17/06/2024
L’ILLUSIONISMO CONTINUA…
Pachino, ma in particolare la POLITICA PACHINESE, ha enormi difficoltà a fare i conti con la propria storia.
Ecco perché l’atteggiamento e i comportamenti della POLITICA LOCALE sono SCHIZOFRENICI.
Basta leggere i “proclami” politico-programmatici, tutti in chiave prospettica, che è possibile condensare in una sola parola d’ordine: LIBERTA'.
Pachino deve essere liberata, che per converso vuol dire Pachino è ancora schiava!
Pachino deve essere liberata, che per converso vuol dire Pachino è ancora schiava!
Se poi si chiede ai contendenti che cos’è questa schiavitù mortale che avvolge la nostra comunità locale, otteniamo solo, e solamente, un grande silenzio.
E però, da entrambi i contendenti arriva la conferma della schiavitù di questa comunità, e entrambi si propongono come novello messia per la liberazione. Manco a dirlo, la
“Colpa è sempre degli altri, e il messia sono io che sono l’unico/a apprezzato/a dai pachinesi”.
Ora, appare chiaro che siamo in presenza di soggetti politici che tentano timidamente, di costruire una “narrativa storica” finalizzata a una
LOTTA DI PURO E SOLO POTERE, ALTRO CHE BENE COMUNE E SERVIZIO AL PAESE.
Si appalesa chiaramente che entrambi, per evidente incapacità e altrettanta ipocrisia menzognera, ci hanno dato un illuminante esempio di incapacità a fare i conti con il proprio passato, e si tenta la via della “narrazione a-storica”, che è proprio il
CONTRARIO DELLA LIBERAZIONE, UN VERO E PROPRIO ATTACCO ALLA LIBERTÀ, come spiega una grande costituzionalista italiano, Accademico dei Lincei Massimo Luciani.
L’irreversibile a-storicizzazione, da ben trent’anni connotato fondamentale di questa classe politica locale, frutto certamente di una memoria individuale labile, che trapassa, poi, nella memoria collettiva, e di una mancanza di senso storico, è la riprova inconfutabile di un uso spregiudicato, ma inconsapevole, della comunicazione politica, orientato alla cancel culture, ovverosia alla rimozione opportunistica degli eventi passati di cui si è stati protagonisti in negativo e anche all’irrigidimento della storia a fini di potere.
Domanda ai Pachinesi ingenui e non: avete sentito nel dibattito elettorale un tentativo di spiegazione degli ultimi eventi:
1. lo scioglimento del Consiglio Comunale per le ipotesi di infiltrazione mafiosa;
2. la crisi istituzionale dell’amministrazione Petralito, durata in tutto appena due anni, e frutto delle richieste irricevibili a quanto si mormora in giro per il paese, per fermarci solo alle crisi più recenti, o anche la lunga sfilza di crisi istituzionali dal 1993 ad oggi?
No! Pachino non è in DEMAGONIA, bensì in
COMA ISTITUZIONALE PROFONDO
da ben trent’anni e le responsabilità vanno egualmente divise tra le formazioni politiche e le liste “personali” (altro che civiche) di portaborse di politici estranei al contesto civico locale.
Il “novello messia” che dovrà liberare Pachino deve ancora nascere.