16/10/2025
Appunti sull’educazione sessuale e affettiva nella scuola italiana.
1—Alcuni dati (2/2)
Lo scenario italiano spicca miseramente anche in Europa: secondo il rapporto “Comprehensive Sexuality Education (CSE) Country Profiles dell’UNESCO, 19 Paesi hanno reso obbligatoria l’educazione sessuale a scuola, spesso ampliandola oltre gli aspetti biologici per includere temi come relazioni, consenso e ruoli di genere. Alcuni ce l’hanno dagli anni ’50 o ’60 (come Norvegia, Svezia e Germania); l’Italia, tra le poche in cui l’educazione è stata sempre opzionale e mai integrata organicamente nei curricula, l’età di inizio era (ormai lo possiamo dire, perché ora si alzerà ancora) la più alta di tutte, a 14 anni, insieme soltanto a Cipro.
Eppure, non mancano modelli di riferimento sviluppati da organismi scientifici ed esperti.
Uno degli approcci educativi con le basi più autorevoli (documenti e linee guida di organismi come OMS, UNESCO ecc.) è l’“educazione sessuale comprensiva” che integra prevenzione, emozioni, relazioni, autodeterminazione personale: enfatizza rispetto, consenso e benessere, promuove consapevolezza, curiosità e autonomia e affronta tematiche come violenza di genere e discriminazione, andando quindi molto oltre la conoscenza dell’apparato riproduttivo e la prevenzione delle infezioni sessualmente trasmissibili. Su questo modello si sono costruite sperimentazioni anche nel contesto italiano.
Le principali linee guida nazionali e internazionali indicano che i programmi di educazione sessuale e affettiva sono per prima cosa un diritto alla salute fondamentale per la crescita della persona e la parità di genere nella società.
Questi risultano più efficaci quando sono gestiti da professionisti qualificati, avviati fin dall'infanzia e calibrati per accompagnare lo sviluppo della persona. L’educazione all’affettività e sessualità raggiunge la massima efficacia quando si basa su progetti integrati, che coinvolgono attivamente genitori e insegnanti, in collaborazione con le istituzioni territoriali per creare una rete di supporto e coordinamento.