20/03/2018
**Nuove raccomandazioni per APNEISTI e DIVERS in una recente review della letteratura scientifica**
Apnea e Scuba Diving, soprattutto sotto il profilo ricreativo, sono attività che stanno conoscendo una incredibile diffusione, raccogliendo ogni anno numerosi nuovi appassionati. Entrambe le attività sportive richiedono l’acquisizione di alcune basiche ma fondamentali nozioni di fisica e fisiologia umana per essere approcciate in totale sicurezza. Il mancato rispetto delle regole e degli accorgimenti normalmente insegnati ai corsi dedicati a queste attività, può esporre al rischio di andare incontro a patologie più o meno gravi, spesso di interesse otorinolaringoiatrico. Infatti, circa l’80% dei Subacquei va incontro almeno una volta a un disturbo di ambito ORL nel corso dell’attività ricreativa. Talvolta il rischio è accresciuto non solo dalla mancanza di esperienza, ma anche da alcune condizioni fisiche e patologie di base che inficiano l’attività subacquea, e che andrebbero escluse prima di approcciare questo tipo di sport. Recentemente è stata pubblicata sull’importante rivista internazionale JAMAOtolaryngology–Head & Neck Surgery una review in due parti ad opera di Matt Lechner e colleghi (University College London), che oltre ad essere preziosa per gli Otorinolaringoiatri contiene alcune importanti raccomandazioni in merito alla prevenzione utili anche agli appassionati di questi affascinanti sport. Desideriamo condividere con voi in questo post gli spunti più rilevanti, ma per i più interessati gli articoli possono essere reperiti tramite i link sottostanti:
https://jamanetwork.com/journals/jamaotolaryngology/article-abstract/2672750?redirect=true
https://jamanetwork.com/journals/jamaotolaryngology/article-abstract/2672749?redirect=true
Un numero rilevante di patologie possono essere scatenate dall’attività subacquea, o possono renderne più rischiosa la pratica. Le sedi coinvolte sono rappresentate dall’orecchio esterno, orecchio medio, orecchio interno, fosse nasali e seni paranasali e in misura inferiore laringe e trachea. I meccanismi con cui gran parte di queste affezioni hanno origine sono strettamente legati a principi fisici esposti dalle leggi di Boyle (ad una data temperatura il volume di un gas è inversamente proporzionale alla sua pressione) ed Henry (ad una data temperatura la quantità di gas che si dissolve in un liquido con cui è a contatto è proporzionale alla pressione parziale del gas). In particolare l’effetto della legge di Boyle sul nostro organismo appare immediatamente evidente se si pensa che il volume dei gas all’interno delle cavità del nostro organismo si riduce del 50% entro i primi 10 metri di profondità. Se per approfondire gli aspetti più tecnici rimandiamo agli articoli citati o ai testi specializzati, basti ricordare che i fenomeni legati alla legge di Boyle sono quelli che obbligano l’apneista e il diver ad avere familiarità con le manovre di compensazione (Valsalva, Toymbee e Frenzel), al fine di compensare la pressione all’interno della cavità dell’orecchio medio, mentre la legge di Henry è legata alla necessità di effettuare le tappe di decompressione in corso di risalita al termine di una sessione di diving. Ma veniamo alle raccomandazioni emerse dalla review della letteratura effettuata dagli Autori.
Una delle affezioni che più frequentemente coinvolge il subacqueo è l’otite esterna. Tale patologia, che colpisce almeno una volta circa il 44% dei subacquei, è particolarmente frequente in coloro affetti da eczema del condotto, e spesso si manifesta con prurito auricolare e desquamazione visibile esternamente allo sbocco del canale uditivo. Chi soffre di questa patologia (che deve essere diagnosticata dallo specialista otorinolaringoiatra), dovrebbe astenersi dall’attività subacquea fino alla risoluzione della stessa ed in seguito ai fini preventivi fare uso di prodotti endoauricolari finalizzati al mantenimento della normale flora batterica da applicare dopo le sessioni di diving (sotto prescrizione medica). Il tappo di cerume invece, che spesso si manifesta con un semplice ovattamento, talvolta peggiore dopo che viene bagnato l’orecchio, può se trascurato non solo favorire l’otite esterna ma anche più raramente un barotrauma dell’orecchio esterno.
Il barotrauma dell’orecchio medio è la patologia più comunemente riscontrata nei subacquei. E’ legata a una compensazione inefficace ed espone a molteplici rischi, primo fra tutti la rottura della membrana timpanica. Gli Autori della review sottolineano come un’eventuale difficoltà a compensare possa essere aggravata dalla posizione del capo mantenuta dal subacqueo, e come compensare mantenendo il capo rivolto verso il fondale possa aggravare i problemi di compensazione. E’ inoltre consigliato effettuare 3 manovre di compensazione per metro di profondità per i primi 5 metri (massima variazione di volume in orecchio medio). Qualora la compensazione risulti difficile viene consigliato di tentare una seconda volta la manovra dopo una parziale risalita e successivamente approcciare più lentamente la discesa, salvo sospendere completamente l’attività subacquea qualora anche il secondo tentativo di compensazione risulti fallimentare. Una variante del barotrauma è il barotrauma da decompressione, legato alla mancata fuoriuscita dell’aria dall’orecchio medio attraverso la tuba durante la risalita. Tale evenienza può essere legata o ad una compensazione “forzata” in discesa o all’utilizzo di decongestionanti nasali prima dell’immersione al fine di favorire la compensazione, salvo poi perdere l’effetto decongestionante prima della risalita con conseguente impossibilità di effettuare una corretta compensazione e quindi “intrappolamento” dell’aria in orecchio medio, con rischio di rottura della membrana timpanica o di vertigine alternobarica. Per tale ragione l’uso di tali prodotti con questa finalità è sconsigliato. Proprio in merito alla vertigine alternobarica, una vertigine che si manifesta in risalita, viene consigliato dagli Autori, qualora si manifesti, un'immediata interruzione della risalita e un nuovo tentativo di compensazione, ed in caso di fallimento un nuovo tentativo di compensazione dopo aver guadagnato nuovamente profondità. Viene ribadito nella review come al fine di evitare queste spiacevoli e pericolose affezioni sia indicato evitare sempre l’attività subacquea qualora siano presenti difficoltà di compensazione di qualunque tipo e per qualunque causa. Tali raccomandazioni, restano valide anche per evitare il barotrauma dell’orecchio interno, una condizione più complessa che si manifesta con ipoacusia, vertigine, acufene, nausea e vomito, ed è per certi versi molto simile sotto il profilo sintomatologico alla malattia da decompressione dell’orecchio interno. Un’altra patologia di frequente riscontro in chi pratica attività subacquea è il barotrauma dei seni paranasali, che colpisce almeno una volta circa il 10% dei subacquei, legato a un meccanismo simile a quello dell’otobarotrauma, con occlusione dell’ostio del seno interessato e intrappolamento dell’aria all’interno di una cavità chiusa. Tale evenienza, che spesso si manifesta con fuoriuscita in maschera di muco e sangue proveniente dai seni paranasali durante la risalita, può accompagnarsi a problematiche più rilevanti qualora l’aria non riuscendo a fuoriuscire dall’ostio del seno provochi una frattura delle pareti ossee determinando enfisemi sottocutanei, ma anche pneumo-orbita, pneumoencefalo ed affezioni della vista e della sensibilità del volto per interessamento dei nervi ottico e trigemino (V2). Anche questa condizione è facilmente prevenibile dal subacqueo evitando immersioni in corso di episodi di infiammazione nasale e dei seni paranasali e “leggendo” attentamente i sintomi premonitori, di solito dolore in corrispondenza del seno interessato durante la discesa, che dovrebbe indurre ad un'interruzione della discesa e ad una sospensione dell’attività subacquea fino alla completa risoluzione della patologia di base. Nell’invitarvi ad approcciare gli sport subacquei nella massima sicurezza vi ricordiamo che qualora insorgessero sintomi di pertinenza ORL (calo uditivo, acufene, vertigine, dolore auricolare, epistassi) durante l’apnea o il diving una valutazione specialistica precoce è la chiave sia per una corretta risoluzione del problema sia per una chiara indicazione su quando sarà possibile e sicuro riprendere con le immersioni.
Vi ricordiamo inoltre che una valutazione otorinolaringoiatrica effettuata prima di avvicinarsi a questo genere di sport può escludere la presenza di patologie che interferiscono, o che rendono non sicura l’attività subacquea, e spesso può portare a una loro corretta risoluzione.
Per contatti:
Dr.ssa A.M. Gostinicchi 3473816771
Dr. Roberto Gallus 3284867021