16/05/2020
Selma Fraiberg, seguendo la strada aperta da Anna Freud e Melanie Klein, svela quello che è il volto delle proiezioni materne sui figli, fantasmi che si aggirano nella stanza dei bambini e la cui influenza si scorge dai segni sul loro corpo e sulla loro mente. Attraverso questa visione le madri entrano nel setting terapeutico, insieme ai figli perché poterle ascoltare significa avere la possibilità di mettere in fuga i fantasmi.
Fraiberg e i ghosts in the nursery, i fantasmi nella stanza del bambino
L’esperienza di Selma Freiberg in campo clinico la porta, nel 1975, a pubblicare, in collaborazione con Adelson e Shapiro, l’articolo “Ghost in the nursery” (I fantasmi nella stanza dei bambini).
Nell’articolo, gli autori spiegano che nella stanza di ogni bambino ci sono dei fantasmi, in visita dal passato non ricordato dei genitori. Nelle situazioni migliori questi visitatori, ostili e non invitati, vengono cacciati dalla stanza dei bambini e ritornano alla loro dimora sotterranea. Il bambino fa la sua richiesta di amore al genitore e, come nelle fiabe, i legami d’amore proteggono il bambino e i suoi genitori dagli intrusi, i fantasmi. Questo non vuol dire che i fantasmi non possano causare guai dalle loro tombe. Persino nelle famiglie dove i legami affettivi sono stabili e forti, in un attimo di disattenzione, dal passato dei genitori gli intrusi possono trovarsi a rappresentare un momento di una scena di un altro tempo con un’altra compagnia di attori.
Gli autori considerano le fantasie e i ricordi materni al centro di un processo patogeno che porta alla genesi di una relazione genitore-bambino disturbata o alla formazione di una sintomatologia dello stesso.
Il contributo della Freiberg rivoluziona il modo di considerare la relazione madre-bambino, facendo entrare le Reveries, le preoccupazioni, le fantasie e le identificazioni proiettive della madre, insieme al bambino, all’interno dello scenario clinico.
La principale innovazione del contributo dell’autrice consiste nel riconoscimento che il resoconto dei fatti descritti dal genitore non è un sostituto dell’osservazione diretta dell’interazione genitore-bambino. Attraverso l’osservazione diretta è possibile cogliere i fantasmi, quegli ospiti inattesi, trasferiti da un passato di violenza, trascuratezza, abuso – non ricordato a causa della rimozione di affetti dolorosi – e che impediscono alla madre di ascoltare i segnali del bambino.
Partendo da questo assunto, in ambito terapeutico, l’obiettivo è quello di veder mutare i sentimenti e il comportamento materno verso il bambino: ciò si verifica quando un genitore diventa in grado di far risalire l’ambivalenza, la collera o il rifiuto verso il figlio alle proprie esperienze infantili.
La madre, venendo ascoltata potrà ascoltare a sua volta.
A.