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PsicologiaPadova Psicologa e Psicoterapeuta Cognitivo Comportamentale. Dr.ssa Pinton Michela, psicologa e psicoterapeuta.

Laurea in psicologia dello sviluppo e dell'età evolutiva. Specializzazione in psicoterapia cognitivo comportamentale. Mi occupo di prevenzione, consulenza, diagnosi, cura e formazione sia a livello individuale che di coppia, di gruppo o familiare. La mia specialità sono i diturbi d'ansia a tutte le fasce d'età, dall'età evolutiva all'età adulta.

05/11/2025

IL DISTURBO OSSESSIVO COMPULSIVO (DOC)

Salve a tutti,
per restare sempre nel tema emozione ansia, oggi vi parlerò del disturbo ossessivo compulsivo (DOC). Anche se nell’ultima versione del Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali (DSM5-TR), il doc non rientra più tra i disturbi d’ansia ma in una classificazione a parte, ho deciso di parlarvene lo stesso perché spesso chi soffre di doc presenta una sintomatologia ansiosa importante.

Il disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) è un disturbo mentale con un nucleo psicopatologico a sé stante, con un decorso e una sintomatologia peculiari e correlati biologici specifici. La diagnosi del disturbo ossessivo-compulsivo secondo il DSM5 si basa sulla presenza di ossessioni, compulsioni o entrambe che richiedono tempo (p. es., > 1 h/die) o causano un disagio clinicamente significativo o una compromissione del funzionamento:
 OSSESSIONI = Pensieri ricorrenti e persistenti, impulsi, o immagini che vengono sperimentate a volte come invadenti, inappropriate e indesiderate, e che nella maggior parte degli individui causano marcata ansia o angoscia. L'individuo tenta di ignorare o sopprimere tali pensieri, impulsi, o immagini, o di neutralizzarli con qualche altro pensiero o azione (ossia, eseguendo una compulsione).
 COMPULSIONI = Comportamenti ripetitivi o rituali (p. es., lavaggio delle mani, ordinamento, controllo) o atti mentali (p. es., pregare, contare, ripetere le parole in silenzio) che l'individuo si sente spinto a compiere in risposta a un'ossessione, o secondo regole che devono essere applicate in modo rigido. I comportamenti o gli atti mentali sono volti a preve**re o a ridurre l'ansia o il disagio o a preve**re eventi o situazioni temuti; tuttavia, questi comportamenti o atti mentali non sono collegati in modo realistico con ciò che sono progettati a neutralizzare o preve**re, o sono chiaramente eccessivi o bizzarri.

Per oggi mi fermo qui ma nei miei prossimi video tornerò a parlarvi del doc, in particolare della sintomatologia e dei vari tipi esistenti. A presto allora e restate connessi!!!

29/10/2025

IL TRATTAMENTO DEI DISTURBI D’ANSIA SECONDO LA TCC (Part.2)

Salve a tutti,
come vi ho spiegato nei miei precedenti video, la Terapia Cognitivo Comportamentale si è dimostrata ampiamente valida per il trattamento dei disturbi d’ansia, tanto da essere introdotta nelle linee guida internazionali.

Secondo le linee guida internazionali NICE e APA, il trattamento dei disturbi d’ansia dovrebbe contemplare cinque fasi o tipi d’intervento e la TCC le applica tutte. La scorsa settimana vi ho presentato i primi due e oggi proverò a descrivere i tre punti cardine restanti:

3. Eliminazione dei comportamenti di controllo = i comportamenti di controllo sono tutte le azioni messe in atto per preve**re gli eventi temuti e possono essere talmente abituali da risultare automatici. Alcuni esempi sono l’evitamento e i comportamenti protettivi. Tali comportamenti hanno costi molto alti e condizionano la vita dei pazienti, per questo motivo vanno eliminati o sostituiti con altri più adattivi e funzionali;
4. Ristrutturazione cognitiva = si identificano e si mettono in discussione i pensieri che mantengono la sintomatologia ansiosa come ad esempio i pensieri catastrofici e si favorisce la formulazione di interpretazioni alternative;
5. Prevenzione delle ricadute = il paziente rielabora e trascrive quanto appreso durante il percorso terapeutico. Inoltre paziente e terapeuta ipotizzano possibili scenari futuri in cui potrebbe riattivarsi l’ansia e pianificano metodi di gestione e prevenzione, tra cui l’adozione di un stile di vita che tenga bassi i livelli di ansia e stress.

Credo di aver dato sufficienti informazioni in merito al trattamento dei disturbi d’ansia secondo la TCC. Vi informo che anch’io nella pratica clinica prediligo questo approccio terapeutico, integrandolo con altri di cui vi ho già parlato. Pertanto se vi servissero altre informazioni o se voleste iniziare un percorso, resto a vostra disposizione. A presto allora e restate connessi!!!

22/10/2025

IL TRATTAMENTO DEI DISTURBI D’ANSIA SECONDO LA TCC (Part.1)

Salve a tutti,
come vi ho spiegato nei miei precedenti video, la Terapia Cognitivo Comportamentale si è dimostrata ampiamente valida per il trattamento dei disturbi d’ansia, tanto da essere introdotta nelle linee guida internazionali. Oggi proverò quindi a descrivere i punti cardine di questo tipo di trattamento psicoterapeutico.

Gli obiettivi principali della TCC sono:
1. eliminare i timori esagerati e i comportamenti di controllo ed evitamento che mantengono i disturbi d’ansia;
2. riacquisire un senso di sicurezza e di confidenza nelle attività della vita quotidiana.

Secondo le linee guida internazionali NICE e APA, il trattamento dei disturbi d’ansia dovrebbe contemplare cinque fasi o tipi d’intervento e la TCC le applica tutte:
1. Psicoeducazione = vengono condivise col paziente informazioni relative al suo schema di funzionamento, alle sue modalità di lettura di pensieri e stati d’animo, alla diagnosi del disturbo e alla pianificazione del trattamento. In questa fase è molto importante anche la costruzione dell’alleanza terapeutica;
2. Tecniche di esposizione = si stabiliscono con il paziente graduali step per affrontare eventi e situazioni temuti, dai meno fastidiosi ai più spaventosi. Si insegna al paziente a stare nelle situazioni ansiogene in modo da confrontarsi con le paure temute in diversi contesti. In questo modo il paziente apprende che certi eventi possono essere sgradevoli ma non pericolosi e/o mortali come credeva e può affrontarli e accettarli. In questa fase può essere utile anche un intervento basato sulla Mindfulness;

Per oggi vi anticipo solo questo rispetto alle fasi del trattamento dei disturbi d’ansia secondo la TCC. Vi parlerò delle fasi che restano nel mio prossimo video. A presto allora e restate connessi!!!

15/10/2025

ACCEPTANCE AND COMMITMENT THERAPY (ACT): UNA TERAPIA DI TERZA ONDA

Salve a tutti,
oggi vi presento un’altra terapia di terza onda evidence-based, ovvero di comprovata efficacia, che può essere utilizzata per il trattamento dei disturbi d’ansia: l’Acceptance and Commitment Therapy (ACT).

L'ACT è una forma di psicoterapia all'interno della cornice comportamentista e contestualista funzionale. Steven C. Hayes l’ha sviluppata nel 1982 al fine di creare un approccio misto. È un intervento psicologico che promuove la flessibilità psicologica, aiutando le persone ad accettare le proprie esperienze interiori dolorose invece di combatterle, e a impegnarsi in azioni significative in linea con i propri valori personali, per costruire una vita più ricca e appagante. In sintesi, l'ACT non mira alla diretta modificazione dei vissuti emotivi dolorosi, quanto piuttosto l'entrare in contatto questi vissuti, dando loro spazio e riducendo l'evitamento esperienziale. L’ACT invita all’accettazione di tali vissuti e ad un percorso di cambiamento impegnato verso una vita ricca e significativa.

L'ACT prevede 6 processi fondamentali per aiutare i pazienti a sviluppare la flessibilità psicologica:
1. Defusione cognitiva = metodi per ridurre la tendenza a combattere contro i propri pensieri, immagini, ricordi;
2. Accettazione = consentire a emozioni, sentimenti e sensazioni di andare e ve**re senza lottare ma accogliendole dentro di sé;
3. Contatto con il momento presente = consapevolezza del qui e ora, vissuta con apertura, interesse e ricettività;
4. Sé osservante = accesso a un senso trascendente di sé;
5. Valori = scoprire ciò che è più importante per sé stessi, quali sono i propri valori personali;
6. Azione impegnata = fissare obiettivi in base a valori e realizzarli responsabilmente, al servizio di una vita significativa.

Credo di aver spiegato l’essenziale per quanto riguarda l’ACT ma resto a vostra disposizione per altre informazioni e approfondimenti. Alla prossima settimana con un nuovo video su un’altra terapia di terza onda. A presto e restate connessi!!!

08/10/2025

MINDFULNESS: UNA TERAPIA DI TERZA ONDA

Salve a tutti,
nel mio precedente video vi ho parlato delle terapie di terza onda perché possono essere utili per il trattamento dei disturbi d’ansia. Una di queste è la Mindfulness.

Mindfulness significa consapevolezza di sè, una abilità cognitiva innata che può essere sviluppata attraverso la pratica della meditazione. Ma facciamo un passo indietro nel tempo.
Le prime forme di ricerca della consapevolezza si possono rintracciare oltre 2500 anni fa, in particolare nelle pratiche meditative buddhiste. Tale facoltà al tempo era coltivata per raggiungere l’equilibrio emotivo e il benessere psicologico.

Oggi con il termine mindfulness si intende: “portare attenzione al momento presente con curiosità e senza giudizio”. Il primo a studiare e sviluppare la mindfulness, così come la conosciamo oggi, è stato il prof. Jon Kabat Zinn nel 1979. Nella sua visione la mindfulness poteva essere un’alternativa alle strategie orientate alla risoluzione dei problemi. Per essere utilizzata in ambito clinico la mindfulness è stata adattata agli standard e ai principi della medicina occidentale.

La Mindfulness Based Cognitive Therapy (MBCT) ideata da Seagal, Teasdale e Williams nel 2002 è diventata ben presto un protocollo diffuso e testato scientificamente. L’obiettivo del protocollo è trasformare la relazione delle persone con i propri pensieri, emozioni e sensazioni fisiche in modo da non emettere risposte impulsive e automatiche che creano circoli viziosi. Ciò avviene attraverso un training attivo e pratico volto a sviluppare la capacità di portare attenzione al presente e l’accettazione di tutto ciò che accade momento per momento.

Le pratiche mindfulness sono particolarmente consigliate per la gestione di ansia e stress ma attenzione al fai da te! Sebbene online si possano trovare numerosi esercizi pratici di mindfulness, serve la guida di un professionista formato in tale approccio terapeutico per poter conoscere i principi teorici che stanno alla base del protocollo e applicare il modo corretto gli esercizi pratici di meditazione.

Per oggi mi fermo qui ma ci vediamo la prossima settimana con un’altra terapia di terza onda. A presto allora e restate connessi!!!

02/10/2025

LE TERAPIE DI TERZA ONDATA

Salve a tutti,
nel mio precedente video vi ho parlato della TCC perché è considerata la terapia d’elezione per il trattamento dei disturbi d’ansia ma vi ho anche anticipato che ci sono altre terapie di nuova generazione che stanno dando prove di efficacia per questo tipo di disturbi. Vediamole insieme.

Prima di entrare nel merito, faccio una piccola introduzione storica per capire come si arriva a questi nuovi approcci terapeutici.
Le terapie della prima onda sono state le terapie comportamentali, nate negli anni ’50 e alternative alla psicoanalisi. Si sono ispirate in particolare agli studi sull’apprendimento con condizionamento condotti nella prima metà del Novecento. La teoria fondante le terapie comportamentali sostiene che il comportamento sia un aspetto immediatamente osservabile, da cui si può inferire un determinato meccanismo mentale sottostante.
Le terapie della seconda onda nascono intorno agli anni ’70 con lo sviluppo del cognitivismo. Il cognitivismo è una branca della psicologia che si concentra sullo studio dei processi cognitivi, su come questi si sviluppino e modifichino comportamenti, emozioni e affetti. All’interno delle terapie della seconda onda vengono inoltre incluse quelle terapie integrate, nate sul finire degli anni ’80, che uniscono aspetti cognitivi e comportamentali come la TCC.

Arriviamo quindi alle terapie di terza onda. Le terapie di terza ondata sono tutte quelle nuove forme di psicoterapia che si evolvono a partire dalla terapia cognitiva standard e si sono sviluppate negli ultimi 20 anni. Il termine “terza ondata” fu usato per la prima volta nel 2004 da Hayes, psicologo fondatore dell’Acceptance and Commitment Therapy. Non hanno come scopo la riduzione dei sintomi ma comprendere e lavorare sui processi cognitivi che sostanziano e mantengono i differenti sintomi da cui deriva il disagio mentale. L’obiettivo è aumentare la flessibilità psicologica, diventare consapevoli e aperti alle nuove esperienze e agire in direzione delle cose considerate importanti per la persona. Tutto ciò avviene utilizzando tecniche terapeutiche come l’accettazione, lo spostamento attentivo e la mindfulness per implementare il benessere psicologico.
Alcune terapie di terza generazione sono:
 Acceptance and Commitment Therapy (ACT, Hayes, 1999)
 Dialectical Behavior Therapy (DBT; Linehan, 1993)
 Mindfulness-Based Cognitive Therapy (MBCT; Segal, Williams, & Teasdale, 2001)
 Metagognitive Therapy (MCT; Wells, 2000)
 Schema Therapy (ST; Young,1990)

Per oggi mi fermo qui ma ho intenzione di parlarvi in maniera più approfondita di alcune di queste nuove terapie nei miei prossimi video. A presto allora e restate connessi!!!

24/09/2025

LA TERAPIA COGNITIVO-COMPORTAMENTALE (TCC)

Salve a tutti,
come anticipato nel mio precedente video oggi vi darò qualche informazione sulla terapia cognitivo comportamentale, dato che è considerata la terapia d’elezione per i disturbi d’ansia.

La terapia cognitivo comportamentale è un modello per la comprensione della psicopatologia e un tipo di psicoterapia ampiamente utilizzata per il trattamento dei principali disturbi psichici.
Con la definizione ad ombrello di terapia cognitivo comportamentale, si indica in realtà una vasta famiglia di psicoterapie perché è stata sviluppata originariamente negli anni settanta grazie all'integrazione delle terapie comportamentali e di quelle cognitiviste.
Il termine "cognitivo" fa riferimento a tutto ciò che accade internamente alla mente (processi mentali come pensiero, ragionamento, attenzione, memoria…). La terapia cognitiva aiuta ad individuare certi pensieri ricorrenti, schemi fissi di ragionamento e di interpretazione della realtà, che sono concomitanti alle forti e persistenti emozioni problematiche e aiuta a correggerli e ad integrarli con altri pensieri più realistici, o, comunque, più funzionali al proprio benessere.
Il termine "comportamentale" fa riferimento invece ai comportamenti manifesti da parte del soggetto. La terapia comportamentale aiuta a modificare la relazione fra le situazioni che creano difficoltà e le abituali reazioni emotive e comportamentali che la persona mette in atto in tali circostanze.
In sintesi tale approccio terapeutico si basa sull’assunto che esista una complessa relazione tra emozioni, pensieri e comportamenti e che i problemi emotivi non siano dovuti agli eventi vissuti dal paziente ma alla sua rappresentazione soggettiva e distorta della realtà e alle credenze disfunzionali, spesso inconsapevoli che si mantengono nel tempo.

La TCC ha delle caratteristiche specifiche:
1. Si basa su evidenze scientifiche e ricerche volte ad ampliare le conoscenze sulle strutture e i processi mentali;
2. E’ focalizzata sul problema e orientata all’azione. Viene individuato il problema concreto e attuale del paziente, viene formulata una diagnosi e concordati gli obiettivi del trattamento e i passi per raggiungerli;
3. E’ collaborativa perché paziente e terapeuta lavorano insieme attivamente per trovare strategie e perché il terapeuta aiuta il paziente a diventare terapeuta di se stesso, fornendogli gli strumenti utili per la risoluzione dei suoi problemi;
4. E’ una terapia breve, quando ciò è possibile. La durata della terapia varia di solito dai quattro ai dodici mesi, con sedute a cadenza il più delle volte settimanale;
5. Utilizza gli homeworks che sono parte integrante della terapia. Sono esercizi che permettono di mettere in pratica quanto appreso in seduta e che i pazienti possono sperimentare in situazioni di vita reale.

Penso di avervi detto l’essenziale per quanto riguarda la TCC, il resto lo potete scoprire da voi ma attenti alle fonti da cui traete le informazioni. Mi raccomando che siano fonti scientifiche attendibili. A presto con un nuovo video e restate connessi!!!

17/09/2025

DISTURBI D’ANSIA: QUAL È IL TRATTAMENTO PIU’ EFFICACE?

Salve a tutti,
oggi proverò a rispondere ad una fondamentale domanda: “Qual è il trattamento più efficace per i disturbi d’ansia?”

Nel mare magnum dei diversi tipi di trattamento, a volte è difficile orientarsi. Servono indicazioni chiare e precise.
Ebbene, nel caso del trattamento dei disturbi d’ansia, la terapia cognitivo comportamentale (TCC) ha assunto un ruolo d’elezione, tanto da essere introdotta nelle linee guida internazionali.

Le linee guida internazionali sono dei documenti ufficiali, sviluppati e pubblicati da organizzazioni e istituti riconosciuti a livello internazionale (OMS, APA, NICE…) e hanno lo scopo di identificare le più recenti e valide evidenze scientifiche relativamente alla prevenzione, diagnosi, cura e trattamento in tema di salute mentale.
All’interno delle linee guida vengono quindi indicate le terapie la cui efficacia è dimostrata dalla ricerca scientifica internazionale. Secondo le linee guida la TCC si è dimostrata ampiamente valida.

Anche diverse ricerche di metanalisi, ricerche che combinano i risultati di più studi su un unico argomento, hanno evidenziato risultati migliori per la TCC applicata all’ansia: sia in termini di aderenza al trattamento, sia di stabilità di risultati che di rapporti costi/benefici.
Tali risultati sembrano essere migliori anche dell’intervento combinato tra TCC e farmacoterapia.
Pertanto se soffrite di disturbi d’ansia o ne avete il sospetto, vi conviene cercare uno psicoterapeuta di orientamento cognitivo comportamentale.

Magari nel mio prossimo video vi parlerò un po' della TCC. Per oggi mi fermo qui. A presto e…restate connessi!!!

12/09/2025

BONUS PSICOLOGO 2025

Salve a tutti,
a proposito del trattamento dei disturbi d’ansia di cui abbiamo cominciato a parlare, ho un’importante notizia da darvi. L’INPS ha emesso il Bonus Psicologo 2025 ovvero ha stanziato nuovi contributi per sostenere le spese relative alle sessioni di psicoterapia a favore di cittadini che vivono condizioni di depressione, ansia, stress e fragilità psicologica. Ora vi darò tutte le informazioni per usufruire di questa opportunità.

1. Chi può beneficiare del Bonus Psicologo 2025?
Il beneficio è riconosciuto una sola volta per ciascuna annualità ai soggetti in possesso dei seguenti requisiti:
 residenza in Italia;
 valore ISEE non superiore a 50.000 euro.

2. A quanto ammonta il beneficio?
Il contributo a seduta è di 50 € e l’importo complessivo viene modulato in base all’ISEE del richiedente:
a) 1.500 euro per chi ha un isee inferiore a 15.000 euro;
b) 1.000 euro per chi ha un isee tra i 15.000 e 30.000 euro;
c) 500 euro per chi ha un isee tra i 30.000 e i 50.000 euro.

3. Come e quando si presenta la domanda?
La domanda per accedere al beneficio può essere presentata, esclusivamente in via telematica, accedendo all’apposito servizio e cliccando sul tasto “utilizza il servizio”. Per farlo è necessario disporre di uno di questi strumenti: SPID, Carta di identità elettronica (CIE) 3.0 o Carta Nazionale dei Servizi (CNS). E’ possibile anche contattare il numero verde 803.164 (gratuito da rete fissa) o il numero 06 164.164 (da rete mobile a pagamento).
La domanda per l’anno 2025 potrà essere presentata a partire dal 15 settembre fino al 14 novembre.

4. Come e quando saprò l’esito della mia domanda?
Al termine del periodo stabilito per la presentazione delle domande, vengono redatte le graduatorie per l’assegnazione del beneficio, nei limiti delle risorse stanziate, tenendo conto del valore ISEE più basso e dell’ordine cronologico di presentazione delle domande.
L’esito della richiesta è notificato tramite SMS e/o e-mail ai soggetti richiedenti, ai recapiti che hanno indicato ed è consultabile nella sezione “Ricevute e provvedimenti”.

5. Come potrò utilizzare il beneficio?
In caso di accoglimento della domanda è indicato l’importo ottenuto e il codice univoco associato, che deve essere comunicato al professionista, scelto tra gli specialisti regolarmente iscritti nell’elenco degli psicoterapeuti.
Il beneficio deve essere utilizzato entro 270 giorni, decorrenti dalla data di pubblicazione del messaggio. Decorso tale termine il codice univoco è automaticamente annullato e le risorse non utilizzate saranno riassegnate.

Spero di essere stata utile dandovi queste informazioni. Vi ricordo solo un’ultima cosa. Anche io sono iscritta nell’elenco degli psicoterapeuti aderenti al Bonus Psicologo, pertanto se avete bisogno di ulteriori informazioni o volete iniziare un percorso utilizzando il Bonus potete contattarmi.
A presto e restate connessi!!!

04/09/2025

DISTURBO D’ANSIA? A CHI RIVOLEGERSI?

Salve a tutti,
come promesso dopo una breve pausa estiva ritorno a parlarvi d’ansia e da questo momento in poi ci concentreremo principalmente sul trattamento dei vari disturbi d’ansia.

Vi ricordate un mio post di qualche tempo fa in cui vi ho spiegato quando l’ansia può diventare un problema? Se non lo ricordate, andate a cercarlo e leggetelo. Molto sinteticamente l’emozione ansia diventa patologica quando si presenta con una durata, frequenza e intensità superiori rispetto alle altre emozioni oppure è eccessiva e incongrua rispetto all’episodio che l’ha elicitata.
Vi ricordo inoltre che per ipotizzare un disturbo d’ansia il problema deve presentarsi per più di sei mesi.

Che fare quindi se ci si trova a vivere un caso simile e si sospetta di essere affetti da un disturbo d’ansia? A chi ci si può rivolgere?
I professionisti a cui è possibile rivolgersi sono diversi ma ognuno ha delle caratteristiche e funzioni diverse. Vediamo insieme quali.
1. MEDICO DI BASE = può essere utile per una prima valutazione e per un consiglio rispetto ad uno specialista a cui essere indirizzati. Il medico di base può anche prescrivere dei farmaci ma lo psichiatra ha una formazione più specifica su questo tipo di patologie e sugli psicofarmaci;
2. PSICHIATRA = è un medico specializzato nella diagnosi e nel trattamento dei disturbi mentali. Lo psichiatra può indicare e prescrivere una terapia farmacologica adatta e/o suggerire un percorso di psicoterapia. Alcuni psichiatri hanno conseguito anche la specializzazione in psicoterapia;
3. PSICOLOGO E/O PSICOTERAPEUTA = sono entrambi professionisti che possono fare una valutazione diagnostica sia attraverso il colloquio psicologico che attraverso l’uso di test specifici. Possono aiutare a comprendere le cause e i sintomi disturbi mentali. Solo lo psicoterapeuta è però specializzato nel trattamento delle varie psicopatologie attraverso l’uso di strategie e tecniche psicoterapiche di vario tipo.

E’ importante tener presente che un approccio combinato, che integri psicoterapia e farmaci, risulta spesso il più efficace.

Per oggi mi fermo a queste prime semplici indicazioni. Nei prossimi post entrerò sempre più nei dettagli del trattamento dei disturbi d’ansia.
A presto allora e ……restate connessi!!!

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Padua

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Lunedì 09:00 - 21:00
Martedì 09:00 - 21:00
Mercoledì 09:00 - 21:00
Giovedì 09:00 - 21:00
Venerdì 09:00 - 21:00

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