Dott.ssa Paola Moriondo Psicoterapeuta

Dott.ssa Paola Moriondo Psicoterapeuta Psicologia, Psicanalisi, Antropologia, spunti pedagogici

Con oltre ventanni di esperienza, la dottoressa Paola Moriondo esercita la libera professione a Nichelino. Dedica il suo impegno professionale a migliorare il benessere psicologico di adolescenti, giovani, adulti e coppie, accompagnandoli nei periodi di difficoltà con un sostegno psicologico o con interventi di terapia psicanalitica.

Tristezza al mattino: a cosa è dovuta?La tristezza al mattino può essere il risultato di abitudini sbagliate o di riposo...
11/11/2025

Tristezza al mattino: a cosa è dovuta?

La tristezza al mattino può essere il risultato di abitudini sbagliate o di riposo insufficiente. Tuttavia, può anche essere la manifestazione di un disturbo dell'umore. Come distinguere un caso dall'altro?

al mattino: a cosa è dovuta?

Sono tante le persone che affermano di provare tristezza al mattino, molto più che in qualsiasi altro momento della giornata. Talvolta la sensazione è molto intensa, persino simile al disturbo depressivo maggiore. Con il passare delle ore, tuttavia, tende a svanire. Di notte, ad esempio, potrebbe non rimanere più nulla di quell’emozione.

È anche denominata “depressione mattutina”. Si tratta, insomma, di una sensazione specifica e diversa rispetto ad altre forme depressive. La caratteristica principale è che si manifesta solo nelle prime ore della giornata.

In alcuni casi, la tristezza al mattino non è correlata alla depressione, bensì è la conseguenza di altre cause. A volte non è nemmeno temporanea, ma è parte di un quadro più complesso.

A cosa è dovuta la tristezza al mattino?

Secondo quanto è stato possibile stabilire, la tristezza mattutina è dovuta principalmente a tre fattori: quadro depressivo, riposo inadeguato e consumo di bevande alcoliche.

Si parla di tristezza al mattino, o depressione mattutina, quando i sintomi della depressione si presentano acuti già a inizio giornata, subito dopo il risveglio. Si prova svogliatezza, apatia e un senso di vuoto emotivo che non svanisce. Con il passare delle ore, tuttavia, i sintomi diventano più lievi, anche se non scompaiono del tutto.

Un altro motivo per cui si potrebbe avvertire tristezza è legata al cattivo riposo notturno. Si è dormito, ma non di un ristoratore. È probabile che le condizioni ambientali non siano le più idonee o che sussista un problema di salute che impedisce di dormire bene. A ogni modo, la cosa più probabile è che al mattino ci si senta malissimo.

Infine, questa sensazione di tristezza appare quando si beve prima di andare a dormire. Se da un lato, questa sostanza ha un’azione calmante, dall’altro altera i cicli del sonno, interrompendoli durante la notte. D’altro canto, l’alcol è un depressore del sistema nervoso e il suo effetto può essere ben avvertito la mattina seguente.

Depressione mattutina

Tra tutte le ragioni per cui si può provare tristezza al mattino, quella più complessa è la mattutina. È una condizione che richiede attenzione, in quanto può essere il segno o l’inizio di un disturbo. I suoi principali sintomi sono:

Difficoltà a svegliarsi o ad alzarsi dal letto. Sensazione di palpebre pesanti, con il corpo apparentemente incapace di eseguire movimenti.
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Difficoltà ad addormentarsi o continui risvegli notturni. Può essere il sintomo di una maggiore concentrazione di cortisolo durante la sera, vale a dire più ansia notturna e difficoltà a riposare.

. Alcune persone sentono il bisogno di dormire più del solito senza un motivo apparente. Può essere un sintomo di depressione, ma non sempre.

Modelli alimentari errati. Mangiare troppo o troppo poco, soprattutto la sera, può essere un segno di squilibro dell’umore.

Mancanza di concentrazione. Difficoltà a concentrarsi sulle attività quotidiane, fare più cose nello stesso momento o difficoltà a portare a termine ciò che si è iniziato, anche se poco complesso.

Irritabilità o sensazione di frustrazione. Più intense al mattino, ma permangono in misura minore durante tutta la giornata.

Perdita di interesse e sensazione di vuoto.

Tristezza al mattino: che fare?

Quando tale sensazione risulta intensa ed è frequente, è opportuno rivolgersi al medico. Inoltre, una persona su cinque affetta da depressione soffre anche di apnea notturna. Al tempo stesso, potrebbe sussistere un’altra condizione di salute che influisce sul buon riposo.

Il lavoro notturno, in particolar modo se comporta troppo stress, può provocare depressione mattutina. In queste situazioni, il corpo e la mente si affaticano eccessivamente, causando uno squilibrio che può manifestarsi come un senso di tristezza al mattino.

Se qualcosa vi preoccupa o provate un senso di impotenza e disperazione continue, potreste aver bisogno di un supporto psicologico. Prima lo cercate, maggiore sarà la sua efficacia. In caso contrario, applicate tutte le misure di una buona igiene del sonno, così da riuscire a riposare in modo appropriato. [lamenteèmeravigliosa]

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La scarpa che sta bene a una personaSta stretta a un'altra. Non c'è una ricetta di vita che vada bene per tutti. Carl Gu...
10/11/2025

La scarpa che sta bene a una persona
Sta stretta a un'altra.
Non c'è una ricetta di vita che vada bene per tutti.
Carl Gustav Jung



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La tristezza nei bambiniQuando un adulto è triste, di solito riconosce ciò che prova e può raccontare agli altri cosa gl...
09/11/2025

La tristezza nei bambini
Quando un adulto è triste, di solito riconosce ciò che prova e può raccontare agli altri cosa gli sta succedendo, cercando diverse strategie per gestire la situazione.
Tuttavia, quando un bambino è triste, anche se il dolore e la tristezza sono effettivamente presenti, non riconosce necessariamente ciò che gli sta accadendo e non sempre manifesta chiaramente questi stati d'animo.
I non sempre conoscono le parole per esprimere ciò che sentono oppure non riescono a riconoscere il loro disagio come fanno gli adulti. Per questo motivo, il loro modo di manifestare il disagio è attraverso il comportamento.
Marcela González, psicologa e psicoterapeuta sp****la, ha spiegato al magazine Serpadres.es i vari modi in cui i bambini esprimono la tristezza. Ecco quali sono.
1. Sono aggressivi o molto agitati
Anche se ai genitori può sembrare strano, per esprimere la tristezza i piccoli a volte divengono irritabili e persino aggressivi oppure molto agitati e iperattivi. Sono queste le manifestazioni più comuni del dolore. (Leggi da cosa dipende l'aggressività dei bambini e mio figlio è aggressivo).
2. Si scoraggiano subito
È anche possibile che rivelino la tristezza con lo scoraggiamento e la riluttanza verso attività di cui in passato avevano beneficiato. Ad esempio, hanno difficoltà a giocare o tendono ad abbandonare attività che amano alla minima difficoltà.
3. Dormono di più (o di meno) o mangiano di meno
Possono dormire di meno o più del solito oppure iniziare a mangiare di meno. È possibile che manifestino, in generale, un improvviso cambiamento nelle abitudini.
4. Si isolano dagli altri
Possono essere più timidi del solito o avere la tendenza ad isolarsi dagli altri (Per approfondire: le dritte per aiutare un bambino timido).
Tristezza nei bambini, perché è difficile riconoscerla?
Da una parte, perché le manifestazioni di tristezza dei bimbi differiscono molto dalle espressioni comuni del dolore negli adulti, e dall'altra, perché genera molta angoscia negli adulti riconoscere che i figli si sentono in un determinato modo.
A volte, alcune manifestazioni di - come, ad esempio, l'aggressività - possono essere classificate come comportamenti indesiderati o "cattivi comportamenti" dai genitori. Il rischio, in tal caso, è quello di etichettare come cattivo comportamento qualcosa che in realtà è sintomo di un malessere profondo, che dovrebbe invece essere riconosciuto e incanalato dai genitori o dagli adulti responsabili dei bambini.
Come devono agire i
Di fronte ad atteggiamenti o a comportamenti non desiderati, cercate di mantenere un atteggiamento di ascolto. Questo vi permetterà di ritagliarvi uno spazio per pensare e per cercare di capire cosa succede.
Chiedetevi se ci sono stati bruschi cambiamenti nel comportamento del bimbo, se c'è stata qualche situazione che gli ha provocato disagio (come, ad esempio, mutamenti nel contesto familiare, perdita di qualcuno, ecc.).
Cercate di definire i sentimenti del piccolo, parlategli dicendo: "Capisco che ti senti triste...", "Questa situazione deve averti fatto sentire male". A poco a poco il bimbo sarà in grado di riconoscere che per quello che sente ci sono parole, che può essere definito e pensato e che non è solo un sentimento innominabile o un'esplosione di emozioni. In questo modo lo aiutate a capire ciò che accade dentro di lui.
Sostenetelo in ciò che prova, ditegli che capite che è molto irritato e che si sente male. Rassicuratelo sul fatto che resterete accanto a lui. A volte i genitori provano disagio all'idea di non essere in grado di sostenere la frustrazione del bambino.
Se riusciamo riconoscere la tristezza del bambino e a rendergli più facile esprimere ciò che sente, lo aiuteremo a calmare e ridurre quel disagio. Questa sarà la base per fare in modo che scopra le sue risorse, gestisca le sue emozioni e raggiunga la calma in futuro. [NostroFiglio]

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È l'atteggiamento verso le cose che  fa la differenza e che ci differenzia. C'è chi vede una porta chiusa e chi vede una...
08/11/2025

È l'atteggiamento verso le cose che fa la differenza e che ci differenzia.
C'è chi vede una porta chiusa e chi vede una porta che si puó aprire.
G. Donadei

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Se c'è una possibilità c'è un modo:Non gettare via i tuoi sogni!   Se trovi questi contenuti interessanti, metti "mi pia...
06/11/2025

Se c'è una possibilità c'è un modo:
Non gettare via i tuoi sogni!



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La tristezza in adolescenzaFra i tanti aspetti che fanno parte dell’immaginario che gli adulti hanno sugli adolescenti, ...
05/11/2025

La tristezza in adolescenza

Fra i tanti aspetti che fanno parte dell’immaginario che gli adulti hanno sugli adolescenti, la ha un ruolo piuttosto centrale.
È quasi come se la tristezza fosse una dolorosa tassa di accesso al mondo degli adulti.
L’adolescente è anche qualcuno che può essere un po’ appartato, tutto intento a leccarsi le ferite davanti alle prime delusioni amorose, davanti alle frustrazioni o all’insoddisfazione verso se stesso e verso la propria immagine.

Anche nel delicato caso della tristezza, però, si pone spesso la domanda: “è normale?“
O meglio: ci sono situazioni in cui i genitori iniziano a pensare che un ragazzo stia affrontando un carico di sofferenza eccessivo per le sue forze.
Vedere un figlio adolescente piangere senza motivo rappresenta uno dei più forti spunti di preoccupazione sulla portata della tristezza che prova.
Diciamo che ci sono due aspetti importanti, nella puntualizzazione “senza motivo”
l’idea che se la prenda troppo per una piccolezza. Il pianto, cioè, sembrerebbe una reazione eccessivamente forte davanti ad un problema contenuto.
l’idea che la tristezza sembri ve**re da dentro più che da fuori.
Insomma, il pianto sembra ingiustificato dalle condizioni esterne e, anzi, d diventa comprensibile solo se ci si immagina parta da dentro all’ .
Può essere abbastanza utile pensare a questi due aspetti come a delle paure relative ad un sentimento che pare fuori controllo e che, inoltre, sembra avere origine nelle misteriose profondità dell’animo umano (figuriamoci poi quando si tratta dell’animo adolescenziale).
Insomma, prima di tutto bisogna farsi le idee chiare su quanto stia succedendo.

Distinzioni di sesso

Mi pare utile fare prima di tutto una puntualizzazione.
Anche se per abitudine parlo dell’adolescente al maschile, generalizzando quando possibile ai maschi e alle femmine, nel caso della tristezza in adolescenza il sesso ha un suo peso.
Sicuramente per fattori sociali e culturali, ma anche per alcuni fattori psicologici che meritano una certa attenzione.
È lecito attendersi che una ragazza esprima le proprie sofferenze in modo più diretto e frequente di un ragazzo, ma questo non vuol dire che non sia necessario fare in ogni caso delle osservazioni attente e puntuali.
Quello che intendo dire è che ogni caso va valutato singolarmente con cura.
Cito due elementi che rischiano di passare un po’ inosservati:
- una ragazza che piange di frequente può rappresentare sia un modo legittimo di esprimere le proprie emozioni, ma anche una forma depressiva diversa da quella che ci si può attendere in adolescenza (in cui prevale, ad esempio, il sentimento della rabbia).
- un ragazzo che scoppia a piangere spesso non necessariamente sta mostrando un prezioso lato infantile di sé: potrebbe essere oltre al limite della propria capacità di tollerare un’esperienza dolorosa.
Con queste poche parole ho anticipato uno dei temi che vanno inevitabilmente affrontati, parlando di tristezza.

Semplice o ?

Riprendo l’idea che suggerivo all’inizio: una certa quota di dolore emotivo fa parte dell’ . È anche un banco di prova: si è grandi quando si è in grado di tollerare il dolore come i grandi.
Sicuramente in adolescenza la propria resistenza psicologica alla sofferenza cresce e matura e i meccanismi psicologici coinvolti iniziano ad assomigliare più a quelli dell’adulto che a quelli del bambino.
C’è da aggiungere, però, che ci sono altre specificità, nel caso della tristezza in adolescenza.
Per quanto siano sempre più robusti, è normale che gli adolescenti vivano le emozioni come qualcosa che sta più “a fior di pelle”, rispetto agli adulti. Sono cioè più facilmente inclini a forti espressioni emotive (come nel caso del piangere senza motivo).

L’adolescenza, poi è caratterizzata più di altre età umane da un certo numero di esperienze emotivamente provanti:
-la perdita del regime di funzionamento psicologico infantile e relative sicurezze,
- la necessità di valutare il proprio corpo di piccolo adulto (e, più in generale, della propria capacità di diventare adulti)
- il primo impatto con un numero sostenuto di prove valutative di una certa severità (nella scuola o nello sport, ma anche più semplicemente con i videogiochi): per la prima volta l’adolescente ha il potere di cambiare la propria immagine di sé sulla base dei risultati che ottiene.

Insomma, l’idea che in adolescenza sia necessario prendere una certa dimestichezza con la tristezza non è poi così assurda.
Come in ogni età umana, però, c’è una sostanziale differenza fra la tristezza affrontabile tipica della quotidianità e quella inaffrontabile tipica della depressione.
E qui distinguere diventa particolarmente importante.
Adolescenza. Piangere senza motivo: tristezza o depressione?
La depressione in adolescenza è un tema delicato e complesso.
Il criterio forse più importante è quello di valutare se questo scoppio sia qualcosa che aiuta la crescita o perlomeno qualcosa che non la ostacola.
Esperienze di dolore vero e intenso non possono e non devono essere evitate.
Come sarebbe possibile imparare ad affrontare le difficoltà reali del mondo, altrimenti?
Quello che va sicuramente evitato, invece, è la sofferenza inutile.
Se sono temporanei, passeggeri o se portano ad una revisione della propria immagine di sé e della propria situazione, episodi dolorosi come i pianti immotivati hanno un loro utile e dignitoso ruolo: fanno crescere, lasciando alle spalle parti di sé a cui è necessario rinunciare (il che è solitamente doloroso) per rimpiazzarle con qualcosa di nuovo (il che, spesso, è spaventoso).
Precisazione: è utile pensare agli episodi di pianto come a qualcosa che rappresenta lo svolgersi di un processo simile (come una boa che segnali la presenza di un sommozzatore).

Quando la sofferenza è inutile

Quando invece un adolescente piange senza apparente motivo, ripetitivamente, dolorosamente e senza che nulla cambi, quei pianti possono rappresentare un’incapacità di assorbire un episodio depressivo.
Rappresentano, cioè, una sofferenza che continua a ripetersi identica senza che possa essere messa al servizio della crescita.
Dalla situazione dolorosa l’adolescente non impara nulla: lo fa solo stare male.
Vicende psicologiche come
- lutti che non possono essere superati
- autocolpevolizzazione
- sensazione di inadeguatezza davanti a sé e agli altri (mancanza di autostima)
- paura di non reggere il confronto con gli altri
se lasciate libere di esercitare il loro potere generano un dolore che si autoalimenta.
Di solito vedere un adolescente piangere senza motivo fornisce un segnale che fa sì che si costruisca un quadro di preoccupazione attorno allo stato di salute del ragazzo, soprattutto perché lo si collega ad altri segnali che portano nella stessa direzione. Questi pianti, però, sono un segnale particolarmente importante perché esprimono sofferenza in modo diretto.
Sono un messaggio.

Il pianto che si accompagna alle comuni sofferenze adolescenziali è importante in quanto è una richiesta di vicinanza e ascolto che può evolvere in un momento di sostegno e affetto in cui l’adolescente smette momentaneamente i panni del quasi-adulto indipendente per cercare un po’ di piacere nel contatto con i genitori.
Quando il pianto è l’espressione di situazioni di sofferenza radicata di tipo depressivo diventa fondamentale l’adolescente non parla, urla: “Non so cosa fare e ho bisogno di essere aiutato“. [Matteo Albertinelli]

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Una freccia può essere scagliata solo tirandola prima indietroQuando la vita ti trascina indietro con le difficoltà, sig...
04/11/2025

Una freccia può essere scagliata solo tirandola prima indietro

Quando la vita ti trascina indietro con le difficoltà, significa che ti sta per lanciare in qualcosa di grande.

Concentrati e prendi la mira.

Dalai Lama



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Tristezza e depressione: le differenzeLa   è un disturbo dell'umore, la   è il "colore emotivo" delle nostre azioni.Nell...
03/11/2025

Tristezza e depressione: le differenze

La è un disturbo dell'umore, la è il "colore emotivo" delle nostre azioni.

Nelle classificazioni internazionali la Depressione rientra nei disturbi dell’umore. Per capire cosa s’intenda per 'umore' possiamo immaginarlo con le stesse funzioni che hanno gli ammortizzatori nelle automobili.
Come gli ammortizzatori anche l’umore infatti oscilla continuamente tra stati diversi: durante l’arco della giornata possiamo provare sentimenti di gioia, tristezza, insicurezza.
L’umore ha una funzione adattiva fondamentale perché grazie ad esso non perdiamo aderenza alla strada e restiamo in sintonia con gli accadimenti che si susseguono nell’arco della nostra vita.
Così come per gli ammortizzatori però, può accadere che il tono dell’umore si 'allenti' cioè si allontani dai fatti della vita e inizi ad essere dissonante da essi. Che il movimento continuo di adattamento rallenti e si faccia difficoltoso sino a fermarsi del tutto.

In che cosa consiste la depressione?

Gli stati depressivi si caratterizzano per:
- la perdita della gioia di vivere;
- la scomparsa dello slancio vitale, dell’energia e del piacere di partecipare;
- l’assenza di desideri o sentimenti di soddisfazione;
un forte sentimento di solitudine (anche in presenza di altri);
- il persistere di un penoso senso di vuoto, con incapacità di provare affetto e di amare;
- un pensiero lento e ripetitivo;
- una percezione del proprio corpo come pesante, immobile, fermo, alla quale talvolta si accompagna la sensazione di estraneità rispetto ad esso;
- la perdita di appetito e quindi di peso o al contrario di un'eccessiva Alimentazione compulsiva;
- i disturbi del sonno: risvegli notturni o precoci. E in altre situazioni i casi di Sonno aumentano rispetto al fabbisogno fisiologico;
- un senso di colpevolezza, difficoltà nel concentrarsi e prendere decisioni, incapacità di progettare il futuro;
- la presenza di pensieri ricorrenti di morte e di suicidio.

Differenza tra depressione e tristezza

La tristezza è il "colore emotivo" delle nostre azioni. Al pari delle altre emozioni la tristezza è qualcosa d’intrinseco alla natura stessa umana. Quindi più che evitarla dobbiamo ri-conoscerla e imparare ad accoglierla: essa rappresenta un forza evolutiva propulsiva importante, in grado di promuovere la nostra salute e il nostro benessere.
Siamo tristi quando commettiamo degli errori, ma per questo motivo più portati a ridefinire in modo critico quanto accaduto. Grazie alla tristezza possiamo rielaborare le nostre esperienze e trarne benefici in termini di sviluppo personale. Inoltre, sempre grazie alla tristezza, siamo in grado di modulare situazioni altrimenti eccessive.
Pensiamo per esempio all’euforia primaverile che, insieme ai sani benefici, ci espone in alcuni casi non controllati ad acquisti smodati, relazioni amorose rischiose etc... Se la tristezza è causata da frustrazioni o da insuccessi diventa essa stessa motivo di ricerca di nuove soluzioni (problem solving) e azioni (decision making).

I segnali di che lanciamo quando siamo tristi hanno la funzione di suscitare negli altri comportamenti di aiuto e di cura. Si pensi alla relazione madre- bambino o alla coppia. Infine, la tristezza ci viene in aiuto in caso di separazioni (divorzi, lutti..) perché ci aiuta a elaborare l’irrevocabilità del percepirsi separati dall’altro. [La mente è meravigliosa]

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Questo mese si parla di:Quando ti senti  giù- Come stai?- Bene, grazie! E tu?- Tutto bene!Ma è davvero così?Spesso invec...
02/11/2025

Questo mese si parla di:
Quando ti senti giù

- Come stai?
- Bene, grazie! E tu?
- Tutto bene!

Ma è davvero così?

Spesso invece non è come ci sentiamo davvero!
Può capitare di sentirsi giù di morale, per molti motivi, nemmeno noi a volte sappiamo il perché.

È magari un periodo faticoso, sono successe cose spiacevoli o anche tragiche e allora si è in lutto o anche solo tristi, dispiaciuti, frustrati...
Oppure c'è qualcosa che non va nelle relazioni: si è rimasti delusi da qualcuno o ci si sente in colpa... Oppure ci si sente soli, si ha nostalgia di qualcuno a cui tenevamo.
A volte si tratta di un tempo breve, pochi istanti, qualche ora, ma altre volte questo malessere può durare anche più a lungo e possiamo renderci conto che abbiamo bisogno di aiuto.
Prima di tutto abbiamo bisogno di capire cosa sta succedendo, di dare un nome alle emozioni. Poi possiamo capire come affrontare questa situazione.

dott,ssa Paola Moriondo - psicologa clinica, psicoterapeuta

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Essere stati amati tanto profondamente ci protegge per sempre, anche quando la persona che ci ha amato non c’è più. E’ u...
01/11/2025

Essere stati amati tanto profondamente ci protegge per sempre, anche quando la persona che ci ha amato non c’è più. E’ una cosa che ti resta dentro, nella pelle...
J. K. Rowling

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La salute mentale dei giovani si sta deteriorandoSono sempre più gli adolescenti che chiedono aiuto medico e supporto ps...
31/10/2025

La salute mentale dei giovani si sta deteriorando

Sono sempre più gli adolescenti che chiedono aiuto medico e supporto psicologico. Cosa può esserci dietro questo incremento di casi?
La salute mentale dei giovani si sta deteriorando
Sempre più giovani sono afflitti da problemi di salute mentale. Depressione, ansia, problemi comportamentali o dipendenze sono aumentati in quelli che saranno il futuro della nostra società.

La loro sofferenza è la sofferenza delle loro famiglie e delle persone intorno a loro. I giovani messi alle strette dal disagio e dal deterioramento della salute mentale sono sempre di più. E i numeri sembrano in crescita. Questo aumento ha allarmato gli operatori sanitari, che mettono in guardia sulle possibili cause alla base di questo aumento.

Secondo l’OMS, il 30% dei giovani ha un disturbo di salute mentale.
La salute mentale dei giovani al vaglio
È un fatto provato. La salute mentale dei giovani sembra deteriorarsi progressivamente. Ciò è indicato dai tassi di incidenza dei disturbi (Pardo, 2012).

In modo pedagogico, vogliamo chiarire che “incidenza” è un termine usato per quantificare il numero di casi in un determinato periodo di tempo. In questo senso, l’OMS ha avvertito che fino al 30% dei giovani soffre di un disturbo mentale.

Le condizioni cliniche che si manifestano più frequentemente sono i disturbi della condotta (soprattutto nei ragazzi) e i disturbi emotivi (nelle ragazze). Se estrapoliamo i risultati della ricerca condotta da Esperanza Navarro, dell’Università di Valencia, con 470 giovani spagnoli, potremmo dire che:

Il 21% dei giovani potrebbe potenzialmente soffrire di un disturbo del comportamento.
Il 17% avrebbe un disturbo d’ansia.
L’11% avrebbe l’ADHD.
Il 4% avrebbe un disturbo alimentare.
D’altra parte, Vallejo Pareja (2022) afferma che vi è un aumento del numero di casi di comportamenti iperattivi, nonché di comportamenti dirompenti. Ora vale la pena chiedersi, perché la salute mentale dei giovani si sta deteriorando?

La vita è più dura di prima? O c’è un problema metodologico?
Se diamo uno sguardo al nostro passato recente, forse possiamo capire le cause di questo aumento. Come dice il proverbio, “a combatter con il fango, che si vinca o si perda, sempre ci si infanga”. Dobbiamo fermarci a riflettere sugli ultimi eventi che hanno avuto un impatto sulla nostra società, come:

La Grande Recessione. Ha colpito il mondo intero. In Italia è stata vissuta intensamente tra il 2008 e il 2013. La società non si è mai ripresa dalle sue conseguenze. Tra le sue conseguenze possiamo menzionare gli alti tassi di disoccupazione giovanile.
La pandemia del 2020. Proprio quando tutto indicava che la Grande Recessione era alle nostre spalle e la società sembrava entrare in un nuovo “periodo d’oro”, il virus SARS-CoV-2 ha bloccato tutto.

L’adolescenza è una fase profondamente sociale della vita. Attraverso l’interazione con altre persone, i “giovani adulti che apprendono ruoli” costruiscono la loro identità attraverso il confronto. Tuttavia, durante la pandemia, i giovani hanno dovuto sacrificare il contatto sociale. Ciò ha potuto avere un impatto sostanziale su quello che avrebbe dovuto essere uno “sviluppo normale o normativo” nell’ .

In effetti, la scienza lo ha confermato. Durante il lockdown, gli adolescenti si sono sentiti più soli e si sono rivolti più spesso ad alternative digitali per socializzare. Questo fatto è correlato all’ aumento dei casi di e .

Secondo Miguel Ángel Vallejo Pareja, ci sono stati cambiamenti e alterazioni nel benessere emotivo di bambini e adolescenti, come conseguenza della pandemia
Maggiore consapevolezza
Tuttavia, è anche necessario sottolineare che si stanno svolgendo ricerche sempre più numerose e di qualità superiore. Gli studi sull’incidenza erano precedentemente scarsi, ma sono attualmente abbondanti.

Ciò potrebbe significare che i dati di incidenza, prima incompleti (e quindi di qualità inferiore), sono ora aumentati in conseguenza di un maggior volume di ricerca. Tra i progressi che si sono verificati, vale la pena menzionare (Vallejo, 2022):

Un maggior numero di studi clinici randomizzati con elevato rigore metodologico sulla frequenza delle varie entità cliniche nell’infanzia e nell’adolescenza.
Maggiore controllo, rigore e solidità nei risultati ottenuti.
Una migliore identificazione degli elementi che hanno un impatto sull’eziologia dei disturbi dell’infanzia e dell’adolescenza, cioè un miglioramento della diagnosi.
D’altra parte, un aumento del numero di etichette diagnostiche. Infatti, nel 1950 erano stati identificati un totale di 106 disturbi, mentre attualmente se ne possono diagnosticare fino a 216 (Echeburúa, 2014).

Riflessioni concluisive sulla salute mentale

I problemi di salute sono profondamente radicati nel contesto di vita. Cioè, sorgono e interagiscono con fattori nell’ambiente della persona, come il lavoro, le relazioni familiari (e il benessere o il disagio dei loro genitori), così come la scuola o l’università.

D’altra parte, tenendo conto dei progressi che sono stati riportati in termini di migliore qualità della ricerca e della diagnosi, si potrebbe pensare che queste siano due delle cause principali che potenzialmente spiegano il perché un «ulteriore deterioramento» della salute mentale dei giovani persone. [La mente è meravigliosa]

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Smetti di definirti.Concediti tutte le possibilità di essere,cambia stradaogni volta che lo senti necessario.Alejandro J...
30/10/2025

Smetti di definirti.
Concediti tutte le possibilità di essere,
cambia strada
ogni volta che lo senti necessario.

Alejandro Jodorowsky



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