28/11/2022
📌 Un paziente ventenne lamenta sintomi di ansia insorti durante l’ultima relazione con una ragazza. Riferisce anche episodi di vomito frequenti in situazioni nuove e stressanti, lo stesso sintomo si presentava da bambino prima delle competizioni sportive a cui partecipava.
Riferisce di essere molto preoccupato per la possibilità che questa sua condizione psico-fisica possa compromettere la capacità di affrontare la carriera lavorativa che intraprenderà a breve, in un contesto altamente selettivo e stressante.
🌀 Nel primo intervento lavoriamo con l’ipnosi, emergono episodi di quando era bambino in cui l’allenatore era solito umiliare e anche picchiare lui e i suoi compagni per le loro prestazioni. Questi ricordi si associano a forte nervosismo.
Lavoriamo quindi per mettere in sicurezza il bambino dalla figura dell’allenatore maltrattante e per rassicurarlo sul fatto che è normale sbagliare, che può affrontare le nuove sfide con tranquillità e che lui va bene così come è!
🌀 Nella seduta successiva lavoriamo sul rapporto con la ex, il comportamento di lei improntato a forme di squalifica e di umiliazione lo facevano sentire insicuro e “toccato nel suo punto debole”: l’intervento consente di elaborare le emozioni e le questioni irrisolte nel rapporto con lei e a fine seduta riferisce di sentirsi libero.
🌀 La terza e ultima seduta di intervento si focalizza sull’ascolto del corpo, sulla possibilità di interpretarne i segnali correttamente, il paziente comprende i meccanismi attraverso i quali inconsapevolmente alimenta la sua ansia e come disinnescarla.
👉 Un mese dopo l’ultima seduta riferisce di stare bene, di non aver più avuto sintomi di nausea e vomito ma solo qualche lieve elemento di ansia, subito gestito e rientrato. Partirà nei giorni successivi per affrontare la sua nuova esperienza lavorativa.
💬 A commento di questo caso vorrei sottolineare come sarebbe potuto essere diverso l’esito di questa vicenda se il ragazzo non avesse intrapreso un percorso di psicoterapia fin dal manifestarsi dei primi sintomi.
Mi vengono in mente tanti pazienti adulti che arrivano in terapia riferendo sintomi di ansia insorti venti o trenta anni prima, gestiti in autonomia e spesso con cure farmacologiche che in nessun modo incidono sui fattori che innescano il disturbo.
Penso a come sintomi di entità inizialmente medio lieve possano in molti casi evolvere in disturbi più complessi, proprio per le conseguenze dei disagi non affrontati, dei vissuti non elaborati, degli atteggiamenti non corretti.
II cambio generazionale sta fortunatamente dando segnali incoraggianti, sempre più giovani si mostrano motivati e collaboranti nel seguire un proprio percorso, manifestando maturità e lungimiranza.✨
D.ssa Patrizia Pontis