09/03/2022
Noi esseri umani siamo straordinariamente resilienti. In un modo o nell'altro, anche di fronte all'intera catastrofe, riusciamo a sopravvivere e ad avere i nostri momenti di pace e di pienezza.
Il grande poeta Pablo Neruda, così scrisse nella sua poesia "Restare in silenzio ":
Ora conteremo fino a dodici e tutti ci fermeremo.
Per una volta sulla faccia della terra, non parliamo alcuna lingua;
fermiamoci per un secondo
e smettiamo di gesticolare tanto.
Sarebbe un momento esotico, senza fretta, senza motori;
ci troveremmo tutti insieme
in una improvvisa stranezza.
I pescatori nel freddo del mare non farebbero del male alle balene e l'uomo che raccoglie il sale si guarderebbe le mani ferite.
Quelli che preparano guerre verdi, guerre con i gas, guerre col fuoco, vittorie senza sopravvissuti, indosserebbero abiti puliti e camminerebbero con i loro fratelli all'ombra, senza fare nulla.
Quello che voglio non va confuso con l'inerzia totale.
È della vita che si tratta; non faccio patti con la morte.
Se non fossimo tanto ossessionati dal tenere la vita in movimento, e una volta tanto potessimo non fare nulla, forse un immenso silenzio interromperebbe questa tristezza di non capirci mai e di minacciarci di morte a vicenda.
Forse la terra ce lo può insegnare, come quando tutto sembra morto e poi si dimostra vivo.
Ora contero' fino a dodici e voi starete in silenzio e io me ne andrò.