25/09/2019
Ai miei amici/studenti di namaste.
Per chi ha deciso di andare e per chi ha deciso di restare 🌟💖🌟💖🌟
Per me è uguale 💫🌀
Ieri ho ritrovato namaste e il buddha che mi ha accompagnato in questi 5 anni di insegnamento yoga in Puglia.
L'esperienza di ritornare in Italia e portare la pratica è stata un'avventura potente di crescita e comprensione profonda per me.
I primi anni ho acceso tutto il fuoco della passione e dell'entusiasmo nella completa fiducia in un progetto sognato e pensato per l'evoluzione e la coscienza. È stato un seme importante in questa terra. Tante persone sono passate da namaste, in un modo o nell'altro. Anche solo per la curiosità di una cosa diversa in un paese molto uguale a se stesso.
L'ho sentito da subito che la mia proposta aveva visioni alte e ho sempre vibrato in frequenze che non cedessero alla zona di confort energetica che respiravo intorno.
Sono stata salda nel sostenere l'impegno di verità.
Questo per me significa fare i conti con la mia pulizia interiore di intenzione, di visione, di presenza prima di investire il ruolo di insegnante yoga.
Avrei voluto camminare insieme a un team ma questo non ha funzionato. Le proposte che abbiamo portato fuori spesso rimbalzavano indietro. È stato faticoso. Mi sono ritrovata contro un muro che rispondeva a singhiozzi. Senza dramma da fallimento sono andata avanti da sola.
L'anno scorso ho sentito stanchezza. Mi sono vista perdere il fuoco dell'ispirazione, la freschezza dell'intenzione, la forza del volere. Mi sono vista in un processo interiore di chiamata a vedere e sentire altro. È stato molto forte. Mi sono seduta, sapevo che con i miei studenti io avevo un impegno di responsabilità e fiducia. Avrei "dovuto" non ascoltare la voce che mi tirava indietro, che chiaramente mi chiedeva di vedere che qualcosa di questo progetto era finito. Ci sono state notti di conflitto interiore fino a quando una mattina all'alba nel mio satsang mi è arrivato questo.
Cosa sei qui ad insegnare?
La verità. Satya.
Porta esattamente ciò che sei.
Il tuo insegnamento non è l'abito del monaco ma è la pura umanità che ci sta dentro.
Solo abbracciando totalmente la tua umanità, emergerà lo spirito.
Così mi sono lasciata vedere, senza controllo.
Ho detto ai miei studenti cosa sentivo, la fatica, la chiamata in altri luoghi, la mia anima che non si sentiva pienamente accolta.
Gli ho accolti nel loro disagio, pronta anche ad accettare che per qualcuno fosse inammissibile che io non fossi sempre uguale, stabile e brillante.
Gli ho accolti nel loro attaccamento a me e ho tagliato queste catene.
Il maestro non è colui che ti tiene al guinzaglio, è colui che ti lascia andare.
Ho rischiato di perdere.
E quando ho detto si a questo rischio ho sentito un'incredibile libertà e gioia.
Non voglio alimentare la catena del sacrificio così come ce l hanno insegnata nella nostra cultura.
Sacrificio non è resistere. Non è tapparsi le ali e sopravvivere. Non è stare nel fango e auto flagellarsi.
Io so fare sacrifici quando sento che questi sono processi evolutivi per me.
So tollerare la frustrazione quando so che da quella contrazione emergera' una nuova forma vitale espansiva che non avrei mai immaginato.
Sono fiera del cammino di namaste.
Anche delle sbavature e dei limiti soprattutto miei che ho incontrato.
Sono fiera di aver incontrato così in profondità le persone, quelle che mai avrei immaginato di sentire così vicine.
Sono stata davvero sostenuta da un cerchio di anime che hanno vibrato con me, nonostante io rimango così strana... Così diversa. 😉
Ieri sera incontrare la pratica è stato nuovamente emozionante.
Quando sento il mio cuore allora so che sono viva.
E ho davvero qualcosa da trasmettere
Ecco, se io non sono viva non metto maschere e non vi racconto P***e.
Questo è il mio più grande patto con la vita e la pratica.
Di questo potete avere fiducia
Del resto no, sono illusioni di sicurezza che io non alimento e nutro più.
Vi amo tanto.
Federica
Ps. Ci sono per altri tre mesi 💥💎🤣🤣🤣