Arteascolto

Arteascolto Il Centro si occupa di Arteterapia, rieducazione all'ascolto - Metodo Tomatis e consulenza psicologica

𝐍𝐨𝐧 𝐫𝐢𝐞𝐬𝐜𝐢 𝐚 𝐝𝐨𝐫𝐦𝐢𝐫𝐞?... 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐭𝐨𝐫𝐧𝐚𝐫𝐞 𝐚 𝐫𝐢𝐩𝐨𝐬𝐚𝐫𝐞 𝐛𝐞𝐧𝐞Spesso pensiamo che il sonno “arrivi da sé”, come un diritto natura...
25/10/2025

𝐍𝐨𝐧 𝐫𝐢𝐞𝐬𝐜𝐢 𝐚 𝐝𝐨𝐫𝐦𝐢𝐫𝐞?... 𝐜𝐨𝐦𝐞 𝐭𝐨𝐫𝐧𝐚𝐫𝐞 𝐚 𝐫𝐢𝐩𝐨𝐬𝐚𝐫𝐞 𝐛𝐞𝐧𝐞
Spesso pensiamo che il sonno “arrivi da sé”, come un diritto naturale. In realtà, la qualità del nostro riposo dipende molto da ciò che viviamo: stress, emozioni intense, cambiamenti e preoccupazioni possono influenzarlo profondamente. Ce ne accorgiamo solo quando inizia a mancare.
Nei periodi difficili può capitare di restare svegli nel letto senza riuscire a spegnere la mente, svegliarsi più volte nella notte o troppo presto al mattino. Anche dormendo qualche ora, ci si può sentire stanchi e poco riposati.
Durante il giorno arrivano irritabilità, scarsa concentrazione e preoccupazioni sul sonno stesso. Spesso si finisce a passare più tempo nel letto a pensare, rafforzando però un’associazione sbagliata: 𝐥𝐞𝐭𝐭𝐨 = 𝐬𝐭𝐚𝐫𝐞 𝐬𝐯𝐞𝐠𝐥𝐢. Questo crea un circolo vizioso difficile da rompere.

Una strategia semplice ed efficace è il 𝑪𝒐𝒏𝒕𝒓𝒐𝒍𝒍𝒐 𝒅𝒆𝒈𝒍𝒊 𝑺𝒕𝒊𝒎𝒐𝒍𝒊.
• Mantieni orari regolari per andare a dormire e svegliarti
• Vai a letto solo quando senti sonno vero
• Se dopo 20-30 minuti non riesci a dormire, alzati, fai qualcosa di tranquillo a luce bassa e torna a letto solo quando sei di nuovo assonnato

Questo aiuta il cervello a reimparare che il letto serve per “dormire” e non per rimuginare. Piccoli passi ripetuti con costanza possono davvero migliorare il sonno.
Se le difficoltà persistono e influenzano la giornata, rivolgiti però ad un professionista del sonno. ci sono trattamenti efficaci e basati sulla ricerca.
Psicologa Clinica - Dott.ssa Monica Fabrizia Carrara

Immagine: Questa immagine è stata generata da intelligenza artificiale e ha scopo puramente illustrativo. Non rappresenta persone, prodotti o luoghi reali.

Riferimenti scientifici: studi scientifici confermano l’efficacia del Controllo degli Stimoli e l’importanza di orari regolari per addormentarsi e svegliarsi.
• 𝐵𝑜𝑜𝑡𝑧𝑖𝑛, 𝑅. 𝑅. (1972). 𝑆𝑡𝑖𝑚𝑢𝑙𝑢𝑠 𝑐𝑜𝑛𝑡𝑟𝑜𝑙 𝑡𝑟𝑒𝑎𝑡𝑚𝑒𝑛𝑡 𝑓𝑜𝑟 𝑖𝑛𝑠𝑜𝑚𝑛𝑖𝑎. 𝑃𝑟𝑜𝑐𝑒𝑒𝑑𝑖𝑛𝑔𝑠 𝑜𝑓 𝑡ℎ𝑒 80𝑡ℎ 𝐴𝑛𝑛𝑢𝑎𝑙 𝐶𝑜𝑛𝑣𝑒𝑛𝑡𝑖𝑜𝑛 𝑜𝑓 𝑡ℎ𝑒 𝐴𝑚𝑒𝑟𝑖𝑐𝑎𝑛 𝑃𝑠𝑦𝑐ℎ𝑜𝑙𝑜𝑔𝑖𝑐𝑎𝑙 𝐴𝑠𝑠𝑜𝑐𝑖𝑎𝑡𝑖𝑜𝑛, 395–396.
• 𝐸𝑑𝑖𝑛𝑔𝑒𝑟, 𝐽. 𝐷., & 𝑀𝑒𝑎𝑛𝑠, 𝑀. 𝐾. (2005). 𝐶𝑜𝑔𝑛𝑖𝑡𝑖𝑣𝑒-𝑏𝑒ℎ𝑎𝑣𝑖𝑜𝑟𝑎𝑙 𝑡ℎ𝑒𝑟𝑎𝑝𝑦 𝑓𝑜𝑟 𝑝𝑟𝑖𝑚𝑎𝑟𝑦 𝑖𝑛𝑠𝑜𝑚𝑛𝑖𝑎. 𝐶𝑙𝑖𝑛𝑖𝑐𝑎𝑙 𝑃𝑠𝑦𝑐ℎ𝑜𝑙𝑜𝑔𝑦 𝑅𝑒𝑣𝑖𝑒𝑤, 25(5), 539–558. ℎ𝑡𝑡𝑝𝑠://𝑑𝑜𝑖.𝑜𝑟𝑔/10.1016/𝑗.𝑐𝑝𝑟.2005.04.003
• 𝑀𝑜𝑟𝑖𝑛, 𝐶. 𝑀., 𝑒𝑡 𝑎𝑙. (2006). 𝑃𝑠𝑦𝑐ℎ𝑜𝑙𝑜𝑔𝑖𝑐𝑎𝑙 𝑎𝑛𝑑 𝑏𝑒ℎ𝑎𝑣𝑖𝑜𝑟𝑎𝑙 𝑡𝑟𝑒𝑎𝑡𝑚𝑒𝑛𝑡 𝑜𝑓 𝑖𝑛𝑠𝑜𝑚𝑛𝑖𝑎: 𝑈𝑝𝑑𝑎𝑡𝑒 𝑜𝑓 𝑡ℎ𝑒 𝑟𝑒𝑐𝑒𝑛𝑡 𝑒𝑣𝑖𝑑𝑒𝑛𝑐𝑒. 𝑆𝑙𝑒𝑒𝑝, 29(11), 1398–1414. ℎ𝑡𝑡𝑝𝑠://𝑑𝑜𝑖.𝑜𝑟𝑔/10.1093/𝑠𝑙𝑒𝑒𝑝/29.11.1398
• 𝐶ℎ𝑎𝑝𝑢𝑡, 𝐽.-𝑃., 𝑒𝑡 𝑎𝑙. (2020). 𝑆𝑙𝑒𝑒𝑝 𝑡𝑖𝑚𝑖𝑛𝑔, 𝑠𝑙𝑒𝑒𝑝 𝑐𝑜𝑛𝑠𝑖𝑠𝑡𝑒𝑛𝑐𝑦, 𝑎𝑛𝑑 ℎ𝑒𝑎𝑙𝑡ℎ 𝑖𝑛 𝑎𝑑𝑢𝑙𝑡𝑠: 𝐴 𝑠𝑦𝑠𝑡𝑒𝑚𝑎𝑡𝑖𝑐 𝑟𝑒𝑣𝑖𝑒𝑤. 𝐴𝑝𝑝𝑙𝑖𝑒𝑑 𝑃ℎ𝑦𝑠𝑖𝑜𝑙𝑜𝑔𝑦, 𝑁𝑢𝑡𝑟𝑖𝑡𝑖𝑜𝑛, 𝑎𝑛𝑑 𝑀𝑒𝑡𝑎𝑏𝑜𝑙𝑖𝑠𝑚, 45(10, 𝑆𝑢𝑝𝑝𝑙. 2), 𝑆232–𝑆247. ℎ𝑡𝑡𝑝𝑠://𝑑𝑜𝑖.𝑜𝑟𝑔/10.1139/𝑎𝑝𝑛𝑚-2020-0032

Quando la mente non smette di pensare…Ci sono momenti nella vita in cui l’ansia e i pensieri diventano costanti, quasi u...
01/10/2025

Quando la mente non smette di pensare…
Ci sono momenti nella vita in cui l’ansia e i pensieri diventano costanti, quasi un rumore di fondo difficile da spegnere. In queste situazioni può comparire la ruminazione, ossia la tendenza della mente a girare intorno agli stessi pensieri senza riuscire a trovare una via d’uscita.
Ma come possiamo affrontare questi momenti?
Un piccolo esercizio pratico può aiutarci a interrompere il flusso della ruminazione e riportare l’attenzione al presente.

Vi propongo un esercizio:
Fermiamoci un attimo e, ad alta voce, descriviamo ciò che ci circonda. La stanza in cui ci troviamo, i colori che vediamo, i rumori che sentiamo, gli odori presenti. Parlare a voce alta è importante, perché costringe la nostra attenzione a spostarsi dal pensiero astratto alla percezione concreta.
Questo semplice esercizio di “ancoraggio sensoriale” può diventare un valido strumento nei momenti in cui la mente fatica a “staccare” e continua a rimuginare.

Psicologa Clinica - Dott.ssa Monica Fabrizia Carrara

Il ruolo nascosto della lateralità nel linguaggio: cosa sappiamo oggi su mano, occhio e orecchio?La lateralità, ovvero l...
11/04/2025

Il ruolo nascosto della lateralità nel linguaggio: cosa sappiamo oggi su mano, occhio e orecchio?

La lateralità, ovvero la preferenza nell'uso di una parte del corpo rispetto all’altra, è un aspetto fondamentale dello sviluppo umano e coinvolge principalmente la mano, l’occhio e l’orecchio. Questo fenomeno ha importanti implicazioni per lo sviluppo del linguaggio, in quanto è strettamente legato all’organizzazione cerebrale e alla specializzazione degli emisferi. Numerose ricerche scientifiche hanno esplorato come la lateralità influenzi il linguaggio, evidenziando il ruolo della dominanza manuale, oculare e uditiva.
La dominanza manuale, cioè la preferenza per una mano rispetto all’altra, è l’indicatore di lateralità più evidente. La maggior parte delle persone è destrimane, ma esiste una percentuale significativa di mancini. Questa preferenza si collega alla specializzazione emisferica: nell’80-90% dei destrimani, l’emisfero sinistro è dominante per il linguaggio. Nei mancini, la dominanza può invece localizzarsi nell’emisfero sinistro, in quello destro o essere distribuita tra entrambi. Studi recenti suggeriscono che avere una mano dominante non è necessario per acquisire il linguaggio, ma il momento in cui questa preferenza emerge può influenzarne lo sviluppo.
Negli ultimi anni, diversi studi hanno evidenziato che non è tanto quale mano diventi dominante a incidere sul linguaggio, quanto quando questa preferenza si manifesta. In particolare, una lateralizzazione precoce—indipendentemente dalla mano preferita—sembra associarsi a un'acquisizione linguistica più tempestiva. Un contributo importante in questo ambito è lo studio di Michael A. Leekam e colleghi (2013), "Early handedness in infancy predicts language ability in toddlers", in cui 38 bambini tra 6 e 24 mesi sono stati osservati longitudinalmente. I risultati hanno mostrato che i destrimani precoci mostravano un vantaggio linguistico rispetto ai mancini tardivi. Tuttavia, non è emersa una differenza significativa tra destrimani precoci e tardivi.
È importante sottolineare che l’assenza di una preferenza manuale definita o il suo sviluppo tardivo non rappresentano un ostacolo al linguaggio o ad altre abilità cognitive. La lateralizzazione manuale, infatti, non è né necessaria né sufficiente per l’acquisizione del linguaggio, ma può influenzarne la tempistica.
La dominanza oculare, ovvero la preferenza per un occhio nelle attività che richiedono precisione visiva, è un altro aspetto della lateralità. Sebbene meno studiata rispetto alla dominanza manuale, essa può influenzare le abilità linguistiche visive, come la lettura. Tuttavia, le difficoltà di lettura sembrano essere più strettamente legate alla "finestra percettiva" e ai movimenti oculari, come le saccadi, piuttosto che alla dominanza oculare. Uno studio significativo in questo ambito è quello di Friedman et al. (2007), "Saccadic eye movements and reading: Evidence from children and adults with developmental dyslexia", che ha analizzato come i movimenti oculari influenzino la lettura. I bambini con disturbo della lettura hanno mostrato un numero significativamente maggiore di saccadi in avanti e indietro durante la lettura rispetto ai coetanei. Tuttavia, nei compiti visivi non legati alla lettura, hanno mostrato un numero inferiore di movimenti saccadici rispetto al gruppo di controllo. Questi risultati suggeriscono che le difficoltà nella lettura possano essere legate non solo ad aspetti linguistici o fonologici, ma anche a meccanismi visivi e motori.
La dominanza uditiva, ovvero la preferenza per un orecchio nell’ascolto, è particolarmente rilevante per l’elaborazione del linguaggio. Nella maggior parte delle persone, l’orecchio destro è dominante, riflettendo la dominanza dell’emisfero sinistro per il linguaggio. Un contributo importante in quest’area viene dallo studio di Turid Helland, "Brain Laterality in Dyslexia Seen during Literacy Development and Early Training", parte del Bergen Longitudinal Dyslexia Study. La ricerca ha seguito bambini tra i 6 e gli 11 anni, suddivisi in un gruppo con dislessia e uno senza, sottoponendoli ogni anno a test di ascolto dicotico per misurare la lateralizzazione uditiva.
Nel gruppo tipico, lo sviluppo ha seguito un percorso atteso: inizialmente non c’era preferenza tra i due orecchi, ma col tempo è emersa una chiara dominanza dell’orecchio destro. Nei bambini dislessici, invece, si è osservata una traiettoria diversa: una precoce preferenza per l’orecchio destro che, sorprendentemente, scompare nelle fasi successive. A 11 anni, le differenze tra i due gruppi si riducono, ma la traiettoria anomala del gruppo dislessico suggerisce uno sviluppo atipico della lateralizzazione cerebrale. Questo potrebbe essere influenzato dall’intervento educativo ricevuto, ma necessita di ulteriori approfondimenti.
Comprendere il ruolo della lateralità nello sviluppo del linguaggio ha implicazioni pratiche significative, soprattutto in ambito educativo e terapeutico. Identificare precocemente le preferenze laterali nei bambini può aiutare a prevedere possibili difficoltà linguistiche e a progettare interventi mirati. Attività che promuovono la coordinazione occhio-mano o esercizi per rafforzare la discriminazione uditiva possono sostenere un migliore sviluppo linguistico. Ad esempio, attività come il disegno su sabbia o farina, la costruzione con mattoncini o la composizione di puzzle stimolano la motricità fine e la precisione visiva, competenze utili anche per la lettura e la scrittura. Sul piano uditivo, attività come l’associazione di suoni ed immagini, i giochi con le rime o percorsi di stimolazione uditiva sono utili per rinforzare la consapevolezza fonologica e la comprensione verbale. Questi sono alcuni semplici esercizi da svolgere a casa che, se proposti in modo ludico e regolare, possono rappresentare un pratico supporto per l’acquisizione linguistica, specialmente nei bambini con difficoltà o ritardi. Percorsi di rieducazione all’ascolto come il Metodo Tomatis possono supportare la mancanza di una consapevolezza fonologica, come la difficoltà di percepire ed elaborare i suoni del parlato, agendo in particolare sulla relazione orecchio-voce-cervello. Inoltre, presso lo studio è possibile svolgere attività pomeridiane di cucina per bambini finalizzate a migliorare la motricità fine e il senso di autoefficacia, e ad adattare i programmi educativi alle preferenze laterali dei bambini.
Dott.ssa Monica Fabrizia Carrara

Bibliografia:
1. Leekam, M. A., et al. (2013). Early handedness in infancy predicts language ability in toddlers. Developmental Science, 16(2), 272–281. https://pmc.ncbi.nlm.nih.gov/articles/PMC4059533/
2. Friedman, J. H., et al. (2007). Saccadic eye movements and reading: Evidence from children and adults with developmental dyslexia. Vision Research, 47(26), 3230-3240. https://www.researchgate.net/publication/6807174_Saccadic_eye_movements_in_children_with_reading_disorder
3. Turid Helland. (2024) Brain Laterality in Dyslexia Seen during Literacy Development and Early Training. Brain Sci. 2024, 14(9), 893; https://doi.org/10.3390/brainsci14090893

Foto di Eren Li httpswww.pexels.comit-itfotovacanza-ragazza-tavolo-senza-volto-7169015

LA MUSICA E GLI EFFETTI SU PAZIENTI ONCOLOGICILa musicoterapia sta emergendo come una pratica integrativa sempre più ril...
04/03/2025

LA MUSICA E GLI EFFETTI SU PAZIENTI ONCOLOGICI

La musicoterapia sta emergendo come una pratica integrativa sempre più rilevante nel trattamento oncologico, con l'obiettivo di migliorare il benessere psicologico e fisico dei pazienti affetti da cancro. Due studi recenti analizzano l'efficacia degli interventi basati sulla musica, evidenziando la necessità di personalizzare tali approcci nel contesto oncologico.
Una revisione sistematica pubblicata su Critical Reviews in Oncology/Hematology ha esaminato 40 studi per valutare l'impatto degli interventi musicali (MI) su ansia, depressione, dolore e qualità della vita (QoL) nei pazienti oncologici. I risultati indicano che le MI esercitano un effetto positivo su questi parametri, con una riduzione più marcata di ansia e depressione nei pazienti affetti da carcinoma mammario. Questi dati supportano l'integrazione della musicoterapia nei reparti di oncologia, radioterapia e chirurgia, favorendo una maggiore consapevolezza tra gli operatori sanitari.
Un altro studio, pubblicato sul Journal of Integrative Medicine, sottolinea l'importanza di personalizzare la musicoterapia nell'ambito dell'oncologia integrativa. La ricercatrice evidenzia come, nonostante l'efficacia generale delle MI, le risposte dei pazienti possono variare, suggerendo la necessità di adattare le sessioni alle preferenze individuali, al tipo di tumore e allo stadio della malattia. Un approccio personalizzato potrebbe massimizzare i benefici terapeutici, migliorando l'esperienza complessiva del paziente.
Le evidenze attuali confermano che gli interventi musicali possono apportare benefici significativi ai pazienti oncologici, in particolare nella riduzione di ansia e depressione. Tuttavia, per ottimizzare l'efficacia di queste terapie, è essenziale adottare un approccio su misura, che tenga conto delle caratteristiche specifiche di ciascun paziente. L'integrazione della musicoterapia personalizzata nei protocolli oncologici potrebbe rappresentare una strategia efficace per migliorare la qualità della vita di chi affronta la malattia.

Centro Arteascolto
Dott.ssa Monica Fabrizia Carrara

Articoli scientifici
Gramaglia C, Gambaro E, Vecchi C, Licandro D, Raina G, Pisani C, Burgio V, Farruggio S, Rolla R, Deantonio L, Grossini E, Krengli M, Zeppegno P.: Outcomes of music therapy interventions in cancer patients-A review of the literature. Crit Rev Oncol Hematol. 2019 Jun;138:241-254.
doi: 10.1016/j.critrevonc.2019.04.004. Epub 2019 Apr 5. PMID: 31121392.

Tara Rajendran: Addressing the need for personalizing music therapy in integrative oncology,
Journal of Integrative Medicine, Volume 20, Issue 4, 2022, Pages 281-283, ISSN 2095-4964,
https://doi.org/10.1016/j.joim.2022.01.005.

MAMMA TI SENTO!L'ascolto e la musica hanno un ruolo importante nella vita intrauterina. Sono molti gli studi nell’ambito...
11/11/2024

MAMMA TI SENTO!
L'ascolto e la musica hanno un ruolo importante nella vita intrauterina.
Sono molti gli studi nell’ambito scientifico che dimostrano che la capacità del feto di sentire iniziano intorno alla ventesima settimana di gestazione e diventa in grado di reagire alla voce della madre, intorno alla trentacinquesima settimana.
Risale al 1986 una delle prime evidenze di questa abilità fetale. Lo studio elegante svolto da Anthony J. DeCasper e Melanie J. Spence coinvolse 330 donne a cui fu chiesto di raccontare sempre una stessa storia nelle ultime 6 settimane gestazionali. Dopo la nascita 16 di questi bimbi furono sottoposti alla misurazione del tempo di suzione del seno materno durante la narrazione della storia a loro raccontata prima della nascita, che risultata più lungo rispetto al tempo di suzione quando veniva raccontata una storia mia sentita.

«La conclusione implica che i feti avevano appreso e ricordato qualcosa sui segnali acustici che specificavano il loro particolare passaggio target. (ad esempio, segnali prosodici come il ritmo sillabico, il tempo di inizio della voce delle consonanti, la struttura armonica dei suoni vocalici sostenuti e/o l'ordine temporale di questi suoni).» (DeCasper & Spence, 1986)

Ma la cosa sorprendente e che non solo i feti sentono e ricordano, ma iniziano ad acquisire capacità propedeutiche al linguaggio, già a partire dall’utero.
Gli studi più recenti suggeriscono che l’apprendimento della prosodia linguistica, inizi durante la gravidanza. Uno studio condotto da Eino Partanen , et al. (2013) sembra confermare che l’accuratezza nella discriminazione uditiva determina lo sviluppo di tracce mnesiche che rafforzano i prerequisiti necessari per lo sviluppo linguistico.

«L'apprendimento, alla base del comportamento adattivo e intelligente, è basato su cambiamenti negli assemblaggi neurali e si riflette sulla modulazione delle risposte elettriche del cervello. Nell'infanzia, si formano tracce di memoria a lungo termine grazie all'apprendimento uditivo, migliorando le capacità di discriminazione, in particolare quelle rilevanti per la percezione e la comprensione del parlato. Qui mostriamo una prova neurale diretta che le tracce di memoria neurale si formano con l'apprendimento uditivo prima della nascita. I nostri risultati indicano che le esperienze prenatali hanno una notevole influenza sull'accuratezza della discriminazione uditiva del cervello il che può supportare, ad esempio, l'acquisizione del linguaggio durante l'infanzia. Di conseguenza, i nostri risultati implicano anche la possibilità di sostenere lo sviluppo uditivo precoce e di compensare potenzialmente le difficoltà di natura genetica, come i disturbi del linguaggio o la dislessia.» (Partanen, et al., 2013)

Parlare, raccontare storie, leggerle ad alta voce, cantare, e ascoltare musica, sono sicuramente dei modi semplici e immediati per entrare in contatto con il nostro bambino e aiutarlo ad avvicinarsi al linguaggio e allo sviluppo di abilità future.

Rimango disponibile per chi desidera approfondire l’argomento o ricevere informazioni sulle stimolazioni uditive rivolte alle mamme nel periodo della gravidanza.
Centro Arteascolto
Dott.ssa Monica Fabrizia Carrara

Anthony J. DeCasper e Melanie J. Spence: Prenatal Maternal Speech Influences Newborns’ Perception of Speech Sounds - Il linguaggio materno prenatale influenza la percezione dei suoni del linguaggio da parte dei neonati. Comportamento e sviluppo infantile, 9 (2), 133-150. Scaricabile: https://doi.org/10.1016/0163-6383(86)90025-1
Eino Partanen, Teija Kujalaa, Risto Näätänena, Auli Liitola, Anke Sambethf, Minna Huotilainena: Learning-induced neural plasticity of speech processing before birth - Plasticità neurale indotta dall'apprendimento dell'elaborazione del linguaggio prima della nascita. PNAS vol. 110 | N. 37 – 26 Agosto 2013 – Scaricabile: https://doi.org/10.1073/pnas.1302159110

Attribuzione immagine: https://it.freepik.com/immagine-ia-gratis/feto-nel-grembo-materno_229460651.htm =keyword&page=1&position=17&uuid=2c6e853d-b6c6-4a0f-bc60-7442f2fdb48a

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