Assistenza Sociale Studio Napoli

Assistenza Sociale Studio Napoli Assistenza sociale a singoli, famiglie, imprese.Servizi di analisi, interpretazione , ricerca di soluzioni in situazioni bisogno/disagio D.ssa Chiapparelli

16/09/2022

Dunque funziona cosi:
" Il malvagio cerca la vittima tra le migliori possibili, target il più elevato tra attendibilità e onesta', dal pensiero innocente e ottimista, il migliore, e soprattutto ignara di cosa l' aspetta... Il malvagio é insospettabile ma si muove con fare circospetto.. Studia la potenziale vittima, la punta, la conquista con ogni mezzo, la sorprende, la controlla... É ossessionato dalla gelosia, lei gratificata diventa sua, tutto questo per acquistare crediti e credibilità (che ovviamente non possiede) di fronte a tutti, conquista il mondo della sua vittima, i suoi parenti, gli amici, i colleghi, tutti, fino a dimostrare di essere meritevole di lei (attenzione: presto apparirà migliore di lei) ne imita le azioni, si mostra rapito, estasiato dal suo mondo, che appoggia e ne fa propaganda, fa le sue stesse scelte...una volta accumulati tutti i crediti possibili, siamo nella fase piu acuta, la vittima é completamente vinta, si abbandona, si affida, abbassa la guardia....da qui inizia la "fase discendente": la funzione della vittima inizia a calare e nel frattempo si guarda attorno per fiutare la futura vittima, e la trova! ...inizia la "fase denigratoria", indi: offese, tradimenti, violenze verbali e non solo.."fase conclusiva" : uscita di scena! la vittima é confusa, perde il controllo di se, cerca disperatamente l' approvazione e l'amore iniziale ma inutile.. mette in dubbio il proprio valore (quello iniziale da cui il malvagio è attratto) viene costantemente mortificata, umiliata, calunniata fino all' inverosimile, il malvagio inventa carte false pur di uscire di scena vittorioso e giustifcato...esce di scena da vincitore, con la vittima asfaltata da lui e dai chi un tempo erano suoi amici... Che giustificano e si rallegrano per la felicita ritrovata con la nuova vittima..
la storia si ripete all' infinito!

Il malvagio è uno psicopatico, passa da vittima a vittima perche non possedendo personalità propria ha bisogno di succhiare l' anima delle vittime che sceglie meticolosamente...ma tutte hanno la stessa funzione..e fanno la medesima fine.
Se vi riconoscete in una di queste fasi, non avete scampo..andate via senza voltare le spalle, non domani...adesso! Perche ritornerà, certo, perche se avete tentato di rialzarvi o peggio, dimostrare la verità, verrà per ingannarvi ancora,userà il suo fascino e la vostra debolezza (perche sarete ancora deboli, ci vuol tempo) per farvi credere che non vi ha mai dimenticati e che vi ama ancora... E voi gli crederete! Si, ..e qui vi sfinira... E vi tocca ricominciare da capo..
Questi psicopatici non sono cosi rari come potreste pensare...e troppe brave persone cadono vittime di questi demoni. Più siete bravi più attirerete gli psicopatici, state in guardia.
Due cose sono certe: la prima che non smetterà mai di cercare vittime; la seconda , che è una persona estremamente infelice e il suo è un bisogno di cercare ossessivamente ciò che non troverà mai.. "

11/09/2022
11/09/2022

«L'assistente sociale è spesso bersagliato di accuse e a volte le critiche furono giuste. A seconda di chi parla, egli può essere uno che applica dei palliativi, oppure un estremista, un apostolo o un ostruzionista; può essere al servizio della ca**tà oppure dimostrarsi essere gelido e meschino o uno stravagante […]. Tuttavia la pura verità rimane sempre il fatto che gli è stato affidato l’incarico di lottare per creare un modo in cui la sicurezza economica e sociale e i rapporti sociali siano quanto più completi e soddisfacenti […]». Gordon HAMILTON

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09/09/2022

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Si affronteranno temi delicati come la ,il di se’ e dell’altro , emozioni e sentimenti ,uso responsabile dei social media per riconoscere le contemporanee manifestazioni violente.

Tra gli obiettivi primari c’è quello di contrastare la e la discriminazione ,in un’ottica preventiva ,promuovendo una rialfabetizzazione emotiva degli studenti affinché ,nell’era digitale e del nascondimento di se’ dietro maschere virtuali ,imparino invece a vivere sane relazioni sentimentali e sociali in maniera consapevole e costruttiva .

L ‘intento è quello di instaurare un dialogo dinamico con i ragazzi per affrontare insieme le questioni nodali che li riguardano in campo sentimentale e dunque anche sessuale .

L’educazione all’affettività ha inoltre
L ‘obiettivo di sviluppare l’intelligenza emotiva anche attraverso la promozione di un uso responsabile dei social media per esempio per contrastare i rischi di ogni manifestazione di cyber controllo o cyber violenza.

➡️Chiamaci o per info e dettagli , per un colloquio gratuito con la tua dirigenza scolastica ,per ricevere il taglio progettuale cucito ad hoc per le esigenze del tuo Istituto ,per illustrarti un ventaglio ampio di argomenti odierni .

Non esitare a chiederci altro per collaborare con la tua scuola ed aiutarti nella proposta formativa .
: socialskillsaps@gmail.com

07/07/2022

L'individuo si ammala quando il divario tra la sua originaria e originale natura e quanto egli ha assorbito per imitazione e identificazione, diventa incolmabile.
Per tornare ad essere un individuo, cioè non-diviso, deve percorrere un cammino che può comportare anche la nevrosi, il disagio, la sofferenza psichica.
Se non ci immergiamo totalmente nella vita e non l'affrontiamo con coraggio, autonomia, "autodirezione", rinunciando alle regole altrui, non esistiamo realmente.
E' quando lo facciamo, che entriamo in rapporto con il male.
Quando non si ha alcun potere e alcuna posizione di responsabilità non occorrono grandi sforzi per essere "buoni".
Per potersi vedere realmente è necessario consentirsi di lottare per la propria affermazione.

(Aldo Carotenuto)

A COSA SERVE LA PSICOTERAPIA.di Antonia Murgo - psicologa psicoterapeuta, specializzata in psicosomatica .Abbiamo cercat...
19/06/2022

A COSA SERVE LA PSICOTERAPIA.
di Antonia Murgo - psicologa psicoterapeuta, specializzata in psicosomatica .

Abbiamo cercato invano la soluzione, ascoltando consigli e suggerimenti di esperti o presunti tali, ci siamo accontentati delle parole dell’amica , sottoponendo il problema alla parrucchiera di fiducia, per l’occasione anche valida consigliera in materia”perché anche lei è passata per la stessa esperienza “ e all’ estetista “perché il contatto con la gente la rende un po’ "psicologa “. Magari circondati da parenti vari che dicono “devi reagire, non hai bisogno dello psicologo c’è la puoi fare benissimo da solo”. Solo quando abbiamo provato di tutto, quando ci
ritroviamo impotenti e anche depressi perché il nostro disagio è ancora lì, allora ricorriamo alla psicoterapia. Perplessi, increduli, spaventati di cambiare anche ciò che non desideriamo cambiare, con il timore che saremo condotti a fare cose che non vogliamo fare. Con la paura di strutturare una dipendenza che non ci libererà più dallo psicologo, e, infine, con la paura, sicuramente inconsapevole, di poter finalmente risolvere il problema intorno al quale abbiamo
coagulato la nostra vita. Se ciò dovesse verificarsi, cosa ne sarà di noi? Cosa ne faremo di quella libertà che avremo conquistato? Se all’improvviso quella forma di controllo ,sia pure malato, che la problematica aveva garantito sulla nostra vita (e non solo sulla nostra vita! ) venisse a mancare? In fondo il problema lo conosciamo bene, ma la libertà da esso che cosa sarà e dove ci porterà?

Con queste contraddizioni, con questi dubbi amletici, entriamo nel percorso terapeutico, chiedendoci cosa potrà aggiungere uno psicoterapeuta alle cose che ci hanno sempre ripetuto tutti e che sappiamo già. Questo è il tentativo di ridimensionare un potere che noi per primi attribuiamo alla psicoterapia, con il progetto, inconscio, di vanificare, qualsiasi possibilità di uscire dal disagio.

Quindi si giunge sulla soglia di uno studio, caricando il percorso terapeutico di aspettative di gran lunga superiori a quelle che possiede, e questo non perché “l’aiuto psicoterapico non serve poi a molto” ma perché le aspettative sono inadeguate e per-vertite rispetto ai nostri autentici bisogni.

Nel dire che ogni persona, amica o conoscente, alla quale ci rivolgiamo può dare comunque anche dei buoni consigli, tuttavia occorre ricordare che un aiuto non vale l’altro e soprattutto, cosa quanto mai importante, attribuire le rispettive competenze e riconoscere le figure professionali qualificate a rispondere alle nostre esigenze, è il primo passo per un cammino di stima e rispetto verso noi stessi e gli altri.

È necessario, a questo punto, sfatare un’altro luogo comune purtroppo molto diffuso, che considera chi si rivolge allo psicologo una persona “ malata”.

Questo giudizio va visto come il retaggio di un’ancestrale paura ed ignoranza nei confronti della malattia mentale.

La capacità di rivolgersi ad uno psicoterapeuta in un momento di bisogno, quindi il saper chiedere aiuto, è indicativo di un grado di evoluzione e consapevolezza che fa la differenza tra chi è sano e chi è malato.

La vera patologia sta in chi non sa riconoscere la propria sofferenza e il proprio bisogno di aiuto.

La psicoterapia è un viaggio. Qualunque sia il punto di partenza è un viaggio verso un paese il più straordinario e affascinante che abbiate mai conosciuto e nello stesso tempo uno dei territori più lontani e sconosciuti che esistano: noi stessi.

Da autentici viaggiatori bisogna partire con l’umiltà di chi non sa. Bagaglio leggero, disponibili a liberarsi dalle zavorre mano a mano che si procede, affidandosi
all’ignoto, in compagnia della paura che è sempre presente in un viaggio verso territori sconosciuti.
Imparando,strada facendo, che la paura appartiene all’Io, cioè a quella parte di noi che crede di sapere cos’è meglio per noi stessi. Scoprendo invece il coraggio di procedere con l’unico desiderio, quello di riconoscere la vibrante unicità che ci appartiene.

E’ proprio lei infatti, la molla che fa si che il viaggio abbia inizio.

Affidandoci a ciò che di noi non sappiamo, impareremo ad assecondare l’istinto infallibile che ci abita e che sa quando è tempo di imparare a dialogare con se stessi.

Saremo noi a decidere la destinazione, noi a scegliere il paesaggio da visitare tra i tanti possibili.

Lo psicoterapeuta ci accompagna, fa del nostro viaggio il suo viaggio, è un compagno che ci incoraggia, ci aiuta a comprendere ciò che non è possibile capire, ad accettare la paura, ad allontanare il giudizio da ciò che scopriremo di noi stessi per rivelarci la meraviglia dei nostri paesaggi interiori.

Non sarà lo psicoterapeuta ad imporre il passo né a decidere la meta. Non combatterà le nostre battaglie, ma ci passerà le armi.

Non giudicherà le nostre difficoltà né facili né difficili; esse sono come noi le

viviamo. Non considererà la nostra vita ne bella né br**ta, ma semplicemente Nostra e, in quanto tale, unica e degna di attenzione e accoglimento. Non ci darà la soluzione, ma farà in modo che ognuno di noi possa trovare dentro di se il “come fare”. La nostra sarà” un’alleanza terapeutica”.

Chi non ha mai avuto bisogno di una guida!

Chi potrebbe farne a meno nel viaggio più avventuroso ed affascinante che esista?

Perfino Dante, il Sommo Poeta, si fece accompagnare da Virgilio nella sua discesa agli inferi, metafora di ogni viaggio che si compie in ciò che è oscuro ed ignoto.

La “Divina Commedia” infatti, oltre a rivelarci che la consapevolezza e la conoscenza sono la base di qualsivoglia percorso umano “ fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e conoscenza”.(Inferno, canto XXVI), sta a suggerire l’importanza che un tale cammino si compia in compagnia di una guida, che ci conduca negli inferi con in tasca il biglietto per il ritorno.

A cosa serve la psicoterapia? di Antonia Murgo - psicologa psicoterapeuta, specializzata in psicosomatica - Ist. Riza Mil...

" Se saprai mantenere la testa quando tutti intorno a tela perdono, e te ne fanno colpa.Se saprai avere fiducia in te st...
12/04/2022

" Se saprai mantenere la testa quando tutti intorno a te
la perdono, e te ne fanno colpa.
Se saprai avere fiducia in te stesso quando tutti ne dubitano,
tenendo pero' considerazione anche del loro dubbio.
Se saprai aspettare senza stancarti di aspettare,
O essendo calunniato, non rispondere con calunnia,
O essendo odiato, non dare spazio all'odio,
Senza tuttavia sembrare troppo buono, né parlare troppo saggio;
Se saprai sognare, senza fare del sogno il tuo padrone;
Se saprai pensare, senza fare del pensiero il tuo scopo,
Se saprai confrontarti con Trionfo e Rovina
E trattare allo stesso modo questi due impostori.
Se riuscirai a sopportare di sentire le verità che hai detto
Distorte dai furfanti per abbindolare gli sciocchi,
O a guardare le cose per le quali hai dato la vita, distrutte,
E piegarti a ricostruirle con i tuoi logori arnesi.
Se saprai fare un solo mucchio di tutte le tue fortune
E rischiarlo in un unico lancio a testa e croce,
E perdere, e ricominciare di nuovo dal principio
senza mai far parola della tua perdita.
Se saprai serrare il tuo cuore, tendini e nervi
nel servire il tuo scopo quando sono da tempo sfiniti,
E a tenere duro quando in te non c'è più nulla
Se non la Volontà che dice loro: "Tenete duro!"
Se saprai parlare alle f***e senza perdere la tua virtù,
O passeggiare con i Re, rimanendo te stesso,
Se né i nemici né gli amici più cari potranno ferirti,
Se per te ogni persona conterà, ma nessuno troppo.
Se saprai riempire ogni inesorabile minuto
Dando valore ad ognuno dei sessanta secondi,
Tua sara' la Terra e tutto ciò che è in essa,
E — quel che più conta — sarai un Uomo, figlio mio! "

- Rudyard Kipling (1865 -1936), poesia dedicata al figlio

29/09/2021

Sarà presentato il prossimo 6 ottobre, il disegno di legge in merito all'Istituzione di scuole polo per il sostegno e lo sviluppo della comunità educante.

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