Dott.ssa Chiara Bellia - Psicologa

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Sostegno psicologico e psicoterapia cognitivo comportamentale per disturbi d'ansia, disturbi dell'umore, disturbo ossessivo compulsivo, difficoltà relazionali e di adattamento.

🌟 Grata e orgogliosa di aver partecipato alla stesura del libro "Sostegno psicologico. Il quaderno degli attrezzi". Pens...
10/12/2024

🌟 Grata e orgogliosa di aver partecipato alla stesura del libro "Sostegno psicologico. Il quaderno degli attrezzi". Pensato per colleghi psicologi e dtp, questo volume offre strumenti pratici per ampliare le tecniche di intervento, mantenendo sempre un focus centrale sulla relazione. Disponibile su amazon📚

Francesca Di Donato Laura Pavesi - Psicologa


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Sostegno psicologico: Il quaderno degli attrezzi

Non tutti hanno le capacità per poter soddisfare i propri bisogni.Alcune persone hanno vissuto un'infanzia dove esprimer...
06/10/2022

Non tutti hanno le capacità per poter soddisfare i propri bisogni.

Alcune persone hanno vissuto un'infanzia dove esprimere un bisogno equivaleva ad infastidire il caregiver che di questo avrebbe dovuto prendersi cura; oppure equivaleva a non esprimerlo affatto.

E così sono cresciuti ragazzi e adulti, non visti né sentiti, che non riescono a riconoscere un proprio bisogno né a mettere un confine tra i bisogni propri e quelli degli altri. Figurarsi soddisfarli...

La buona notizia è che si può imparare ad ascoltarsi, a capire di cosa si ha bisogno, ad esprimere ed infine soddisfare.

Con l'aiuto di un professionista si può imparare che ciò che si sente buono per sé è un apprendimento che si costruisce giorno dopo giorno.

Avete mai sentito parlare delle distorsioni cognitive?Si tratta di errori automatici nei processi di pensiero che ci aiu...
04/10/2022

Avete mai sentito parlare delle distorsioni cognitive?
Si tratta di errori automatici nei processi di pensiero che ci aiutano ad interpretare la realtà.

Uno dei primi autori ad individuare le distorsioni fu lo psicologo cognitivo Aaron Beck (1967), il quale ebbe modo di osservarle nei suoi pazienti depressi.
Beck descrisse le distorsioni cognitive come errori patogeni nel processo di elaborazione delle informazioni, e quindi come responsabili della sofferenza umana.

Con Tversky e Kahneman (1979) la prospettiva iniziò a cambiare. I due autori hanno riformulato il concetto di distorsione in quello di bias cognitivo, sottolineando che si tratta di un errore sistematico del pensiero umano, che ci aiuta a semplificare la realtà e ad affrontarla secondo il principio di economia cognitiva, cioè quel principio per il quale il nostro cervello è fatto per “risparmiare energia” ed aiutarci a dirigere la nostra attenzione solo sulle cose che valuta importanti.

Si è passati quindi dal pensare ai bias come processi patogeni a considerarli come normale parte del funzionamento umano.

Qui la prima carrellata di distorsioni cognitive. Se avete domande o curiosità vi aspetto nei commenti e in direct!

Oggi voglio condividere con voi una delle mie abitudini che ritengo più preziose. Tutte le volte che termino una pratica...
29/09/2022

Oggi voglio condividere con voi una delle mie abitudini che ritengo più preziose.
Tutte le volte che termino una pratica, esprimo gratitudine per essermi concessa questa esperienza.
L'esperienza di dedicare del tempo a me stessa.
L'esperienza di ascoltare i miei bisogni.
L'esperienza di conoscermi un po' più a fondo.
L'esperienza di riconoscermi in ciò che sono.
L'esperienza di essere presente, sapendo che questo è un atto d'amore.
L'esperienza di accettare quello che c'è.
L'esperienza di sentirmi connessa con il mondo ed il flusso naturale delle cose.
In un grammo di pratica c'è un mondo, ci siamo noi, ed è quello che voglio trasmettere a tutte le persone che incontro, in un momento particolare del loro cammino.
Ogni tanto fa bene ricordarsi di esprimere gratitudine per quello che si è, per il punto evolutivo cui si è arrivati.
Congratularsi con se stessi non è mai abbastanza per il proprio ben-essere ed è un ottimo modo per iniziare a guardare il mondo e le relazioni da nuove prospettive.

La mindfulness potrebbe aiutarvi a raggiungere sensazioni di rilassamento ma non è detto che ciò si verifichi.Pensateci ...
27/09/2022

La mindfulness potrebbe aiutarvi a raggiungere sensazioni di rilassamento ma non è detto che ciò si verifichi.
Pensateci bene, quando volete rilassarvi vi impegnate in svariate attività e la vostra intenzione è quella di staccare la spina e ricaricare le energie.
Nella mindfulness l'intenzione cambia: si dirige l'attenzione su qualsiasi cosa abbiate scelto di mettere al centro della vostra consapevolezza (tipicamente il respiro).
Se meditate in uno stato di agitazione, la vostra mente inizierà a viaggiare, a giudicare negativamente ciò che state facendo → “hey, forse questa cosa con me non funziona”.
Il rischio è di cadere in una trappola, quella di credere che la mindfulness serva a rilassarsi, e di perdere una grande opportunità per la costruzione del vostro benessere.
Rilassamento si, ma con consapevolezza.

Praticare la mindfulness all'inizio non è facile per tutti, può essere scomoda e mettere a disagio...tutto normale!Quest...
22/09/2022

Praticare la mindfulness all'inizio non è facile per tutti, può essere scomoda e mettere a disagio...tutto normale!
Questo succede soprattutto alle persone che non sono abituate ad ascoltarsi o hanno paura di quello che si agita nel loro mondo emotivo. Probabilmente non riescono ad accettare la sofferenza nella vita di ogni giorno.
La mindfulness inoltre porta a sentire le emozioni più intensamente e questo può spaventare chi sta provando un'emozione spiacevole.
Questi aspetti possono portare le persone a scoraggiarsi perchè non tollerano di poter stare male.
Il gap può essere superato ricordandosi che LO SCOPO DELLA MINDFULNESS NON E' RILASSARSI o STARE BENE PER FORZA.
Il suo scopo è allenare la mente a stare nel momento presente. Solo nel presente infatti si impara ad accettare la realtà per quello che è, senza giudicare / giudicarsi, e ad accogliere anche i lati spiacevoli della vita, delle relazioni e persino di noi stessi.

Vi siete mai chiesti cosa vuol dire essere presenti?Potrei riportare tante definizioni ma ne scelgo una, la più semplice...
20/09/2022

Vi siete mai chiesti cosa vuol dire essere presenti?
Potrei riportare tante definizioni ma ne scelgo una, la più semplice: saper dirigere l'attenzione su ciò che conta.
Quanto spesso vi sarà accaduto di esserci fisicamente ma di essere da un'altra parte con la testa?
Con la mindfulness si può allenare la capacità di essere presenti nel momento, sia con la mente che con il corpo.
L'augurio che vi faccio questa mattina è di passare una settimana ben presenti a voi stessi!
Mi rendo conto che non è semplicissimo. Se fosse così facile, nessuno faticherebbe a farlo!
Una cosa che può tornare utile è identificare gli ostacoli alla presenza mentale: mi riferisco a cellulari, distrazioni, pensieri che vagano...
Identificandoli diventa più facile proteggere l'attenzione, in modo da poter essere nel momento. Quali sono i vostri ostacoli alla presenza? Vi va di condividerli con me?
Vi aspetto nei commenti!

Le persone particolarmente sensibili all'ansia, spesso ricercano nella mindfulness un modo per rilassarsi.Questo perchè ...
13/09/2022

Le persone particolarmente sensibili all'ansia, spesso ricercano nella mindfulness un modo per rilassarsi.
Questo perchè fanno fatica ad accogliere questa emozione e lottano o fuggono da essa.

Desiderano talmente tanto non provare ansia che ricercano il rilassamento a tutti i costi.

In seduta chiedo loro di immaginare come sarebbe la vita senza ansia. Subito mi dicono: una vita più bella! Una vita calma e tranquilla.

Ma se fossimo tutti sempre sereni, calmi e tranquilli che vita sarebbe? Riusciremmo lo stesso a raggiungere i nostri obiettivi? La vita non diventerebbe noiosa e piatta? Saremmo al sicuro dai pericoli?
Essere in uno stato di perenne rilassamento, non ci farebbe somigliare più a zombie che ad esseri umani?

L'ansia ci serve! E per quanto possa essere ritenuta spiacevole fa parte di noi.
Finchè la si vedrà come un'emozione estranea e nemica non si potrà ricavare nessun input né insegnamento per la propria crescita e il proprio stare
al mondo.

Partendo dal presupposto che l'ansia fa qualcosa per te (se solo la ascolti), prova ad avvicinarti ad essa attraverso una pratica di mindfulness. Con l'intenzione di esplorare cosa accade dentro di te quando vivi
questa emozione, e non per rilassarti! Attent* a non chiuderti nella trappola del rilassamento.

Il ritmo vertiginoso della vita è devastante per la nostra salute, le relazioni e la produttività. Quando viviamo vite o...
08/09/2022

Il ritmo vertiginoso della vita è devastante per la nostra salute, le relazioni e la produttività.

Quando viviamo vite occupate e distratte, perdiamo di vista le persone e le attività che contano di più per noi.

Possiamo andare veloci e lavorare s**o, solo per alzare lo sguardo un giorno e renderci conto che stiamo tagliando il traguardo di qualcun altro.

Il problema è che cerchiamo di dividere la nostra attenzione tra un milione di cose. Pensiamo che il multitasking ci aiuterà a fare di più, ma in realtà ci lascia solo stressati e sfiniti.

Ciò che possiamo fare è rallentare e andare piano, come le tartarughe.

Rallenti quando presti attenzione al mondo che ti circonda, per essere veramente concentrato su ciò che hai di fronte.

Presta attenzione alle persone, ai pensieri e alle circostanze che attirano la tua attenzione, perché il modo in cui trascorri il tuo tempo ti dice come stai vivendo la tua vita.

Oggi inauguro una serie di nuovi post sulle emozioni e comincio, forse, con una delle più scomode, con cui a volte non è...
06/09/2022

Oggi inauguro una serie di nuovi post sulle emozioni e comincio, forse, con una delle più scomode, con cui a volte non è facile confrontarsi: il senso di colpa.

Vi è mai successo di sentirvi in colpa verso i vostri genitori?
È normale! Tutti, prima o poi, provano colpa verso chi li ha cresciuti; questo succede anche nelle famiglie “sane”. Ma come mai?

Il senso di colpa ci segnala che stiamo tradendo il nostro sistema di valori. Il punto è che tale sistema è costruito in famiglia.

Il senso di colpa non è un'emozione con cui si nasce. Viene sviluppata a partire dai 4 anni nella relazione con l'adulto, grazie alla quale apprendiamo il senso di giusto e sbagliato.
I valori appresi da bambini sono persistenti anche in età adulta e quando vengono violati arriva il senso di colpa a ricordarci “hey, forse stai facendo qualcosa che non dovresti fare!”.

I problemi arrivano quando i genitori utilizzano la colpa, più o meno consapevolmente, per manipolare, spinti dal bisogno narcisistico che i figli siano nel modo in cui vorrebbero, o che vivano la vita che loro non hanno vissuto.
Il figlio viene visto non come persona ma come un riflesso o una proprietà del genitore, il quale si sente autorizzato ad imporre i propri valori, i propri gusti, i propri pensieri.

Il rischio è che il bambino annulli se stesso per adeguarsi al genitore, compiacerlo a tutti i costi ed ottenere così di essere amato!
In questo modo viene stroncato il bisogno fondamentale di ogni bambino di esprimersi, scoprire se stesso, esplorare.

Con questo stile educativo si contribuisce a creare diversi problemi in età adulta, ad esempio problemi di identità. Ma uno dei problemi più grandi è che il senso di colpa può impedire, in età adulta, di prendersi cura di sé in modo sano. Perchè l'adulto che ha vissuto tali dinamiche sarà predisposto a rispondere ai bisogni degli altri piuttosto che ai propri; a mettersi in secondo piano per non sentirsi in colpa.

Molte delle immagini che si trovano su internet ritraggono persone che meditano in posizioni apparentemente complicate, ...
31/08/2022

Molte delle immagini che si trovano su internet ritraggono persone che meditano in posizioni apparentemente complicate, che possono scoraggiare chiunque non conosca la mindfulness. Rischia così di apparire come una pratica assolutamente aliena...

In realtà si medita nella posizione che si preferisce e con cui si sta comodi...c'è chi usa il cuscino da meditazione, chi pratica da seduto, chi a letto (quest'ultimo lo sconsiglio ai principianti, per evitare l'addormentamento), chi mentre cammina, naturalmente sta a te sperimentare!

Jon Kabat-Zinn parla di postura dignitosa, una postura che consente di respirare adeguatamente, con la spina
dorsale dritta, e con cui si può rimanere vigili e attenti per svolgere al meglio la pratica.

Medita come viene, non sei un maestro zen! 😉

Il modo migliore di approcciarsi alla mindfulness è quello di fermare tutti i giudizi che potranno insorgere durante l'e...
24/08/2022

Il modo migliore di approcciarsi alla mindfulness è quello di fermare tutti i giudizi che potranno insorgere durante l'esperienza meditativa.

Durante la pratica potrebbero infatti presentarsi dei pensieri del tipo “non sto facendo bene”, “non sto ottenendo risultati”, “forse sto sbagliando”, “non riesco a fare neanche questo”...

I giudizi automatici negativi sono gli ostacoli più forti che si possano incontrare perchè spingono la mente ad allontanarsi dal momento presente ed a vagare, perdendosi tra questi giudizi verso se stessi.

Cosa si può fare per non esserne ostacolati?

Premettendo che l'insorgenza di tali pensieri è del tutto normale, ciò che la mindfulness insegna è
SOSPENDERE OGNI GIUDIZIO.

Quando un pensiero giudicante si genera nella tua mente, prova a fare uno shift riportando l'attenzione nel qui ed ora e continua la tua esperienza.

Se ti accorgi di avere una forte autocritica che ostacola la tua vita ed hai bisogno di aiuto, prenota un appuntamento, troveremo insieme il modo più adeguato per supportarti in base alle tue esigenze! Link nella sezione "Informazioni".

Indirizzo

Padua
35135

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Lunedì 08:30 - 13:00
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Martedì 08:30 - 13:00
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Mercoledì 08:30 - 13:00
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