05/02/2025
🚨 📖 🧠 Sempre più pazienti (inclusi giovani altrimenti sani, con famiglie amorevoli, altamente istruiti e relativamente benestanti) soffrono di forme d’ansia e depressione invalidanti.
È la sovrabbondanza, che unita all'esposizione costante alle gratificazioni istantanee modifica il nostro cervello.
Si rende necessario un “digiuno” dalla dopamina!
Quando facciamo qualcosa che ci piace (come giocare ai videogame o guardare notizie online o sui social) il nostro cervello rilascia un po' di dopamina, il neurotrasmettitore associato alla ricompensa, e ci sentiamo bene. Ma piacere e dolore vengono processati nelle stesse aree del cervello, il quale fa di tutto pur di tenerli in equilibrio. Ogni volta che l'ago della bilancia si sposta in una direzione, il nostro cervello lavora per ristabilire la neutralità, quella che i neuroscienziati definiscono omeostasi,
spingendo in senso contrario.
Non appena la dopamina viene rilasciata, il cervello si adatta al suo aumento riducendo o "sottoregolando" il numero di recettori stimolati. Questo porta il cervello a insistere sul lato del dolore per ritrovare la stabilità, che è il motivo per cui il piacere di solito è seguito dall'hangover o dal comedown. Se aspettiamo abbastanza a lungo, quelle sensazioni svaniranno e torneremo a una condizione neutrale. Ma siamo naturalmente predisposti a voler contrastare il dolore, per poterci abbeverare di nuovo alla fonte del piacere per un'altra dose.
Reiterando quotidianamente questo schema per ore, settimane o mesi, il nostro cervello modificherà il confine del piacere. In questo modo, continueremo a giocare ai videogame, non più per star bene, ma per non sentirci male! Qualora dovessimo smettere, ci ritroveremmo a sperimentare i sintomi universali dell'astinenza da qualsiasi sostanza che causi dipendenza: ansia, irritabilità, insonnia, disforia e pensieri ossessivi orientati al consumo, anche noti come craving.
La ricerca spasmodica del piacere può condurre all'anedonia, ossia all'incapacità di provare qualsiasi forma di godimento. Al contrario, astenendoci da sostanze o comportamenti piacevoli per un certo periodo di tempo (a volte basta soltanto un mese) saremo in grado di resettare i circuiti della ricompensa e riacquisire la capacità di provare gioia.
Solo prendendoci una pausa dalla nostra droga preferita riusciremo a vedere l'impatto reale che la dipendenza ha sulle nostre vite e su quelle dei nostri cari.
Ma non prendiamoci in giro pensando che sia una cosa da poco. Non lo è affatto. Perciò dobbiamo prepararci, fare un passo alla volta e ricercare il supporto altrui.
“L’era della dopamina. La guida pratica” ambisce a essere una risorsa modulare per aiutare persone comuni a orientarsi meglio in un contesto patologico di piacere-dolore.