di trasformare dentro di sé le dinamiche per cambiare la realtà esterna (che non esiste in quanto tale ma solo come immagine che abbiamo di essa nella nostra psiche) allora lascerà la terapia e rafforzerà ancora di più la coscienza e la propria onnipotenza, col fermo proposito di cambiare la realtà esterna.
Il lavoro su di sé richiede tanto lavoro e tanto sacrificio che non tutti sono disposti ad affrontare. Come dice il mio “supervisore” : l’analisi non è per tutti.
Ritornando alla prima parabola del testo “Aurora Consurgens” scopriamo qualcosa che siamo ben disposti ad accettare quando non ci troviamo in quella condizione di sofferenza caratteristica della nigredo e cioè che la vera ricchezza, la sostanza preziosa, l’elemento trasformativo si trova proprio nella nigredo, cioè nella sostanza corrotta, ovvero nella sofferenza.
A tale scopo il testo dice : “chi mi avrà tratto da sottoterra come ricchezza sepolta e acquistata come un tesoro, chi non avrà provocato il pianto dei miei occhi…..per lui sarò il padre ed egli sarà per me figlio, sapiente, che rallegra il padre”
Trarre da sottoterra il tesoro nascosto come ricchezza sepolta, sta ad indicare il significato alchemico che consiste nell’estrarre la sostanza preziosa e incorruttibile (l’oro, la pietra filosofale) dalla materia prima (la “terra nera del sottosuolo”) ossia dalla nigredo.
La materia prima, ovvero la Sapienza Divina, non è in superficie ma nel sottosuolo e l’alchimista deve intraprendere un lavoro interiore per dissotterrare questa ricchezza sepolta.
Nel periodo seguente troviamo un ulteriore conferma a quanto stiamo dicendo : “allora si prostreranno ai miei piedi gli Etiopi e i miei nemici lambiranno la mia terra”. Aldilà della citazione biblica, gli Etiopi e i nemici, rappresentano la materia nera corrotta che si sottomette al principio superiore rappresentato dalla sapienza e saranno assimilate dalla terra al servizio della terra stessa (“lambiranno la mia terra” ) e costituiranno concime della terra che è diventata sostanza trasformata.
E’ molto difficile comprendere profondamente questo passaggio, ma è molto semplice accettarlo solo a livello solo cognitivo : la soluzione non va ricercata altrove ma nel problema stesso che anzi costituisce concime per la trasformazione.
Una seconda cosa interessante che viene fuori dalla prima parabola dell’”Aurora Consurgens” è che il segreto per raggiungere la pietra filosofale, non sta nella tecnica utilizzata in sé, ma nell’ integrità tecnica e morale da parte dell’Alchimista. Infatti il testo dice : “se non avrà avvelenato la mia acqua e il mio cibo, inzozzato il mio letto ed anche tutto il mio corpo…per lui sarò padre e lui per me sarà figlio”.
Questa cosa è un monito per tutti coloro che vogliono approcciare la professione di psicoterapeuta: non serve una buona tecnica ma l’integrità tecnica e morale. Cosa si intende ? Provo a dare una interpretazione personale : l’integrità tecnica consiste nell’accuratezza che bisogna avere nella raccolta dei dati, ovvero nell’ascolto del paziente e di ciò che porta in seduta, senza avere pregiudizi o come diceva Bion, senza memoria e senza desiderio; laddove si parla invece di integrità morale, si potrebbe intendere nella coerenza ai valori morali manifestando onestà e rettitudine. In altre parole il terapeuta non deve portare una tecnica, ma la propria persona interamente con l’onestà e la rettitudine morale.
Il testo parla anche del fallimento morale che può avvenire, non tanto come errore di laboratorio, ma come trascuratezza dei principi fondamentali, con la conseguente vincita della corruzione.
Questa parabola termina con la ricompensa che riceverà chi seguirà correttamente il procedimento alchemico. Una ricompensa che viene definita quadrupla e si manifesterà come protezione, ricchezza, gloria e gioia.
La parabola termina con un sigillo che unisce i temi del sacramento cristiano e della trasformazione alchemica. Il sacramento cristiano a cui mi riferisco è il battesimo a cui corrisponde la trasformazione alchemica costituita dall’albedo, raggiungibile attraverso l’abluzione (la lavatio) : “i segni di coloro che hanno creduto e sono stati battezzati rettamente sono questi : quando il re celeste li guarda, diventeranno bianchi come la neve di Selmon, le penne della colomba si faranno argentee e il suo dorso come oro pallido”
Il battesimo, ovvero l’abluzione, è una operazione fondamentale dell’alchimia e rappresenta la purificazione ed il lavaggio della materia. Questo passaggio elimina la corruzione della nigredo e consente il passaggio alla successiva trasfigurazione ed al bianco dell’albedo. Nel testo c’è un chiaro riferimento biblico alla purezza montanara : “diventeranno bianchi come la neve di Selmon” che indica una bianchezza perfetta e luminosa.